Quando Gesù Cristo predisse la vendetta di Dio su Gerusalemme [Audio Streaming]

Quando Gesù Cristo predisse la vendetta di Dio su Gerusalemme
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È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Quando Gesù Cristo predisse la vendetta di Dio su Gerusalemme” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 67 MB (128 Kbps), 13 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 70 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

Nato a Betleem, allevato a Nazareth, morto e risuscitato a Gerusalemme [Audio Streaming]

È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Nato a Betleem, allevato a Nazareth, morto e risuscitato a Gerusalemme” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 20 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 21 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

Trascrizione audio:

Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate quello che sto per annunziarvi. Gesù nacque a Betlemme di Giudea circa 2000 anni fa, nacque da Maria, sua madre si chiamava Maria, che appunto lo partorì mentre si trovava a Betlemme con suo marito di nome Giuseppe. Ma quel bambino che nacque, a cui fu posto nome Gesù, non era stato generato da seme d’uomo; quindi, non fu generato da Giuseppe ma fu generato dallo Spirito Santo. Infatti, Maria era rimasta incinta per virtù dello Spirito Santo. Peraltro, un angelo di Dio le aveva preannunziato che lei avrebbe partorito un figlio e che gli avrebbe posto nome Gesù. L’angelo si chiamava Gabriele, che fu mandato da Dio a Maria mentre lei era a Nazareth, una cittadina della Galilea. Dunque, senza che Maria conoscesse uomo rimase incinta perché lo Spirito Santo venne su di lei e la potenza dell’Altissimo la coprì dell’ombra sua, per cui quel bambino che nacque a Betlemme era il Figlio di Dio. Infatti, il profeta Isaia parlando del Cristo, cioè dell’Unto disse: “un fanciullo ci è nato, un figliuolo ci è stato dato”. Ebbene quel Figliuolo che ci è stato dato è il Figliuolo di Dio, cioè Gesù, che Dio Padre nella pienezza dei tempi ha mandato nel mondo per essere il Salvatore del mondo. Dunque, Gesù nacque a Betlemme perché così aveva detto il profeta: “E tu, Betleem, terra di Giuda, non sei punto la minima fra le città principali di Giuda; poiché da te uscirà un Principe, che pascerà il mio popolo Israele”. Dunque, si dovevano adempiere queste parole profetiche e si adempirono. Gesù, dunque, nacque a Betlemme di Giudea e poi fu allevato a Nazareth. È là infatti che andarono ad abitare Giuseppe e Maria e ciò affinché si adempisse quello che era stato detto dai profeti, che “Egli sarebbe chiamato Nazareno”.Infatti, Gesù è chiamato il Nazareno, è chiamato anche Gesù di Nazareth per questa ragione; è là, dunque, che Lui fu allevato, sempre affinché si adempissero le Scritture. Poi quando giunse all’età di circa 30 anni Gesù lasciò Nazareth e scese al Giordano dove fu battezzato in acqua, da un uomo di Dio che si chiamava Giovanni il Battista, il quale lo immerse nelle acque del Giordano. E appena che Gesù fu battezzato, salì fuori dall’acqua e i cieli s’apersero, ed egli vide lo Spirito di Dio scendere come una colomba e venire sopra Lui. E venne una voce dai cieli che disse: “Questo è il mio diletto Figliuolo nel quale mi son compiaciuto”.Dunque, quella voce era la voce del Padre che dopo che Gesù era stato battezzato in acqua, posò il suo Spirito sopra il suo Figliuolo, il suo diletto Figliuolo e attestò che Gesù era appunto il suo diletto Figliuolo nel quale Egli si era compiaciuto. E dopo che Gesù fu battezzato in acqua prima, poi unto di Spirito Santo, fu condotto dallo Spirito nel deserto per esservi tentato dal diavolo, ma Gesù non cadde in tentazione, resistette alle tentazioni del diavolo e allora il diavolo lo lasciò. E quindi Gesù cosa fece? Si ritirò in Galilea e lasciata Nazareth venne ad abitare in Capernaum, anche questo naturalmente affinché si adempissero le Scritture. E fece dei discepoli, chiamò a sé dei discepoli e poi andò per tutta la Galilea insegnando nelle loro sinagoghe, predicando l’Evangelo del Regno, sanando ogni malattia ed ogni infermità fra il popolo, e naturalmente diventò famoso. La sua fama si sparse per tutta la Siria, e gli portavano malati colpiti da varie infermità, da vari dolori, poi gli portavano indemoniati, lunatici, paralitici e Gesù li guarì. E grandi folle vennero a Lui dalla Galilea, da Gerusalemme, dalla Giudea, da oltre il Giordano, dalla Decapoli dove c’erano appunto dieci città. E le folle lo accalcavano talché talvolta non aveva nemmeno il tempo per mangiare, gli ammalati cercavano di toccarlo perché usciva da Lui una virtù che sanava gli infermi, Gesù resuscitò i morti, Gesù quindi cacciò i demoni, Gesù portò tanta gioia in Israele, perché per mezzo di quelle opere potenti che Egli compì fece rallegrare il popolo e spinse il popolo a lodare Iddio per quelle grandi meraviglie che Egli fece per la potenza dello Spirito Santo. Ma benché Egli andò in giro, attorno, facendo del bene, il suo bene fu contraccambiato con il male perché fu odiato senza ragione, dai capi del popolo, anche dal popolo, eppure faceva molto bene. Fu odiato, il mondo lo odiò, ma anche questo avvenne affinché si adempisse la Scrittura: “Mi hanno odiato senza ragione”. Come vi ho detto, Egli fece dei discepoli, tra la moltitudine dei discepoli ne scelse dodici, ai quali dette il nome di apostoli e che mandò a predicare il Regno e a guarire ogni infermità e a cacciare i demoni e anche a resuscitare i morti, a mondare i lebbrosi, ed essi ubbidirono e fecero quello che Gesù aveva loro ordinato. Ma uno di questi discepoli di nome Giuda Iscariota che era apostolo lo tradì, lo tradì in cambio di denaro, lo vendette ai nemici di Gesù, ai capi sacerdoti, agli anziani, agli scribi, i quali gli dettero una certa somma e lui naturalmente li condusse al posto dove Gesù si trovava una notte, e là Gesù fu arrestato. Arrestato come se fosse un malfattore, una turba con bastoni si presentò per arrestarlo e lo portarono via, lo portarono al Sinedrio che lo condannò a morte; reo di morte perché? Perché aveva dichiarato di essere il Cristo, il Figlio di Dio. E dunque il Sinedrio lo condannò come reo di morte e dopo averlo condannato come reo di morte, lo consegnò a Ponzio Pilato che era il governatore della Giudea e glielo consegnarono affinché fosse crocifisso, chiedendo che Egli fosse crocifisso, benché non avesse fatto alcun male. Pilato voleva inizialmente liberarlo e lo disse anche al popolo, ma il popolo gridò: “Crocifiggilo, crocifiggilo” e quindi alla fine Pilato sentenziò, sentenziò che fosse fatto quello che il popolo voleva, quindi sentenziò che Gesù fosse crocifisso. E così, questo avvenne a Gerusalemme, lo portarono a un luogo chiamato Golgota dove lo crocifissero, lo misero su una croce e con Lui furono crocifissi due malfattori, uno alla destra e l’altro alla sinistra. E anche mentre Gesù si trovava sulla croce ci furono coloro che lo schernirono, si fecero beffe di Lui, dicevano per esempio: “Ha salvato altri e non può salvare sé stesso! Da che è il re d’Israele, scenda ora giù di croce, e noi crederemo in lui. S’è confidato in Dio; lo liberi ora, s’Ei lo gradisce, poiché ha detto: Son Figliuolo di Dio”. Ecco, Gesù il Santo, il Principe della vita, anche mentre si trovava sulla croce in agonia, dovette sopportare le ingiurie e i vituperi dei suoi nemici. Egli, dunque, dopo alcune ore di agonia rese lo Spirito; morì! E dopo che morì, arrivò un uomo ricco di nome Giuseppe, era d’Arimatea, che era un discepolo di Gesù e si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù, Pilato comandò che gli fosse rilasciato, allora Giuseppe prese il corpo lo involse in un panno lino netto e lo pose nella propria tomba che aveva fatto scavare nella roccia. E dopo avere rotolato una grande pietra contro l’apertura del sepolcro, se ne andò. Ecco in che maniera Gesù morì, a Gerusalemme la città del grande Re e naturalmente la sua morte fu una morte preannunziata da Dio; quindi, che si compì in adempimento delle Scritture perché il Cristo doveva morire per i nostri peccati. Infatti, aveva detto il profeta: “Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità” e quindi là sulla croce Gesù portò i nostri peccati nel suo corpo. Ma il terzo giorno Dio lo risuscitò dai morti perché era impossibile che Gesù fosse ritenuto dalla morte; per quale ragione? Perché si dovevano adempiere le parole di Davide concernenti la resurrezione del Cristo. Davide, infatti, aveva detto, Davide che era profeta: “Anche la mia carne riposerà in isperanza, poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades, e non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione”. Ecco, dunque, perché Gesù risuscitò dai morti, affinché si adempissero le Scritture. E dopo essere risuscitato dai morti apparve ai suoi discepoli, si fece vedere da loro per diversi giorni, mangiò e bevve con loro, parlò con loro delle cose relative al Regno di Dio. Egli, dunque, confermò di essere veramente risuscitato dai morti e la sua resurrezione è avvenuta a cagione della nostra giustificazione. Questa è la storia di Gesù di Nazareth, il Cristo, Colui del quale Iddio aveva preannunziato la morte e la resurrezione; Gesù di Nazareth è il Cristo! Vi annunzio dunque, la Buona Novella che è questa, è semplicemente questa, Gesù di Nazareth è il Cristo, questo è l’Evangelo: Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, fu seppellito, e risuscitò dai morti il terzo giorno secondo le Scritture e apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio. Questa Parola è “Potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente”. Quindi vi esorto a ravvedervi e a credere nell’Evangelo, affinché siate salvati dai vostri peccati, e giustificati cioè resi giusti da Dio. Solamente credendo nell’Evangelo infatti, potete ottenere la salvezza e la giustificazione che dà vita. Non c’è un’altra maniera, lo ripeto non c’è un’altra maniera, perché non c’è un altro Salvatore all’infuori di Gesù, “In nessun altro è la salvezza, poiché non v’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad esser salvati”. Dunque, sappiate questo, che mediante la fede in Gesù Cristo si ottiene la salvezza, la giustificazione, la remissione dei peccati ed anche la vita eterna; quindi, la certezza poi di andare col Signore quando si finisce il proprio corso. Ma vi avverto solennemente che se rifiuterete di credere nell’Evangelo sarete condannati; sì condannati. Condannati? Qualcuno dirà; in che senso condannati? Ve lo spiego: intanto l’ira di Dio rimarrà sopra di voi. Quindi, sappiate che il rifiuto di credere nell’Evangelo comporterà questo, che l’ira di Dio resterà sopra di voi perché siete nemici di Dio in quanto peccatori. Ma poi sappiate questo, che quando morirete ve ne andrete all’inferno, sì all’inferno. L’inferno è un luogo di tormento dove arde il fuoco e dove scendono le anime di coloro che muoiono nei loro peccati; e là siete diretti, e là andrete se rifiuterete di credere nell’Evangelo, perché dovete sapere questo, che nell’Evangelo è rivelata la giustizia di Dio da fede a fede, secondo che è scritto: Ma il giusto vivrà per fede. Per cui la vostra giustizia, quella vostra personale non conta niente, è un abito sporco, avete bisogno di conseguire la giustizia di Dio che si basa sulla fede che è rivelata nell’Evangelo. Ecco perché dovete credere nell’Evangelo per essere giustificati, ed ecco perché sarete condannati se non crederete nell’Evangelo, perché la vostra giustizia non vi potrà salvare, la vostra giustizia è un abito sporco. La giustificazione non è per opere ma è per grazia, mediante la fede. Se pensate di potervi giustificare con le vostre opere sappiate che siete degli illusi, vi state illudendo e appunto in quanto degli illusi ve ne andrete all’inferno. Quindi il mio desiderio è che voi siate salvati, che siate giustificati, ma naturalmente affinché questo accada dovete ravvedervi e credere nell’Evangelo e io vi ho annunziato l’Evangelo, ve l’ho annunziato con ogni franchezza, quindi fate questo, che è quello che Dio vi ordina di fare, ravvedetevi e credete all’Evangelo. Chi ha orecchi da udire, oda.

Israele, sulle tracce del terribile assedio romano di Gerusalemme

Archeologia a Gerusalemme: sulle tracce del terribile assedio romano di duemila anni fa

brocche-gerusalemme-assedioUna piccola cisterna annessa a un edificio è stata portata alla luce di recente durante uno scavo archeologico che la Israel Antiquities Authority sta conducendo nei pressi del Muro Occidentale (“del pianto”), vicino all’Arco di Robinson, nel parco archeologico di Gerusalemme. Dentro la cisterna c’erano tre brocche da cucina intatte e una piccola lampada a olio di ceramica che risalgono ai tempi della prima guerra giudaica (66-70 e.v.). Il vasellame è stato rinvenuto nel canale di drenaggio che è stato interamente portato alla luce, dalla Vasca di Siloe, nella Città di David, all’inizio dell’Arco di Robinson.
Secondo Eli Shukron, direttore degli scavi per la Israel Antiquities Authority, “questa è la prima volta che siamo in grado di collegare dei reperti archeologici con la carestia che ebbe luogo durante l’assedio di Gerusalemme al tempo della rivolta anti-romana. Le brocche da cucina intatte e la lampada a olio in ceramica indicano che la gente scendeva nella cisterna dove mangiava di nascosto il cibo contenuto nelle brocche senza farsi vedere da nessuno, il che corrisponde al racconto fornito da Giuseppe Flavio”. Nel suo libro “La guerra giudaica”, Giuseppe descrive l’assedio romano a Gerusalemme e la tremenda fame che esso provocò all’interno della città accerchiata. Nella sua drammatica descrizione della carestia a Gerusalemme, egli racconta dei ribelli ebrei che cercavano il cibo nelle case dei loro fratelli. Costoro, scrive Giuseppe, nascondevano il cibo che possedevano per timore che venisse rubato dai ribelli e lo mangiavano negli angoli più nascosti delle loro case.
«La fame aumentava il furore dei ribelli – scrive Giuseppe Flavio – E poiché non si trovava grano da nessuna parte, essi irrompevano nelle case per rovistare: se ne trovavano, percuotevano gli abitanti per aver negato di averne; se non ne trovavano, li torturavano sospettandoli d’averlo nascosto troppo bene. … Molti barattavano segretamente le loro proprietà per una misura di grano, se erano ricchi, di orzo se erano poveri. E rinchiusi nei più nascosti recessi della casa, alcuni lo divoravano crudo com’era, tanta era la loro fame; altri lo mettevano a cuocere, secondo necessità e paura. Non c’era più da nessuna parte una tavola imbandita». (Giuseppe Flavio, “La guerra giudaica”, Libro V).

(Da: MFA, 27.6.13)

Fonte: Israele.net

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mikve-gerusalemme
Foto da: antiquities.org.il

Nel corso di scavi archeologici preventivi in vista della costruzione di una nuova strada nel quartiere Kiryat Menachem di Gerusalemme, la Israel Antiquities Authority ha scoperto un antico mikvé (bagno rituale ebraico) risalente all’epoca del Secondo Tempio. Spiega Binyamin Storchen, direttore dello scavo, che negli ultimi anni sono stati rinvenuti parecchi mikvé, ma quello appena riportato alla luce presenta un’intricata struttura “insolita e particolare” per il passaggio dell’acqua, che comprende un complicato sistema di canali d’approvvigionamento che conducono al bagno. Significativamente più sofisticato dei mikvé successivi costruiti in modo molto più semplice, drenava l’acqua da un piccolo bacino artificiale costruito in un spazio chiuso adiacente.
A causa della siccità, durante il periodo del Secondo Tempio, l’epoca in cui si ritiene che il mikvé sia stato costruito, vennero adottare speciali tecniche di drenaggio per garantire l’utilizzo dell’acqua fino all’ultima goccia.
Quando questo mikvé cessò di essere usato, i canali d’acqua si riempirono di rifiuti mentre il sito veniva utilizzato come cava di pietra. Molto più tardi, nel XX secolo, fu scavata nel soffitto un’apertura circolare e l’antico mikvé venne usato come cisterna.

(Da: Jerusalem Post, 10.4.13)

Fonte: Israele.net

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Gerusalemme: 801.000 abitanti nel 2011

Nel 2011 Gerusalemme aveva 801.000 abitanti. Lo ha comunicato l’Ufficio Centrale di Statistica israeliano, specificando che la popolazione ebraica della città conta 497.000 persone (62%), quella musulmana 281.000 persone (37%), quella cristiana 14.000 persone (2%) più 9.000 persone (1%) non identificate religiosamente dal ministero dell’interno. La popolazione totale della capitale è aumentata di 14.500 unità durante lo scorso anno.

Fonte: Israele.net

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