Iraq: La Bibbia di un soldato ferma la pallottola di un cecchino

Baghdad – Un soldato americano di stanza in Iraq crede che la sua Bibbia gli ha salvato la vita dopo che essa ha fermato la pallottola di un cecchino.

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Nella foto: la pallottola conficcata nella Bibbia di Brendan Schweigart

“Iddio è per noi l’Iddio delle liberazioni; e all’Eterno, al Signore, appartiene il preservar dalla morte.” (Salmo 68:20)

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Reperto archeologico: la Bibbia aveva ragione

In una tavoletta d’argilla risalente al 595 a.C. e conservata presso il British Museum, è menzionato, in un testo inciso a caratteri cuneiformi, il nome di un funzionario al servizio del re babilonese Nabucodonosor citato anche dall’Antico Testamento, nel libro del profeta Geremia. La scoperta è stata fatta a Londra dal professor Michael Jursa dell’Università di Vienna, giunto nella capitale britannica per un viaggio di ricerca. “È stato molto eccitante e sorprendente”, ha affermato lo studioso, “trovare una tavoletta di questo genere, in cui compare una persona presente anche nella Bibbia”. La tavoletta, di proprietà del British Museum dal 1920, venne trovata a fine Ottocento nei pressi dell’antica città di Sippar, a circa due chilometri dall’attuale capitale irachena Baghdad.
Le poche righe contenute nel frammento largo 5,5 cm raccontano del “capo degli eunuchi Nebo-Sarsekim” e di un suo generoso dono al tempio babilonese di Esangila: una quantità di oro pari a 0,75 kg. Lo stesso personaggio compare anche nel libro di Geremia. Secondo il profeta, il “capo dei funzionari” era presente nel 587 a.C. quando il re Nabucodonosor “marciò contro Gerusalemme con tutto il suo esercito e mise sotto assedio la città” (cfr. http://en.wikipedia.org/wiki/Nebo-Sarsekim_Tablet ).

Nella foto: la tavoletta del British Museum

Fonte: VoceEvangelica/ats

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Tavoletta babilonese conferma storia biblica

In un reperto del British Museum rinvenuto il nome di un funzionario di Nabucodonosor citato nel libro di Geremia

LONDRA (GRAN BRETAGNA) – La Bibbia non solo come testo di fede. Ma anche come racconto di valore storico. In una tavoletta d’argilla risalente al 595 a.C. è infatti racchiusa un’ulteriore prova del fatto che la Bibbia non è una storia di pura fantasia. Inciso a caratteri cuneiformi, nel reperto del British Museum compare, infatti, il nome di un funzionario al servizio del re babilonese Nabucodonosor citato anche dal Vecchio Testamento, nel trentanovesimo capitolo del libro di Geremia.

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