Il salario del peccato

“Il salario del peccato è la morte ….” (Rom. 6:23), dice la Scrittura.

Che disse Dio ad Adamo circa il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male? Gli disse di non mangiarlo “perché nel giorno che tu ne mangerai, per certo morrai” (Gen. 2:17). Ecco che cosa avrebbe prodotto il disubbidire a Dio, la morte. E questo è quello che avvenne quando Adamo ed Eva peccarono, essi morirono spiritualmente. Dio dunque aveva detto il vero.

Ma cosa disse il serpente antico ad Eva per indurla a mangiare quel frutto proibito da Dio? “No, non morrete affatto” (Gen. 3:4), dunque il contrario di quello che aveva detto Dio.

Ancora oggi il diavolo cerca di farci credere che il salario del peccato non è la morte, che non ci succederà niente se pecchiamo contro Dio. Resistiamogli, rimanendo attaccati alla Parola di Dio che non può mentire. Il diavolo è bugiardo e padre della menzogna, ed egli ci odia, ecco perché vuole che noi pecchiamo, perché sa che come morirono Adamo ed Eva quando peccarono, così anche noi moriremo se pecchiamo: “Se vivete secondo la carne, voi morrete”, dice Paolo ai santi di Roma (Rom. 8:13).

Quindi, non lasciamoci sedurre dalle sue bugie, il peccato è micidiale e i suoi frutti sono amari. Viviamo una vita santa, giusta e pia, aborrendo il male in tutte le sue forme. Così facendo, la benedizione di Dio regnerà nella nostra vita; per certo ne avremo solo del bene.

pensieri

Pensieri (Vol. 1)

Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro

Il salario del peccato e il dono di Dio

“Poiché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rom. 6:23).

In queste parole di Paolo vorrei che notaste come l’apostolo metta in contrapposizione il salario del peccato e il dono di Dio.

Il peccato quindi, come dice Paolo, ripaga coloro che lo servono con la morte e difatti Giacomo dice che “il peccato, quand’è compiuto, produce la morte” (Giac. 1:15). E’ un amaro salario quindi quello che il peccato da ai suoi servitori. Eppure, strano ma vero, a molti piace servire il peccato, e tra questi molti non ci sono solo gli increduli ma anche parecchi credenti! Non è una follia servire qualcuno che ripaga con la morte? Certo, ma d’altronde “la follia è una gioia per chi è privo di senno” (Prov. 15:21), dice la Sapienza; e dato che di senno costoro non ne hanno non c’è da stupirsi che prendano piacere nel commettere ogni sorta di peccati. Il peccato gli parla nell’intimo del loro cuore, li lusinga che i loro peccati non saranno scoperti e né presi in odio (cfr. Sal. 36:1-2), cose che non sono affatto vere perché noi sappiamo che non c’è nulla di segreto “che non abbia a sapersi ed a farsi palese” (Luca 8:17), e che ” l’Eterno condanna l’uomo pien di malizia” (Prov. 12:2) ed anche che “l’uomo pien di malizia diventa odioso” (Prov. 14:17).

Ma se da un lato c’è il salario del peccato dall’altro c’è il dono di Dio che è la vita eterna in Cristo Gesù. E’ un dono quindi la vita eterna, e come qualsiasi dono non si può né comprare e né meritare, altrimenti dono non è più dono. Un dono che si ottiene per mezzo della fede in Cristo Gesù secondo che è scritto: “Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna” (Giov. 3:36). Ecco perché la vita eterna è chiamata il dono di Dio in Cristo Gesù, nostro Signore. Hai la vita eterna? Se la risposta è ‘no’, ti esorto a credere nel Signore Gesù Cristo per riceverla; quello che devi credere per riceverla è che lui è morto sulla croce per i nostri peccati, ed è risuscitato il terzo giorno per la nostra giustificazione. Se la risposta è invece ‘sì’, ti esorto a conservare la fede in Cristo Gesù fino alla fine, cioè ti esorto a perseverare nella fede perché come dice la Scrittura tu hai bisogno di costanza affinché avendo fatta la volontà di Dio, tu ottenga quello che ti è stato promesso (cfr. Ebr. 10:36), cioè la vita eterna (cfr. 1 Giov. 2:25). Serbala questa preziosa fede che hai, non gettarla via.

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Pensieri (Vol. 1)

Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro