Anglicanesimo e Massoneria

anglicani-massoneriaI fatti risalgono a settembre 2013 e sono estremamente inquietanti. Nella famosa Cattedrale di Canterbury (Inghilterra), che appartiene alla Chiesa d’Inghilterra, si sono radunati circa 1000 massoni, le loro famiglie e amici per un culto per celebrare il bicentenario della Massoneria dell’Arco Reale.
Fonte: Freemasonrytoday.com

Questa è l’ennesima prova della forte unione che esiste tra l’Anglicanesimo e la Massoneria, che dura da alcuni secoli, ossia da quando è nata la massoneria moderna nel 1717.

Fratelli, guardate che la maggior parte delle Chiese Evangeliche sono alleate con la Massoneria, il che spiega il forte disprezzo e odio che queste Chiese nutrono verso di noi che riproviamo e confutiamo la Massoneria.

Chi ha orecchi da udire, oda

Giacinto Butindaro

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Aveva 56mila foto hard Prete sotto processo in Galles

Un sacerdote anglicano è finito sotto processo a Cardiff perchè nel corso degli anni si è fatto un’enorme collezione di foto pedo-pornografiche, scattate da lui stesso o scaricate da Internet. Cinquantanove anni, vicario di una parrocchia nella campagna del Galles fino al gennaio scorso quando è stato scoperto, il reverendo Richard Hart ha ammesso oggi in aula di aver raccolto 56.000 immagini di bambini in pose più o meno oscene che sono state ritrovate sul suo computer. Il prete, sospeso ‘a divinis’ dalla chiesa anglicana gallese che si dice «profondamente rattristata e scioccata» dalla vicenda, è attualmente in carcere e il tribunale ha fissato per il 25 settembre l’annuncio della pena che gli sarà inflitta.
Tramite un avvocato, Hart ha fatto sapere che non ha presentato domanda di libertà provvisoria perchè gli sembra giusto pagare con la prigione. Secondo i capi d’accusa il sacerdote – sposato ad una donna di quarant’anni – ha incominciato a mettere su Internet la sua collezione pedo-pornografica nel 1991. Nelle prossime settimane una commissione disciplinare anglicana deciderà se ridurre per sempre il reverendo Hart allo stato laicale.

Fonte: Leggo Online

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Anglicani: si’ chiesa d’Inghilterra a donne vescovo

LONDRA – La Chiesa d’Inghilterra ha ieri sera deciso di autorizzare l’ordinazione di donne vescovo nonostante la forte opposizione dell’ala tradizionalista. Secondo i ‘media’ britannici, il Sinodo generale, l’organo di governo della chiesa madre della Comunità anglicana, ha votato a favore del rivoluzionario progetto in un clima di grande emotività e confusione. Stando alla BBC, il Sinodo, riunito a York, ha comunque accettato di adottare “non meglio precisate misure” per andare incontro all’ala tradizionalista.

Alla vigilia si era parlato della nomina di ‘super-vescovi’ di sesso maschile cui potessero fare riferimento quella parte di clero e quei fedeli che non vorranno riconoscere le donne. Secondo il sito Internet del ‘Times’, tuttavia, questa proposta è stata bocciata di stretta misura.Prima del Sinodo, circa 1.300 esponenti del clero avevano minacciato di abbandonare la Chiesa di Inghilterra in caso di adozione di decisioni del tutto contrarie alla linea dell’ortodossia.

Il dibatto – accesissimo – si è protratto per oltre sei ore, con uno dei vescovi che a un certo punto della discussione è scoppiato in lacrime.

Secondo la BBC, oltre all’ipotesi dei super-vescovi è stata bocciata anche l’idea di dare vita a nuove diocesi per le parrocchie ‘dominate’ dagli oppositori.

Al voto hanno partecipato le tre ‘camere’ del Sinodo, i laici, i vescovi e il clero. Tutte hanno votato a favore della consacrazione vescovile delle donne sacerdote.

L’arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams, nel corso del dibattito ha detto di essere decisamente a favore del compromesso ma ha messo in chiaro che non avrebbe accettato soluzioni che potessero essere lette come una “umiliazione” per le donne.

Gerry O’Brian, uno dei tradizionalisti più accesi, ha paragonato l’accesso delle donne al seggio vescovile alla decisione della Chiesa episcopale americana, che ha recentemente nominato vescovo Gene Robinson, un gay dichiarato. O’Brian è stato però sommersi dai fischi.

Il Sinodo aveva già detto sì in linea di massima tre anni fa alla consacrazione vescovile delle donne. Il pacchetto di misure di salvaguardia che è stato preannunciato dovrebbe servire a evitare che i tradizionalisti – molto vicini al mondo cattolico, tanto da essere chiamati ‘anglo-catholic’ – decidano per lo scisma non potendo tollerare una novità a loro giudizio ‘eretica’, contraria alla lettera e allo spirito del Vangelo.

Nel 1994, quando ha dato via libera all’ordinazione sacerdotale delle donne, la Chiesa anglicana ha perso circa 500 membri del clero passati quasi tutti al campo ‘papista’. Per la consacrazione vescovile delle donne l’emorragia potrebbe essere anche più profonda. Si parla di circa 1.300 sacerdoti pronti ad andarsene dalla Chiesa d’Inghilterra.

Fonte: SwissInfo / SDA-ATS

Nella foto: Un vescovo scoppia in lacrime (Telegraph)

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Due preti anglicani gay sposi in chiesa a Londra Vescovi tradizionalisti in rivolta, si rischia scisma

LONDRA (15 giugno) – Nozze senza precedenti in una antica chiesa di Londra: due sacerdoti anglicani gay si sono uniti con solennità in matrimonio sanzionando così davanti a Dio un “partenariato civile” che poco prima avevano registrato in municipio. Le “nozze” tra i reverendi Peter Cowell e David Lord – celebrate a St Bartholomew the Great, una delle più famose chiese d’Inghilterra con novecento anni di vita alle spalle e nota anche perché ripresa nel film Quattro Matrimoni e Un Funerale – risalgono al 31 maggio scorso ma la notizia è trapelata soltanto oggi. Il parroco di St Bartholomew, Martin Dudley, ha officiato il rito e nel tentativo di minimizzarne la portata lo ha definito «una semplice benedizione».

I vescovi tradizionalisti però sono insorti con parole di fuoco, hanno gridato al sacrilegio e hanno chiesto all’arcivescovo di Canterbury di intervenire se non vuole che la Chiesa Anglicana – già profondamente lacerata sulla status da assegnare al clero gay – vada alla disintegrazione. Secondo il domenicale Sunday Telegraph quella alla chiesa di St Bartholomew the Great non è stato affatto una «semplice benedizione» come vuole il parroco, ma una vera e propria cerimonia nuziale: i due sacerdoti gay si sono scambiati gli anelli, hanno fatto la comunione, hanno ascoltato le letture evangeliche previste dalla liturgia matrimoniale, hanno cantato gli inni e promesso di vivere assieme «till death us do part» e cioè fino alla morte. Non mancavano nemmeno i testimoni, le damigelle e la torta (a dieci piani). La cerimonia è significativamente finita sulle note della celeberrima marcia nuziale di Mendelssohn.

Tra lo scandalo dei fedeli benpensanti qualcosa di simile era già stato fatto alla chetichella in qualche chiesa anglicana retta da parroci ‘liberal’ per coppie omosessuali laiche, ma a St Bartholomew il mese scorso si è fatta storia perché non era ancora mai capitato che gli “sposi” fossero due preti.

Il reverendo Michael Scott-Joynt, arcivescovo di Winchester e tra i capofila del fronte tradizionalista, ha condannato l’evento che a suo giudizio «va contro le direttive della Chiesa e inasprisce le divisioni all’interno della Comunione Anglicana». Ancora più duro ed esplicito il reverendo Henry Orombi, vescovo anglicano dell’Uganda: ha tuonato contro una cerimonia «blasfema» e ha chiesto l’intervento disciplinare dell’arcivescovo di Canterbury – primate della Comunione Anglicana, forte di ottanta milioni di fedeli sparsi per il mondo – avvertendo che si rischia la «disintegrazione» se non si ritorna alla «dottrina tradizionale». Sono soprattutto le chiese anglicane d’Asia e d’Africa, che hanno già mal digerito l’ordinazione sacerdotale delle donne, ad opporsi all’idea di dare piena cittadinanza al clero gay e a minacciare la scissione.

Fonte: Il Messaggero

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