[World Watch List 2010] Persecuzione dei cristiani nel mondo, Prime dieci nazioni- #1 Corea del Nord

Il primo posto sulla World Watch List 2010 spetta nuovamente alla Corea del Nord, il paese dove ogni attività religiosa è considerata una forma di ribellione ai principi socialisti nordcoreani. In questo momento la situazione per i cristiani è estremamente dura, anche se il regime nordcoreano sta lentamente e progressivamente perdendo il controllo sulla società e la salute fisica di Kim Jong-Il è peggiorata dopo i recenti problemi fisici. Mobilitando ogni risorsa di potere la Corea del Nord cerca disperatamente di controllare la società per sradicare le attività cristiane. Tramite le terribili “campagne di combattimento” di 150 e di 100 giorni, il governo nordcoreano cerca con tutte le sue forze di demolire il sistema dei mercati di strada. Durante le rigorose perquisizioni sono stati scoperti molti credenti nascosti, poiché proprio durante queste “campagne” il regime prende di mira in modo particolare i cristiani in tutta la nazione arrestandoli, torturandoli o addirittura uccidendoli. Vi sono terribili testimonianze che confermano che in alcuni casi i cristiani sono stati usati come cavie per provare l’efficacia di armi biologiche e chimiche. Malgrado tutte queste atrocità, però, il Cristianesimo sta crescendo. Le possibilità di essere raggiunti dal Vangelo aumentano, specialmente per coloro che vivono nelle città vicino alla Cina.

Fonte: Porte Aperte Italia

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[World Watch List 2010] Persecuzione dei cristiani nel mondo, Prime dieci nazioni- #2 Iran

Quest’anno l’Arabia Saudita non occupa più il secondo posto nell’elenco: l’ha ceduto all’Iran, anche se in Iran il numero complessivo di punti è leggermente diminuito rispetto all’anno scorso. Infatti, nel 2009 non abbiamo avuto notizie di cristiani uccisi per la loro fede, come invece è successo nel 2008. L’ondata di arresti di credenti, però, scatenata nel 2008, è aumentata ulteriormente nel 2009: almeno 85 cristiani sono stati catturati. Si sospetta che questi arresti servano al governo iraniano per distrarre l’attenzione dai problemi interni, come per esempio i tumulti dopo la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad a giugno, per dimostrare che il regime ha ancora il pieno controllo. Gran parte degli arrestati sono stati maltrattati in carcere. Benché la maggior parte di loro sia stata rilasciata, i processi sono ancora in corso e questi credenti possono essere condannati da un momento all’altro. Molti cristiani rilasciati vengono costantemente sorvegliati e minacciati; ovviamente questa politica di arresti terrorizza i cristiani iraniani. Va fatto notare inoltre che le autorità iraniane hanno chiuso alcune chiese nel 2009. La ragione principale di queste chiusure coatte è da ricercarsi nel fatto che molti ex-musulmani (recentemente convertiti al Cristianesimo) stavano frequentando i culti.

L’islam è la religione ufficiale in Iran e tutte le leggi e i decreti devono essere in armonia con l’interpretazione ufficiale della sharia. I cristiani delle etnie armene e assire sono riconosciuti e godono ufficialmente di libertà religiosa, ma anche tra loro vi sono credenti che hanno subito prigionie, abusi fisici, vessazioni e discriminazioni a causa della loro fede. Alle chiese armene e assire è permesso istruire i loro adepti nella loro lingua, ma è vietato predicare a persone musulmane di lingua farsi. Secondo le interpretazioni giudiziarie della sharia, ogni musulmano che abbandona l’islam per abbracciare un’altra religione rischia la pena di morte. Molti culti in chiesa sono controllati dalla polizia segreta. I credenti attivi nella chiesa o negli incontri nelle comunità familiari vengono messi sotto pressione, interrogati, arrestati e percossi. Dunque subiscono discriminazioni e vessazioni dalla società di cui fanno parte, che naturalmente è condizionata dalle autorità.

Fonte: Porte Aperte Italia

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[World Watch List 2010] Persecuzione dei cristiani nel mondo, Prime dieci nazioni- #3 Arabia Saudita

L’Arabia Saudita non occupa più il secondo, ma il terzo posto. Ciò non significa, però, che la situazione delle libertà religiose per i cristiani sia migliorata. Il leggero calo del punteggio è causato dal fatto che, a differenza dell’anno precedente, nel 2009 non abbiamo ricevuto nessuna notizia su cristiani uccisi o torturati a motivo della loro fede, mentre, per quanto sappiamo, solo un cristiano è stato arrestato. Un pastore straniero si è sentito obbligato a fuggire dal paese dopo aver ricevuto minacce di morte, fra cui quelle provenienti dalla “mutawa”, la polizia segreta saudita.
La libertà religiosa non esiste nel regno wahabita – i cui cittadini hanno soltanto il permesso di aderire all’islam – e non è garantita dalla legge. Il sistema legale è basato sulla sharia, la legge islamica. L’apostasia, cioè la conversione a un’altra religione, è punibile con la morte se l’accusato non torna all’islam. Benché il governo riconosca il diritto dei non-musulmani di riunirsi in privato, è vietato praticare pubblicamente un culto non islamico.
I non musulmani che si impegnano in queste pratiche rischiano la cattura, l’imprigionamento, le frustate, l’espulsione e, a volte, torture più pesanti. Gli ex-musulmani convertiti al Cristianesimo corrono inoltre il grande rischio di essere uccisi per aver infangato l’onore della famiglia, quando i familiari o conoscenti scoprono la loro nuova fede.

Fonte: Porte Aperte Italia

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[World Watch List 2010] Persecuzione dei cristiani nel mondo, Prime dieci nazioni- #4 Somalia

Nel 2009 la situazione in Somalia si è deteriorata. A gennaio, le forze etiopi hanno lasciato il paese e Sheick Sharif Sheick Ahmad (Sceicco Ahmad) dell’opposizione ARS, l’Alleanza per la Reliberazione della Somalia con sede a Gibuti, è stato nominato presidente dal Parlamento del Governo Transitorio. Ad aprile del 2009 il parlamento ha deciso all’unanimità di introdurre la legge islamica nella speranza di rafforzare così il sostegno popolare al governo e di allontanare la popolazione dalle milizie islamiche ribelli. Queste milizie (al-Shabaab e il rivale Hizbul Islam) controllano gran parte della Somalia meridionale e combattono contro lo Sceicco Ahmad e il suo governo insediato nella capitale Mogadiscio. I cristiani sono sorvegliati sia dal governo che dalle milizie islamiche. La fazione estremista al-Shabaab addirittura va a caccia di cristiani. Abbiamo avuto notizie che almeno 11 cristiani sono stati uccisi a motivo della loro fede, mentre parecchi altri sono dovuti fuggire o sono stati rapiti, arrestati o torturati. Lo Statuto Federale Transitorio prevede la libertà religiosa, ma in pratica questo diritto non viene rispettato, perché lo stesso Statuto sancisce anche che l’islam sia la religione nazionale e la Costituzione dichiara che le leggi non possono contraddire l’islam. La maggior parte dei cristiani vive nel sud della Somalia. Sono pochi di numero, fortemente perseguitati, praticano la loro fede in segreto e vivono in costante pericolo di vita. Un ristretto numero cristiani si trova nel Puntland e nel Somaliland, mentre altri vivono come profughi nei paesi confinanti.

Fonte: Porte Aperte Italia

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[World Watch List 2010] Persecuzione dei cristiani nel mondo, Prime dieci nazioni- #5 Maldive

Nell’arcipelago delle Maldive, l’islam è la religione di Stato e tutti i cittadini devono essere musulmani. La persecuzione dei cristiani è sistematica in questa piccola nazione: la legislazione proibisce la pratica di qualsiasi religione non islamica; il governo si considera il protettore e il difensore dell’islam; l’importazione di materiali cristiani è proibita; la discriminazione dei non-musulmani è totale; il controllo sociale è enorme e la maggior parte dei cittadini è d’accordo con la proibizione di qualsiasi religione non-islamica. Il paese è fra i meno evangelizzati del mondo; c’è solo un pugno di cristiani indigeni che praticano la loro fede individualmente e nel segreto più assoluto per paura di essere scoperti. Nessun convertito è stato ucciso alle Maldive per apostasia dall’islam. Nel 2009 non c’è stato nessun miglioramento nelle libertà religiose. Alcune notizie parlano di cristiani stranieri espulsi perché avevano materiale cristiano nei loro bagagli.

Fonte: Porte Aperte Italia