Dice Paolo ai santi di Roma: “Ma ora, essendo stati affrancati dal peccato e fatti servi a Dio, voi avete per frutto la vostra santificazione, e per fine la vita eterna” (Rom. 6:22).
Quel ‘ma ora, essendo stati affrancati’ sta ad indicare chiaramente che c’è stato un tempo nella nostra vita in cui il nostro frutto non era la santificazione e il nostro fine non era la vita eterna; e che questo tempo è terminato da che siamo stati affrancati dalla schiavitù del peccato cioè da quando abbiamo creduto nel Signore Gesù Cristo. D’altronde, che frutti di giustizia potevamo portare a Dio in quel tempo quando eravamo ribelli e schiavi di ogni sorta di concupiscenze (cfr. Ef. 2:2-3)? Che speranza di una vita futura potevamo avere in quel tempo essendo senza speranza nel mondo (cfr. Ef. 2:12)? Ma grazie siano rese a Dio per averci liberato dalle passioni peccaminose che ci dominavano e averci reso suoi servi, e per averci dato nella sua grazia una speranza, “una buona speranza” (2 Tess. 2:16) come la chiama Paolo.
Vorrei soffermarmi ora sul ‘frutto’ e sul ‘fine’ della nostra fede.
Il frutto che noi dobbiamo portare nella nostra vita (alla gloria di Dio) è la santificazione, frutto che possiamo portare solo osservando i comandamenti di Dio. Comandamenti che sono sia ‘positivi’ che ‘negativi’ (dove per positivi si intendono i ‘noi dobbiamo… ‘, e per negativi i ‘noi non dobbiamo….’) e che sono trascritti nella Parola di Dio. E’ così importante portare questo frutto che la Scrittura dice che senza la santificazione “nessuno vedrà il Signore” (Ebr. 12:14). Badiamo dunque bene a noi stessi e studiamoci di servire con le nostre membra sempre la giustizia e di non metterci di nuovo a servire le immonde concupiscenze della carne, altrimenti non vedremo il Signore.
Il fine che noi ora abbiamo è la vita eterna e questo perché in Cristo abbiamo la promessa della vita eterna (cfr. 1 Giov. 2:25), o come è anche chiamata in un altro luogo la promessa della vita a venire (cfr. 1 Tim. 4:8), promessa di cui otterremo l’adempimento se persevereremo nella fede fino alla fine. Quando moriremo dunque, se moriremo con il Signore, andremo ad abitare con lui in cielo; e a suo tempo poi, risorgeremo con un corpo immortale. Se invece rinnegheremo il Signore, quando moriremo andremo in perdizione e a suo tempo risorgeremo in resurrezione di giudizio per essere giudicati e condannati ad una eterna infamia.