Gennaro Chiocca: «Arriverà il giorno in cui ce ne dovremo ritornare a casa» [Video]

Gennaro Chiocca: «Arriverà il giorno in cui ce ne dovremo ritornare a casa»

Gennaro Chiocca, pastore dell’organizzazione religiosa Assemblee di Dio in Italia (ADI), insegna la falsa dottrina del ritorno alla casa del Padre, infatti ha detto: «Arriverà il giorno in cui ce ne dovremo ritornare a casa»

La dottrina secondo cui il credente quando muore ritorna alla casa del Padre, è un’antica eresia gnostica. Infatti gli eretici gnostici sostenevano che alla morte coloro che hanno ottenuto la gnosi (la conoscenza di se stessi che equivale alla conoscenza di Dio!!!), ritornano alla loro patria da cui provengono, ossia alla casa del Padre. Nel Vangelo di Tomaso (uno scritto gnostico) leggiamo per esempio: «Gesù disse: ‘Beati i solitari e gli eletti, poiché troverete il Regno; voi, infatti, da esso venite e a esso nuovamente ritornerete’» (Il Vangelo di Tomaso, 49; citato in I Vangeli Gnostici, Adelphi Edizioni, Quindicesima edizione: giugno 2013, pag. 12), e nel Vangelo di verità (un altro scritto gnostico): «E questi è il Padre dal quale proviene il principio e verso il quale ritorneranno tutti coloro che da lui provengono» (Il Vangelo di verità, 38; in I Vangeli Gnostici, pag. 42). Il Gesù degli gnostici infatti è stato mandato dal Padre per parlare «del luogo da cui ciascuno è venuto» per «farlo ritornare nuovamente colà»
In uno scritto dal titolo «Il ritorno al Pleroma: l’ascesa dell’anima nello gnosticismo» di Filippo Goti, leggiamo in merito a questo ritorno: «… il Demiurgo è l’artefice che ha ordinato una nuova realtà. L’artigiano divino che ha forgiato ogni cosa, dando forma, a suo capriccio e volontà, alla materia di cui disponeva. Da ciò si evince sia che vi è un’ulteriore realtà extramondana, sia che la materia oggetto del suo lavoro è alla forma finale estranea e precedente nella genesi, a cui lo gnostico si rivolge. L’Arconte è titolo che nella Grecia antica veniva riservato ad alti magistrati, cioè a uomini di alto lignaggio delegati al governo e al giudizio della e sulla cosa pubblica. Queste potenze intermedie, frutto di un processo intellettivo degenerativo ed enucleativo, nella visione cosmogonica gnostica forgiano e dominano il mondo dei fenomeni, dove lo gnostico si trova come prigioniero, separato dalla casa del Padre, intuita ma non vissuta, e dall’inizio dei tempi tessono l’umano destino, in virtù dei pesi e delle misure che esse stesse rappresentano nel quadro del dispiegamento polare della manifestazione, impedendo l’agognato ricongiungimento. …. Alla domanda del perché del dolore, e del massimo fra i dolori, la morte, in opposizione all’assoluta libertà della mente e dell’anima, gli gnostici hanno come risposta la creazione di questo mondo da parte di potenze malvagie, interessate a mantenere l’anima prigioniera di involucri gradatamente predisposti al suo contenimento. Fino a quando l’anima, elemento che proviene dal mondo superiore, è relegata in questo mondo, gli arconti se ne possono nutrire, e mantenere così la propria vita e il loro dominio. L’anelito del ritorno alla casa del padre assume quindi una duplice natura, rappresentata dalla volontà di tornare alla patria nativa, e non essere più costretti a vagare in terra straniera, ma anche di sfuggire ad una ciclica sorte di cibo per potenze astute, ed ingannatrici. …. Il mito gnostico dell’ascesa dell’anima, del gran ritorno nella casa del Padre, trova convergenza sia con gli eroici miti greci, sia con il viaggio egizio dell’anima; ciò a riprova della comune matrice solare di queste tre grandi correnti iniziatiche. L’eroe greco è colui che nato uomo, attraverso innumerevoli prove conquista il proprio posto fra le divinità dell’Olimpo, in quanto in virtù del superamento delle fatiche viene riconosciuto dagli dèi loro pari. Il viaggio dell’anima egizia nell’oltretomba trova massima espressione, nei vari incantesimi per superare le potenze inferine, presso il tribunale presieduto dalla dea Maat, e durante la pesatura del cuore. Dove l’iniziato deve dare sia prova della conoscenza delle arti iniziatiche, sia testimonianza della sua vita terrena appena conclusa. Il defunto egizio veniva posto nel sarcofago assieme ad una serie di rotoli, contenenti gli incantesimi necessari per superare i guardiani dell’Oltretomba» (http://www.fuocosacro.com/pagine/gnosticismo/ritornopleroma.htm).

Veniamo ora alla confutazione di questa eresia.

Come parlarono gli apostoli della loro futura dipartenza dal corpo? Come di un ritorno in cielo, dal Padre? No, ma la presentarono come un andare ad abitare con il Signore, infatti Paolo scrisse ai santi di Corinto: “Siamo pieni di fiducia e abbiamo molto più caro di partire dal corpo e d’abitare col Signore” (2 Corinzi 5:8), ed ai santi di Filippi disse: “Ho il desiderio di partire e d’esser con Cristo, perché è cosa di gran lunga migliore” (Filippesi 1:23). E sempre su questo argomento, poco tempo prima di dipartirsi, Paolo scrisse a Timoteo: “Il Signore mi libererà da ogni mala azione e mi salverà nel suo regno celeste” (2 Timoteo 4:18).
Inoltre, l’epistola agli Ebrei insegna che i credenti alla loro morte entrano nel riposo di Dio: “Resta dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio; poiché chi entra nel riposo di Lui si riposa anch’egli dalle opere proprie, come Dio si riposò dalle sue. Studiamoci dunque d’entrare in quel riposo, onde nessuno cada seguendo lo stesso esempio di disubbidienza” (Ebrei 4:9-11).
Quando dunque qualcuno muore in Cristo, non si deve dire che è tornato alla casa del Padre (o che è ritornato a casa lassù in cielo), ma che si è dipartito ed è andato ad abitare con il Signore, o che il Signore lo ha salvato nel suo regno celeste, o che è entrato nel riposo di Dio.

Badate a voi stessi, fratelli, perché affermare che quando un Cristiano muore torna al Padre o nella casa del Padre, vuol dire avvalorare l’eresia gnostica secondo cui l’uomo procede dal Padre, in quanto ha una scintilla divina che procede dal Padre, e quando muore torna o si ricongiunge con il Padre nel Pleroma, tenendo ben presente peraltro che nello gnosticismo il Padre non è l’Iddio dell’Antico Testamento, ma un Dio superiore all’Iddio dell’Antico Testamento! In altre parole, con quella sola affermazione si avvalorano diverse menzogne, come la preesistenza delle anime in cielo, la natura divina dell’uomo (cioè che l’uomo è parte di Dio o Dio), e il ricongiungimento della scintilla divina con il Padre (che però è un Dio superiore a Yahweh!!!) ossia sostanzialmente il ritorno dell’anima in cielo.

Un’ultima cosa. Questa espressione viene usata in ambito massonico, il che conferma che la gnosi è l’essenza della Massoneria, e che i massoni sono essenzialmente gnostici. Possono tra di loro variare alcune loro convinzioni o idee su questo o quell’altro argomento, ma l’essenza dei massoni è gnostica. E il fatto che venga usata spesso anche in ambito evangelico, è la conferma che la Massoneria esercita una influenza nefasta sulle Chiese, che si concretizza nel fare penetrare di soppiatto in mezzo alle Chiese eresie gnostiche.

Nessuno vi seduca con vani ragionamenti.

Giacinto Butindaro

Tratto da: La nuova Via

eBook, ALLARME! Le ADI hanno cercato di far manipolare Atti 13:48 nella Bibbia Nuova Riveduta

È disponibile il libro “ALLARME! Le ADI hanno cercato di far manipolare Atti 13:48 nella Bibbia Nuova Riveduta” di mio fratello Giacinto in formato ePub (3,1 MB) scaricabile gratuitamente qui sotto.

ALLARME! Le ADI hanno cercato di far manipolare Atti 13:48 nella Bibbia Nuova Riveduta

Giacinto Butindaro

ALLARME!
Le ADI hanno cercato di far manipolare Atti 13:48 nella Bibbia Nuova Riveduta

Roma 2014

Pagine 45

Due domande a Giuseppe Tilenni, Tesoriere delle Assemblee di Dio in Italia

Alla C. Att.ne di Giuseppe Tilenni

Tilenni, in questo video https://youtu.be/ERlR1UAYeQk?t=450 (min. 07:31 – 07:45) tu affermi che “la quota dell’otto per mille assegnata alle Assemblee di Dio in Italia non viene assolutamente utilizzata per fini di culto o altro ma solo ed esclusivamente per interventi sociali ed umanitari in Italia e anche all’Estero”.
Se l’otto per mille del gettito IRPEF è destinato solo ed esclusivamente ad interventi sociali ed umanitari da parte delle Assemblee di Dio in Italia (Art. 23 L. 517 del 1988) perché allora nel 2016 sono stati dati 500.000,00 Euro all’Istituto Biblico Italiano di Nettuno (RM)? La vostra Scuola Biblica era sostenuta da libere offerte dei fedeli mentre ora invece riceve anche fondi dell’8xmille. Si tratta quindi, in questo caso, di mezzo milione di euro destinati per finalità di religione o di culto e non per scopi sociali o umanitari.
Francesco Toppi infatti non includeva l’IBI tra le attività a cui le ADI davano dei soldi dell’8 per mille, ascolta l’intervista rilasciata nel 1997 a Roberto Gentilini per il programma televisivo «Cristiani Oggi» ( https://youtu.be/TtEJ9wz64mY – min. 1:20-2:17 ) e noterai che egli parlando dei fondi destinati ad opere sociali in Italia non menziona la Scuola Biblica. Dunque, essendo tu il Tesoriere delle Assemblee di Dio in Italia, ritengo che sia necessario da parte tua spiegare pubblicamente perché è stata data questa ingente somma di denaro all’Istituto Biblico Italiano.
Un’ultima cosa, ma non per questo meno importante, sempre nella stessa intervista Toppi affermava che circa la metà dei fondi dell’8xmille venivano dati per scopi umanitari ai paesi del terzo mondo. Dov’è nel vostro rendiconto generale per l’anno 2016 questa metà di fondi destinati ad interventi umanitari a favore del terzo mondo?

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Richiesta urgente di spiegazioni sulla gestione dell’8 per mille da parte delle ADI!

Nel Notiziario ADI Numero 8 – 2017 viene detto in merito ai fondi dell’8 per mille che le somme ricevute sono state interamente utilizzate «in opere di assistenza sociale, a favore dell’infanzia bisognosa, degli anziani, di quanti sono afflitti da problemi di tossicodipendenza, a favore dei sordi, in aiuti in situazioni di emergenza umanitaria verso tutti».
Ma secondo il rendiconto dell’anno 2016 ben 500.000 euro sono stati destinati all’Istituto Biblico Italiano di Nettuno (Roma) per ristrutturazione immobile per avviamento corsi!
Istituto che non ci risulta rientri tra gli Istituti a cui le ADI possono destinare i fondi dell’8 per mille in quanto è risaputo essere un Istituto che prepara i futuri pastori delle ADI, e quindi ha una finalità di culto.
Il comma 1 dell’art 23 della legge 22 novembre 1988, n. 517 «Norme per la regolazione dei rapporti tra lo Stato e le Assemblee di Dio in Italia» [Aggiornata al 5.08.2002] recita infatti quanto segue: «1. A decorrere dall’anno finanziario 1990 le ADI concorrono alla ripartizione della quota, pari all’otto per mille dell’imposta sul reddito delle persone fisiche, liquidata dagli uffici sulla base delle dichiarazioni annuali, destinando le somme devolute a tale titolo dallo Stato ad interventi sociali ed umanitari anche a favore di Paesi del terzo mondo».
Per questa ragione Francesco Toppi, ex presidente delle ADI, in una intervista rilasciata nel 1997 a Roberto Gentilini per il programma televisivo «Cristiani Oggi» sull’utilizzo dell’8xmille affermò: «Secondo la legge d’Intesa che noi abbiamo avuto nel 1988 noi siamo entrati nell’8 per mille, però anche prima dell’8 per mille noi abbiamo svolto questo lavoro sociale per i paesi del terzo mondo in particolare e in caso di catastrofi anche in Italia, per esempio nel caso dei terremoti, etc. etc. Quindi oggi noi utilizziamo questo perché il Signore ce lo ha provveduto e l’amministriamo con grande chiarezza e trasparenza in modo che possiamo aiutare quanti hanno bisogno, in particolare più o meno, la metà va all’estero ai paesi del terzo mondo e l’altra metà rimane in Italia per opere sociali perché abbiamo, le Assemblee di Dio, c’hanno anche in Italia 3 case di riposo e un orfanotrofio più un centro per la riabilitazione dei tossicodipendenti»
E difatti Francesco Toppi era CONTRARISSIMO a che soldi dell’8 per mille fossero destinati all’Istituto Biblico Italiano!
Le Chiese ADI esigono quindi delle spiegazioni!
Presidente Felice Antonio Loria la invito quindi a spiegare pubblicamente perché le ADI hanno destinato questa ingente somma di denaro, presa dai fondi dell’8 per mille, all’Istituto Biblico Italiano di Nettuno.

Giacinto Butindaro

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500.000,00 €, derivanti dall’8×1000, all’Istituto Biblico Italiano di Nettuno (ristrutturazione immobile per avviamento corsi). Vi era forse una necessità di carattere umanitario o di carattere sociale? L’otto per mille del gettito IRPEF non è esso destinato ad interventi sociali ed umanitari da parte delle Assemblee di Dio in Italia? (Art. 23 L. 517 del 1988) O è forse cambiato lo scopo definito dalla legge?