Israele: In un sigillo ebraico, la più antica testimonianza di Betlemme nel periodo del Primo Tempio

Durante il setacciamento della terra proveniente dagli scavi archeologici che la Israel Antiquities Authority sta conducendo nella Città di David, nel “Parco nazionale delle mura intorno a Gerusalemme”, è stata scoperta una “bulla” di circa 1,5 cm con inciso il nome della città di Betlemme scritto in caratteri ebraici antichi. Il sistematico lavoro di setaccio è finanziato dalla Ir David Foundation, un progetto che viene realizzato nel Parco Nazionale Emek Tzurim.

La “bulla” è un pezzo di argilla che veniva usato per sigillare un documento o un oggetto. La bulla portava impresso il sigillo della persona che spediva il documento o l’oggetto, e la sua integrità era la prova che il documento o l’oggetto non erano stati aperti da persone non autorizzate.

Sulla bulla rinvenuta a Gerusalemme compaiono tre righe di scrittura ebraica:

Bishv’at
Bat Lechem
[Lemel]ekh

Spiega Eli Shukron, direttore dello scavo per conto della Israel Antiquities Authority: “A quanto sembra, nel settimo anno del regno di un re (non è chiaro se il re cui si fa riferimento sia Hezekiah, Manasseh o Josiah), un carico fu spedito da Betlemme al re, a Gerusalemme. La bulla che abbiamo trovato appartiene al gruppo di bullae fiscali: bullae amministrative usate per sigillare spedizioni di tasse rimesse al sistema delle imposte del regno di Giuda alla fine dei secoli VIII e VII a.e.v. La tassa poteva essere pagata in forma di argento o di prodotto agricolo, come vino o grano. Questa – sottolinea Shukron – è la prima volta che il nome Betlemme compare al di fuori della Bibbia, in un’iscrizione del periodo del Primo Tempio (1006 – 586 a.e.v.), il che dimostra che Betlemme era effettivamente una città durante il regno di Giuda, e forse anche in periodi antecedenti”.

Nella Bibbia Betlemme è menzionata per la prima volta nel verso “sulla via di Efrata, che è Betlemme”, dove Rachele morì e venne sepolta (Genesi 35:19; 48:7). I discendenti di Giuda vi si stabilirono, e tra loro la famiglia di Boaz (Libro di Ruth). La grandezza di Betlemme comincia con l’unzione di David, figlio di Jesse, (1 Samuele 16).

(Da: MFA, 23.05.12)

Fonte: Israele.net

Or essendo Gesù nato in Betleem di Giudea, ai dì del re Erode, ecco dei magi d’Oriente arrivarono in Gerusalemme, dicendo: Dov’è il re de’ Giudei che è nato? Poiché noi abbiam veduto la sua stella in Oriente e siam venuti per adorarlo. Udito questo, il re Erode fu turbato, e tutta Gerusalemme con lui. E radunati tutti i capi sacerdoti e gli scribi del popolo, s’informò da loro dove il Cristo dovea nascere. Ed essi gli dissero: In Betleem di Giudea; poiché così è scritto per mezzo del profeta: E tu, Betleem, terra di Giuda, non sei punto la minima fra le città principali di Giuda; perché da te uscirà un Principe, che pascerà il mio popolo Israele. (Matteo 2:1-6)

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Gerusalemme, scoperto sigillo ebraico risalente alla fine del periodo del Primo Tempio

Un saluto da Matanyahu, che viveva a Gerusalemme 2.700 anni fa

La Israel Antiquities Authority ha recentemente annunciato la scoperta di un sigillo ebraico risalente alla fine del periodo del Primo Tempio, rinvenuto sul pavimento delle rovine di un antico edificio vicino al Monte del Tempio, nella Città Vecchia a Gerusalemme.
I reperti sono stati trovati sotto la base di un antico canale di scolo che gli archeologi stanno esplorando sotto l’Arco di Robinson, nel parco archeologico di Gerusalemme adiacente al Muro Occidentale. L’edificio rappresenta la struttura più vicina al Primo Tempio finora trovata dagli studiosi.
Il sigillo è fatto di pietra dura e porta inciso il nome del suo proprietario: “Lematanyahu Ben Ho…” (cioè: “di proprietà di Matanyahu Ben Ho…”). Il resto del nome e dell’iscrizione risultano illeggibili.
Questi sigilli, incastonati in anelli porta-sigillo, venivano usati nel periodo del Primo Tempio per siglare lettere e identificarne i proprietari, un po’ come i timbri usati oggi negli uffici.
“Il nome Matanyahu, come il nome Netanyahu, significa Dare a Dio – spiega Eli Shukron, direttore degli scavi per la Israel Antiquities Authority – Sono nomi menzionati varie volte nella Bibbia, tipici del Regno di Giuda nell’ultima parte del periodo del Primo Tempio, dalla fine dell’VIII secolo a.e.v. fino alla distruzione del Tempio nel 586 a.e.v.”.
Gli archeologi responsabili dello scavo avevano saggiamente deciso che tutta la terra rimossa dal sito sarebbe stata attentamente setacciata, con un accurato esame di tutto ciò che sarebbe rimasto nei setacci. Migliaia di studenti in visita al parco nazionale della Valle di Tzurim, situato sul pendio inferiore del Monte degli Ulivi, a nord-est della Città Vecchia, sono incaricati di questo meticoloso lavoro. Il minuscolo sigillo è stato scoperto proprio durante il processo di setacciamento.
“Trovare un sigillo del periodo del Primo Tempio ai piedi delle mura del Monte del Tempio è cosa rara e molto emozionante – dice Shukron – E’ una specie di saluto tangibile che ci giunge da un uomo chiamato Matanyahu che visse qui più di 2.700 anni fa”. E aggiunge: “Abbiamo anche trovato frammenti di vasellame caratteristici del periodo, sul pavimento dell’antico edificio, sotto la base del canale di scolo, e le prove di un crollo di pietre e di un incendio”.

(Da:israelhayom, 02.05.12)

Fonte: Israele.net

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Israele, Archeologia: Ritrovato raro sigillo ebraico

Il sigillo di Agab

sigillo_hagabIl 30 ottobre scorso è stato ritrovato un raro sigillo ebraico risalente all’ultima parte del periodo del Primo Tempio. La scoperta è avvenuta nel corso degli scavi che l’Israel Antiquities Authority sta conducendo per conto della Western Wall Heritage Foundation nella zona nord-ovest della piazza del Muro Occidentale a Gerusalemme. Il sigillo è stato rinvenuto in un edificio che dovrà essere portato alla luce, la cui struttura è riconducibile al settimo secolo a.C., al tempo dei re Manasse e Giosia.

Il sigillo è stato esibito il 30 ottobre durante un giornata di studio dedicata al tema “Innovazioni nell’archeologia di Gerusalemme e dintorni”, organizzata dalla Regione di Gerusalemme dell’Israel Antiquities Authority e dall’Istituto di Archeologia della Hebrew University di Gerusalemme. Per il direttore dello scavo, l’archeologa Shlomit Wexler-Bdolah dell’IAA, il sigillo appartenne ad un privato, è di pietra nera, ha forma ellittica e misura 1,2 x 1,4 cm. E’ decorato con un’incisione che riproduce un arciere menre tira con l’arco una freccia. Il nome dell’arciere è inciso con caratteri dell’ebraico antico, e vicino alla figura si può leggere LHGB che sta per Agab. Il nome Agab è menzionato nella Bibbia nel libro di Esdra 2,46, così come nelle lettere di Lachish, anch’esse datate al periodo del Primo Tempio.

Il sigillo è stato inviato per un una verifica al Professor Benjamin Sass della Tel Aviv University e al Dr. Tali Ornan della Hebrew University di Gerusalemme. Secondo il loro esame, l’immagine dell’arciere ha subito l’influsso dei rilievi parietali assiri in cui gli arcieri sono ritratti mentre tirano con l’arco. Il medesimo richiamo si ritrova nel rilievo di Lachish.

L’immagine dell’arciere appare di profilo, in posizione di tiro con il piede destro avanzato rispetto al sinistro. Il viso è ritratto in modo schematico ma il corpo, l’abbigliamento e soprattutto i muscoli delle braccia e delle gambe sono messi in risalto.

L’arciere appare scalzo. La sua livrea comprende una fascia per la testa, una falda che avvolge i suoi fianchi e una faretra che pende dalla schiena, i cui cinturini sono disegnati come se fossero stretti intorno al suo torace. Sostiene un arco e una freccia. La sua mano destra è tesa in avanti mentre mantiene l’arco, la sua mano sinistra spinge indietro la freccia impugnandola. Il sigillo è unico, infatti è la prima volta che viene scoperto un sigillo di un privato con l’iscrizione di un nome ebraico e con decorazione in stile assiro. Il reperto è la prova della forte influenza che gli assiri esercitarono su Gerusalemme nel settimo secolo a.C.

murooccidentaleSi pensa che il proprietario del sigillo sia stato un personaggio che deteneva una posizione di governo. Si suppone che Agab, il possessore del sigillo, che scelse di ritrarre se stesso come un arciere in stile assiro, prestasse servizio come militare di grado superiore nel regno di Giuda. Nell’edificio dove è stato scoperto il sigillo di Agab, l’archeologa Wexler-Bdolah aveva trovato in precedenza diversi sigilli di personaggi che avevano ricoperto incarichi pubblici, ed anche dieci impugnature di orci per olio e vino marchiati con segni regali.

Secondo l’archeologa l’edificio fu costruito ai piedi della Città Alta, alla distanza di circa cento metri dal Muro Occidentale e si affacciava sul Monte del Tempio. Le mura della struttura si sono conservate fino alla sorprendente altezza di circa cinque metri. L’alta qualità della costruzione e dei manufatti rinvenuti all’interno indicano che l’edificio e, naturalmente, i suoi abitanti, alla fine del periodo del Primo Tempio, erano di alto stato sociale a Gerusalemme.

Adattamento R.P.
Israel Antiquities Authority – Comunicato stampa

Fonte: SBF Taccuino

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Rinvenuto a Gerusalemme un sigillo di Godolia, ministro del re Sedecia

Il sigillo del ministro del re Sedekia

Durante uno scavo nella città di Davide è stato ritrovato un sigillo di 2600 anni fa appartenente a un ministro del re biblico Sedecia.

L’archeologa Eilat Mazar, direttrice dello scavo, ha dichiarato che il sigillo, recante il nome di Gedalyahu ben Pashur (Godolia, figlio di Pascùr), un personaggio che, come si legge nel Libro di Geremia, fu ministro sotto il re Sedecia (597-586 a.C.), è stato ritrovato a pochi metri dal luogo dove era stato scoperto tre anni addietro un altro sigillo appartenente a Yehukual ben Shelemyahu (Iucàl, figlio di Selemia), anch’egli ministro di Sedecia.

Mazar ha fatto notare come sia raro il rinvenimento di un sigillo, un oggetto molto fragile, in condizioni simili a quelle dello scavo.

In qualche misura, ha aggiunto, era anche prevedibile la scoperta di questo sigillo, visto che nella Bibbia i due ministri appaiono insieme al servizio del re Sedecia.

Il primo sigillo fu scoperto all’interno di un’imponente struttura in pietra, che, secondo l’archeologa, potrebbe essere il palazzo di Davide, mentre il secondo giaceva ai piedi del muro esterno della stessa costruzione, sotto una torre costruita al tempo di Neemia.

Entrambi i sigilli, di un centimetro di diametro, sono stati trovati sotto le macerie della distruzione risalente al periodo del Primo Tempio.

Mazar conferma che le lettere sono in ebraico antico e chiaramente leggibili.

Nel Libro di Geremia (38,1) sono menzionati entrambi i ministri insieme ad altri due: “Sefatià figlio di Mattàn, Godolia figlio di Pascùr, Iucàl figlio di Selemia e Pascùr figlio di Malchia udirono queste parole che Geremia rivolgeva a tutto il popolo (traduzione CEI)”.

Sono trascorsi venticinque anni da quando, sempre nell’area archeologica della città di Davide, furono trovati altri sigilli d’epoca biblica. Nel 1982 l’archeologo israeliano Yigal Shiloh scoprì un deposito segreto di bolle in un luogo vicino, e tra queste vi era quella di Gemaryahu ben Shaphan (Ghemarià, figlio di Safàn), anche lui menzionato nella Bibbia, ministro e scriba durante il regno del re Ioiakim (608-597 a.C.).

Lo scavo in corso è condotto per conto dello ’Shalem Center’, un istituto di ricerca di Gerusalemme, e dell’ala destra della ’Fondazione della città di Davide’, con il patrocinio dell’Università ebraica di Gerusalemme.

Adattamento: R.P.

Fonte: SBF Taccuino / Etgar Lefkovits, The Jerusalem Post (31 luglio 2008 )

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Resti della Gerusalemme pre-esilica a poche decine di metri dal Muro del Pianto

Negli scavi archeologici in corso da circa due anni nella piazza di fronte al Muro del Pianto sono venuti alla luce, per la prima volta in quel posto, resti che risalgono al periodo dall’ottavo al sesto secolo aC (cioè del Primo Tempio, secondo la terminologia corrente tra gli ebrei). Gli scavi d’urgenza sono condotti per conto della Israel Antiquities Authority e in cooperazione con la fondazione Western Wall Heritage da Shlomit Wexler-Bdoulah e Alexander Onn. Il monumento principale trovato finora era rappresentato da una grande strada colonnata di epoca romana che compare nella rappresentazione della città di Gerusalemme del famoso mosaico detto “Carta di Madaba”. Sotto le grandi lastre di pavimentazione della strada romana si sono preservati gli strati dell’epoca pre-esilica, in certi punti fino ad oltre due metri di altezza.

Tra i reperti più significativi c’è un sigillo personale in pietra semi-preziosa con inciso il nome del proprietario: לנתניהו בן יאש “Netanyahu figlio di Yaush”. Il nome Netanyahu (Natania, nella Bibbia CEI) figura abbastanza frequentemente nel libro del profeta Geremia (cap. 36-41) e altrove, mentre Yaush si trova nelle “Lettere di Lachish”, ma l’associazione dei due nomi appare nuova. Si ritiene comunemente che le persone in possesso di sigilli personali occupassero qualche importante carica di governo. Un’altro ritrovamento interessante è quello di tre stampi su manici di anfore del tipo conosciuto come “Lamelek” appartenenti ad anfore destinate a contenere le tasse dovute al re. Su uno dei tre stampi si legge למלך חברון “[appartenente] al re, [distretto di] di Ebron”. Simili manufatti, insieme con figure femminili o di animali, sono molto tipici dell’ultimo periodo del Regno di Giuda, prima della distruzione del Tempio compiuta dal re babilonese Nabucodonosor nel 586 aC.

Adattamento di: E.A.

Fonte: SBF Taccuino

Foto: Israel Antiquities Authority

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