Israele, sulle tracce del terribile assedio romano di Gerusalemme

Archeologia a Gerusalemme: sulle tracce del terribile assedio romano di duemila anni fa

brocche-gerusalemme-assedioUna piccola cisterna annessa a un edificio è stata portata alla luce di recente durante uno scavo archeologico che la Israel Antiquities Authority sta conducendo nei pressi del Muro Occidentale (“del pianto”), vicino all’Arco di Robinson, nel parco archeologico di Gerusalemme. Dentro la cisterna c’erano tre brocche da cucina intatte e una piccola lampada a olio di ceramica che risalgono ai tempi della prima guerra giudaica (66-70 e.v.). Il vasellame è stato rinvenuto nel canale di drenaggio che è stato interamente portato alla luce, dalla Vasca di Siloe, nella Città di David, all’inizio dell’Arco di Robinson.
Secondo Eli Shukron, direttore degli scavi per la Israel Antiquities Authority, “questa è la prima volta che siamo in grado di collegare dei reperti archeologici con la carestia che ebbe luogo durante l’assedio di Gerusalemme al tempo della rivolta anti-romana. Le brocche da cucina intatte e la lampada a olio in ceramica indicano che la gente scendeva nella cisterna dove mangiava di nascosto il cibo contenuto nelle brocche senza farsi vedere da nessuno, il che corrisponde al racconto fornito da Giuseppe Flavio”. Nel suo libro “La guerra giudaica”, Giuseppe descrive l’assedio romano a Gerusalemme e la tremenda fame che esso provocò all’interno della città accerchiata. Nella sua drammatica descrizione della carestia a Gerusalemme, egli racconta dei ribelli ebrei che cercavano il cibo nelle case dei loro fratelli. Costoro, scrive Giuseppe, nascondevano il cibo che possedevano per timore che venisse rubato dai ribelli e lo mangiavano negli angoli più nascosti delle loro case.
«La fame aumentava il furore dei ribelli – scrive Giuseppe Flavio – E poiché non si trovava grano da nessuna parte, essi irrompevano nelle case per rovistare: se ne trovavano, percuotevano gli abitanti per aver negato di averne; se non ne trovavano, li torturavano sospettandoli d’averlo nascosto troppo bene. … Molti barattavano segretamente le loro proprietà per una misura di grano, se erano ricchi, di orzo se erano poveri. E rinchiusi nei più nascosti recessi della casa, alcuni lo divoravano crudo com’era, tanta era la loro fame; altri lo mettevano a cuocere, secondo necessità e paura. Non c’era più da nessuna parte una tavola imbandita». (Giuseppe Flavio, “La guerra giudaica”, Libro V).

(Da: MFA, 27.6.13)

Fonte: Israele.net

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Scoperti a Gerusalemme i resti di un bagno rituale ebraico in uso all’epoca del Secondo Tempio

A Gerusalemme, i resti di un bagno rituale ebraico in uso all’epoca del Secondo Tempio

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Foto da: antiquities.org.il

Nel corso di scavi archeologici preventivi in vista della costruzione di una nuova strada nel quartiere Kiryat Menachem di Gerusalemme, la Israel Antiquities Authority ha scoperto un antico mikvé (bagno rituale ebraico) risalente all’epoca del Secondo Tempio. Spiega Binyamin Storchen, direttore dello scavo, che negli ultimi anni sono stati rinvenuti parecchi mikvé, ma quello appena riportato alla luce presenta un’intricata struttura “insolita e particolare” per il passaggio dell’acqua, che comprende un complicato sistema di canali d’approvvigionamento che conducono al bagno. Significativamente più sofisticato dei mikvé successivi costruiti in modo molto più semplice, drenava l’acqua da un piccolo bacino artificiale costruito in un spazio chiuso adiacente.
A causa della siccità, durante il periodo del Secondo Tempio, l’epoca in cui si ritiene che il mikvé sia stato costruito, vennero adottare speciali tecniche di drenaggio per garantire l’utilizzo dell’acqua fino all’ultima goccia.
Quando questo mikvé cessò di essere usato, i canali d’acqua si riempirono di rifiuti mentre il sito veniva utilizzato come cava di pietra. Molto più tardi, nel XX secolo, fu scavata nel soffitto un’apertura circolare e l’antico mikvé venne usato come cisterna.

(Da: Jerusalem Post, 10.4.13)

Fonte: Israele.net

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Israele: In un sigillo ebraico, la più antica testimonianza di Betlemme nel periodo del Primo Tempio

Durante il setacciamento della terra proveniente dagli scavi archeologici che la Israel Antiquities Authority sta conducendo nella Città di David, nel “Parco nazionale delle mura intorno a Gerusalemme”, è stata scoperta una “bulla” di circa 1,5 cm con inciso il nome della città di Betlemme scritto in caratteri ebraici antichi. Il sistematico lavoro di setaccio è finanziato dalla Ir David Foundation, un progetto che viene realizzato nel Parco Nazionale Emek Tzurim.

La “bulla” è un pezzo di argilla che veniva usato per sigillare un documento o un oggetto. La bulla portava impresso il sigillo della persona che spediva il documento o l’oggetto, e la sua integrità era la prova che il documento o l’oggetto non erano stati aperti da persone non autorizzate.

Sulla bulla rinvenuta a Gerusalemme compaiono tre righe di scrittura ebraica:

Bishv’at
Bat Lechem
[Lemel]ekh

Spiega Eli Shukron, direttore dello scavo per conto della Israel Antiquities Authority: “A quanto sembra, nel settimo anno del regno di un re (non è chiaro se il re cui si fa riferimento sia Hezekiah, Manasseh o Josiah), un carico fu spedito da Betlemme al re, a Gerusalemme. La bulla che abbiamo trovato appartiene al gruppo di bullae fiscali: bullae amministrative usate per sigillare spedizioni di tasse rimesse al sistema delle imposte del regno di Giuda alla fine dei secoli VIII e VII a.e.v. La tassa poteva essere pagata in forma di argento o di prodotto agricolo, come vino o grano. Questa – sottolinea Shukron – è la prima volta che il nome Betlemme compare al di fuori della Bibbia, in un’iscrizione del periodo del Primo Tempio (1006 – 586 a.e.v.), il che dimostra che Betlemme era effettivamente una città durante il regno di Giuda, e forse anche in periodi antecedenti”.

Nella Bibbia Betlemme è menzionata per la prima volta nel verso “sulla via di Efrata, che è Betlemme”, dove Rachele morì e venne sepolta (Genesi 35:19; 48:7). I discendenti di Giuda vi si stabilirono, e tra loro la famiglia di Boaz (Libro di Ruth). La grandezza di Betlemme comincia con l’unzione di David, figlio di Jesse, (1 Samuele 16).

(Da: MFA, 23.05.12)

Fonte: Israele.net

Or essendo Gesù nato in Betleem di Giudea, ai dì del re Erode, ecco dei magi d’Oriente arrivarono in Gerusalemme, dicendo: Dov’è il re de’ Giudei che è nato? Poiché noi abbiam veduto la sua stella in Oriente e siam venuti per adorarlo. Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. E radunati tutti i capi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo dovea nascere. Ed essi gli dissero: In Betleem di Giudea; poiché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betleem, terra di Giuda, non sei punto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un Principe, che pascerà il mio popolo Israele. (Matteo 2:1-6)

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Gerusalemme, scoperto sigillo ebraico risalente alla fine del periodo del Primo Tempio

Un saluto da Matanyahu, che viveva a Gerusalemme 2.700 anni fa

La Israel Antiquities Authority ha recentemente annunciato la scoperta di un sigillo ebraico risalente alla fine del periodo del Primo Tempio, rinvenuto sul pavimento delle rovine di un antico edificio vicino al Monte del Tempio, nella Città Vecchia a Gerusalemme.
I reperti sono stati trovati sotto la base di un antico canale di scolo che gli archeologi stanno esplorando sotto l’Arco di Robinson, nel parco archeologico di Gerusalemme adiacente al Muro Occidentale. L’edificio rappresenta la struttura più vicina al Primo Tempio finora trovata dagli studiosi.
Il sigillo è fatto di pietra dura e porta inciso il nome del suo proprietario: “Lematanyahu Ben Ho…” (cioè: “di proprietà di Matanyahu Ben Ho…”). Il resto del nome e dell’iscrizione risultano illeggibili.
Questi sigilli, incastonati in anelli porta-sigillo, venivano usati nel periodo del Primo Tempio per siglare lettere e identificarne i proprietari, un po’ come i timbri usati oggi negli uffici.
“Il nome Matanyahu, come il nome Netanyahu, significa Dare a Dio – spiega Eli Shukron, direttore degli scavi per la Israel Antiquities Authority – Sono nomi menzionati varie volte nella Bibbia, tipici del Regno di Giuda nell’ultima parte del periodo del Primo Tempio, dalla fine dell’VIII secolo a.e.v. fino alla distruzione del Tempio nel 586 a.e.v.”.
Gli archeologi responsabili dello scavo avevano saggiamente deciso che tutta la terra rimossa dal sito sarebbe stata attentamente setacciata, con un accurato esame di tutto ciò che sarebbe rimasto nei setacci. Migliaia di studenti in visita al parco nazionale della Valle di Tzurim, situato sul pendio inferiore del Monte degli Ulivi, a nord-est della Città Vecchia, sono incaricati di questo meticoloso lavoro. Il minuscolo sigillo è stato scoperto proprio durante il processo di setacciamento.
“Trovare un sigillo del periodo del Primo Tempio ai piedi delle mura del Monte del Tempio è cosa rara e molto emozionante – dice Shukron – E’ una specie di saluto tangibile che ci giunge da un uomo chiamato Matanyahu che visse qui più di 2.700 anni fa”. E aggiunge: “Abbiamo anche trovato frammenti di vasellame caratteristici del periodo, sul pavimento dell’antico edificio, sotto la base del canale di scolo, e le prove di un crollo di pietre e di un incendio”.

(Da:israelhayom, 02.05.12)

Fonte: Israele.net

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Israele, Archeologia: trovato sigillo risalente al periodo del Secondo Tempio

Foto da: israelmatzav.blogspot.com

Gli archeologi impegnati negli scavi presso il sito della Città di Davide, a Gerusalemme, hanno rinvenuto domenica un raro reperto risalente al periodo del Secondo Tempio. Si tratta di un piccolo oggetto rotondo come un bottone, della circonferenza di due centimetri, che secondo gli esperti serviva per conferire il ”sigillo di purezza” a persone che si erano recate a fare offerte al Tempio.

Via | Israele.net – 26/12/2011

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