Progetto: “Il futuro di Babilonia”

babilonia-ischtar-torIl World Monuments Fund sta per lanciare un progetto con l’Iraq per preservare l’antica città di Babilonia, dove il re Nebuchadnezzar II (630-562 a.C.) costruì i suoi giardini pensili, una delle Sette Meraviglie del Mondo.

Il gruppo non-profit con sede a New York, che preserva i siti architettonici e culturali, collaborerà con lo State Board of Antiquities and Heritage dell’Iraq per sviluppare un piano generale per promuovere la conservazione e il turismo nella città, situata a circa 90 km sud di Bagdad sulla costa est dell’Eufrate.

Il Presidente del World Monuments, Bonnie Burnham, ha dichiarato in una intervista che in futuro il turismo sarà uno degli strumenti per lo sviluppo economico in Iraq, e si teme che Babilonia possa essere danneggiata da uno sviluppo non controllato. Non è stata mai tracciata una carta della città e ci sono stati dei cambiamenti evidenti.

Holly Evarts, la portavoce del World Monuments Fund, ha comunicato in un’intervista che il Dipartimento di Stato degli USA ha donato circa 700.000 $ per il progetto denominato “Il futuro di Babilonia”. L’organizzazione sta ora cercando ulteriori finanziamenti da altri enti.

L’ambasciatore Samir Sumaida’ie ha dichiarato che il patrimonio culturale iracheno è patrimonio di tutta l’umanità.

L’antica città, fondata intorno al diciottesimo secolo a.C., ha subito danni negli anni recenti dai tentativi di Saddam Hussein di renderla un’attrazione turistica, dai saccheggi dopo l’invasione guidata dagli Stati Uniti e dopo essere stata usata come base militare durante la guerra in Iraq.

La seconda fase del progetto del World Monuments Fund riguarda l’assistenza per un decennio alla città. Nell’ottobre 2003 il fondo collaborò con il Getty Conservation Institute per dare avvio all’Iniziativa di Conservazione del Patrimonio Culturale Iracheno destinato ai musei e ai siti archeologici e storici in Iraq.

Istituito nel 1965, il fondo si è impegnato nella conservazione di circa 500 siti storici in 90 paesi nel mondo e ha classificato la nazione dell’Iraq come uno dei 100 luoghi più a rischio nel 2006 e nel 2008.

Altri siti in Iraq rientrano in progetti di restauro garantiti dal fondo, che comprendono l’antica regione di Sumer e siti connessi alle culture babilonese, assira e persiana.

Quest’anno sarà avviato un corso per la formazione di specialisti in antichità, che saranno istruiti su tecniche moderne di valutazione e restauro dei siti. Si vuole nello stesso tempo creare un archivio nazionale per il rilevamento e il controllo delle migliaia di siti archeologici diffusi nella nazione.

Adattamento : R.P.

Fonte: SBF Taccuino / Patrick Cole, Bloomberg.com

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Presentazione di una tavoletta cuneiforme a Gerusalemme

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di Yael Ancri

Nell’ambito delle celebrazioni di Tu BiShvat, il Museo dei Paesi della Bibbia a Gerusalemme presenta una tavoletta cuneiforme vecchia di 4.000 anni che permette di apprendere molto sulle credenze e sulle pratiche religiose babilonesi.

La grande tavoletta cuneiforme è esposta nel cuore della Galleria dei Patriarchi del museo. Secondo gli scienziati, essa rivela le origini del calendario ebraico che deriva dall’antica Babilonia. La tavoletta permette di scoprire le pratiche religiose dei Babilonesi all’epoca di Avraham Avinu.

Secondo il Dr. Elie Borowski, fondatore del museo, questa tavoletta sarebbe “il più importante documento e tesoro storico che permette di comprendere il calendario ebraico, così come la storia antica della culla dell’umanità”.

La tavoletta descrive la routine dei templi della città di Larsa nel mese di Shabatu, 4.000 anni fa. E’ l’unico testo conosciuto che descrive tali pratiche. Larsa, che è oggi la città di Tell Senkere in Iraq, era una città della Mesopotamia, capitale di un regno amorreo e vicina a Ur Kasdim.

Su più di 630 righe, la tavoletta descrive i riti che avevano luogo nei templi mesopotamici durante il mese di Shabatu, che corrisponde al mese ebraico di Shevat, l’11esimo mese del calendario.

Il museo dei Paesi della Bibbia a Gerusalemme è aperto:

Ogni domenica, lunedì, martedì e giovedì dalle 9:30 alle 17:30.

Il mercoledì dalle 9:30 alle 21:30.

Il venerdì e le vigilie di feste dalle 9:30 alle 14:00.

E’ chiuso il Sabato e nei giorni di festa.

Fonte: actu.co.il

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Scrivi una nota di incoraggiamento ai cristiani in Iraq

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Sul sito di “Porte Aperte USA” c’è la possibilità di scrivere un messaggio (in inglese) per i nostri fratelli e sorelle in Iraq che soffrono persecuzioni a motivo della fede. Fai clic qui per andare alla pagina dove scrivere le parole che saranno di consolazione ai cristiani che soffrono in Iraq.

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Iraq – Chiese cristiane statunitensi contro la guerra

“La guerra in Iraq è stata un errore disastroso e per questo vi si deve porre termine: il messaggio negli ultimi cinque anni è stato più volte ripetuto, ma è stato sistematicamente ignorato. Lo ha ricordato il pastore Michael Kinnamon, segretario generale del Consiglio nazionale delle chiese cristiane degli Stati Uniti (Ncccusa) citato, in occasione del quinto anniversario della guerra in Iraq, dall’ultimo numero del notiziario internazionale del Servizio informazione religiosa (Sir). Parlando a nome delle 35 chiese anglicane, ortodosse e protestanti che compongono il Consiglio nazionale, Kinnamon ha evidenziato come il conflitto, giustificato con la necessità di rendere più sicuri gli Stati Uniti, abbia invece prodotto una nuova generazione di terroristi facendo così dell’America un luogo meno sicuro di prima. “L’unica vera sicurezza – ha detto – è quella che possiamo costruire insieme agli altri”. Il quinto anniversario dello scoppio della guerra in Iraq è stato ricordato anche dalla chiesa metodista inglese. “Il conflitto iracheno ha avuto in termini di vite umane un costo molto più alto di quello immaginato” ha sottolineato Anthea Cox, coordinatrice del Dipartimento per la vita pubblica e la giustizia sociale dei metodisti inglesi, esprimendo vicinanza e preoccupazione per i cristiani in Iraq, anche in relazione alla vicenda dell’arcivescovo Rahho di Mosul: “Il suo rapimento e la sua tragica morte illustrano il grande pericolo a cui sono oggi esposti tanto i cristiani quanto le altre comunità di minoranza in Iraq”. [CO]

Fonte: Misna

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Degli evangelici americani firmano una dichiarazione di pentimento per la guerra in Iraq

In occasione del quinto anniversario dell’inizio della guerra in Iraq, il prossimo 19 marzo, dei leader dell’ambiente evangelico americano hanno organizzato una dichiarazione pubblica di pentimento. Essa ha come scopo quello di dimostrare che i cristiani credono che questa guerra sia un peccato. Sono già state raccolte più di 20.000 firme.

Fonte: Christianisme Aujourd’hui – riprodotto con autorizzazione

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