E’ ancora estremamente difficile essere cristiani in Afghanistan, soprattutto perché la Costituzione è basata sui principi islamici. Inoltre, l’islam è la religione di Stato e le leggi non possono contraddire le credenze e i provvedimenti prescritti dall’islam. Il 2009 è stato duro per i credenti, perché l’influenza dell’islam è aumentata con l’espansione del potere talebano in molte province. I talebani hanno minacciato gli operatori stranieri, le organizzazioni umanitarie cristiane e i cristiani locali. La pressione sociale da parte della famiglia e della società è ancora enorme sui cristiani; di fatto coloro che non hanno nascosto la loro conversione al Cristianesimo, hanno spesso ricevuto minacce di violenza e persino di morte, anche nei confronti dei familiari. Le minacce hanno lo scopo di incutere terrore e di costringere i credenti a rinunciare alla loro nuova fede. In alcuni casi i neoconvertiti sono stati picchiati, altri sono stati rapiti; affrontano inoltre discriminazioni a scuola, al lavoro e nei loro rapporti con le autorità. Di conseguenza la maggior parte dei cristiani non esprime pubblicamente la propria fede e non si sente libera di assistere a riunioni cristiane. Per quanto ne sappiamo, a differenza del 2008, nel 2009 nessuno è stato ucciso a causa della fede. Malgrado tutte le discriminazioni, il Cristianesimo continua a crescere in Afghanistan.
Fonte: Porte Aperte Italia
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