In un’intervista realizzata dalla Commissione USA sulla libertà religiosa internazionale (U.S. Commission on International Religious Freedom, USCIRF), sei tra poliziotti ed agenti di sicurezza hanno ammesso di essere stati specificatamente formati ed istruiti dai loro superiori per infiltrarsi, fingendosi cristiani, nelle riunioni di preghiera di fratelli nord coreani, al fine di incriminare, arrestare e, a volte, giustiziare i credenti in Corea del Nord. L’obiettivo dichiarato è quello di scovare i piccoli gruppi cristiani ed eliminarli.
Gli agenti intervistati hanno anche spiegato che il Governo Nord Coreano considera la religione, ed in particolare il Cristianesimo, un attentato alla sicurezza nazionale. Perciò il governo forma agenti specificatamente dedicati ad “arginare” la diffusione della fede cristiana, preparandoli a creare finte riunioni di preghiera, dando loro basi teologiche ed infiltrandoli nelle chiese in Cina. Hanno fatto sapere che le detenzioni e gli interrogatori di cristiani sono continui, dato che il Governo crede che i missionari sud coreani siano un pericolo per la stabilità dello Stato.
Fonte: Porte Aperte Italia
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