Il governo prevede di investire 500 milioni di NIS nell’arco di cinque anni per restaurare e conservare i siti del patrimonio culturale sparsi nel paese.
L’intenzione è di rafforzare il rapporto di Israele e del mondo ebraico con il patrimonio storico e sionista.
Circa un mese fa Haaretz ha annunciato l’esistenza del piano, il cui gruppo direttivo è guidato dal Segretario del Consiglio Zvi Hauser.
All’inizio del mese scorso il primo ministro, Benjamin Netanyahu, ha riservato gran parte del suo discorso alla Conferenza di Herzliya per descrivere il progetto.
Il premier ha spiegato che la garanzia dell’esistenza di Israele dipende non solo dalle armi o dalla forza militare o economica o dalle innovazioni e dalle esportazioni, tutte forze molto vitali ma non sufficienti. Dipende in primo luogo dalla capacità intellettuale e dai sentimenti nazionali inculcati dai genitori ai figli, e dallo stato mediante il sistema educativo.
Netanyahu ha presentato un progetto al governo il 25 di febbraio scorso che comprende, tra le altre cose, l’inaugurazione di due itinerari, in aggiunta al già esistente Israel National Trail (“Shvil Yisrael”).
Uno è un percorso di carattere storico, che tocca decine di siti archeologici, il secondo comprende oltre cento luoghi importanti per la storia più recente della nazione e interesserà edifici che devono essere preservati, insediamenti, piccoli musei e monumenti.
Al momento il piano comprende circa 150 progetti.
I più antichi
Sono trentasette i siti archeologici che saranno inseriti nello schema del programma.
Questi comprendono alcuni siti già considerati ben conservati, come quello del Caesarea National Park o Masada, dove saranno necessari solo lievi interventi, come l’introduzione di nuove attrezzature di suoni e luci.
Altri importanti siti archeologici, come Tel Lachish o la sinagoga a Hurvat Amudim vicino al raccordo Golani, richiederanno ampi restauri e interventi di tutela.
A Tel Lachish, a cui Netanyahu ha fatto riferimento nel suo discorso, l’idea è di recuperare la porta di entrata e le mura della città, di predisporre percorsi, di costruire una sala di entrata e di disporre delle segnalazioni.
Altri siti segnalati per il restauro sono Neot Kedumim, Susya, Qumran, la Tomba di Giasone nel quartiere di Rehavia a Gerusalemme, il Giardino del Sinedrio, la grotta di Eshkolot, Umm al-Amad, le antichità di Beit Shean, Tel Megiddo, Tiberiade, Tel Arad, Tel Dan, Hurvat Madras, il parco intorno alla città vecchia di Gerusalemme e la città di Davide.
I più recenti
Esistono altri 109 siti che fanno parte del patrimonio storico a quali corrispondono altrettanti progetti destinati al loro recupero e conservazione. Sono sparsi per il paese e comprendono siti come l’Independence Hall di Tel Aviv, la tenuta di Aronson e la stazione di segnalazione ad Atlit, il treno di Emek tra Haifa e Tzemah e la stazione di Tzemah, l’Old Courtyard Museum a Ein Shemer, le abitazioni originali dei coloni a Migdal ad Ashkelon, la strada del Buluim e la cantina a Gedera, il cortile a Kinneret, il quartiere Montefiore di Tel Aviv, la scuola agraria a Mikveh Yisrael, la vecchia stazione di Gerusalemme e altri siti.
Il progetto prevede anche corsi di guide e la creazione di squadre di pronto intervento per lavori di conservazione così come la costituzione di un database nazionale degli edifici storici.
Musei ed archivi
Il progetto riguarda anche la ristrutturazione e la conservazione di musei, collezioni, archivi e arte pubblica.
Al momento sono in corso di pianificazione 39 progetti, tra cui il più importante è l’organizzazione di un centro per la documentazione in Israele, che sovrintenderà agli archivi.
Ci sono anche progetti con l’obiettivo di documentare gli album fotografici privati, conservare e rendere accessibili gli archivi di pellicole di Steven Spielberg riguardanti gli ebrei e quelle dell’archivio dell’Educational Television, e il materiale dei Central Zionist Archives.
Il patrimonio non materiale della nazione, che comprende opere d’arte, sarà recuperato attraverso processi di digitalizzazione e restauro.
I promotori del progetto hanno intenzione di rivalutare anche l’eredità letteraria, ristampando sceneggiature, storie e poesie che raccontano il passato della nazione e possono presentare la storia dei siti sotto il profilo letterario.
Adattamento: R.P.
Fonte: Noah Kosharek, Haaretz.com (17 febbraio 2010) via SBF Taccuino
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