Turchia: riprende a Malatya processo per omicidio 3 cristiani

Ingenti le misure di sicurezza, chiesti 5 ergastoli

Malatya, 14 gen. – (Aki) – E’ ripreso oggi presso il tribunale di Malatya, nel sud-est della Turchia, il processo contro i sette cittadini accusati di aver torturato e ucciso il 18 aprile scorso tre cristiani, i due turchi Necati Aydin e Ugur Yuksel e il tedesco Tilmann Geske, nella sede della casa editrice Zirve, che pubblica edizioni della Bibbia e di altri testi sacri. Come si apprende dalla stampa turca, l’udienza si è aperta tra ingenti misure di sicurezza e il pubblico ministero ha chiesto l’ergastolo per cinque dei sette imputati.

Fonte: Adnkronos

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TURCHIA: Inquietanti sviluppi sul barbaro omicidio dei tre cristiani di Malatya

Un e-mail giunta ad alcuni leader cristiani turchi, segnala quanto già preannunciato da un giornale turco, cioè che ci sarebbero alcune personalità politiche e militari dietro l’assassinio dei tre cristiani di Malatya, nell’aprile scorso.

L’Agenzia di Informazione Firat (ANF), il 18 settembre ha riferito di una e-mail anonima, firmata semplicemente “A.A.”, in cui veniva citato un colonnello in servizio nella stessa città, a Malatya, insieme a un membro della facoltà islamica, come istigatori dell’uccisione.

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NE/ TURCHIA, MINISTRO INTERNO APRE INCHIESTA SU STRAGE MALATYA

Nel mirino i poliziotti sospettati di avere legami con i killer

Istanbul, 10 dic. (Apcom) – Il ministro dell’Interno ha fatto sapere questa mattina di aver predisposto l’apertura di un’indagine ai danni dei poliziotti sospettati di essere coinvolti nella strage di Malatya dello scorso 18 aprile, quando tre cristiani presbiteriani furono torturati e trucidati da quattro giovani che hanno agito apparentemente per motivi legati al fanatismo ultra nazionalista e religioso.

Il ministero dell’Interno ha fatto sapere che se le indagini confermeranno le indiscrezioni trapelate dalla stampa turca, soprattutto dai quotidiani Radikal, Milliyet e Taraf, allora verranno presi severi provvedimenti in sede legale. Intanto il processo agli assassini è stato aggiornato al prossimo 14 gennaio.

Secondo le indiscrezioni riportate dai quotidiani durante il fine settimana, Emre Gunaydin, leader del gruppo di assassini, avrebbe incontrato più volte poliziotti per ricevere informazioni sulla dislocazione di chiese cristiane nella città.

Molti nel Paese cominciano a pensare che anche dietro questo omicidio, come quello di Don Andrea Santoro e del giornalista armeno Hrant Dink, ci sia dietro lo “Stato Profondo”, una vera e propria eminenza grigia all’interno della Turchia moderna, nella quale convergono ultra kemalisti, islamismi, elementi deviati dei servizi segreti e dell’esercito e che, secondo la stampa turca, compirebbe questi atti brutali per destabilizzare il Paese.

Fonte: Alice Notizie/Apcom.net

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Turchia: Processo sotto alta sorveglianza

La sala del tribunale era piena venerdì 23 novembre, sette mesi dopo l’assassinio dei tre cristiani a Malatya. Per la prima volta gli imputati del delitto e le vedove delle vittime si sono trovate nella stessa sala. Il processo è stato estremamente pubblicizzato e sorvegliato da numerosi poliziotti. Gli avvocati che rappresentavano le vedove delle vittime e le chiese protestanti

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Turchia: Rinviato a gennaio processo omicidio 3 cristiani

È stato rinviato al 14 gennaio il processo ai cinque giovani turchi, di età compresa tra i 19 e i 20 anni, sospettati di aver sgozzato tre cristiani a Malatya, nell’est della Turchia, ad aprile.

Ognuno di loro rischia una pena pari a tre ergastoli. L’udienza, ha riferito una fonte giudiziaria, è stata rinviata per concedere agli accusati e ai loro avvocati il tempo necessario a preparare la difesa. Grande la delusione della folta schiera di giornalisti stranieri, arrivati all’alba per assistere al processo, convinti di ascoltare una sentenza definitiva. L’uccisione dei tre cristiani, due turchi e un tedesco, suscitò grande scalpore e indignazione sia in Turchia che in Europa. Il commando di giovanissimi ultranazionalisti islamici colpì in una casa editrice che stampava libri sul cristianesimo.

Appena arrestati, alcuni degli accusati giustificarono il loro gesto dicendo di avere colpito chi cercava di diffondere “la cattiva religione” tra i musulmani. Anche lo scrittore turco di origine armena, Hrant Dink, ucciso a gennaio da un fanatico nazionalista a Istanbul era originario di Malatya. L’anno scorso venne ucciso nella sua chiesa a Trebisonda il sacerdote italiano don Andrea Santoro.

Fonte: Kataweb/repubblica.it 23 novembre 2007 alle 19:10

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