Gesù un giorno, entrato nel tempio, vi trovò coloro che vendevano buoi, pecore e colombi e i cambiamonete seduti. Egli allora fece una sferza di cordicelle e cacciò via dal tempio le pecore e i buoi, e rovesciò le tavole dei cambiamonete. E a coloro che vendevano i colombi disse: ‘Portate via di qui queste cose, non fate della casa del Padre mio una casa di mercato’ (cfr. Giov. 2:14-16). I suoi discepoli allora, nel vedere quello che aveva fatto Gesù, “si ricordarono che sta scritto: Lo zelo della tua casa mi consuma” (Giov. 2:17). Gesù dunque non rimase indifferente dinnanzi al mercanteggiare che vide nel tempio di Dio situato in Gerusalemme ma reagì con forza per purificarlo.
Oggi invece, molti credenti dinnanzi al mercanteggiare così diffuso in seno alla Chiesa di Dio rimangono indifferenti non rendendosi conto che il commercio delle cose di Dio costituisce uno scandalo, un comportamento che non si addice ai santi, condannato dalla sacra Scrittura. Quale differenza dalla reazione di Cristo!