L’Evangelo della gloria del beato Iddio è sotto attacco da parte di non pochi eretici – che si presentano come Cristiani Evangelici Pentecostali – che insegnano questa eresia di perdizione: Cristo Gesù è dovuto prima morire spiritualmente «nei» i nostri peccati, per poi morire fisicamente per i nostri peccati. Adesso vi spiegherò perché questa eresia costituisce un feroce e sfrontato attacco contro l’Evangelo e crea un altro vangelo.
Partiamo dall’inizio, spiegando perché per questi eretici Cristo è dovuto prima morire spiritualmente. La ragione è perché secondo loro Gesù quando venne sulla terra, aveva un corpo immortale come sarà immortale il corpo che noi avremo alla resurrezione (adducendo come motivo il fatto che Gesù non fu generato da seme d’uomo ma dallo Spirito Santo), e quindi per poter morire fisicamente aveva prima bisogno di morire spiritualmente, come avvenne ad Adamo, il primo uomo, che prima morì subito spiritualmente (quando peccò) e poi in seguito morì fisicamente! E quando sarebbe morto spiritualmente Gesù? Quando Egli si caricò dei nostri peccati o quando Dio “l’ha fatto esser peccato per noi” (2 Corinzi 5:21); fu in quel momento che il suo corpo divenne mortale, e quindi poté morire fisicamente per i nostri peccati! Gli eretici lo dicono chiaramente: «Non poteva morire fisicamente, se non moriva spiritualmente!». Questo significa che quando Gesù nacque non aveva un corpo mortale come il nostro – cioè un corpo che poteva morire – ma era un uomo immortale e visse la quasi totalità della sua vita sulla terra come essere immortale. Per cui l’immortale corpo di Gesù ad un certo punto si sarebbe rivestito – diciamo così – di mortalità, per poi rivestirsi di nuovo di immortalità quando fu risuscitato! In base dunque al ragionamento perverso di questi eretici, Cristo prima morì «nei» nostri peccati (in quanto noi eravamo morti nei nostri peccati cfr. Efesini 2:1, e lui doveva diventare «quello che noi eravamo») e quindi «è diventato mortale come noi», ed è per questo che è potuto morire sulla croce per i nostri peccati (cfr. 1 Corinzi 15:3).
È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “L’Ades e la Geenna: due luoghi di tormento di cui bisogna parlare” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 54 MB (128 Kbps), 10 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 57 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.
È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “L’Ades: un luogo di tormento” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 14 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 14 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.
Trascrizione audio:
Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate. La sacra Scrittura, che è la parola di Dio, afferma che esiste nell’aldilà un luogo di tormento dove scendono le anime dei peccatori. Sì, perché l’uomo ha un’anima, tenete bene a mente questo che sto dicendovi: l’uomo ha un’anima, l’uomo è composto da anima, corpo e spirito.
E quando l’uomo muore, lo spirito torna a Dio che l’ha dato, mentre l’anima continua a vivere, continua a vivere a seconda dello stato in cui si trova. Nel senso che se colui che muore, muore nei suoi peccati, l’anima sua va all’inferno, appunto il luogo di tormento da cui vi metto in guardia. Se colui che muore, muore in Cristo, allora la sua anima si diparte dal corpo e va ad abitare nel regno dei cieli, va ad abitare con il Signore, cioè in paradiso, che è un luogo di conforto, un luogo dove coloro che vanno si riposano dalle loro fatiche in maniera cosciente.
Ma eccomi a voi per mettervi in guardia da questo luogo di tormento dove voi siete diretti. Perché siete diretti in questo luogo di tormento? Perché siete dei peccatori, perché siete sotto il peccato e quindi l’ira di Dio è sopra di voi in quanto siete nemici di Dio nella vostra mente e nelle vostre opere malvage. Questa è la vostra condizione davanti a Dio ed è per questa ragione che voi siete sulla via della perdizione, cioè sulla via che mena immediatamente dopo morti in questo luogo di tormento che si chiama Ades.
La cui esistenza è stata confermata dal Signore Gesù Cristo, il Figlio di Dio, che il Padre ha mandato nel mondo per salvare il mondo e a cui il Padre ha ordinato quello che doveva dire. E queste parole che sto per leggervi, che sono uscite dalla bocca di Gesù Cristo, il Figlio di Dio, sono dunque parole di Dio e quindi prestate attenzione perché sono parole fedeli e veraci.
Così è scritto nel capitolo 16 di Luca a partire dal versetto 19: “Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulceri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma. Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possano, né di là si passi da noi. Ed egli disse: Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento. Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli. Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno. Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse”.
Dunque, come potete vedere, questo luogo che si chiama Ades è un luogo di tormento. In questa storia che ha raccontato Gesù, di questo uomo ricco che che diciamo godeva splendidamente ogni giorno e che vestiva porpora e bisso, di questo uomo viene detto che morì e fu seppellito e si ritrovò nell’Ades, nei tormenti. Perché nei tormenti? Perché nell’Ades c’è un fuoco, un vero fuoco non attizzato da mano d’uomo, ma pur sempre fuoco nel quale sono tormentati gli empi, coloro che appunto sono discesi in questo luogo di tormento.
Ora voi che siete sotto il peccato dovete sapere appunto che siete diretti in questo luogo di tormento. Non ci pensate voi, ma io voglio che voi ci pensiate, perché quando spirerete è là che vi ritroverete, non in paradiso come avete sentito dire a taluni che illudono le persone dicendo che alla fine Dio salverà tutti nel suo paradiso. No, non è così, Iddio non salverà tutti nel suo paradiso. Iddio nel suo paradiso salva coloro che hanno la fede, coloro che credono nel suo Figliuolo Gesù Cristo. Ma coloro che non credono nel suo Figliuolo Gesù Cristo, quando muoiono vengono fatti da lui discendere appunto in questo luogo di tormento, perché Gesù disse: “Chi non avrà creduto sarà condannato”.
Quindi tu che sei diciamo incredulo, sappi che sarai condannato, sarai condannato a un’eternità piena di tormenti. Perché vedi, quando morirai te ne andrai all’inferno (l’Ades è comunemente conosciuto con il termine inferno), te ne andrai all’inferno. Ma ricordati che l’inferno non è il luogo finale dove tu appunto passerai l’eternità, no, perché viene il giorno in cui resusciterai in resurrezione di condanna per comparire davanti a Dio, essere giudicati essere giudicato secondo le tue opere e poi essere gettato in un altro luogo di tormento che è lo stagno ardente di fuoco e di zolfo, o fuoco eterno, dove sarai tormentato anima e corpo per sempre nei secoli dei secoli.
Capisci dunque la via nella quale tu ti trovi, dove ti mena? Dove ti mena? Quando la sacra Scrittura definisce questa via la via della perdizione, proprio dice questo: mena in perdizione. Quindi io ti faccio sapere dove tu sei diretto perché tu in questo momento sei un incredulo.
Però ti voglio anche fare sapere la buona novella, l’Evangelo te lo voglio annunziare perché l’Evangelo è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente, del Giudeo prima e poi del Greco, poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, secondo che è scritto: “Ma il giusto vivrà per fede”. Ti annunzio l’Evangelo perché l’Evangelo è potente da salvarti se tu crederai.
Qual è l’Evangelo nel quale dunque devi credere per essere salvato? È questo: Gesù di Nazareth è il Cristo che è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, fu seppellito, risuscitò dai morti il terzo giorno secondo le Scritture e apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio. Questo è l’Evangelo nel quale devi credere per essere affrancato dal peccato che ti domina, che ti signoreggia. Questo è l’Evangelo nel quale devi credere per ottenere la remissione dei tuoi peccati, di tutti i peccati che tu hai commesso e che sono dei debiti agli occhi di Dio. Questo è l’Evangelo nel quale devi credere per essere giustificato ossia per ottenere la giustizia di Dio basata sulla fede, per essere reso giusto.
Questo è l’Evangelo nel quale devi credere per avere la vita eterna. Sì, anche la vita eterna si ottiene credendo nell’Evangelo. Infatti Gesù disse: “Chi crede ha vita eterna”. Dunque nel momento in cui crederai nell’Evangelo avrai la certezza che alla morte la tua anima sarà salvata dal Signore nel suo regno celeste. Quindi sarai strappato al fuoco nel quale sei diretto, nel quale sei diretto. Sì, potrai dire veramente una volta che hai creduto: “Il Signore mi ha strappato dal fuoco, il Signore veramente mi farà scampare al fuoco dell’Ades quando morirò”.
Capisci dunque questa salvezza che Gesù Cristo il Figlio di Dio ha procurato morendo e resuscitando dai morti? Capisci quanto è grande questa salvezza? Capisci? Il Signore veramente nella sua misericordia, mediante il sacrificio espiatorio di Gesù Cristo, mediante la sua resurrezione, ha provveduto una redenzione eterna. È una redenzione che ti permette di affermare con assoluta certezza che quando morirai andrai con il Signore, ti dipartirai dal corpo e andrai ad abitare con lui e quindi, e quindi ti sentirai tranquillo, gioioso, fiducioso nel Signore.
Però ascolta, ascolta. Ti ho avvertito, ti ho avvertito e continuo ad avvertirti: bada bene che se tu ti rifiuterai di ravvederti e di credere nell’Evangelo, sappi che non vedrai la vita ma l’ira di Dio resta, resterà sopra di te. Resterà sopra di te l’ira di Dio e quindi quando morirai, dato che morirai nei tuoi peccati, te ne andrai appunto nell’Ades, in questo luogo di tormento.
Che farai dunque davanti veramente alla predicazione dell’Evangelo? Crederai in esso? Io spero vivamente e prego che tu veramente possa credere nell’Evangelo perché l’Evangelo, te lo ripeto, è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente. Io questo spero. Però ti avverto: se tu rifiuterai di credere nell’Evangelo, ciò che, ciò che ti aspetta è il tormento nell’Ades prima e poi il tormento che durerà per sempre nell’altro luogo di tormento, appunto chiamato stagno ardente di fuoco e di zolfo, dove sarai tormentato nei secoli dei secoli.
Renditi conto quindi di che cosa ti aspetta se rifiuterai di credere nell’Evangelo che ti ho annunziato, che è l’Evangelo di Dio. Ascolta, l’Evangelo di Dio è verità, è la parola di verità. Credi nell’Evangelo e sarai salvato, sarai perdonato, sarai giustificato e otterrai la vita eterna. Fallo, affrettati. Questo è il giorno della salvezza, oggi è il giorno della salvezza. Questo è il tempo accettevole. Chi ha orecchi da udire, oda.
Gesù Cristo nei suoi discorsi ha ripetuto in più occasioni questa frase: “Quivi sarà il pianto e lo stridore dei denti” (Matt. 8:12; 13:42,50; 22:13; 24:51; 25:30; Luca 13:28). Quel ‘quivi’ si riferisce alle “tenebre di fuori” (Matt. 8:12; 22:13; 25:30), alla “fornace del fuoco” (Matt. 13:42), in altre parole sia all’Ades che è il luogo di tormento dove vanno i peccatori appena muoiono, e sia allo stagno ardente di fuoco e di zolfo che è il luogo finale dove saranno gettati i peccatori con il loro corpo dopo che risusciteranno e saranno condannati.
La sorte che aspetta gli empi è quindi terribile, le parole di Gesù non lasciano dubbi a riguardo. Ma essi non lo sanno, lo ignorano, essendo che camminano nelle tenebre. Loro non sanno che quando spireranno l’anima loro scenderà in basso, in un luogo sotterraneo dove ci sono fuoco e tenebre e dove appunto c’è il pianto e lo stridore dei denti che li aspetta. E’ nostro dovere quindi quando annunciamo loro la Buona Notizia del Regno di Dio dirgli pure che se non si pentiranno dei loro peccati e non crederanno nel Figliuolo di Dio non scamperanno affatto sia al tormento dell’Ades prima, e sia a quello dello stagno ardente di fuoco e di zolfo dopo.
Pensieri (Vol. 1)
Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Scenderai nell’Ades” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 15 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 16 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.
Trascrizione audio:
Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate quello che vi sto per trasmettere.
Nel nello scritto di Luca, dove racconta la storia di Gesù di Nazareth, leggiamo al capitolo 16 una storia che raccontò Gesù Cristo, il Figlio di Dio.
Questa storia mostra dove vanno coloro che muoiono nei loro peccati, ossia attesta in maniera inequivocabile che i peccatori, quando muoiono, scendono nell’Ades, che è un luogo di tormento dove arde il fuoco, un fuoco non attizzato da mano d’uomo, ma pur sempre fuoco, e dove appunto sono nei tormenti coloro che vi scendono. Quindi è una storia che vi voglio leggere perché dovete sapere voi peccatori dove state andando, perché voi siete sulla via che mena in perdizione, appunto nell’Ades, una volta morti. Questo naturalmente è necessario che ve lo dica da subito affinché non vi illudiate.
“Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulceri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo, e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma. Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possano, né di là si passi da noi. Ed egli disse: Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento. Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli. Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno. Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse.”
Dunque voi siete sulla via che mena in perdizione, che mena nell’Ades una volta appunto morti. Siete diretti là dove appunto c’è un fuoco che arde. Quell’uomo disse: “Sono tormentato in questa fiamma.” Era morto, era stato seppellito, ma si ritrovò appunto in un luogo di tormento chiamato Ades, comunemente conosciuto col termine di inferno. È il soggiorno dei morti, dove vanno appunto le anime di coloro che muoiono nei loro peccati.
Dunque vedete, questo uomo si trovava nei tormenti, bramava essere rinfrescato con dell’acqua. Quell’uomo era cosciente, pienamente cosciente di quello che stava sperimentando, di quello che stava vedendo. Aveva anche dei ricordi, ricordava; quindi nell’aldilà i peccatori c’hanno una memoria, conservano la memoria. E infatti si ricordò che aveva cinque fratelli, che erano malvagi come lui naturalmente, e che erano diretti in quel luogo anche loro. E appunto avrebbe desiderato che Abramo mandasse Lazzaro a casa appunto di suo padre per avvertire i suoi cinque fratelli affinché essi non venissero anche loro in quel luogo di tormento. Però la risposta di Abramo fu: “Hanno Mosè e i profeti; ascoltino quelli.” Il ricco insistette pensando che se Lazzaro fosse risuscitato e fosse andato a casa appunto di suo padre ad avvertire i suoi cinque fratelli, essi si sarebbero ravveduti. Ma Abramo rispose: “Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse.”
Quindi voi dovete tenere bene a mente questo: esiste questo luogo di tormento. Non è frutto dell’immaginazione di qualcuno. Questo luogo di tormento esiste nell’aldilà, la sua esistenza è certa, sicura, non c’è alcun dubbio sulla sua esistenza. Ed è un luogo di tormento, la Scrittura lo chiama così. Ora, voi siete sulla via che, diciamo, che mena in questo luogo di tormento. Perché? Perché siete dei peccatori, siete sotto il peccato, siete dunque schiavi del peccato e meritate di andare all’inferno. Proprio meritate, meritate di andarci. Perché? Perché siete dei nemici di Dio, perché avete violato la legge di Dio. Dio è santo, ha promulgato una legge che è santa, voi avete trasgredito questa legge e quindi l’ira di Dio è sopra di voi. Siete dei nemici di Dio, e appunto in quanto siete dei nemici di Dio, se moriste in questo preciso momento, morireste nei vostri peccati e ve ne andreste appunto qua, o meglio là, nell’Ades, nei tormenti.
Allora voi direte: “E che dobbiamo fare allora per essere salvati, per essere strappati al fuoco dove siamo diretti, per scampare a questa orribile fine?” Ebbene, adesso ve lo dico cosa dovete fare: vi dovete ravvedere e credere nell’Evangelo. Cosa significa che vi dovete ravvedere? Significa che dovete cambiare mente, dovete lasciare i vostri pensieri iniqui, ingiusti, vani. Li dovete lasciare, dovete cambiare mente perché voi siete nemici nella vostra mente. Ecco perché dovete ravvedervi. E poi dovete credere nell’Evangelo.
Che cos’è l’Evangelo? L’Evangelo è la buona novella che Gesù di Nazareth è il Cristo, che è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu seppellito, che risuscitò dai morti il terzo giorno secondo le Scritture, e che apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio. Questa è la buona novella, ossia l’Evangelo nel quale dovete credere per essere salvati dai vostri peccati, che appunto vi tengono schiavi, di cui siete schiavi; nel quale dovete credere per essere giustificati, nel quale dovete credere per ottenere la remissione dei vostri peccati.
Sì, perché voi potete ottenere la remissione dei vostri peccati; i peccati che voi avete commesso sono dei debiti che avete accumulato al cospetto di Dio. Tutti questi debiti, di questi debiti, di tutti questi debiti potete ottenere la cancellazione, la remissione appunto, credendo nell’Evangelo. Come anche, vi dicevo, potete essere giustificati, certo, perché la giustificazione che dà vita si ottiene credendo nell’Evangelo, perché è scritto: “Il giusto vivrà per fede.” Vedete? E poi appunto, in questa maniera sarete riconciliati con Dio, con Dio. Quindi non sarete più nemici di Dio ma sarete amici di Dio. Potrete dire appunto di avere pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, il Signore.
E poi, credendo nell’Evangelo, otterrete la vita eterna. Sì, perché la vita eterna è il dono di Dio in Cristo Gesù. E quindi avrete la certezza che quando vi dipartirete dal corpo andrete ad abitare con il Signore in cielo, in paradiso. Quindi avrete la certezza di essere stati strappati dal fuoco dove siete diretti. Non avrete più paura di morire, non avrete più la paura della morte che avete in questo momento, ma sarete tranquilli, fiduciosi nel Signore, pieni di fiducia, sapendo che appunto morire per un cristiano è un guadagno, perché il cristiano, quando quando muore, si diparte dal corpo e va ad abitare con il Signore, che è cosa di gran lunga migliore. Capite dunque la differenza tra l’essere sotto il peccato e sotto la grazia di Dio? Sì, sotto la grazia di Dio, perché appunto nel momento in cui uno crede nell’Evangelo è sotto la grazia di Dio. C’è una differenza abissale.
Vedete dunque come appunto il luogo dove vanno coloro che muoiono in Cristo è totalmente diverso dal luogo dove vanno coloro che muoiono nei loro peccati. Il luogo infatti dove vanno i cristiani, coloro che muoiono in Cristo, è il paradiso, il regno dei cieli, dove appunto dove appunto coloro che muoiono si riposano dalle loro fatiche, dove c’è la gloria di Dio, dove c’è il trono di Dio, dove c’è Gesù alla destra di Dio. È un luogo meraviglioso, dove regna la pace, dove c’è la gloria. E dunque tutto questo per grazia, non per opere, affinché nessuno si glori.
Quindi ravvedetevi e credete nella buona novella che Gesù di Nazareth è il Cristo. Dio avrà misericordia di voi, avrà misericordia delle vostre iniquità, se le getterà dietro le spalle, le cancellerà. Vi sentirete rigenerati, nati di nuovo. Finalmente potrete dire di essere figliuoli di Dio. Sì, perché adesso siete figliuoli di ira, per natura siete figliuoli di ira, perché l’ira di Dio è sopra di voi a motivo dei vostri peccati, ma nel momento in cui crederete nell’Evangelo diventerete figliuoli di Dio. Meraviglioso tutto questo. È meraviglioso.
E quindi vedete quanto è grande, eccelsa, meravigliosa la grazia di Dio. E io vi ho annunziato l’Evangelo della grazia di Dio affinché, credendo in esso, voi otteniate dal Signore grazia. Che farete? Vi farete beffe di me? Vi farete beffe di questo messaggio? Ricordatevi questo: il messaggio dell’Evangelo è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente, del Giudeo prima e poi del Greco, poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, secondo che è scritto: “Ma il giusto vivrà per fede.”
Se rifiuterete l’Evangelo, rifiuterete la giustificazione che dà vita. Quindi non vedrete la vita, l’ira di Dio rimarrà sopra di voi, perché rimarrete dei peccatori agli occhi di Dio, rimarrete dei nemici di Dio. E quindi? E quindi ciò che vi aspetterà sarà l’Ades. Scenderete nell’Ades, e allora sì, là poi vi ricorderete delle barzellette che raccontavate contro di me, vi ricorderete delle battute che facevate contro di me, vi ricorderete dell’Evangelo che vi ho annunziato. Ma sarà troppo tardi perché sarete nel fuoco, tormentati. Allora vi renderete conto di che cosa avrà significato disprezzare l’Evangelo della grazia di Dio. Allora ve ne renderete conto, ma vi ripeto: sarà troppo tardi. Sarete nel fuoco.
Terribile la fine che vi aspetta. D’altronde Gesù lo ha detto: “Chi non avrà creduto sarà condannato.” Non credete a quelli che vi dicono: “Ma no, ma tutti saremo salvati da Dio, non importa quello in cui uno crede, non importa quello che uno fa.” Vi stanno ingannando, vi stanno dicendo delle menzogne, vi stanno trascinando all’inferno.
Io vi scongiuro nel nome del Signore a ravvedervi e a credere nell’Evangelo, perché solamente credendo nell’Evangelo potete essere liberati dai vostri peccati, giustificati, perdonati, riconciliati con Dio e scampare a questo orribile luogo di tormento dove voi siete diretti. Quindi da un lato vi ho fatto conoscere dove state andando, cioè all’inferno, però attenzione, vi ho fatto anche conoscere dove andrete se vi ravvederete e crederete nell’Evangelo: andrete in paradiso. Quindi ravvedetevi e credete nell’Evangelo.