di MARILÙ MUSTO
Casal di Principe. Una località segreta, mantenuta tale dal muro di silenzi alzato da una comunità ecclesiastica, ma i guai giudiziari nei quali don Marco Cerullo si è cacciato per una storia di presunti abusi su un suo alunno, potrebbero raggiungerlo anche lì, nel luogo segreto in cui il viceparroco sconta gli arresti domiciliari circondato da sacerdoti che hanno offerto di ospitarlo. Perché dopo quasi due mesi dal suo arresto il pm della procura di Santa Maria Capua Vetere Antonio Ricci sta per avanzare la richiesta di incidente probatorio. Non potrebbe fare altrimenti. È previsto infatti che per i delitti sessuali o a sfondo sessuale il pubblico ministero o la persona sottoposta alle indagini debbano chiedere che si proceda con incidente probatorio all’assunzione della testimonianza di persona minorenne. Il legale della famiglia dell’alunno, Costantino Puocci, aveva avanzato l’istanza il 24 dicembre del 2007, ma il pm ha ritenuto opportuno valutare prima lo stato psicologico della vittima. Un passo prudente e graduale prima di acquisire tutte le prove di una triste e spiacevole verità. Diversa la posizione dell’avvocato Carmine Ucciero, legale di don Marco che non ha escluso che dopo aver ricevuto gli atti inviati al Riesame possa chiedere il rito abbreviato. Ciò comporterebbe l’ammissione di colpa di don Marco che davanti ai carabinieri che lo avevano colto in flagranza di reato il 19 dicembre scorso, aveva ammesso l’abuso scoppiando in lacrime, ma ascoltato dal gip aveva ritratto dicendo che il suo «era solo un abbraccio affettuoso». Quegli abbracci, altri abbracci di don Marco ad altri alunni o ragazzi della parrocchia, i militari di Casal Di Principe hanno smesso di cercarli. Le perquisizioni in chiesa e in alloggio hanno dato esito negativo e con esso sono svanite anche le speranze che ulteriori denunce potessero giungere in caserma. Un altro muro alzato da sfondare, anche questo fatto di silenzi. In caso di rito abbreviato l’ex viceparroco potrebbe ottenere lo sconto della pena di un terzo, pena che va da un minimo di sei ad un massimo di dodici anni di reclusione; con le attenuanti generiche prevalenti il minimo potrebbe scendere a cinque anni. Anni durante i quali don Marco potrebbe anche non vedere mai le grate del carcere. Il fascicolo degli atti, con il rito abbreviato, potrebbe passare nelle mani di Francesco Chiaromonte. La vicenda giudiziaria e le ipotesi sullo sviluppo del caso s’intrecciano con la sorte della parrocchia del Santissimo Salvatore di Casal Di Principe. Perché da circa due mesi la chiesa non ha un viceparroco, ma è retta da don Carlo Aversano, rimasto solo e ancora addolorato per quanto accaduto. Sarebbe stato invece sostituito l’insegnate di religione cattolica nella scuola media ed elementare di Villa Literno. Dal plesso scolastico l’alunno, senza l’autorizzazione dei genitori, non sarebbe dovuto uscire, perché il permesso ratificato dal vicedirigente aveva accordato solo lo spostamento da un’aula all’altra per realizzare il «progetto Natale». Da questa circostanza sarebbe nata la querela di parte contro don Marco perché «approfittando del suo ruolo di sacerdote nonché di insegnante di religione», portò via il ragazzino «per condurlo, con un raggiro, in una zona periferica della città per poi costringerlo a subire abusi di tipo sessuale».
Fonte: Il Dialogo/Il Mattino – 09/02/2008
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