[Audio Streaming] Porte Aperte intervista Semsa Aydin, moglie di Necati Aydin, martire cristiano

Il 18 aprile 2007 è avvenuta una cosa grave in Turchia, sono stati uccisi alcuni ex musulmani convertiti al Cristianesimo. In quello che può essere descritto come un attacco orribile contro la piccola comunità cristiana della Turchia, cinque giovani di età compresa fra i 19 e i 20 anni hanno ucciso tre credenti. Due di loro erano ex musulmani convertiti al Cristianesimo e lavoravano per una casa editrice cristiana. Una delle vittime, Necati Aydin, di 35 anni, era inoltre il pastore di una piccola chiesa. La vedova di Necati Aydin ha percorso migliaia di chilometri per andare negli Stati Uniti a raccontare la sua storia in occasione della domenica di preghiera per la Chiesa Perseguitata. In quella occasione abbiamo potuto parlare con lei.

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Fonte: Porte Aperte Italia

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Turchia: Strage di Malatya contro cristiani, scandalo al processo

Uno dei killer: “Mi avevano promesso protezione dello Stato”

Istanbul, 17 ott. (Apcom) – (Apcom-Nuova Europa) – Continua fra i colpi di scena il processo sulla strage di Malatya; la mente degli omicidi di 3 cristiani ha affermato che gli era stata promessa “protezione dallo Stato”. Il 18 aprile 2007 Necati Aydin, Ugur Yueksel e Tilman Ekkehart, tre cristiani presbiteriani, due turchi e uno tedesco, furono sgozzati dopo essere stati torturati per ore nella sede della Casa editrice Zirve – a Malatya appunto – autorizzata a stampare la Bibbia e altri testi afferenti al Cristianesimo.

Gli autori del delitto furono quattro giovani, Hamit Ceker, Abuzer Yildirim, Cuma Ozdemir e Salih Gurler, tutti con meno di 22 anni, capeggiati da Emre Gunaydin, che dopo cercò una via di fuga gettandosi dalla finestra e che è sempre stato considerato la mente della strage.

Ebbene proprio da Gunaydin è arrivato l’ennesimo colpo di scena. Interrogato durante la dodicesima udienza del processo Gunaydin ha detto che un uomo chiamato Varol Bulent gli aveva offerto protezione da parte dello Stato in cambio del delitto. “Mi aveva promesso che sarei stato protetto – ha detto Gunaydin – dovreste interrogare anche lui”.

Secondo la ricostruzione di alcuni quotidiani turchi, dietro il nome Varol Bulent, si nasconde un membro dell’organizzazione ultra nazionalista Ergenekon, che andrà a processo la settimana prossima e che è accusata di aver insanguinato il Paese per 10 anni, mettendo in campo una vera e propria strategia della tensione, volta a destabilizzare anche il governo islamico-moderato guidato da Recep Tayyip Erdogan.

Stando alla testimonianza di Gunaydin, Bulent avrebbe parlato con lui diverse volte dell’attività dei tre missionari, che, secondo lui, era finalizzata a “distruggere l’unità nazionale”. Bulent avrebbe anche detto che le tre vittime del massacro agivano coordinandosi con il Pkk, il Partito dei lavoratori del Kurdistan.

Secondo il quotidiano Zaman, Bulent è già stato interrogato dai magistrati e avrebbe smentito di aver promesso a Gunaydin protezione, confermando però i suoi sospetti sull’attività dei tre presbiteriani.

Fonte: Virgilio Notizie

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Turchia: Protestanti chiedono protezione

L’Unione Turca delle Chiese Protestanti (UTCP) ha chiesto un più efficace intervento delle autorità per prevenire gli attacchi contro gli evangelici e punire i colpevoli. Secondo l’UTCP la polizia turca non condurrebbe indagini approfondite dopo gli attacchi e non prenderebbe sul serio il pericolo di attentati contro obiettivi protestanti. In una lettera inviata al primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan e resa pubblica dal quotidiano turco ”Sabah“, l’UTCP accusa le autorità di polizia di non compiere gli sforzi necessari per assicurare i colpevoli alla giustizia e di rilasciare troppo facilmente o dietro il pagamento di cauzioni troppo lievi, i sospettati.
Dopo l’uccisione di tre cristiani evangelici a Malatya, lo scorso anno, c’è stata in Turchia una vera e propria ondata di attacchi contro chiese evangeliche e persone di fede protestante, afferma l’Unione delle Chiese Protestanti. Il quotidiano “Sabah” ha pubblicato una cartina della Turchia sulla quale segnala trenta località dove sono avvenuti attacchi contro protestanti. Nella località di Samsun, sulla costa del Mar Nero, ci sono stati nove attentati. Ad Antalya, sul Mediterraneo, gli attacchi sono stati sette.
Nell’aprile del 2007, a Malatya, in occasione di un attentato contro una piccola casa editrice evangelica, sono stati uccisi un 46enne tedesco e due turchi convertiti al protestantesimo. I tre sono stati legati e torturati prima di essere uccisi a colpi di coltello. L’omicidio dei tre aveva suscitato viva commozione nel mondo intero. La polizia ha arrestato cinque persone, sospettate di avere commesso l’orribile delitto. Attualmente è in corso il processo contro di loro.
L’Unione delle Chiese Protestanti riunisce, in base alle sue dichiarazioni, una cinquantina di comunità e circa 3000 credenti, in maggioranza turchi convertiti al protestantesimo.

Fonte: Voce Evangelica /dpa

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Turchia: Pastore protestante accusato di aver “insultato Maometto”

Turchia –  Protestante sotto accusa: «Ha insultato Maometto»

Il pastore è stato convocato dai giudici che gli hanno contestato tre denunce da parte di un anonimo delatore, la cui carta d’identità era falsa

DI LORENZO FAZZINI
Un pastore protestante turco è stato accusato di «insultare Maometto » e rischia di essere trascinato in giudizio dopo aver subito una denuncia al tribunale di Samsun, città nel nord della Turchia. Orhan Piçaklar, pastore della Agape Protestant Church, è stato convocato nei giorni scorsi dai giudici che gli hanno contestato tre denunce da parte di un soggetto anonimo, la cui carta d’identità è risultata falsa. L’accusatore del religioso protestante – che ho consegnato alcune fotografie scattate all’interno della chiesa – ha dichiarato che il reverendo ha «insultato Maometto», «amministrato un matrimonio in Chiesa» e «insultato la polizia». Il reverendo ha respinto le accuse affermando che il Vangelo comanda ai cristiani di rispettare tutte le persone; inoltre, ha dichiarato di non aver amministrato nessun matrimonio ma solo di aver benedetto una coppia sposata. A gennaio dello scorso anno Picaklar aveva ricevuto via e-mail diverse minacce di morte da parte della “Brigata della Vendetta Turca”. Nello stesso periodo la chiesa protestante di Samsun aveva subito un attacco vandalico. In Turchia, negli ultimi anni, si sono verificati diversi atti di violenza contro la minoranza cristiana (120mila persone, pari allo 0,2% della popolazione): a dicembre scorso un frate italiano, padre Adriano Franchini, è stato accoltellato a Samsun; nell’aprile del 2007 quattro protestanti sono stati assassinati a Malatya; nel febbraio 2006 a Trabzon è stato ucciso il sacerdote italiano don Andrea Santoro.
Da tempo si vanno intensificando le preoccupazioni. Monsignor Luigi Padovese, vicario apostolico dell’Anatolia, in una recente intervista ha denunciato che «vi sono delle resistenze di tipo nazionalistico al cristianesimo. Non parlerei tanto di fondamentalismo islamico, quanto piuttosto di gruppi che vedono il cristianesimo come un corpo estraneo ed hanno una tendenza anche xenofoba».

Fonte: Avvenire.it – 20.06.2008

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