Mali, liberata la missionaria svizzera rapita a Timbuctu

foto da: lematin.maLa missionaria basilese Béatrice Stockly, l’ostaggio svizzero rapito lo scorso 15 aprile a Timbuctu, nel Mali settentrionale, è stata liberata martedì 24 aprile.

A pochi chilometri da Timbuctu, arrivata su un pick-up con uomini in turbante armati fino ai denti, la svizzera Béatrice Stockly è stata consegnata dagli islamisti alle autorità del Burkina Faso che l’hanno portata a Ouagadougou a bordo di un elicottero.

Arrivata in Mali come volontaria della Chiesa metodista, la quarantenne si era installata da più di 10 anni a Timbuctu. Aveva scelto di restare sul posto nonostante le ingiunzioni dei suoi parenti e delle autorità consolari, prima di essere rapita il 15 aprile scorso nel quartiere popolare di Abaradjou, vicino al deserto.

Non frequentava più nessuna chiesa né missione, ma diceva di “aver un ministero e voleva convertire le persone” ha detto il pastore evangelico della città Bouya Yattara, presso il quale aveva dimorato diversi mesi.

Via | lafree.ch

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Gruppo estremista islamico uccide un altro cristiano in Nigeria

Mark Ojunta

Lo scorso 27 Agosto dei membri della setta islamica Boko Haram hanno ucciso l’evangelista nigeriano Mark Ojunta, 36 anni, che esercitava il suo ministerio in mezzo al popolo Kotoko, nello stato nigeriano nord-orientale di Borno, con Calvary Ministries (CAPRO). L’uomo, che lascia moglie e due figli piccoli, è stato ucciso a Maiduguri, ed è stato poi sepolto nel suo stato natale di Abia, nel sud della Nigeria, il 30 settembre.

Il Direttore Internazionale di CAPRO, Amos Aderonmu, ha detto che Ojunta è morto “come un martire sul suo campo tra i Kotoko”.

Via | Compass Direct

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India, arrestati due missionari

Due missionari di Gospel For Asia sono stati arrestati lo scorso 2 Luglio in India. Uno è stato rilasciato, ma l’altro rimane dietro le sbarre.

Rahul Akkunj, pastore di una chiesa in un villaggio, è accusato di essere un membro di un noto gruppo ribelle. Rahul non fa parte del gruppo. Le accuse giungono dopo una riunione di preghiera e digiuno condotta da Rahul. Il responsabile della missione per quel distretto è andato alla prigione Lunedì e ha cercato di versare una cauzione a suo nome, ma è stato rifiutato.

A pochi chilometri di distanza, un altro missionario di nome Murli Ghulam è stato arrestato lo stesso giorno. È stato accusato di costringere la gente a convertirsi al cristianesimo dopo aver guidato un incontro di preghiera con 25 persone a casa di un credente del posto.

Un gruppo estremista anti-cristiano locale ha condotto la polizia in quella casa dove si stava svolgendo la riunione. La riunione è stata interrotta ed hanno arrestato sul posto il missionario.

Murli è stato interrogato dalle autorità locali circa le accuse mosse contro di lui. Ha spiegato chiaramente che non stava costringendo nessuno a convertirsi ed è stato rilasciato Domenica.

via | GFA

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Marocco: espulsi missionari accusati di proselitismo

Ha destato stupore la recente espulsione di diversi missionari stranieri nella regione dell’Atlante, nel centro del Marocco. L’accusa è di aver svolto attività di proselitismo. Sarebbero 16 le persone espulse, tutte operanti in un orfanotrofio della municipalità di Ain Leuh gestito da un gruppo di evangelici pentecostali e avviato 60 anni fa da due laiche americane. Secondo l’accusa avrebbero approfittato della situazione di indigenza di alcune famiglie per ”farsi carico dei figli non ancora maggiorenni, in violazione delle procedure in vigore in materia di adozioni dei bambini abbandonati e degli orfani”. Le espulsioni – afferma il comunicato del ministero dell’Interno – si iscrivono nel quadro della “lotta contro i tentativi di propagazione del credo evangelico, mirante a scuotere la fede dei musulmani”. Il dicastero ha difeso il suo operato in quanto “in conformità con le norme in vigore sulla preservazione dei valori religiosi e spirituali del Regno”. Preoccupazione per l’accaduto è stata espressa dal mondo pentecostale ed evangelico europeo e statunitense.

Fonte: Voce Evangelica/nev

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61 missionari evangelici scampano al disastro di Haiti

La Chiesa “La Bible Parle” è un movimento di chiese evangeliche in Quebec. Nel mese di dicembre i responsabili hanno deciso di mandare, come di consueto, 70 missionari in Haiti.

61 prendono la direzione di Port-au-Prince, mentre altri 9 vanno a Tiverny, nel sud dell’isola. E’ stato allora che il terremoto ha devastato Port-au-Prince. Dopo alcune ore tutta la città è devastata, gettando la popolazione haitiana nella disperazione.
Il pastore Réal Gaudreault della Chiesa di Saguenay riferisce che: “per un miracolo straordinario i 61 missionari che erano a Port-au-Prince la sera del disastro non sono stati colpiti, non un solo graffio!“. Eppure, come egli precisa: “il quartiere attorno al loro hotel è stato completamente distrutto.

Tra questi missionari quebechesi ci sono molti giovani. Alcuni erano letteralmente scossi dalla visione di orrore alla quale assistevano impotenti. “Non capita tutti i giorni di vedere cadaveri ammucchiati agli angoli delle strade“, spiega Réal Gaudreault. Ma, nonostante lo shock, tutti sono tornati sani e salvi a Montreal lo scorso 15 gennaio a bordo di un cargo dell’esercito canadese.

Paul OHLOTT

Via | Actu-Chretienne.net

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