Gesù Cristo è l’Agnello di Dio che nella pienezza dei tempi offerse sé stesso per i nostri peccati. Egli era stato preordinato prima della fondazione del mondo a morire per i nostri peccati e quando giunse il tempo stabilito da Dio Egli fu mandato in questo mondo a morire sulla croce per i nostri peccati, a spargere il suo prezioso sangue per la remissione dei nostri peccati, e mediante il suo sangue salvarci dall’ira a venire.
Sì, c’è un’ira di Dio che ancora deve essere manifestata contro il mondo degli empi, ma noi figlioli di Dio, in virtù del sangue di Cristo con il quale siamo stati cosparsi, siamo sicuri di essere liberati da questa ira. Dio non ci ha destinati ad ira, ma ad ottenere salvezza per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo (1 Tess. 5:9).
Nella stessa maniera che gli Israeliti in Egitto, dopo che ebbero messo del sangue dell’agnello pasquale sui due stipiti e sull’architrave delle loro case, erano sicuri che il distruttore non sarebbe entrato nelle loro case per colpire i loro primogeniti, così noi che siamo stati cosparsi con il sangue di Cristo siamo sicuri di scampare all’ira di Dio a venire.
Gloria al suo nome ora e in eterno. Amen
Pensieri (Vol. 1)
Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Un giorno, Giovanni il Battista mentre stava battezzando presso il fiume Giordano vide Gesù venire a lui e disse: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” (Giov. 1:29).
Perché si espresse in questa maniera a riguardo di Gesù Cristo? Perché lui sapeva che Gesù Cristo era l’Agnello preordinato da Dio prima della fondazione del mondo ad essere sacrificato per i nostri peccati, cosa che avvenne tempo dopo quando Gesù Cristo fu crocifisso sulla croce al Golgota, un luogo vicino a Gerusalemme; là Gesù Cristo portò sul suo corpo i nostri peccati.
E con il suo sacrificio Cristo ha compiuto quello che i sacrifici ordinati da Dio nella legge non potevano fare, cioè ci ha resi perfetti, quanto alla coscienza. La legge infatti – dice lo scrittore agli Ebrei – “avendo un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose, non può mai con quegli stessi sacrificî, che sono offerti continuamente, anno dopo anno [nota mia: a quel tempo i sacrifici erano ancora offerti, ma con la distruzione del tempio nel 70 smisero di essere offerti] render perfetti quelli che s’accostano a Dio. Altrimenti non si sarebb’egli cessato d’offrirli, non avendo più gli adoratori, una volta purificati, alcuna coscienza di peccati?” (Ebr. 10:1-2). I sacrifici espiatori della legge dunque non potevano rendere perfetti quanto alla coscienza coloro che si accostavano a Dio perché adombravano il sacrificio che Cristo avrebbe compiuto nella pienezza dei tempi. Quei sacrifici non potevano togliere i peccati “perché è impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati” (Ebr. 10:4). Ma ciò che era ed è impossibile ai sacrifici della legge lo ha fatto il Figliuolo di Dio con il suo sangue secondo che è scritto che “noi siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre” (Ebr. 10:10) ed anche: “Perché con un’unica offerta egli ha per sempre resi perfetti quelli che son santificati” (Ebr. 10:14).
Noi dunque siamo in obbligo di rendere del continuo grazie a Dio per aver mandato il suo Figliuolo a togliere dalla nostra coscienza i nostri vecchi peccati. Ma siamo anche in obbligo di fare sapere agli altri che Gesù Cristo è l’Agnello di Dio che mediante il suo prezioso sangue sparso sulla croce può togliere dalla loro coscienza i loro peccati. Solo lui può farlo, nessun altro. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.
Pensieri (Vol. 1)
Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo!” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 16 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 16 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.
Trascrizione audio:
Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate.
Dio, dopo avere tratto il suo popolo, cioè il popolo d’Israele dalla terra d’Egitto, dopo una secolare schiavitù, dopo averlo tratto fuori con mano potente, lo condusse nel deserto per appunto portarlo nella terra di Canaan, che Iddio aveva promesso ad Abramo, Isacco e Giacobbe. Durante questo viaggio Iddio diede al popolo la legge, una legge che conteneva molti comandamenti, molti precetti, e questa legge comprendeva anche un rituale, un rituale che doveva essere seguito in base alle prescrizioni date da Dio una volta all’anno. Era un un rituale particolare che andava, diciamo, eseguito dal Sommo Sacerdote nel corso della festa annuale delle espiazioni che è chiamata lo Yom Kippur.
Questo rituale prevedeva lo scannamento, l’uccisione di alcuni animali che venivano offerti come sacrifici per il peccato. Il Sommo Sacerdote offriva di questi animali, il sangue di questi animali, sia per i propri peccati e i peccati della propria casa, ma anche per i peccati del popolo. Il sangue di questi animali doveva essere portato nel luogo Santissimo. Il luogo Santissimo era una delle sale o una delle stanze di cui era formato il tabernacolo che Iddio comandò a Mosè di erigere nel deserto. Nel luogo Santissimo poteva entrare solo il Sommo Sacerdote una volta all’anno e ci entrava con il sangue di animali, con appunto il sangue di questi animali che serviva per compiere l’espiazione dei peccati.
E questa, questo giorno era estremamente importante per gli ebrei, perché Iddio disse, poiché “in quel giorno si farà l’espiazione per voi, affin di purificarvi; voi sarete purificati da tutti i vostri peccati, davanti all’Eterno.”. Quindi in quel giorno avveniva la purificazione dei peccati, ma quel sangue, badate bene, il sangue di quegli animali era impossibile che togliesse i peccati. Perché? Perché la legge ha un’ombra dei futuri beni, non la realtà stessa delle cose. Quindi come dice la Scrittura, non può mai con quegli stessi sacrifici che sono offerti continuamente anno dopo anno, rendere perfetti quelli che si accostano a Dio.
Cosa significa questo? Che quei sacrifici non potevano rendere perfetti gli adoratori, quelli che li offrivano, non li potevano rendere perfetti quanto alla coscienza. Perché gli adoratori, anche dopo aver offerto quei sacrifici, avevano coscienza di peccati. Giustamente lo scrittore agli Ebrei dice: “Altrimenti non si sarebb’egli cessato d’offrirli, non avendo più gli adoratori, una volta purificati, alcuna coscienza di peccati? Invece in quei sacrificî è rinnovato ogni anno il ricordo dei peccati; perché è impossibile che il sangue di tori e di becchi tolga i peccati.”
Dunque quel sangue prefigurava il sangue del Cristo, del Figlio di Dio, che nella pienezza dei tempi sarebbe venuto nel mondo per compiere la propiziazione dei nostri peccati, offrendo il suo prezioso sangue. Solamente in questa maniera l’uomo sarebbe stato reso perfetto quanto alla coscienza. Dunque il Signore aveva promesso di mandare il suo Cristo, il suo Figliuolo nel mondo proprio per questo, per compiere l’espiazione dei nostri peccati. E nella pienezza dei tempi lo ha mandato. Il nome del suo Cristo è Gesù, il Nazareno, o Gesù di Nazareth, perché fu allevato a Nazareth una città della Galilea.
Egli venne per offrire il suo sangue, per spargere il suo sangue per la remissione dei nostri peccati, ossia affinché noi fossimo purificati dai nostri peccati, ossia ancora affinché la nostra coscienza, mediante il suo sangue, fosse purificata dalle opere morte per servire all’Iddio vivente. Il sangue che Gesù Cristo ha sparso quando appunto fu immolato, perché egli fu ucciso dai Giudei, egli fu appunto ucciso dai Giudei i quali lo dettero in mano ai Romani che lo crocifissero, il suo sangue è quel sangue che è in grado di togliere i peccati. Mentre il sangue di tori e di becchi non poteva togliere i peccati, il sangue di Gesù Cristo li può togliere.
Ecco perché Giovanni il Battista, l’uomo che Dio mandò davanti al suo Cristo per preparargli la via, disse “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Gesù Cristo dunque mediante il suo sangue toglie i peccati, li toglie dalla coscienza di coloro che si ravvedono e credono in lui. Cosa significa che credono in lui? Che credono che lui è il Cristo che è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu seppellito, che risuscitò dai morti il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio.
Credendo in questo messaggio che è la buona novella ossia l’Evangelo, l’uomo ottiene la purificazione dei peccati, cioè i suoi peccati vengono tolti, cancellati. Sì cancellati perché gli vengono rimessi grazie a quello che ha compiuto Gesù Cristo sulla croce, cioè grazie al suo prezioso sangue che egli ha sparso per la remissione dei nostri peccati.
E dunque quello che dovete fare voi che siete sotto il peccato, che siete senza Cristo, senza Dio nel mondo è questo, ravvedetevi, quindi cambiate modo di pensare abbandonando i vostri pensieri malvagi, i vostri pensieri vani e credete, credete nell’Evangelo e allora sperimenterete quello che abbiamo sperimentato noi, cioè che il sangue di Gesù Cristo toglie i peccati. Il sangue di Cristo fa quello che il sangue di tori e di becchi non poteva fare sotto la legge, non poteva farlo, perché quel sangue raffigurava il sangue del Cristo di Dio.
Quindi vi annunzio in Gesù Cristo la remissione dei peccati. Sì, “Di Lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in Lui riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome”. E non solo la remissione dei peccati, ma anche la liberazione dai peccati, quindi la salvezza. L’uomo sotto il peccato è schiavo del peccato, credendo nell’Evangelo viene affrancato dal peccato, poi oltre che alla liberazione dei peccati ossia la salvezza, egli, l’uomo che crede nell’Evangelo ottiene anche la giustificazione, cioè egli viene giustificato.
Questo è qualcosa di meraviglioso, perché si adempie appunto che “il giusto vivrà per fede”, e come avvenne con Abramo, Iddio gli mette all’uomo la sua fede in conto di giustizia, in conto di giustizia.
E poi l’uomo, credendo nell’Evangelo, ottiene la vita eterna, perché “chi crede nel Figliuolo ha vita eterna”. Sappiatelo, la vita eterna è il dono di Dio che si riceve appunto per grazia mediante la fede. La Scrittura dice: “chi crede nel Figliuolo ha vita eterna”. Gesù disse: “chi crede ha vita eterna”. Quindi, chi crede nell’Evangelo ha vita eterna, quindi ha la certezza che quando morirà si dipartirà dal corpo e andrà ad abitare col Signore nel regno dei cieli. La certezza, sì, la certezza assoluta, perché d’altronde “la fede è certezza di cose che si sperano, dimostrazione di cose che non si vedono”.
Nel momento in cui crederete quindi nell’Evangelo, avrete vita eterna e quindi scamperete alle fiamme dell’inferno, perché voi siete diretti all’inferno. In quanto peccatori, in quanto persone sotto il peccato, siete dirette, siete diretti all’inferno. L’inferno è un luogo di di tormento, un luogo reale, un luogo dove scendono le anime di coloro che muoiono nei loro peccati, ma appunto vi ho detto che credendo nell’Evangelo otterrete la vita eterna e quindi sarete strappati dalle fiamme dell’inferno dove voi siete diretti, e quindi esulterete, giubilerete, glorificherete Iddio per la sua grazia, sì, perché è tutto per grazia, non è in virtù d’opere affinché nessuno si glori.
Quando voi vi ravvederete e crederete nell’Evangelo, gusterete la bontà del Signore e capirete, capirete quanto è meraviglioso il Signore, quanto veramente il Signore è misericordioso e come veramente il Signore è pronto a perdonare, egli è un Dio perdonatore, un Dio che perdona le iniquità di coloro che si ravvedono e credono nel suo Figliuolo.
Ma vi avverto, se vi rifiuterete di ravvedervi e di credere nell’Evangelo, l’ira di Dio resterà sopra di voi, non vedrete la vita e morrete nei vostri nei vostri peccati e ve ne andrete all’inferno, là c’è il fuoco, là c’è il tormento, non c’è nessun riposo, nessuna pace, nessuna gioia, all’inferno c’è il pianto e lo stridore dei denti.
Quindi io vi ho avvertiti, vi ho avvertiti, vi ho detto qual è la vostra condizione, vi ho detto cosa dovete fare per ottenere la remissione dei vostri peccati, la liberazione dei vostri peccati, la giustificazione e la vita eterna, io vi ho mostrato la via, ve l’ho mostrata, ravvedetevi e credete nell’Evangelo affinché il Signore abbia misericordia di voi.
Ricordatevi, Gesù Cristo è “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Io ti dico a te peccatore che il Signore Gesù Cristo ha tolto i miei peccati nella sua grande misericordia, e quello che ha fatto con me lo ha fatto anche con tanti altri che hanno creduto in lui. Quindi, o uomo, donna che tu sia, ravvediti e credi nella buona novella che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio il quale è morto ed è risuscitato, credi in lui e il Signore avrà misericordia di te, e allora ti ricorderai delle parole di Giovanni il Battista quando disse quel giorno: “Ecco l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Chi ha orecchi da udire, oda.
È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “L’Agnello di Dio che fu immolato” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 17 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 19 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.
Trascrizione audio:
Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate. Quando Iddio istituì la festa della Pasqua, diede dei comandamenti ben precisi al popolo per mezzo di Mosè e Aronne. Il popolo era il popolo d’Israele che era tenuto in schiavitù da centinaia di anni sotto appunto Faraone, e il Signore, siccome che aveva promesso di liberare il suo popolo, mandò appunto Mosè e Aronne per liberare il suo popolo dalle mani degli Egiziani che li avevano appunto, ridotti in servitù ,una dura servitù, un’aspra servitù, e quando il Signore mandò loro, mandò dagli Egiziani Mosè e Aronne da Faraone per parlargli, per liberare il suo popolo, Faraone, indurato da Dio, si rifiutò di lasciare partire Israele, cioè gli israeliti. Questo perché Iddio aveva decretato di colpire l’Egitto con delle piaghe. Le piaghe furono 10 e alla decima piaga Faraone, costretto appunto da Dio, lasciò andare il popolo di Israele. Ma, prima che appunto l’Egitto e gli Egiziani fossero colpiti con l’ultima piaga, che consistette appunto nell’uccisione dei primogeniti, sia degli uomini che degli animali, il Signore appunto comandò di festeggiare la Pasqua, in quello che poi sarebbe diventato il primo dei mesi dell’anno del calendario ebraico e, per festeggiare la Pasqua, il popolo doveva prendere un agnello o un capretto senza difetto, maschio, dell’anno. E il quattordicesimo giorno di quel mese tutta la raunanza d’Israele radunata, lo doveva immolare sull’imbrunire e il sangue di quell’agnello doveva essere messo sui due stipiti e sull’architrave della porta delle case dove appunto sarebbe stato mangiato. La carne, dunque, di quell’agnello doveva essere mangiata in quella notte e si doveva mangiare arrostita al fuoco eh, con pane senza lievito e con delle erbe amare. Così Dio aveva stabilito. E doveva essere mangiato con i fianchi cinti, con i calzari ai piedi e col bastone in mano. Doveva essere praticamente la Pasqua mangiata in fretta. Quella notte, infatti, il Signore aveva detto che sarebbe passato per il paese d’Egitto e avrebbe percosso ogni primogenito del paese d’Egitto, tanto degli uomini quanto degli animali, per fare in questa maniera giustizia di tutti gli dèi d’Egitto. E il sangue che sarebbe stato messo, doveva essere messo sui due stipiti e sull’architrave della porta delle case degli Israeliti, sarebbe servito di segno, e quando il Signore passando per il paese d’Egitto in quella notte, avrebbe visto il sangue, sarebbe passato oltre, e quelle case non sarebbero state colpite con la piaga appunto che Iddio aveva decretato di mandare sull’Egitto, per percuotere l’Egitto. In sostanza quel sangue avrebbe salvato quelle famiglie, infatti poi il Signore, sempre quando istituì la festa della Pasqua, disse: “Quando sarete entrati nel paese che l’Eterno vi darà conforme ha promesso osservate questo rito e quando i vostri figlioli vi diranno: “Che significa per voi questo rito?”, risponderete: Questo è il sacrificio della Pasqua in onore dell’Eterno, il quale passò oltre le case dei figlioli d’Israele in Egitto quando colpì gli Egiziani e salvò le nostre case”. Infatti, il termine Pasqua, che viene da una parola ebraica, significa passaggio, atto del passaggio, e difatti quella notte le cose accaddero come il Signore aveva detto: Egli passò per il paese d’Egitto, percosse gli Egiziani e anche Faraone uccidendo i primogeniti degli Egiziani, ma salvò gli Israeliti, salvò appunto, le loro case, perché vide il sangue dell’agnello, o del capretto, sugli stipiti e sull’architrave della porta delle case dove dimoravano gli Israeliti e così appunto che il Signore istituì la Pasqua. Ora la Pasqua che istituì il Signore in Egitto prefigurava Cristo Gesù, il Figlio di Dio, è Lui infatti la nostra Pasqua che è stata immolata nella pienezza dei tempi. Egli, infatti, è l’Agnello di Dio, che Dio ha preordinato prima della fondazione del mondo; preordinato ad essere offerto per i nostri peccati, a cagione delle nostre colpe, affinché noi fossimo liberati dai nostri peccati, fossimo liberati con il suo sangue. Ecco perché Dio Padre, nella pienezza dei tempi, ha mandato il suo unigenito Figliuolo nel mondo per salvare i peccatori, salvarli dai loro peccati. Questa salvezza, Cristo Gesù l’ha portata morendo sulla croce per i nostri peccati e risuscitando dai morti il terzo giorno a cagione della nostra giustificazione. E badate che quello che Cristo compì, Iddio lo aveva preannunziato chiaramente tramite i suoi profeti ab antico. Infatti, aveva detto che il suo Cristo sarebbe stato ucciso. Infatti, il profeta Isaia aveva detto: “Egli è stato trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità; il castigo, per cui abbiam pace, è stato su lui”. E difatti è questo quello che è avvenuto, i Giudei uccisero il Signore Gesù Cristo, adempiendo così quello che Dio aveva innanzi determinato che dovesse accadere. Dunque, Gesù il Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, poi fu seppellito, ma il terzo giorno Dio lo risuscitò dai morti secondo le Scritture. Già, perché anche in merito alla sua resurrezione, cioè alla resurrezione del Cristo, Iddio aveva preannunziato quello che sarebbe avvenuto, cioè sarebbe risuscitato. Infatti, Davide che era profeta aveva detto: “Anche la mia carne riposerà in isperanza, poiché tu non lascerai l’anima mia nell’Ades e non permetterai che il tuo Santo vegga la corruzione”. E in un altro luogo, è scritto nei Salmi, sempre in merito alla resurrezione del Cristo che sarebbe accaduta, “Tu sei il mio Figliuolo, oggi ti ho generato” e queste parole appunto concernevano la resurrezione di Cristo. E quindi Iddio aveva preannunziato che il suo Cristo non sarebbe stato lasciato nell’Ades e che la sua carne non avrebbe veduto la corruzione, e questo si è adempiuto in Gesù. E quindi vi annunziamo in Gesù la resurrezione dei morti, perché Egli è veramente risuscitato dai morti ed è risuscitato a cagione della nostra giustificazione, e dopo che risuscitò, si fece vedere dai suoi discepoli. Dunque, ecco che il Cristo, del quale avevano parlato i santi profeti ab antico, era la nostra Pasqua ed è ancora la nostra Pasqua che appunto è stata immolata. Questa, dunque, è la Buona Novella che Gesù è il Cristo di Dio e dunque, vi annunzio che nel suo nome c’è la remissione dei peccati, perché “Di Lui attestano tutti i profeti, che chiunque crede in Lui riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome”. Nel suo nome c’è la vita eterna, Egli è la vita eterna, per cui chi crede in Lui riceve la vita eterna, e ha la vita eterna. Chi crede nel Signore Gesù Cristo viene giustificato, quindi viene reso giusto e quindi riconciliato con Dio per mezzo di Cristo Gesù. Quindi io vi esorto, nel nome del Signore Gesù, a ravvedervi, a lasciare i vostri iniqui, malvagi e vani pensieri e a credere nell’Evangelo di Dio che, ve lo ripeto, è questo: Cristo è morto per i nostri peccati secondo le Scritture, fu seppellito, risuscitò al terzo giorno secondo le Scritture e apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio, con i quali Gesù parlò, mangiò, bevve, dopo la sua resurrezione quando gli apparve, ed essi appunto, testimoniarono della resurrezione del Cristo che era avvenuta. E dunque, credendo nell’Evangelo si viene liberati dai peccati, si ottiene la remissione dei peccati, si viene giustificati e si ottiene la vita eterna. E quindi, in questa maniera, chi crede nell’Evangelo viene strappato al fuoco dove è diretto in quanto peccatore. Sì, perché tu devi sapere, tu che mi ascolti, che sei senza Cristo e senza Dio nel mondo, che sei un peccatore agli occhi di Dio; sei un nemico di Dio, l’ira di Dio è sopra di te. Hai bisogno della salvezza, hai bisogno di essere salvato, e la salvezza è solamente in Cristo Gesù. Non c’è salvezza fuori di Cristo Gesù, perché “Non c’è sotto il cielo alcun altro nome che sia stato dato agli uomini, per il quale noi abbiamo ad essere salvati”, e tu in quanto peccatore appunto sei sulla via che va all’inferno. È una via spaziosa e tu la stai percorrendo, e a tua insaputa ti stai veramente, stai andando all’inferno, ma io per questo ti ho annunziato il ravvedimento e l’Evangelo, affinché tu, ravvedendoti e credendo nell’Evangelo, tu venga salvato, salvato mediante la fede, per la grazia di Dio; salvato grazie al sangue di Cristo Gesù, l’Agnello di Dio, ben preordinato prima della fondazione del mondo. Sì, grazie a quel sangue sarai salvato, nel momento in cui crederai nell’Evangelo e di quel sangue sarei cosparso, e con quel sangue sarai purificato da tutti i tuoi peccati. Tutti i tuoi peccati saranno cancellati, la tua coscienza, che è contaminata dalle opere morte, sarà purificata mediante il sangue prezioso dell’Agnello di Dio. Quindi bada bene a quello che farai, perché se ti rifiuterai di ravvederti e di credere nell’Evangelo, l’ira di Dio rimarrà sopra di te e quando morirai, quando renderai lo spirito, la tua anima scenderà nelle fiamme dell’inferno, perché l’inferno è un luogo di tormento reale dove arde il fuoco, e dove vanno le anime di coloro che muoiono nei loro peccati. Quindi ti esorto, affinché tu non muoia nei tuoi peccati ti esorto a ravvederti e a credere nell’Evangelo, io ti scongiuro veramente nel nome del Signore, da parte di Dio: ravvediti peccatore e credi, credi in colui che è l’Agnello di Dio che è stato immolato, immolato a cagione delle nostre offese ed è risuscitato, il terzo giorno, a cagione della nostra giustificazione. Ravvediti e credi nel Signore Gesù Cristo, l’Agnello di Dio che fu immolato. Chi ha orecchi da udire oda.
È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “Il prezioso sangue di Cristo” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 16 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 18 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.
Trascrizione audio:
Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, ebrei e gentili, ascoltate. Il Creatore di tutte le cose, sia quelle visibili che quelle invisibili, diede migliaia di anni fa, al popolo d’Israele la sua legge, e secondo questa legge, una volta all’anno, precisamente nel giorno dell’espiazione, che in ebraico si dice Yom kippur, il sommo sacerdote doveva seguire un rituale ben preciso, ben regolato dal Signore Iddio e con questo rituale veniva fatta l’espiazione per gli israeliti, al fine di purificarli dai loro peccati davanti a Dio. In questo rituale dovevano essere scannati, o uccisi, degli animali e il sangue di questi animali doveva essere portato in un luogo che era il Luogo Santissimo, che praticamente faceva parte di un tabernacolo dove c’era sia il Luogo Santo che il Luogo Santissimo, e questi due luoghi erano due luoghi separati da un velo, da una cortina, e il sommo sacerdote doveva entrare nel Luogo Santissimo col sangue degli animali e ne doveva fare l’aspersione col dito, cioè doveva aspergere col dito il propiziatorio, dal lato d’oriente e doveva fare sette volte l’aspersione del sangue col dito, davanti al propiziatorio che era posto nel Luogo Santissimo; e quel sangue quindi doveva servire per fare l’espiazione. Perché il sangue? Perché il sangue è la vita di ogni carne; per questo il Signore decretò di usarlo per fare l’espiazione per tutti i peccati degli Israeliti. Ma quel sangue di animali non poteva rendere perfetti, quanto alla coscienza, gli Israeliti. Perché? Perché è impossibile che il sangue di tori e di becchi, dice la Scrittura, tolga i peccati. Ecco dunque, perché gli Israeliti avevano ancora coscienza delle opere morte, quel sangue di animali prefigurava infatti il prezioso sangue del Cristo di Dio, che sarebbe venuto nel mondo nella pienezza dei tempi, per compiere l’espiazione dei nostri peccati, appunto spargendo il suo sangue. E dunque solamente mediante il sangue del Cristo di Dio, cioè dell’Unto di Dio, sarebbe sopraggiunta la purificazione della coscienza dalle opere morte, e dunque il Cristo di Dio doveva venire nel mondo per compiere la purificazione dei peccati. Iddio predisse infatti che il suo Cristo sarebbe venuto e sarebbe stato “trafitto a motivo delle nostre trasgressioni, fiaccato a motivo delle nostre iniquità”, egli infatti, si sarebbe caricato dei nostri peccati, li avrebbe portati, in altre parole, nel suo corpo. Questo è quanto Dio aveva preannunziato di fare in merito al suo Cristo, e nella pienezza dei tempi Dio ha mandato il suo Cristo nel mondo, e il nome del suo Unto è Gesù. Egli è il Cristo di Dio che è venuto nel mondo, come dice la Sacra Scrittura, per essere il Salvatore del mondo, per essere la propiziazione per i nostri peccati. Egli dunque, è venuto per salvare i peccatori con il suo prezioso sangue. E difatti, io che vi parlo vi attesto che il Signore Gesù Cristo mi ha salvato, mi ha liberato dai miei peccati con il suo prezioso sangue, come anche vi attesto che il prezioso sangue di Cristo Gesù ha purificato la mia coscienza dalle opere morte, cioè dai peccati, e tutto questo per la grazia di Dio, mediante la fede nel Signore Gesù Cristo. Dunque la venuta dell’Unto di Dio in questo mondo era indispensabile al fine di provvedere la purificazione dai peccati. Ora, Gesù nacque senza peccato perché fu generato dallo Spirito Santo, visse senza commettere alcun peccato benché fu tentato in ogni cosa come noi, però non peccò e al tempo stabilito da Dio fu ucciso dai Giudei. Egli che non aveva conosciuto peccato fu ucciso dai Giudei, i quali lo dettero in mano a Ponzio Pilato, il governatore della Giudea, il quale dietro l’insistente richiesta del popolo, sentenziò che Gesù doveva essere crocifisso come chiedeva il popolo, che gridava: “sia crocifisso, sia crocifisso”. Eppure, Gesù non aveva fatto nulla che fosse degno di morte, ma si dovevano adempiere le parole dei profeti secondo le quali Egli doveva morire per i nostri peccati. Lui, il Giusto, il Santo, il Principe della vita, doveva morire per i nostri peccati, per compiere l’espiazione di tutti i nostri peccati mediante il suo sangue prezioso, egli dunque fu crocifisso e dopo che spirò, il suo corpo fu posto in una tomba, in un sepolcro, ma il terzo giorno Dio lo risuscitò dai morti e dopo essere risuscitato dai morti si fece vedere dai suoi discepoli per diversi giorni. Dunque, sappiate che per mezzo di Lui vi annunzio la remissione dei peccati, nonché la liberazione dai peccati; credendo in Lui si ottiene la remissione dei peccati, la purificazione dai peccati, come anche la liberazione dai peccati. Egli, cioè Gesù Cristo è il Salvatore del mondo, Egli è colui che sparse il suo sangue per la remissione dei nostri peccati, quindi voi che mi ascoltate, che siete sotto il peccato, sappiate questo: voi avete peccato, avete accumulato tanti, tanti, tanti peccati davanti al Signore perché avete trasgredito la sua legge, infatti il peccato è la trasgressione della legge. Ma sappiate questo: presso il Signore c’è abbondanza di redenzione, il Signore è pronto a perdonare, ma affinché voi possiate essere redenti e perdonati, dovete ravvedervi e credere nel suo Cristo, cioè Gesù. Dovete credere in altre parole, che Egli è morto sulla croce per i nostri peccati secondo le Scritture, che fu seppellito, che risuscitò dai morti il terzo giorno secondo le Scritture e che apparve ai suoi discepoli. Credendo in ciò, che è appunto l’Evangelo, otterrete la remissione di tutti i vostri peccati, che saranno cancellati, la vostra coscienza sarà purificata mediante il sangue di Gesù Cristo e otterrete la liberazione dai vostri peccati per cui smetterete di essere schiavi del peccato. Quindi qualcuno dirà “Ma allora è tutto per grazia?” Sì, è tutto per grazia, non potete comprare né la remissione dei vostri peccati e neppure la liberazione dai vostri peccati, non la potete meritare perché siete dei peccatori, l’ira di Dio è sopra di voi, siete sulla via della perdizione, voi meritate solamente l’inferno; sì meritate di andare all’inferno, dove peraltro siete diretti, perché voi siete sulla via della perdizione, ecco quello che meritate, di andare all’inferno, che è un luogo di tormento dove c’è il fuoco. Ma vi ripeto, presso Iddio c’è abbondanza di redenzione e la redenzione è soltanto in Gesù Cristo, perché Lui è il redentore che Dio mandò nel mondo. Dunque, ravvedetevi e credete nel Signore Gesù Cristo per ottenere la remissione dei vostri peccati e la liberazione dai vostri peccati. E sappiate che credendo in Lui otterrete anche la vita eterna, quindi avrete la certezza che quando morirete, se morirete nella fede, andrete ad abitare con il Signore. Chi crede nel Signore infatti ha vita eterna, ma io vi avverto: se vi rifiutate di ravvedervi, di credere nel Signore Gesù Cristo, l’ira di Dio resterà sopra di voi, quindi rimarrete nemici di Dio e quando morirete, morirete nei vostri peccati e ve ne andrete all’inferno. Quindi, considerate quello che ha fatto Gesù che è chiamato Cristo, Egli sparse il suo prezioso sangue per la purificazione dei nostri peccati, chi crede in Lui riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome. E dunque, per l’ennesima volta vi esorto a ravvedervi e a credere in Lui, cioè in Gesù il Cristo di Dio. Chi ha orecchi da udire, oda!