Turchia: Un nuovo sospetto nell’uccisione dei tre cristiani sgozzati a Malatya

Si tratterebbe del capo dell’organizzazione ultranazionalista, che avrebbe programmato l’esecuzione. Cinque rischiano l’ergastolo, altri 2 solo un anno di prigione.

Necati Aydin, Tilmann Geske e Ugur Yuksel
Necati Aydin, Tilmann Geske e Ugur Yuksel

Ankara – Un tribunale turco ha accusato un nuovo sospetto nell’assassinio di tre cristiani avvenuto a Malatya, nell’est del paese, nel 2007. Sette giovani sono già sotto processo per l’uccisione del missionario tedesco Tilmann Geske e per i due convertiti turchi Necati Aydin e Ugur Yuksel, avvenuta nella sede della casa editrice cristiana Zerve. I tre sono stati ritrovati sgozzati.

Il nuovo sospetto, Varol Bulent Aral, è stato accusato di essere “il leader di un’organizzazione terrorista” e “l’assassino di più di una persona come parte delle attività dell’organizzazione”.

Le accuse ad Aral come istigatore dell’esecuzione, provengono da uno del gruppo già in prigione. Cinque di loro sono andati alla casa editrice, che stampava bibbie in lingua turca, e con la scusa di voler parlare di cristianesimo li hanno dapprima legati e bendati, poi li hanno torturati e infine sgozzati. La casa editrice aveva ricevuto già forti minacce e i suoi dipendenti avevano chiesto protezione alla polizia.

Al processo, iniziato nel novembre 2007, il pubblico ministero ha incriminato gli accusati di aver costituito “un’organizzazione terrorista per imporre con la forza le loro convinzioni ideologiche sugli altri”. E ha chiesto l’ergastolo per 5 di loro. Gli altri due sospetti rischiano almeno un anno di prigione per aver aiutato gli uccisori.

Al tempo, diversi intellettuali turchi hanno incolpato dell’assassinio diversi media e politici turchi ultranazionalisti che continuano a sottolineare il “pericolo cristiano” dovuto – secondo loro – all’enorme numero di convertiti dall’Islam. In realtà, secondo il Ministro degli Interni, dal 1999 al 2001, si sono fatti battezzare solo 344 musulmani, su una popolazione di oltre 70 milioni.

Fonte: AsiaNews/Agenzie – riprodotto con autorizzazione

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[Audio Streaming] Porte Aperte intervista Semsa Aydin, moglie di Necati Aydin, martire cristiano

Il 18 aprile 2007 è avvenuta una cosa grave in Turchia, sono stati uccisi alcuni ex musulmani convertiti al Cristianesimo. In quello che può essere descritto come un attacco orribile contro la piccola comunità cristiana della Turchia, cinque giovani di età compresa fra i 19 e i 20 anni hanno ucciso tre credenti. Due di loro erano ex musulmani convertiti al Cristianesimo e lavoravano per una casa editrice cristiana. Una delle vittime, Necati Aydin, di 35 anni, era inoltre il pastore di una piccola chiesa. La vedova di Necati Aydin ha percorso migliaia di chilometri per andare negli Stati Uniti a raccontare la sua storia in occasione della domenica di preghiera per la Chiesa Perseguitata. In quella occasione abbiamo potuto parlare con lei.

http://www.porteaperteitalia.org/download.php?516ed47c5b4cb5b79bc51b0665600193

Fonte: Porte Aperte Italia

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Turchia: Strage di Malatya contro cristiani, scandalo al processo

Uno dei killer: “Mi avevano promesso protezione dello Stato”

Istanbul, 17 ott. (Apcom) – (Apcom-Nuova Europa) – Continua fra i colpi di scena il processo sulla strage di Malatya; la mente degli omicidi di 3 cristiani ha affermato che gli era stata promessa “protezione dallo Stato”. Il 18 aprile 2007 Necati Aydin, Ugur Yueksel e Tilman Ekkehart, tre cristiani presbiteriani, due turchi e uno tedesco, furono sgozzati dopo essere stati torturati per ore nella sede della Casa editrice Zirve – a Malatya appunto – autorizzata a stampare la Bibbia e altri testi afferenti al Cristianesimo.

Gli autori del delitto furono quattro giovani, Hamit Ceker, Abuzer Yildirim, Cuma Ozdemir e Salih Gurler, tutti con meno di 22 anni, capeggiati da Emre Gunaydin, che dopo cercò una via di fuga gettandosi dalla finestra e che è sempre stato considerato la mente della strage.

Ebbene proprio da Gunaydin è arrivato l’ennesimo colpo di scena. Interrogato durante la dodicesima udienza del processo Gunaydin ha detto che un uomo chiamato Varol Bulent gli aveva offerto protezione da parte dello Stato in cambio del delitto. “Mi aveva promesso che sarei stato protetto – ha detto Gunaydin – dovreste interrogare anche lui”.

Secondo la ricostruzione di alcuni quotidiani turchi, dietro il nome Varol Bulent, si nasconde un membro dell’organizzazione ultra nazionalista Ergenekon, che andrà a processo la settimana prossima e che è accusata di aver insanguinato il Paese per 10 anni, mettendo in campo una vera e propria strategia della tensione, volta a destabilizzare anche il governo islamico-moderato guidato da Recep Tayyip Erdogan.

Stando alla testimonianza di Gunaydin, Bulent avrebbe parlato con lui diverse volte dell’attività dei tre missionari, che, secondo lui, era finalizzata a “distruggere l’unità nazionale”. Bulent avrebbe anche detto che le tre vittime del massacro agivano coordinandosi con il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan.

Secondo il quotidiano Zaman, Bulent è già stato interrogato dai magistrati e avrebbe smentito di aver promesso a Gunaydin protezione, confermando però i suoi sospetti sull’attività dei tre presbiteriani.

Fonte: Virgilio Notizie

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Turchia: Gli assassini di tre cristiani uccisi a Malatya proclamano la loro innocenza

Gli assassini di Necati Aydin, Ugur Yuksel e Tilmann Geske tentano il tutto per tutto. Lo scorso 12 maggio, davanti alla Corte Penale di Malatya, i cinque giovani turchi accusati di aver torturato ed ucciso tre cristiani nell’aprile del 2007 si sono incolpati a vicenda.
Inoltre, una lettera presentata dagli avvocati della difesa chiama in causa un certo Metin Dogan. Egli avrebbe finanziato l’omicidio di tutte le persone che si trovavano negli uffici della libreria cristiana offrendo la somma di 300.000 dollari.

Fonte: Christianisme Aujourd’hui /ANS – riprodotto con autorizzazione

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Turchia – Malatya: Gli avvocati delle famiglie cristiane chiedono la sostituzione dei giudici

Gli avvocati che rappresentano le famiglie di tre cristiani turchi assassinati nell’aprile del 2007 hanno chiesto il 25 febbraio la sostituzione dei tre giudici che istruiscono il processo. L’avvocato ha rivolto questa richiesta alla Terza Corte criminale di Malatya, nella Turchia orientale. Motivo invocato, “l’imparzialità e l’indipendenza dei giudici non sono garantite”. Sempre secondo l’avvocato, i giudici fanno ostruzionismo sistematico, rifiutando l’accesso a documenti essenziali per la parte civile in particolare.
Il 18 aprile 2007, cinque giovani turchi musulmani hanno teso una trappola a tre cristiani nella loro libreria cristiana e li hanno torturati e sgozzati. Questi cristiani erano due turchi ed un tedesco.

Fonte: Christianisme Aujourd’hui/Compass Direct – riprodotto con autorizzazione

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