Tibet: Cristiani imprigionati e perseguitati dalle autorità comuniste cinesi

Si tratta di una “prima storica”, secondo la China Aid Association (Midland, Texas, USA): l’arresto e la detenzione di undici cristiani in Tibet da parte delle autorità comuniste cinesi imposte a questo paese.

Il caso risale a qualche tempo fa poiché gli eventi hanno avuto luogo intorno al 1° ottobre, Giornata di Festa Nazionale per la Cina comunista, ma sono noti solo dal 13 dicembre grazie ad un comunicato della China Aid Association.

Questi undici cristiani protestanti cinesi sono originari di Zhumadian (provincia di Henan, Cina) che sono stati arrestati a Lhasa – certi alcuni giorni prima, altri pochi giorni dopo il 1° ottobre – per aver partecipato a riunioni religiose in un appartamento privato (quelle che sono chiamate Chiese domestiche), quello di Song Kuanxin che sembra essere, in qualche modo, il pastore di questo piccolo gruppo di cristiani. Song Kuanxin è stato arrestato a Lhasa dalla polizia comunista cinese il 5 ottobre – dopo che il suo appartamento è stato “perquisito” in sua assenza…

Il 7 ottobre, Kuanxin è stato ufficialmente informato che era in stato di arresto, insieme ad altri dieci cristiani, poiché “sospettato di appartenere ad una setta religiosa.” Pochi giorni dopo, ha ricevuto una nuova notifica ufficiale che lo condannava a trenta giorni di prigione aggiuntivi per “reati commessi in molti luoghi.”

Durante la sua detenzione, Song Kuanxin ha dovuto subire numerose percosse e sopportare bestemmie e insulti da parte della polizia contro la fede cristiana. È stato rilasciato l’11 novembre dopo essere stato costretto a firmare una promessa di abbandonare tutte le attività di culto, ed essere stato informato che tutto quello che era stato sequestrato nel suo appartamento, tra cui due computer portatili, era stato distrutto come strumento delle attività criminali…

Via | christianophobie.fr

Post correlati:

Iran, Pastore protestante in carcere da più di dieci mesi

Noorollah Qabitizade, pastore protestante convertito dall’Islam, è stato arrestato con dieci altri cristiani convertiti anch’essi dall’Islam, nel suo appartamento la notte della vigilia di Natale, il 24 dicembre 2010, mentre celebrava il culto.

Tenuto in isolamento nel carcere di Dezful, senza contatto con la sua famiglia, è stato sottoposto a ogni tipo di pressione per fargli abiurare la sua fede.

Egli non solo è rimasto saldo ma ha evangelizzato i suoi compagni di prigione, il che ha spinto le autorità a trasferirlo in un carcere che si dice sia ancora più duro, ad Ahwaz.

È in questa città che ha subito, due mesi fa, un primo processo ed è stato portato davanti al tribunale con mani e piedi incatenati… Ancora una volta gli è stato chiesto di abiurare la sua fede sotto la minaccia di condannarlo a morte. È rimasto fermo nella fede. Nessuna sentenza di morte sembra essere stata pronunciata durante l’udienza, ma il pastore è ancora in prigione…

Via | christianophobie.fr

Post correlati:

Il pastore iraniano Youcef Nadarkhani rischia l’esecuzione

27 settembre 2011 – 21:21

Iran: pastore protestante rischia impiccagione per apostasia

Un pastore protestante iraniano rischia di essere impiccato tra due giorni dopo che oggi, durante un’udienza del procedimento aperto contro di lui dal tribunale provinciale di Gilan per “apostasia”, si è rifiutato di rinnegare la sua fede in Cristo. Lo scrive il sito BosNewsLife, spiegando che Yousef Nadarkhani, 34 anni, sposato e padre di due figli, era musulmano e si è convertito al cristianesimo.

Non era un musulmano praticante, è spiegato nel sito, ma secondo la legge della Repubblica iraniana è comunque un apostata in quanto i suoi genitori sono musulmani. Oggi in tribunale ai giudici, secondo quanto riferito da testimoni a BosNewsLife, ha però detto senza alcuna esitazione: “Pentirmi vuol dire tornare indietro. Ma a cosa dovrei tornare? Alla blasfemia nella quale vivevo prima di trovare la mia fede in Cristo?”.

Nadarkhani è in carcere dall’ottobre 2009 nella sua città, Rasht. Da allora le accuse nei suoi confronti sono diventate più pesanti. Inizialmente era accusato solo di aver protestato davanti a una scuola contro l’introduzione dell’obbligo per tutti gli alunni di leggere il Corano, poi era stato messo sotto processo per ‘apostasià e per aver cercato di ‘evangelizzare i musulmanì. La condanna a morte è del settembre 2010.

Se Nadarkhani venisse impiccato – ricorda BosNewsLife – si tratterebbe del primo cristiano giustiziato in Iran per motivi religiosi negli ultimi 20 anni.

Fonte: swissinfo / sda-ats

Post correlati:

Cina: il pastore Zhang Rongliang è uscito di prigione

E’ una notizia che ci è stata confermata poco fa: il pastore cinese Zhang Rongliang è stato rilasciato di prigione ieri notte! In carcere dal 2004 per la sua attività pastorale in comunità cristiane familiari è stato arrestato ben 5 volte, totalizzando addirittura più di 12 anni di prigione. La prima volta, nel lontano 1974, finì in un campo di lavori forzati a Xi Hua per 7 anni, colpevole di “attività religiose contro la rivoluzione comunista”.
Per tutto il periodo di detenzione, Chen Hongxian, la moglie, ha potuto fargli visita solo una volta al mese e la sua era poi l’unica visita che poteva ricevere. Per molto tempo lui è stato oggetto di una delle nostre campagne di lettere e cartoline: ringraziamo tutti coloro che hanno avuto a cuore di scrivere a questa provata famiglia.

Il pastore Zhang si dice profondamente grato a Dio per la sua liberazione e a tutti coloro che hanno pregato per lui. Ora è necessario un lungo periodo di riposo, dato che le sue condizioni di salute non erano state delle migliori nel passato recente. Zhang, infatti, ha vari problemi fisici, tra cui diabete e scompensi della pressione sanguigna. Nel luglio del 2007 è stato vittima di un ictus, che gli ha paralizzato parte del corpo, anche se ora si è ripreso abbastanza bene. D’altronde la vita nei campi di lavoro forzato di certo non aiuta. Ora il riposo, ha affermato il pastore, è necessario anche per cercare la volontà di Dio per la sua vita e la guida in quello che continua a definire il suo ministero pastorale.

Fonte: Porte Aperte Italia

Post correlati:

Eritrea: 25 cristiani detenuti in condizioni drammatiche

Il 3 Luglio, ad Assab, 25 cristiani che si stavano recando ad una riunione sono stati arrestati dall’esercito eritreo. Il campo militare dove sono rinchiusi è conosciuto per le difficili condizioni di detenzione.

Un dramma si sta svolgendo nel sud-est dell’Eritrea, sulle rive del Mar Rosso, dove 25 cristiani sono detenuti in un campo militare dal 3 luglio. Sono stati arrestati dall’esercito mentre stavano andando ad un incontro di lode e portati alla base di Adi-Nefase, a 5 km dalla città costiera di Assab.

In questa base le condizioni di detenzione sono durissime. Dal 2007 almeno due prigionieri cristiani vi sono morti. Oltre agli arresti di cristiani per “comportamento anti-patriottico,” l’esercito eritreo forza i giovani responsabili di chiese ad unirsi ai suoi ranghi.

Di fronte a questa prova e alla violenza quotidiana, i cristiani in Eritrea hanno chiesto alla Chiesa tutta di pregare del continuo per loro.

Via | portesouvertes.fr

Post correlati: