L’Evangelo della gloria del beato Iddio è sotto attacco da parte di non pochi eretici – che si presentano come Cristiani Evangelici Pentecostali – che insegnano questa eresia di perdizione: Cristo Gesù è dovuto prima morire spiritualmente «nei» i nostri peccati, per poi morire fisicamente per i nostri peccati. Adesso vi spiegherò perché questa eresia costituisce un feroce e sfrontato attacco contro l’Evangelo e crea un altro vangelo.
Partiamo dall’inizio, spiegando perché per questi eretici Cristo è dovuto prima morire spiritualmente. La ragione è perché secondo loro Gesù quando venne sulla terra, aveva un corpo immortale come sarà immortale il corpo che noi avremo alla resurrezione (adducendo come motivo il fatto che Gesù non fu generato da seme d’uomo ma dallo Spirito Santo), e quindi per poter morire fisicamente aveva prima bisogno di morire spiritualmente, come avvenne ad Adamo, il primo uomo, che prima morì subito spiritualmente (quando peccò) e poi in seguito morì fisicamente! E quando sarebbe morto spiritualmente Gesù? Quando Egli si caricò dei nostri peccati o quando Dio “l’ha fatto esser peccato per noi” (2 Corinzi 5:21); fu in quel momento che il suo corpo divenne mortale, e quindi poté morire fisicamente per i nostri peccati! Gli eretici lo dicono chiaramente: «Non poteva morire fisicamente, se non moriva spiritualmente!». Questo significa che quando Gesù nacque non aveva un corpo mortale come il nostro – cioè un corpo che poteva morire – ma era un uomo immortale e visse la quasi totalità della sua vita sulla terra come essere immortale. Per cui l’immortale corpo di Gesù ad un certo punto si sarebbe rivestito – diciamo così – di mortalità, per poi rivestirsi di nuovo di immortalità quando fu risuscitato! In base dunque al ragionamento perverso di questi eretici, Cristo prima morì «nei» nostri peccati (in quanto noi eravamo morti nei nostri peccati cfr. Efesini 2:1, e lui doveva diventare «quello che noi eravamo») e quindi «è diventato mortale come noi», ed è per questo che è potuto morire sulla croce per i nostri peccati (cfr. 1 Corinzi 15:3).
Adesso confutiamo questa eresia. Secondo gli eretici, quindi, Gesù non poteva essere ucciso prima di caricarsi dei nostri peccati, perché fu solo quando si caricò dei nostri peccati che il suo corpo diventò mortale e quindi poté essere ucciso. Dobbiamo infatti partire dal presupposto che chi dice che il corpo di Gesù quando venne sulla terra era immortale, dice implicitamente che non poteva essere ucciso fino a che non si caricò dei nostri peccati. Vi spiego questo in questa maniera. Gesù disse: “E non temete coloro che uccidono il corpo, ma non possono uccider l’anima” (Matteo 10:28), il che significa che mentre il corpo è mortale, l’anima è immortale perché non può essere uccisa. Ecco perché parliamo di mortalità del corpo e immortalità dell’anima. Ora, se il corpo di Gesù fosse stato immortale prima che si caricasse dei nostri peccati, il suo corpo non avrebbe potuto essere ucciso, e quindi Gesù disse ai suoi discepoli una menzogna, in quanto gli uomini oltre che la sua anima non potevano uccidere neppure il suo corpo, perché Gesù non aveva un corpo simile al corpo di tutti gli uomini, ma un corpo diverso dal corpo di tutti gli altri uomini. Ma Gesù stesso confermò di avere un corpo mortale, e che quindi poteva essere ucciso, infatti ai Giudei disse: “Perché cercate d’uccidermi?” (Giovanni 7:19), “… cercate d’uccidermi, perché la mia parola non penetra in voi” (Giovanni 8:37), “cercate d’uccider me, uomo che v’ho detta la verità che ho udita da Dio” (Giovanni 8:40). Egli un giorno – all’inizio del suo ministerio – disse anche questo ai Giudei: “Disfate questo tempio, e in tre giorni lo farò risorgere” (Giovanni 2:19), e noi sappiamo che “egli parlava del tempio del suo corpo” (Giovanni 2:21). Perché Gesù disse quelle parole ai Giudei? E’ evidente, perché il suo corpo era mortale, poteva essere ucciso! Ecco perché quando a Nazareth “lo cacciaron fuori della città, e lo menarono fin sul ciglio del monte sul quale era fabbricata la loro città, per precipitarlo giù”, lui “passando in mezzo a loro, se ne andò” (Luca 4:29-30), e quando a Gerusalemme i Giudei “presero delle pietre per tirargliele” (Giovanni 8:59), Gesù “si nascose ed uscì dal tempio” (Giovanni 8:59); perché Gesù sapeva che il suo corpo era mortale, poteva essere ucciso!
Se il corpo di Gesù fosse stato immortale come quello che noi otterremo alla resurrezione non avrebbe potuto invecchiare, perché il corpo risuscitato che noi otterremo sarà incorruttibile (cfr. 1 Corinzi 15:42) e quindi non invecchierà più, mentre noi sappiamo che Gesù invecchiò come tutti gli uomini. “Quando cominciò anch’egli ad insegnare, aveva circa trent’anni” (Luca 3:23), dice Luca.
Se il corpo di Gesù fosse stato immortale come quello che noi otterremo alla resurrezione, esso sarebbe stato anche potente (cfr. 1 Corinzi 15:43), e quindi non avrebbe dovuto né piangere e neppure stancarsi, perché quando noi risusciteremo non piangeremo più e non ci stancheremo più, mentre Gesù pianse secondo che è scritto: “Gesù pianse” (Giovanni 11:35), ed anche: “E come si fu avvicinato, vedendo la città, pianse su lei” (Luca 19:41), e si stancò, secondo che è scritto: “Gesù dunque, stanco del cammino, stava così a sedere presso la fonte” (Giovanni 4:6).
Se il corpo di Gesù fosse stato immortale come quello che noi otterremo alla resurrezione, sarebbe stato anche glorioso, e quindi in grado di sparire davanti agli occhi delle persone, come quando dopo essere risuscitato dai morti, dopo che quei due che andavano ad Emmaus lo riconobbero, “egli sparì d’innanzi a loro” (Luca 24:31). Ma leggendo la storia di Gesù di Nazareth non emerge da nessuna parte che Gesù appariva e spariva davanti alle persone.
Del Figliuolo di Dio possiamo dire che era immortale quando era in cielo con il Padre, prima di scendere dal cielo e venire sulla terra per salvare i peccatori. In cielo sì che il Figliuolo era immortale, ma sulla terra fu necessario che egli avesse un corpo mortale (da subito) come il nostro per potere a suo tempo distruggere la morte, “affinché, mediante la morte, distruggesse colui che aveva l’impero della morte, cioè il diavolo, e liberasse tutti quelli che per il timor della morte erano per tutta la vita soggetti a schiavitù” (Ebrei 2:14-15).
Infatti, se quando Gesù venne sulla terra il suo corpo fosse stato immortale e incorruttibile, e fosse diventato mortale quando si caricò dei nostri peccati, ciò significa che lui sulla terra visse come essere mortale solo per poche ore: il tempo di caricarsi dei nostri peccati e spirare sulla croce! E la sua resurrezione sarebbe consistita semplicemente nel tornare ad essere come era stato per circa 33 anni! Come uomo simile a noi quindi, Gesù sulla terra sarebbe vissuto per poche ore! Solo un tale pensiero suona assurdo e ridicolo!
Un’altra cosa: se quando Gesù venne sulla terra avesse avuto un corpo «come il corpo che avremo alla resurrezione, incorruttibile e immortale», ci dovremmo aspettare che la Scrittura dica che il corpo che otterremo alla resurrezione sarà come il corpo di Gesù quando venne sulla terra, «incorruttibile e immortale», non vi pare? Ma la Scrittura non dice questo, ma dice un’altra cosa, e cioè che il Signore Gesù “trasformerà il corpo della nostra umiliazione rendendolo conforme al corpo della sua gloria” (Filippesi 3:21 – Diodati traduce “acciocché sia reso conforme al suo corpo glorioso”), quindi al corpo che Gesù ha ottenuto alla resurrezione, e che ha tuttora in cielo alla destra del Padre nei luoghi altissimi.
Adesso passiamo alla confutazione della morte spirituale patita da Gesù. Per quale ragione il corpo di Gesù sarebbe diventato mortale quando si caricò dei nostri peccati? Gli eretici ci dicono che fu perché Egli morì spiritualmente, come morì spiritualmente Adamo quando peccò trasgredendo il comandamento che gli aveva dato Dio, morte spirituale che Egli aveva bisogno di gustare per poter morire poi fisicamente per i nostri peccati! Ma costoro errano grandemente perché Adamo morì perché disubbidì ad un preciso comandamento che gli aveva dato Dio che era questo: “Ma del frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non ne mangiare; perché, nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai” (Genesi 2:17). Infatti è scritto che “il salario del peccato è la morte” (Romani 6:23), ed anche che “il peccato, quand’è compiuto, produce la morte” (Giacomo 1:15). Ma il caricarsi da parte di Gesù dei nostri peccati, non implicò alcuna morte spirituale in Lui, non produsse in Lui alcuna morte spirituale. Egli disse di essere “la vita” (Giovanni 14:6), e rimase “la vita” anche quando si caricò dei nostri peccati. Se l’essersi caricato dei nostri peccati avesse implicato morire spiritualmente, Gesù sulla croce avrebbe cessato di essere “la vita”! Invece quel suo caricarsi dei nostri peccati non produsse la morte in Lui, e Lui continuò ad essere “la vita”, e difatti l’apostolo Pietro disse ai Giudei: “Uccideste il Principe della vita, che Dio ha risuscitato dai morti; del che noi siamo testimoni” (Atti 3:15). Come avrebbe potuto Gesù essere il Principe della vita quando morì fisicamente sulla croce, se poco prima fosse morto spiritualmente, come asseriscono gli eretici? Non avrebbe potuto esserlo, ovvio. Se Gesù fosse morto spiritualmente anche solo per poche ore, sarebbe caduta a terra questa parola di Gesù: “Perché come il Padre ha vita in se stesso, così ha dato anche al Figliuolo d’aver vita in se stesso” (Giovanni 5:26), ma questa parola non cadde mai a terra, in quanto Gesù ebbe vita in se stesso anche quando sulla croce Egli morì per i nostri peccati. Alla luce di ciò dunque, dobbiamo dire che Gesù non morì spiritualmente, altrimenti non avrebbe potuto morire per i nostri peccati. Ma dobbiamo dire anche che questi eretici asserendo che Gesù morì spiritualmente prima di morire fisicamente, attaccano ferocemente e in maniera sfrontata la morte espiatoria di Cristo, che è parte dell’Evangelo ricevuto per rivelazione di Cristo dall’apostolo Paolo, secondo che è scritto: “Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture” (1 Corinzi 15:3). Perché? Perché un Gesù morto spiritualmente, non poteva morire per i nostri peccati, affinché si adempisse quello che aveva detto il profeta Isaia: “Ma egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità” (Isaia 53:5). Ed oltre a ciò, gli eretici aggiungono all’Evangelo una morte spirituale di Gesù mai avvenuta, infatti il loro vangelo è sostanzialmente questo: ‘Cristo è morto prima spiritualmente ‘nei’ nostri peccati, e poi è morto fisicamente per i nostri peccati’, il che costituisce un altro vangelo! Un vangelo assurdo, infatti il loro Cristo non ha potuto espiare i nostri peccati, perché se Cristo prima di morire per i nostri peccati doveva morire «nei» nostri peccati, non poteva poi morire per i nostri peccati! Ma oltre ad una morte spirituale di Gesù, per questi eretici c’è anche una resurrezione spirituale di Gesù! Vediamo di spiegare cosa dicono questi eretici. Quando Gesù morì fisicamente la Sua anima andò all’inferno e là soffrì la nostra punizione che dovevamo patire noi, il che non è vero, in quanto Gesù non morì mai spiritualmente (abbiamo visto infatti che il fatto che fu fatto essere peccato non equivale ad essere morto spiritualmente, perché per morire spiritualmente Gesù avrebbe dovuto peccare il che non avvenne mai perché egli non conobbe peccato), e sebbene la sua anima andò nell’Ades, ella non vi andò per espiare i nostri peccati ma per predicare l’Evangelo ai morti (cfr. 1 Pietro 4:6).
Questa eresia distruttiva della doppia morte di Gesù sovverte l’Evangelo, in quanto l’opera redentrice compiuta da Gesù Cristo non fu realizzata tramite la sua morte fisica, perché questa fu solo l’inizio della sua opera redentrice, infatti gli eretici dicono che tutto ciò che Cristo operò nella sua sostituzione fu compiuto nel suo spirito. Fu il suo spirito che fu fatto peccato. Fu il suo spirito che soffrì i tormenti del giudizio per conto dell’umanità. Fu il suo spirito che fu dichiarato giusto. E fu la resurrezione del suo spirito che ha dato all’umanità la sua redenzione. Per cui la vera opera redentrice compiuta da Cristo – per questi eretici – non è costituita dalla sua morte fisica sulla croce e dalla sua resurrezione corporale, ma da una presunta morte spirituale e da una altrettanta presunta resurrezione spirituale. Per cui il sangue che Cristo sparse alla sua morte non ha il potere di espiare i peccati di nessuno né di salvare nessuno, perché è la sua cosiddetta morte spirituale e la sua sofferenza nell’Ades che contano! Il primato ce l’ha dunque la sua cosiddetta morte spirituale. Gesù doveva andare a soffrire all’inferno: infatti essi dicono che là i demoni «lo torturarono oltre qualsiasi cosa chiunque abbia mai concepito. Per tre giorni Egli soffrì ogni cosa che c’è da soffrire», e che «Gesù andò all’inferno per liberare l’umanità dalla punizione dell’alto tradimento di Adamo».
Sia la cosiddetta morte spirituale di Gesù che la sua resurrezione spirituale hanno dunque portato al sovvertimento dell’Evangelo – che è questo: Cristo è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture; fu seppellito; risuscitò il terzo giorno, secondo le Scritture; e apparve ai testimoni ch’erano prima stati scelti da Dio (cfr. Atti 10:38-41; 15:7; 1 Corinzi 15:1-11) – e quindi alla creazione di un altro vangelo! E che si tratti di un altro vangelo, è confermato dal fatto che questi eretici affermano che quando Gesù morì spiritualmente, ebbe luogo in lui una trasformazione interna nella sua natura che diventò una natura satanica, per cui Gesù sulla croce diventò «una nuova creazione Satanica» assumendo la natura di Satana, e quando venne fuori dall’Ades alla sua resurrezione era un uomo «nato di nuovo». Per cui il Gesù predicato da questi impostori è un Gesù che ha sperimentato la nuova nascita! Non solo, anche un Gesù che – per redimerci – ha pagato il prezzo del riscatto (che però per costoro è costituito dalla sua «morte spirituale» e non dal Suo prezioso sangue che versò alla croce del Calvario quando morì) a Satana, e non a Dio, come invece afferma la Parola di Dio: “Cristo vi ha amati e ha dato se stesso per noi in offerta e sacrificio a Dio, qual profumo d’odor soave” (Efesini 5:2). Il che è una gravissima distorsione della Scrittura compiuta da questi eretici, in quanto il prezzo del riscatto pagato da Gesù, secondo che è scritto: “Diede se stesso qual prezzo di riscatto per tutti” (1 Timoteo 2:6), fu da Lui pagato a Dio, infatti nei Salmi è scritto: “Nessuno però può in alcun modo redimere il fratello, né dare a Dio il prezzo del riscatto d’esso. Il riscatto dell’anima dell’uomo è troppo caro e farà mai sempre difetto” (Salmo 49:7-8). E fu da Lui pagato quando diventò “maledizione per noi (poiché sta scritto: Maledetto chiunque è appeso al legno)” (Galati 3:13-14), cioè quando morì per i nostri peccati sulla croce del Calvario. Infatti fu in questa maniera che Egli ci ha affrancati dalla maledizione della legge sotto la quale eravamo tutti noi, secondo che è scritto: “Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica!” (Galati 3:10). Fu mediante la sua morte sulla croce che Gesù Cristo distrusse “colui che avea l’impero della morte, cioè il diavolo” (Ebrei 2:14); fu per mezzo della croce che Cristo ha trionfato sui principati e sulle potestà (cfr. Colossesi 2:15). Non mediante «la morte spirituale» o «la resurrezione spirituale» di cui parlano gli eretici.
Nessuno dunque di questi eretici vi seduca con vani ragionamenti.
Giacinto Butindaro
Tratto da: Chi ha orecchi da udire, oda