Eritrea: 27 prigionieri cristiani trasferiti nel campo di concentramento militare di Mitire

27 prigionieri cristiani che erano detenuti in posti di polizia della capitale Asmara sono stati trasferiti nel campo di concentramento militare di Mitire per aggravare la punizione.

Tutti i Testimoni di Geova delle prigioni di Asmara sono anch’essi stati trasferiti. In totale, più di 2.800 prigionieri religiosi sono incarcerati in Eritrea.

Via | Portes Ouvertes Suisse

Vedi anche:

Post correlati:

Condividi

Eritrea: Liberati 70 prigionieri cristiani

liberati-eritreaLo scorso 17 aprile settanta detenuti cristiani sono stati rilasciati dal Campo di Concentramento Militare di Mitire. Fra i settanta prigionieri rilasciati ci sono undici donne che sono rimaste in prigione per sei mesi presumibilmente per non aver completato i diciotto mesi di servizio militare. Ai settanta cristiani rilasciati, che erano stati arrestati in Asmara, Dekemhare, Keren, Massawa e Mendefera e trasportati a Mitire per punizione militare, è stato semplicemente detto di tornare a casa.

Via | Open Doors

Sono 70 i prigionieri cristiani rilasciati dal Campo di Concentramento Militare di Mitire alcuni giorni fa. Questi 70 prigionieri erano stati arrestati nelle città di Asmara, Dekemhare, Keren, Massawa e Mendefera: 11 di loro erano donne, in carcere da 6 mesi perché teoricamente non avevano terminato i loro 18 mesi di servizio militare obbligatorio. In realtà si sa con certezza che i cristiani vengono imprigionati proprio per la loro fede che, se non rientra nelle denominazioni autorizzate (e controllate) dal governo, diventa bersaglio di abusi, vessazioni e violenze.
A tal proposito ricordiamo semplicemente che spesso questi fratelli vengono rinchiusi in container di metallo sotto il sole cocente dell’Africa. Secondo le stime di varie organizzazioni tra cui Porte Aperte sono 2.800 i prigionieri in carcere per la loro fede in Gesù in Eritrea. Comunque, improvvisamente queste 70 persone sono state rilasciate, senza alcuna spiegazione, ma con un semplice: “Andate a casa”.

L’organizzazione Human Rights Watch in un rapporto intitolato “Service for Life: State Repression and Indefinite Conscription in Eritrea“, descrive il programma di servizio militare nazionale di Asmara come un vero e proprio crimine. Questo programma prevede 18 mesi di servizio di leva forzato per le persone dai 18 ai 40 anni, ma tale servizio di fatto si può prolungare in maniera indefinita; inoltre per le persone che rientrano in questa fascia d’età e quindi in questo programma e per tutte le donne al di sotto dei 50 anni, esistono restrizioni di ogni tipo, soprattutto nella possibilità di viaggiare all’estero.

Fonte: Porte Aperte Italia

Post correlati:

Condividi

Eritrea: rilasciati tre cristiani evangelici

eritreaDue membri anziani della chiesa di Kale Hiwot, arrestati a Dekemhare lo scorso novembre e imprigionati nel famigerato Campo di Concentramento Militare di Mitire (sito nella zona nord-est dell’Eritrea), sono stati rilasciati su cauzione. Inoltre abbiamo notizie che anche un membro della Full Gospel Church (la Chiesa del Pieno Vangelo), Solomon Mengese, è stato rilasciato due settimane fa, sempre su cauzione: era stato imprigionato nella Stazione di Polizia di Asmara per 6 mesi.

La campagna del governo contro i cristiani evangelici è continuata senza interruzioni durante i primi mesi di questo 2009, per esempio negando ai credenti la possibilità di avere un visto per viaggi internazionali, apparentemente perché membri di chiese non registrate. Chi non fa parte delle seguenti denominazioni religiose: Chiesa Cattolica, Copta, Evangelica Luterana, Islam o le Chiese Avventiste del Settimo Giorno, della Fede in Cristo, Chiesa Presbiteriana e la fede Bahia, non riesce a ottenere l’agognato visto per i viaggi internazionali dagli scrupolosi (solo su questo aspetto, a quanto pare) Uffici dell’Immigrazione Eritrea e la motivazione addotta è appunto l’apparente affiliazione a chiese non registrate.

Come sapete oltre 2.900 cristiani (i dati effettivi sono davvero difficili da raccogliere, perché ovviamente manca in toto la collaborazione da parte della autorità governative) sono detenuti per la loro fede in Eritrea, un paese martoriato da innumerevoli problemi. All’incirca 360 sopravvivono in condizioni indicibili all’interno del succitato Campo di Concentramento Militare di Mitire, un vero e proprio inferno in terra africana.

Il Presidente eritreo Isaias Afwerki assieme allo staff del suo governo, naturalmente, negano che sia in atto in Eritrea una vera e propria persecuzione a danni dei cristiani evangelici, ma non sembrano dare risposte alle domande specifiche sui casi di quei quasi 3.000 credenti incarcerati senza capi d’imputazione verosimili.

Fonte: Porte Aperte Italia

Post correlati:

Condividi

Eritrea: Arrestati circa 1.000 cristiani nel 2008

eritreaIl governo eritreo continua a perseguitare i cristiani evangelici e secondo i nostri conti almeno 2.907 cristiani sono oggi rinchiusi nelle prigioni eritree. A gennaio due cristiani sono morti nel centro di detenzione militare di Mitire, una prigione che è stata appositamente costruita nel nord-est del paese per rinchiudervi i cristiani. In tutto il paese, dei prigionieri sono attualmente trasferiti verso questo centro dove sono vittime di maltrattamenti. Nel 2002, il governo eritreo ha interdetto tutte le denominazioni evangeliche del paese. Da allora, almeno otto cristiani sono morti in prigione.

Tuttavia la speranza resta, come testimonia Helen Berhane. Cantante Gospel eritrea, Helen ha potuto scappare dai suoi torturatori ed ora vive in Danimarca dove si sta costruendo una nuova vita.

Helen racconta: “Un giorno, mentre ero in un container, una guardia mi chiese ciò che pensavo della mia detenzione e delle torture che subivo. Gli risposi che lui aveva degli ordini che venivano dal suo superiore, ma che anch’io avevo ricevuto degli ordini…I militari mi colpirono, mi picchiarono. Il mio corpo era pieno di contusioni. Io però ho perdonato ai miei persecutori. Prego affinché Dio li tocchi. Considero il mio tempo in prigione come se fossi stata all’università. Penso che Dio mi abbia mandata lì per insegnarmi qualcosa. Sono una persona molto migliore ora dopo aver vissuto quella prova. La vita cristiana è sempre piena di lotte. Ciò che importa è di non lasciare che quella lotta ci allontani da Dio. E’ importante vedere al di là di quella lotta, di vedere la vittoria che ci promette Gesù Cristo”.
(La testimonianza di Helen Berhane è stata raccolta dall’associazione Release Eritrea).

Fonte: Portes Ouvertes France

Post correlati:

Condividi

Eritrea: altri tre cristiani muoiono nelle carceri

eritreaTre cristiani detenuti in prigioni militari a causa della loro fede in Cristo sono morti negli ultimi 4 mesi in Eritrea. La situazione non cambia in questo paese del corno d’Africa, i cristiani finiscono in malsane carceri militari, dove subiscono torture e vengono poi lasciati morire in condizioni igieniche indescrivibili.

L’ultimo caso conosciuto (purtroppo non possiamo conoscerli tutti, perché ovviamente non vi è trasparenza su questo argomento da parte del governo eritreo) risale a venerdì scorso (16 gennaio 2009): un uomo di 42 anni, Mehari Gebreneguse Asgedom, è morto nella prigione di Mitire, a causa delle torture e di complicazioni dovute al diabete, malattia di cui soffriva e che, se non curata, porta alla morte (di fatto il diabete dal 2000 è passato dall’ottavo al quinto posto come causa di morte nel mondo – dopo le malattie infettive, le malattie cardiovascolari, i tumori e gli incidenti – se a ciò si aggiunge il fatto che, come forma di tortura supplementare, i malati non vengono curati in queste prigioni, si ottiene uno scenario davvero disarmante). Asgedom era un membro attivo della Chiesa “Church of the Living God” a Mendefera e il suo caso ha messo in luce altri casi simili.

Mogos Hagos Kiflom, 37 anni, è morto a causa delle torture inflittegli al fine unico di fargli rinnegare la sua fede in Dio: la data precisa del suo decesso non è chiara, ci fanno sapere le fonti che abbiamo in terra eritrea.

Teklesenbet Gebreab Kiflom, 36 anni, è stato lasciato morire di malaria nel tristemente noto carcere militare di Wi’a: dopo essere stato torturato anche lui pesantemente nel tentativo di fargli rinnegare la sua fede, gli sono state negate le cure mediche ed è spirato lasciando madre, moglie e figli in precarie condizioni.

In Eritrea le condizioni di vita dei cristiani che non sono membri delle denominazioni riconosciute dallo stato (Luterana, Cattolica, Ortodossa e Musulmana) sono drammatiche. Il presidente eritreo Isaias Afwerki è impegnato da tempo in una folle campagna di violenze e torture a danno dei cristiani evangelici e di altre denominazioni, consumando le poche risorse di questo paese per uccidere i suoi abitanti, piuttosto che impegnarle negli infiniti problemi sociali, economici e politici dell’Eritrea. Ci giungono notizie di trasferimenti di gruppi di cristiani nel carcere di Mitire, nella zona nord-est del paese, dove non manca l’utilizzo dei famigerati container di metallo come celle. Secondo il Dipartimento di Stato Americano l’Eritrea sale rapidamente nella classifica dei paesi che violano le libertà religiose: difficile avere delle stime, ma la situazione peggiora anno dopo anno.

L’Eritrea è inserita nella triste top 10 degli eventi che hanno sconvolto il mondo cristiano nel 2008: ti invitiamo a leggere l’articolo intitolato I 10 eventi 2008 che hanno sconvolto il mondo cristiano.

Fonte: Porte Aperte Italia

Post correlati:

Condividi