Uzbekistan: Quattro casi di persecuzione contro i cristiani in una settimana

Almeno quattro episodi di persecuzione contro i cristiani sono avvenuti in Uzbekistan questa settimana, secondo l’Alleanza Evangelica Mondiale – Commissione Libertà Religiosa.

Una donna è stata picchiata e ha riportato una commozione cerebrale, un’altra donna è stata condannata da un tribunale ad una multa di 1.465 dollari per aver dato un Nuovo Testamento ad un bambino, un uomo è stato minacciato con un’ascia da un funzionario di polizia, e un altro uomo è stato aggredito dalla polizia.

Via | ANS – Sabato 25 Giugno 2011

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Uzbekistan, “fuorilegge” chi possiede una Bibbia o prega in comunità

Pestaggi e minacce della polizia contro i cristiani che svolgono attività religiosa, o persino soltanto se hanno una Bibbia. Il lungo elenco delle violenze normali e quotidiane contro i fedeli cristiani.

Tashkent – Pestaggi e minacce: in Uzbekistan non ha soste la persecuzione contro i cristiani protestanti. Nell’Uzbekistan orientale a metà maggio la polizia ha percosso una donna aggredendola in casa sua, di fronte alla figlia, perché partecipa ad attività religiose cristiane. Lo denuncia l’agenzia Forum 18, che lo ha saputo da fonti locali che chiedono l’anonimato. Parecchi ospedali hanno poi rifiutato di curare la donna, intimoriti dalla polizia.

F18 ha chiesto notizie alla polizia locale, che però rifiuta di parlarne.

Nel Paese, persino possedere una Bibbia può essere un reato grave. La corte di appello di Tashkent ha condannato la cristiana battista Galina Shemetova a 2.486.750 som di multa (circa 1.015 euro, 50 volte la paga mensile minima) per avere prestato una Bibbia per bambini a un collega di lavoro. Per questo è stata accusata di proselitismo. La donna era stata anche percossa dalla polizia, ma di questo la corte di appello non ha voluto parlare.

Il protestante Anvar Rajapov è stato condannato il 14 aprile a una multa di 80 volte la paga minima perché la polizia gli ha trovato libri religiosi in casa. Il tribunale di Tashkent non gli ha notificato la condanna, ma la polizia gli ha tolto il passaporto e lo ha minacciato di morte se presenta appello. Ora Rajapov ha fatto una denuncia rivolgendosi direttamente al presidente del Paese Islam Karimov e alla Corte Suprema.

Sempre a Tashkent ad aprile la polizia e i corpi speciali segreti hanno operato perquisizioni a tappeto presso i cristiani battisti, sequestrando migliaia di testi religiosi.

Il 26 maggio la polizia ha arrestato a Tashkent i battisti Sergey Shilnikov e Amir Temur: avevano una Bibbia, 2 Vangeli di Giovanni e 2 altri testi religiosi. Sono stati accusati per avere introdotto o commercializzato in modo abusivo letteratura religiosa.

All’inizio di giugno le autorità del distretto di Hamza hanno cercato di convincere alcuni cristiani battisti a firmare una dichiarazione che il pastore Konstantin Malchikovsky e Anna Portova avevano venduto loro testi religiosi, senza poi pagare le tasse. Accusa punibile con 2 anni di carcere. Per convincerli, la polizia ha arrestato alcuni fedeli battisti, trattenendoli per ore senza accuse e hanno persino minacciato alcuni di arrestarne il figlio. I battisti si sono tutti rifiutati e le autorità indicate, interpellate da F18, non hanno voluto parlarne.

La Commissione della Nazioni Unite contro la Tortura ha denunciato che nel Paese violenze, torture e minacce contro la libertà religiosa sono “normali”. La legge sulla libertà religiosa rende difficile per i gruppi ottenere il riconoscimento e la legge considera illecita qualsiasi attività dei gruppi non riconosciuti, anche riunirsi in casa per pregare.

Fonte: AsiaNews/F18 – riprodotto con autorizzazione

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Uzbekistan: Il pastore Dmitry Shestakov è stato rilasciato

Fonti di Voce dei Martiri Canada (VOMC) riferiscono che il pastore Dmitry Shestakov è stato rilasciato alle 3 del pomeriggio, ora locale, del 21 gennaio 2011. Nessun rappresentante della Chiesa ufficiale è andato a incontrarlo, solo due coraggiosi anziani della Chiesa di Andijan.

via VOMC

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Uzbekistan – Multe, percosse e Bibbie sequestrate per i battisti: pregano “senza autorizzazione”

La polizia irrompe in una casa e interrompe la funzione festiva, terrorizzando i presenti e identificandoli. Nei giorni successi minacce e percosse contro alcuni, 5 di loro sono accusati di avere “insegnato religione” condannati a gravi multe. I battisti denunciano gli abusi, ma senza esito.

Tashkent – Pestaggi ad opera di poliziotti, irruzioni e sequestri illegali di Bibbie, condanne a gravi multe per chi si riunisce a pregare insieme. I cristiani battisti descrivono così le sistematiche persecuzioni che subiscono in Uzbekistan.

Nel Paese è “illegale” qualsiasi attività dei gruppi religiosi non registrati, persino incontrarsi e pregare. I cristiani hanno denunciato all’agenzia Forum 18 che il 15 agosto circa 20 poliziotti hanno fatto irruzione in una casa privata durante la loro funzione festiva colpendo e minacciando i presenti, filmandoli contro la loro volontà, strappando le bibbie dalle mani dei bambini. La polizia ha identificato tutti i presenti e ha preso il passaporto di Veniamin Nemirov, proprietario dell’abitazione.

Forum 18 denuncia che nei giorni successivi vari cristiani battisti sono stati di nuovo sentiti, convocati, intimiditi dalla polizia. Il 17 agosto la polizia ha convocato il cristiano Vladimir Abramov e lo ha pestato perché si è rifiutato di firmare una dichiarazione.

Nell’incursione la polizia ha sequestrato Bibbie, libri di canti e altra letteratura religiosa. Il Comitato affari religiosi di Tashkent ne ha negato la restituzione, spiegando che questi libri possono essere usati solo da gruppi religiosi registrati e che i battisti di Samarkanda non lo sono, per cui si tratta di libri “illegali”.

Il 21 settembre il tribunale ha condannato 5 battisti (Veniamin Nemirov, Vladimir Abramov, Alisher Abdullaev, Mikhail Lyubivy e Lyubov Lyubivaya) a gravi multe (equivalenti da 11 a 7 mesi di paga) per la partecipazione a un servizio religioso non autorizzato e avere “insegnato fedi religiose senza un’istruzione specialistica e senza il permesso di un gruppo religioso registrato”. Condanna confermata il 14 ottobre dalla corte di appello di Samarkanda. In teoria, è proibito persino insegnare religione al proprio figlio.

Ora i battisti protestano che la condanna viola l’art. 29 della Costituzione uzbeka che riconosce la libertà di pensiero, parola e coscienza”. Denunciano i pestaggi e le intimidazioni subiti. Le autorità negano tutto e rifiutano qualsiasi accertamento.

Fonte: AsiaNews/F18 – riprodotto con autorizzazione

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Uzbekistan: Falsa accusa di spaccio di stupefacenti per un cristiano battista

I fedeli temono che la polizia voglia così colpire le loro comunità. Sistematiche le persecuzioni contro i battisti, non riconosciuti dallo Stato. Ma anche contro gruppi islamici.

Tashkent – Ora i fedeli cristiani sono arrestati e processati con false accuse. Il cristiano battista Tohar Haydarov denuncia all’agenzia Forum 18 che “la polizia ha piantato una scatola con lo stupefacente” nella sua proprietà e che lo ha anche “malmenato e costretto a firmare vari documenti”.

Tohar Haydarov è stato portato il 18 gennaio presso la polizia, nella centrale regione di Syrdarya. Il poliziotto gli ha preso le chiavi, è andato a casa sua e poi ha denunciato di avere trovato “una sostanza simile alla marijuana” in una borsa. Ora è accusato di produzione e spaccio di stupefacenti e rischia fino a 5 anni di reclusione. Gli altri fedeli dicono che conoscono bene Haydarov ed escludono che possa spacciare droga, per cui denunciano che le prove sono state fabbricate.

Il Consiglio delle Chiese battiste si rifiuta di chiedere l’autorizzazione dello Stato, necessaria anche solo per incontrarsi e pregare, e insistono che incontrarsi per pregare è un loro diritto.

Intanto nella città di Almalyk, regione di Tashkent, il 24 gennaio la polizia ha spaccato la porta e fatto irruzione durante un pacifico incontro della comunità battista, riuniti a prendere un tè presso la casa di Sergei Brislavki. Ha portato al commissariato tutti i 19 fedeli presenti, percuotendoli durante il tragitto, alcuni sono stati trattenuti. Ora anche loro temono accuse penali per violazione della legge sulla religione o del divieto di insegnare dottrina religiosa.

La polizia colpisce anche gli islamici che sono autonomi dai gruppi riconosciuti dallo Stato. Nella regione di Syrdarya circa 57 islamici sono stati trattenuti, per motivi mai comunicati. Nel Kashkadarya una donna è detenuta dal 16 gennaio per avere ospitato un incontro religioso nella propria abitazione.

Le autorità uzbeke smentiscono simili episodi, ma si rifiutano di discuterli con F18.

Fonte: AsiaNews/F18 – riprodotto con autorizzazione

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