Credevano ed erano battezzati [Audio Streaming]

È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Credevano ed erano battezzati” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 63 MB (128 Kbps), 12 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 66 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

La morte di Gesù il Nazareno [Audio Streaming]

bibbia microfonoÈ on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “La morte di Gesù il Nazareno” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 16 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 18 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

Trascrizione audio:
Uomini e donne piccoli e grandi ricchi e poveri savi e ignoranti Ebrei e Gentili questo che vi sto per trasmettere è il messaggio della salvezza che è in Cristo Gesù quindi prestate attenzione voi che ancora siete senza Cristo nel mondo senza speranza che brancolate nel buio che state andando senza saperlo state andando all’inferno perché è là che vanno coloro che muoiono nei loro peccati Gesù il Nazareno predicò e operò circa duemila anni fa in Israele sotto l’imperatore Tiberio Cesare il procuratore della Giudea era Ponzio Pilato ed Erode era il tetrarca della Galilea e i sommi sacer e a capo del Sinedrio er c’erano i sommi sacerdoti Anna e Caiafa così dice la Sacra Scrittura infatti Anna e Caiafa ora Gesù predicò la parola di Dio la parola che l’Iddio e Padre suo gli aveva comandato di trasmettere ed egli andò per le sinagoghe andò per i villaggi predicando predicando quello che Dio gli aveva ordinato di predicare egli predicò il Regno l’evangelo del Regno inse ammaestrò le turbe ammaestrò ammaestrò i suoi ammaestrò i suoi discepoli perché attorno a lui poi si raccolsero dei discepoli dei discepoli tra i quali egli ne elesse dodici ai quali dette il nome di apostoli che mandò a predicare l’Evangelo e a sanare gli ammalati e a cacciare i i demoni a risuscitare i morti ecco Gesù predicò dunque ma anche operò operò segni prodigi opere potenti che Iddio fece tramite lui la Scrittura dice che Gesù è chiamato così Gesù il Nazareno uomo che Dio ha accreditato fra i Giudei mediante opere prodi opere potenti e prodigi e segni che Dio fece per mezzo di lui fra i Giudei dunque considerate che Iddio operò prodigi segni e opere potenti tramite Gesù il Nazareno e molti credettero molti credettero in lui vedendogli appunto operare segni e prodigi ma molti altri la stragrande maggioranza non credette in lui indurì il proprio cuore e rifiutò di credere in Gesù cioè di credere che lui era il Cristo dunque egli per alcuni anni predicò e operò dopodiché uno dei suoi discepoli di nome Giuda Iscariota lo tradì lo dette in mano ai Giudei i quali appunto lo fecero comparire davanti al Sinedrio e là lo condannarono a morte quindi lo dichiararono reo di morte perché aveva dichiarato di essere il Figlio di Dio egli era il Figlio di Dio ma i Giudei lo accusarono di avere bestemmiato per avere detto di essere il Figlio di Dio e quindi lo condannarono a morte e dopo averlo condannato a morte lo menarono da Ponzio Pilato che era il governatore della della Giudea e davanti a Ponzio Pilato lo accusarono lo accusarono ingiustamente di cose che Gesù non aveva non aveva commesso addirittura lo accusarono di vietare di pagare i tributi a Ce a Cesare pensate mentre Gesù aveva detto proprio di dare a Cesare ciò che è di Cesare e dunque Pilato naturalmente si vide questo uomo comparire davanti davanti a lui lo esaminò ma non trovò in lui nulla che fosse degno di morte tant’è che lo voleva liberare ma i Giudei gridarono gridarono con grande grida affinché lui sentenziasse la morte di Gesù il Nazareno gridarono crocifiggilo crocifiggilo e benché non tro Ponzio Pilato non trovò in Gesù nulla che meritasse la morte alla fine sentenziò che fosse fatto quello che i Giudei domandavano e dunque fece flagellare Gesù e poi lo fece crocifiggere e la Scrittura ci descrive la morte di Gesù il Nazareno in questa in questa maniera nel Vangelo scritto da Luca al capitolo ventitré queste sono le parole che troviamo a partire dal versetto ventisei quindi dopo che Pilato sentenziò che Gesù doveva essere crocifisso quindi dopo che Pilato abbandonò Gesù alla loro volontà ecco quello che trascrive quello che scrive Luca “E mentre lo menavano via, presero un certo Simon, cireneo, che veniva dalla campagna, e gli misero addosso la croce, perché la portasse dietro a Gesù. Or lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne che facevano cordoglio e lamento per lui. Ma Gesù, voltatosi verso di loro, disse: Figliuole di Gerusalemme, non piangete per me, ma piangete per voi stesse e per i vostri figliuoli. Perché ecco, vengono i giorni ne’ quali si dirà: Beate le sterili, e i seni che non hanno partorito, e le mammelle che non hanno allattato. Allora prenderanno a dire ai monti: Cadeteci addosso; e ai colli: Copriteci. Perché se fan queste cose al legno verde, che sarà egli fatto al secco? Or due altri, due malfattori, erano menati con lui per essere fatti morire. E quando furono giunti al luogo detto “il Teschio”, crocifissero quivi lui e i malfattori, l’uno a destra e l’altro a sinistra. E Gesù diceva: Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno. Poi, fatte delle parti delle sue vesti, trassero a sorte. E il popolo stava a guardare. E anche i magistrati si facevano beffe di lui, dicendo: Ha salvato altri, salvi se stesso, se è il Cristo, l’Eletto di Dio! E i soldati pure lo schernivano, accostandosi, presentandogli dell’aceto e dicendo: Se tu sei il re de’ Giudei, salva te stesso! E v’era anche questa iscrizione sopra il suo capo: QUESTO È IL RE DEI GIUDEI. E uno de’ malfattori appesi lo ingiuriava, dicendo: Non se’ tu il Cristo? Salva te stesso e noi! Ma l’altro, rispondendo, lo sgridava e diceva: Non hai tu nemmeno timore di Dio, tu che ti trovi nel medesimo supplizio? E per noi è cosa giusta, perché riceviamo la condegna pena de’ nostri fatti; ma questi non ha fatto nulla di male. E diceva: Gesù, ricordati di me quando sarai venuto nel tuo regno! E Gesù gli disse: Io ti dico in verità che oggi tu sarai meco in paradiso. Ora era circa l’ora sesta, e si fecero tenebre per tutto il paese, fino all’ora nona, essendosi oscurato il sole. La cortina del tempio si squarciò pel mezzo. E Gesù, gridando con gran voce, disse: Padre, nelle tue mani rimetto lo spirito mio. E detto questo spirò. E il centurione, veduto ciò che era accaduto, glorificava Iddio dicendo: Veramente, quest’uomo era giusto. E tutte le turbe che si erano raunate a questo spettacolo, vedute le cose che erano successe, se ne tornavano battendosi il petto. Ma tutti i suoi conoscenti e le donne che lo avevano accompagnato dalla Galilea, stavano a guardare queste cose da lontano.” è così che Gesù il Nazareno morì morì dunque crocifisso appeso al ad un legno al legno della croce perché così i Romani punivano i malfattori in in quel tempo ecco dunque descritta la morte di Gesù il Nazareno perché Gesù morì Gesù morì per i nostri peccati perché lui è il Cristo colui del quale parla parlarono ab antico i profeti da parte di Dio il quale doveva morire per i nostri peccati doveva doveva in altre parole compiere la propiziazione per i nostri peccati infatti il profeta aveva detto “egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità” e dunque quelle parole si adempirono in Gesù il Nazareno ecco dunque perché Gesù morì Gesù morì per i nostri peccati sparse il suo sangue prezioso sulla croce per la remissione dei nostri peccati dunque la sua morte fu un sacrificio espiatorio un sacrificio espiatorio preordinato da Dio preordinato da Dio sì perché Iddio aveva innanzi decretato che il Cristo doveva morire per i nostri peccati e dunque così avvenne dopo che Gesù morì il suo corpo fu preso da un uomo di nome Giuseppe che era d’Arimatea un uomo ricco che era anche lui un discepolo di Gesù era diventato un discepolo di Gesù egli andò a Pilato chiese il corpo di Gesù e Pilato glielo concesse e lui trattolo giù di croce lo involse in un panno lino e lo pose in una tomba scavata nella roccia dove nessuno era ancora stato posto ma il terzo giorno Iddio lo risuscitò dai morti e dopo essere risuscitato dai morti Gesù il Nazareno apparve ai suoi discepoli si fece vedere da loro per diversi giorni con molte prove mangiò e bevve con loro parlò con loro delle cose relative al regno di Dio prima di essere assunto in cielo sì perché Gesù poi fu assunto in cielo alla destra di Dio dove è tuttora e dove intercede per i santi che sono sulla terra quindi intercede per coloro che hanno creduto in lui i quali sono stati santificati sono stati santificati sì con il suo prezioso sangue dunque Gesù Cristo è risuscitato dai morti e anche la sua resurrezione era stata predetta era stata predetta sì Dio aveva innanzi predetto anche la resurrezione del suo Cristo e dunque egli risuscitò dai morti secondo le Scritture affinché le Scritture profetiche si adempissero ora la buona novella che vi annunzio è questa che chiunque crede in Gesù riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome appunto perché Gesù ha sparso il suo sangue sulla croce per la remissione dei nostri peccati non solo chi crede in Gesù riceve anche la vita eterna sì la vita eterna perché la vita eterna è il dono di Dio in Cristo Gesù dunque sia la remissione dei peccati sia la vita eterna sono offerte da Dio gratuitamente sono per grazia quindi vi esorto a voi che siete ancora senza Cristo a ravvedervi e a credere in Gesù il Nazareno per ottenere la remissione dei peccati e la vita eterna quindi la certezza di andare con il Signore in cielo nella gloria in paradiso nel regno dei cieli quando appunto terminerete il vostro corso sulla terra altrimenti ripeto altrimenti sappiate questo l’ira di Dio continuerà a rimanere sopra di voi perché l’ira di Dio è sopra di voi in questo momento e se rifiutate di credere in Gesù il Nazareno l’ira di Dio continuerà a restare sopra di voi e quando morirete morirete nei vostri peccati e quindi ve ne andrete in un luogo di tormento non in un luogo di riposo dove invece entrerà dove invece andranno coloro che muoiono in Cristo no andrete in un luogo di tormento chiamato Ades comunemente chiamato inferno inferno che è un luogo di tormento perché c’è il fuoco arde il fuoco in questo luogo è un luogo orribile e là vi sono tormentate le anime appunto di coloro che sono morti nei loro peccati là siete diretti ve l’ho detto sin dall’inizio là siete diretti perché perché avete peccato perché siete nemici di Dio nella vostra mente e nelle vostre opere ecco perché appunto Iddio ha comandato di predicarvi di annunziarvi il ravvedimento e l’Evangelo di Cristo perché perché questa è la via della salvezza la fede in Cristo Gesù la fede in Gesù il Nazareno quindi ve lo ripeto ravvedetevi e credete in Gesù il Nazareno ricordatevi egli è morto per i nostri peccati ed è risuscitato il terzo giorno secondo le Scritture chi crede in lui riceve la remissione dei peccati e la vita eterna chi ha orecchi da udire oda

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Sul calice che Gesù chiese al Padre di allontanare da Lui

Fratelli nel Signore, voglio brevemente spiegarvi cosa intese Gesù per calice nella notte in cui fu tradito, quando pregò il Padre nel giardino del Getsemani.

Luca afferma: “Poi, essendo uscito, andò, secondo il suo solito, al monte degli Ulivi; e anche i discepoli lo seguirono. E giunto che fu sul luogo, disse loro: Pregate, chiedendo di non entrare in tentazione. Ed egli si staccò da loro circa un tiro di sasso; e postosi in ginocchio pregava, dicendo: Padre, se tu vuoi, allontana da me questo calice! Però, non la mia volontà, ma la tua sia fatta. E un angelo gli apparve dal cielo a confortarlo. Ed essendo in agonia, egli pregava vie più intensamente; e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadeano in terra” (Luca 22:39-44).

Per capire questa richiesta fatta da Gesù all’Iddio e Padre suo, bisogna innanzi tutto tenere a mente quale fosse il suo stato d’animo nel Getsemani. Marco dice infatti che Gesù dopo avere detto ai suoi discepoli di sedersi lì finché Lui avesse pregato, prese con sé Pietro e Giacomo e Giovanni e “cominciò ad essere spaventato ed angosciato. E disse loro: L’anima mia è oppressa da tristezza mortale; rimanete qui e vegliate” (Marco 14:33-34).

Gesù stava dunque soffrendo molto, ancora prima di mettersi a pregare. Le ragioni mi paiono evidenti, sapeva molto bene quali atroci sofferenze lo aspettavano, ed essendo un vero uomo si spaventò e fu angosciato al pensiero di quello che gli stava per accadere. E qui dunque vediamo che la Scrittura ci conferma pienamente che Gesù era un vero uomo, perché parla di un uomo spaventato e angosciato e molto triste.

Cosa fece allora Gesù? Chiese al Padre, se fosse possibile, di allontanare da lui quel calice che doveva di lì a poco bere. Dico ‘doveva’, perché così Dio aveva decretato nei Suoi confronti, e Gesù questo lo sapeva molto bene. Anche l’ora che Gesù chiese al Padre che se era possibile passasse oltre da Lui (cfr. Marco 14:35), era l’ora che doveva scoccare per Lui di lì a poco quando sarebbe stato dato in mano ai peccatori e avrebbe sofferto per mano loro, infatti dopo avere pregato, immediatamente prima che arrivassero ad arrestarlo Gesù dirà ai suoi discepoli: “L’ora è venuta: ecco, il Figliuol dell’uomo è dato nelle mani dei peccatori. Levatevi, andiamo; ecco, colui che mi tradisce, è vicino” (Marco 14:41), e quando lo arrestarono disse ai suoi nemici: “… questa è l’ora vostra e la potestà delle tenebre” (Luca 22:53)

Ecco perché Gesù nella preghiera disse: “Però, non la mia volontà, ma la tua sia fatta”, perché sapeva che doveva sottomettersi al Padre, cosa che Egli fece anche in quell’occasione perché accettò di bere quel calice e di andare incontro a quell’ora. D’altronde, Gesù stesso aveva detto un giorno: “Ora è turbata l’anima mia; e che dirò? Padre, salvami da quest’ora! Ma è per questo che son venuto incontro a quest’ora” (Giovanni 12:27 – anche mettendo il punto di domanda al posto del punto esclamativo, come fanno alcune traduzioni, il senso non cambia perché le parole seguenti di Gesù spiegano che Lui era destinato ad andare incontro a quell’ora).

In quella particolare preghiera di Gesù, dunque noi vediamo una dimostrazione della sua perfetta umanità. Non ravvisiamo nessuna contraddizione da parte sua. La Scrittura dice che abbiamo un Sommo Sacerdote che “in ogni cosa è stato tentato come noi” (Ebrei 4:15), e se lo crediamo, dobbiamo credere anche che Gesù in quell’occasione fu tentato affinché non deponesse la Sua vita per redimerci. Da qui appunto quella richiesta, ma Egli non peccò, perché fu una preghiera in cui Egli si sottopose alla volontà del Padre Suo.

Nel Getsemani comunque Gesù fu consolato dal Padre Suo, infatti Dio gli mandò un angelo che gli apparve dal cielo a confortarlo. Ma badate che Gesù continuò a soffrire anche dopo l’apparizione di quell’angelo infatti immediatamente dopo avere detto che un angelo gli apparve dal cielo a confortarlo, Luca dice che “essendo in agonia, egli pregava vie più intensamente; e il suo sudore divenne come grosse gocce di sangue che cadeano in terra” (Luca 22:44).

Dunque, Gesù fu confortato mediante quell’angelo di Dio ma non liberato da quella sofferenza che stava patendo nel Getsemani. Fu invece liberato dal timore della morte, secondo che è scritto: “Il quale, ne’ giorni della sua carne, avendo con gran grida e con lagrime offerto preghiere e supplicazioni a Colui che lo potea salvar dalla morte, ed avendo ottenuto d’esser liberato dal timore, benché fosse figliuolo, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì; ed essendo stato reso perfetto, divenne per tutti quelli che gli ubbidiscono, autore d’una salvezza eterna, essendo da Dio proclamato Sommo Sacerdote secondo l’ordine di Melchisedec” (Ebrei 5:7-10).

Quello che ottenne Gesù dunque fu la liberazione dal timore della morte, e quindi poté bere senza paura quel calice che gli era posto dinnanzi, sapendo peraltro la gioia che gli era posta dinnanzi. Certo Gesù si rivolse in preghiera a Colui che lo poteva salvare dalla morte, ma non poté ottenere di scampare alla morte, perché fu per questo che Egli era venuto nel mondo. Fu però – lo ripeto – liberato dal timore della morte, affinché potesse andare incontro a quell’ora con coraggio. Non è forse scritto nei Salmi infatti: “Io ho cercato l’Eterno, ed egli m’ha risposto e m’ha liberato da tutti i miei spaventi” (Salmo 34:4)?

Vorrei terminare ricordandovi, fratelli, che affinché Gesù diventasse un fedele e misericordioso sommo sacerdote nelle cose appartenenti a Dio, Egli doveva essere fatto in ogni cosa simile a noi, e quindi fu necessario che Egli soffrisse tutto quello che un uomo può soffrire anche dal punto di vista spirituale, e quindi anche le sofferenze da lui patite nel Getsemani servirono al Padre per rendere perfetto il duce della nostra salvezza (cfr. Ebrei 2:10), e metterlo in grado quindi di simpatizzare con noi nelle nostre infermità (cfr. Ebrei 4:15), e venirci in soccorso quando siamo tentati in quanto Egli stesso “ha sofferto essendo tentato” (Ebrei 2:18). E abbiamo visto quanto Gesù soffrì nel Getsemani essendo tentato. Come anche va detto, che quelle sofferenze servirono a farGli imparare l’ubbidienza, secondo che è scritto: “Imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì” (Ebrei 5:8).

A Colui che mediante la Sua morte ha distrutto il diavolo che aveva l’impero della morte, e ci ha liberati dal timore della morte, sia la gloria ora e in eterno. Amen.

La grazia del nostro Signore Gesù Cristo sia con voi

Giacinto Butindaro

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