La trentasettenne cristiana Azib Simon, arrestata a dicembre del 2007, e continuamente torturata a causa della sua fede, è deceduta per la malaria la settimana scorsa. Alcune fonti riferiscono che la malattia è stata contratta solo una settimana prima del decesso, nel campo di addestramento militare di Wi’a, a 20 miglia dal porto di Massawa. Fortemente indebolita a causa delle torture, non ha ricevuto alcun trattamento sanitario. Infatti i cristiani in carcere raramente possono usufruire di cure mediche, nel caso di Simon, le autorità le hanno rifiutate.
Simon frequentava la chiesa Kale-Hiwet di Assab, una delle chiese evangeliche indipendenti nel mirino del regime autoritario eritreo.
I cristiani detenuti sono continuamente sotto pressione affinché abiurino la loro fede.
L’ 8 giugno scorso, l’agenzia Compass, è venuta a conoscenza del ricovero urgente di otto cristiani, provocato dalle torture inflitte loro dai militari nella prigione di Adi-Quala.
Con la morte di Simon, sono in totale cinque i cristiani eritrei morti e seguito delle torture per essersi rifiutati di ritrattare la loro fede.
Simon era la sorella del noto giornalista televisivo Biniam Simon, che recentemente è dovuto fuggire dal paese, dopo aver rinunciato alla carriera nella ERI-TV, la emittente controllata dal governo.
La situazione molto difficile per i cristiani in Eritrea, va avanti così dal 2002, da quando cioè il governo del presidente Afewerki ha autorizzato a svolgere le funzioni religiose solo i membri delle chiese ortodosse, cattoliche e luterane, e ai musulmani.
Fonte: Porte Aperte Italia
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