
Perché voglio ricordare pubblicamente mio papà Vincenzo? Perché tutti coloro che hanno beneficiato gratuitamente della nostra opera sia in Italia che all’estero in tutti questi anni, devono sapere che quello che noi abbiamo fatto per loro, lo abbiamo fatto soprattutto grazie al suo sostegno economico, che peraltro iniziò anni prima che noi partissimo il 21 Giugno 1990 per il Lazio in seguito al seguente comando che mi diede Dio: «Va’ nel Lazio».
Mio papà nacque a Collesano, provincia di Palermo, il 18 Novembre 1938, in una famiglia povera. Io porto il nome di suo padre, che si chiamava Giacinto. Mi parlò spesso dei suoi anni giovanili passati a Collesano, ed anche dei suoi problemi che aveva incontrato a scuola, perché non aveva molta voglia di studiare.
Nel 1950 (la data l’ho avuta da due mie zie), venne a Collesano dagli USA Rosaria (soprannominata Sara) Amatore, che era emigrata in America anni prima. Venne per parlare di Gesù a sua nipote e suo fratello e sua sorella. E venne a dimorare proprio in una casa che stava sulla stessa strada dove abitavano mio nonno Giacinto Butindaro e sua moglie Rosa Giambrone, i genitori di mio papà. I parenti della sorella Amatore credettero nel Vangelo, come anche i miei nonni paterni e quelli materni (Illuminato Giambrone e Petrina Venturella), mio papà e mia mamma Angela Giambrone (allora ambedue molto giovani), mio zio Giuseppe Giambrone, e altri miei parenti. Si formò un gruppo di credenti che cominciarono a fare i culti in casa. Mio padre mi parlava spesso di quel periodo, in cui i cattolici romani di Collesano li avversavano molto, ingiuriandoli pubblicamente per strada, ma loro erano felici di soffrire per il Signore.