Felice Antonio Loria, presidente delle ADI, e l’adire alle vie legali contro altri fratelli

Felice A. Loria

Felice Antonio Loria, presidente delle ADI, durante il XXI Convegno Pastorale delle ADI, tenutosi a Paestum (SA) nel 2010, ha affermato quanto segue: ‘Bisogna, cari fratelli nel ministerio, che la smettiamo di curarci soltanto l’orticello nostro. Va bene? Purtroppo è un handicap che regna nella nostra opera, ognuno si cura il proprio orticello, e questo non è possibile, perchè quando è nata questa opera non è nata con questo intento, non è nata con questo intento. Ogni tanto togliete, allungate lo sguardo, siate lungimiranti. Viene la comunità locale? Giusto, c’è la comunità nazionale. Beati quelli che si adoperano per la pace, perchè saranno chiamati figli di Dio. E sappiano gli spiritualoidi che stanno in giro e qualcuno a volte c’è pure nel mezzo di noi, che noi prima di adire le vie legali, abbiamo cercato e stiamo cercando le vie della pace. Va bene? E’ chiaro? Stiamo cercando le vie della pace, le stiamo cercando con lagrime, con tempo, con viaggi, rischiando la vita, non siamo dei guerrafondai, Gesù non ci ha insegnato così!’

XXI Convegno Pastorale – Paestum (SA) Studio Biblico n. 3 – 30/04/2010 “Collaboratori nella comunione”, dal min. 23:24 al min. 25:20 di questo video tratto da qua http://tube.griv.it/player.php?fid=151

[vimeo http://vimeo.com/21501779]

Dunque, coloro che sono contrari ad adire alle vie legali contro altri fratelli, anche quando si tratta di salvaguardare gli interessi dell’Opera, o come la chiama Loria ‘la comunità nazionale’, che è costituita dalle Assemblee di Dio in Italia, sono chiamati dal presidente delle ADI ‘spiritualoidi’, che naturalmente è un soprannome che lui dà a costoro per biasimarli, e non per elogiarli (e questo si capisce anche dal tono di voce adirato e minaccioso da lui usato quando li ha chiamati così). Infatti il suffisso ‘òide’ in numerose parole composte, indica somiglianza, analogia, affinità d’aspetto, di natura, o forma attenuante, rispetto a quanto indicato dal termine cui è aggiunto, talora con valore spregiativo, e questo è il nostro caso.

Ora, siccome che mi sento, assieme ad altri fratelli, tirato in ballo perchè noi pubblicamente abbiamo riprovato il fatto che le ADI in alcune circostanze siano ricorse alle vie legali contro altri fratelli per difendere come dicono loro il bene comune; e lui si rivolge agli ‘spiritualoidi che stanno in giro’ (sia quindi fuori dalle ADI che al suo interno), mi sento di dire a Felice Antonio Loria quanto segue:

‘Fermo restando che il vostro sforzo di cercare di risolvere delle dispute con altri fratelli in maniera pacifica è da lodare, certamente non è da lodare il fatto che poi li avete comunque portati davanti ad un tribunale di increduli per ottenere giustizia, perchè questo è condannato dalla Parola di Dio. Non hai mai letto quello che dice l’apostolo Paolo ai santi di Corinto in merito a coloro che – quando avevano delle dispute su cose di questa vita con altri fratelli – portavano altri fratelli dinnanzi agli infedeli anzichè dinnanzi ai santi? Ascolta le sue parole:

Ardisce alcun di voi, quando ha una lite con un altro, chiamarlo in giudizio dinanzi agli ingiusti anziché dinanzi ai santi? Non sapete voi che i santi giudicheranno il mondo? E se il mondo è giudicato da voi, siete voi indegni di giudicar delle cose minime? Non sapete voi che giudicheremo gli angeli? Quanto più possiamo giudicare delle cose di questa vita! Quando dunque avete da giudicar di cose di questa vita, costituitene giudici quelli che sono i meno stimati nella chiesa. Io dico questo per farvi vergogna. Così non v’è egli tra voi neppure un savio che sia capace di pronunziare un giudizio fra un fratello e l’altro? Ma il fratello processa il fratello, e lo fa dinanzi agl’infedeli. Certo è già in ogni modo un vostro difetto l’aver fra voi dei processi. Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno? Invece, siete voi che fate torto e danno; e ciò a dei fratelli. Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio? Non v’illudete; né i fornicatori, né gl’idolatri, né gli adulteri, né gli effeminati, né i sodomiti, né i ladri, né gli avari, né gli ubriachi, né gli oltraggiatori, né i rapaci erederanno il regno di Dio” (1 Corinzi 6:1-10).

Non è abbastanza chiaro l’apostolo Paolo? Tu mi dirai: ‘Ma Paolo non dice che è peccato, piuttosto dice che non è un onore per i santi, ma è una vergogna’.

Al che ti rispondo che sbagli grandemente, e te lo dimostro mediante le Scritture.

Noi sappiamo che il peccato è la violazione della legge (cfr. 1 Giovanni 3:4), per cui quando un comportamento va contro uno dei comandamenti di Dio quel comportamento è peccato agli occhi di Dio. Che cosa facevano quei credenti di Corinto, nel portare altri fratelli dinnanzi ai tribunali degli infedeli? Facevano un torto ad altri fratelli, infatti Paolo dice: “Invece, siete voi che fate torto e danno; e ciò a dei fratelli”. Si trasgredisce un comandamento di Dio facendo un torto ai fratelli? Sì, lo si trasgredisce. Perché Gesù, quando quel ricco gli chiese cosa doveva fare per ereditare la vita eterna, gli rispose: “Tu sai i comandamenti: Non uccidere; non commettere adulterio; non rubare; non dir falsa testimonianza; non far torto ad alcuno; onora tuo padre e tua madre” (Marco 10:19). Ora, come puoi vedere, quello di ‘non far torto ad alcuno’, Gesù Cristo lo ha citato come un comandamento divino, al pari di quello di non uccidere, di non commettere adulterio, di non rubare, di non dire falsa testimonianza, e di onorare padre e madre. E dunque, dato che nel portare altri fratelli dinnanzi ai tribunali degli infedeli si fa loro un torto, il comportamento è peccato.

Ma poi come si può dire che Paolo non dice che è peccato portare davanti al giudice altri fratelli, quando dice: “Non sapete voi che gli ingiusti non erederanno il regno di Dio?”, e gli ingiusti in questione sono coloro che fanno torto e danno ai fratelli nel portarli davanti ai tribunali degli infedeli? Dovresti proprio spiegarlo alla fratellanza!

Dunque, io ti esorto ad abbandonare questo vostro modo di agire nelle dispute con altri fratelli, che non è assolutamente sano, in quanto contrasta la verità che è in Cristo Gesù e porta grande discredito alla via della verità. E ti dico pure questo: ‘Ricordati che è meglio subire torti dagli altri – anche se questi sono dei fratelli – che fargliene!’ Ecco perchè Paolo domanda ai santi di Corinto: “Perché non patite piuttosto qualche torto? Perché non patite piuttosto qualche danno?” e subito dopo gli dice: “Invece, siete voi che fate torto e danno; e ciò a dei fratelli”.

Concludo dicendoti questo: Sappi che Dio vi ha dato del tempo per ravvedervi, quindi non indurate la vostra cervice ma sottomettetevi alla Sua Parola. Non avete intenzione di ravvedervi? Peggio per voi, porterete la pena della vostra ostinatezza. Quanto a me, sono netto del vostro sangue, perchè non mi sono tratto indietro di avvertirvi ed ammonirvi da parte di Dio.

Chi ha orecchi da udire, oda.

Giacinto Butindaro

14 Maggio 2011 – Aggiornamento >> Leggi: Importante precisazione che concerne le vicende giudiziarie ADI-AD

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Le tradizioni da abbandonare secondo Antonio Felice Loria, presidente delle Assemblee di Dio in Italia

Ecco quanto ha affermato Felice Antonio Loria nel corso della sua predicazione dal titolo ‘Il pericolo della tradizione’ del 25 Maggio 2008: ‘La mia domanda è questa. Voi potete dire stasera: ‘Fratelli, ma lo sapevamo che dalle tradizioni ce ne dobbiamo distaccare’. No, no, io vedo che molte volte il popolo di Dio non perde le sue tradizioni. A volte ci sono tradizioni che vanno a discapito della parola di Dio, vanno a discapito dei culti. Sapete? Notavo nelle nuove generazioni – lo dicevo pure a Caccuri, no – notavo: ‘Ah, stasera non ho visto Tizio?’ e ho detto, ‘Ah, dice: Ha dovuto portare la figlia a danza!’ E io ho detto dentro di me: ‘Proprio la sera che c’è il culto bisognava portarla a danza?’ E poi: ‘Ah, stasera non ho visto Caio?’ L’ha dovuto portare alla piscina’. ‘E proprio stasera che c’è il culto la doveva portare alla piscina?’ No? E qualche volta detto ai genitori mi hanno fatto vedere che senza la piscina, senza la danza, e senza cose che non sono cose peccato, eh, intendiamoci bene, non voglio essere frainteso, io mi sono cresciuto senza danza e senza piscina e grazie a Dio sto bene lo stesso, no, e quelli prima di voi e prima di me stanno pure bene. Adesso ci vuole la danza, adesso ci vuole la piscina, per carità, io non dico che non sia curativa la piscina, per carità! Io a volte viaggiando, diciamo queste comunità, scopro delle cose: dice: ‘No fratello lo devo portare lì, poi lo devo portare lì, poi lo devo portare lì, … ormai, cioè è come il mare d’estate, come il mare. Io ricordo, no, quando sono venuto la prima volta a Cosenza, ricordo che una delle prime estate, quasi in chiesa non c’era nessuno perché erano tutti al mare! Oh, io mi sono cresciuto senza mare, andavamo nei burroni, nell’acqua sporca, stiamo bene grazie a Dio, no, ora non dico che il mare non sia curativo, ah, per carità, è buono, chi ne ha la possibilità ci vada. Però, vedete, c’è una nuova cultura, delle nuove tradizioni, dei nuovi usi, fratelli, dei nuovi costumi; guardateli, studiateli, siano oggetto delle vostre riflessioni, riflettete voi stessi e dite: ‘Ma guarda un po’ che mi sta succedendo, c’è una serie di problemi nella mia vita che mi fanno trascurare ad esempio il culto, che non mi fanno partecipare alle gioie della comunità, che non mi fanno vivere appieno la vita comunitaria!’ Ascolta tu personalmente con le tue orecchie quello che egli dice.

Ora, qual’è dunque la conclusione a cui giunge un qualsiasi credente sentendo queste parole? Che non c’è niente di male per un credente portare i propri figli a danza ad apprendere come ballare non importa a quale ritmo, portare i propri figli in piscina a divertirsi, e andare con la propria famiglia al mare a mettersi mezzi nudi a prendere la tintarella e divertirsi nell’acqua, A CONDIZIONE CHE TUTTO CIO’ NON AVVENGA QUANDO CI SONO LE RIUNIONI DI CULTO, NON IMPORTA SE DOMENICALI O INFRASETTIMANALI! Quindi, il credente non deve smettere di portare i propri figli a danza e in piscina, o di andare al mare, ma deve semplicemente smettere dal fare queste cose quando ci sono le riunioni della Chiesa!! Queste sono le nuove tradizioni o i nuovi costumi che secondo Loria i credenti devono abbandonare!!! Ho forse frainteso quello che Loria ha detto? Non penso proprio, è stato molto chiaro: almeno per me. Capisco sempre di più perché la sua elezione ha prodotto tanto entusiasmo nelle nuove generazioni presenti nelle ADI!

Ancora una volta sono dunque costretto a levare la mia voce contro delle parole dette da Loria, perché esse vanno apertamente contro la Parola di Dio che ci comanda di essere santi perchè Dio è santo (1 Pietro 1:16), che ci ordina di non conformarci al presente secolo malvagio (Romani 12:2) e quindi alle mondane concupiscenze (e naturalmente facendo sì che anche i propri figli facciano lo stesso in quanto essi vanno allevati in disciplina e in ammonizione del Signore – Efesini 6:4), e di presentare le nostre membra come strumenti di giustizia a Dio (Romani 6:13). E tutto questo perché il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo (1 Corinzi 6:19), e va conservato in santità ed onore (1 Tessalonicesi 4:4).

Ma oggi molti credenti questi comandamenti invece che tenerli davanti agli occhi per metterli in pratica, se li gettano dietro le spalle essendo dei ribelli fra i ribelli. E tra questi ci sono la stragrande maggioranza dei membri delle ADI. Ah, sì, con la bocca magari affermano anche loro che dobbiamo procacciare la santificazione, che il nostro corpo è il tempio dello Spirito Santo, ma all’atto pratico come si può vedere rinnegano quello che dicono! Stesso e identico discorso naturalmente anche per la stragrande maggioranza dei membri delle Chiese Pentecostali indipendenti e delle altre denominazioni Pentecostali.

E naturalmente in prima fila ci sono i loro conduttori. Disse bene Dio tramite il profeta: “O popolo mio, quei che ti guidano ti sviano, e distruggono il sentiero per cui devi passare!” (Isaia 3:12)

Questa dunque è la triste realtà nell’ambito del Movimento Pentecostale!

Popolo di Dio, convertiti dalle tue vie malvagie e mettiti a camminare nei sentieri antichi!

E a te Felice Antonio Loria, dico questo: ‘Esamina le cose che hai detto alla luce della Parola di Dio, rifletti seriamente ad esse, e apporta le dovute correzioni perché esse portano il popolo di Dio ad inciampare, cioè a corrompersi! Stai attento, perché con questo tuo atteggiamento, da te stesso considerato ‘lungimirante’, stai facendo un grave errore, che è quello di voler piacere agli uomini anziché a Dio! Non persistere in questo errore, e mettiti a parlare in modo da piacere al Signore, cioè a riprovare le suddette mondane concupiscenze (e sicuramente anche altre) invece che scusarle o giustificarle in talune circostanze’.

Giacinto Butindaro

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[Video] Le Assemblee di Dio in Italia e l’elemosina

Salute a te.

Il 13 Ottobre 2007, ad Acireale (Catania), in occasione delle celebrazioni del Centenario del Movimento Pentecostale, Antonio Felice Loria, presidente delle Assemblee di Dio in Italia, ha affermato: ‘Vi sono delle opere che Dio ha preparato per tutti, prima della fondazione del mondo, e prima che noi ci convertissimo Dio ha preparato delle buone opere, e le buone opere che la Chiesa deve fare non è l’elemosina, le buone opere che la Chiesa deve fare sapete che cosa sono? Sono i piani che Dio ha per ogni credente che contribuiscono per il piano di Dio che ha per il mondo, la salvezza dell’umanità, la salvezza dell’umanità ….’

Qui sotto vedrai il video in cui potrai vedere e sentire personalmente Felice Loria fare questa affermazione

Questa è una eresia, perché fare elemosine è una delle opere innanzi preparate da Dio, in quanto Gesù Cristo ha detto: “Non temere, o piccol gregge; poiché al Padre vostro è piaciuto di darvi il regno. Vendete i vostri beni, e fatene elemosina; fatevi delle borse che non invecchiano, un tesoro che non venga meno ne’ cieli, ove ladro non s’accosta e tignuola non guasta. Perché dov’è il vostro tesoro, quivi sarà anche il vostro cuore” (Luca 12:32-34). E i primi discepoli misero in pratica queste parole, secondo che è scritto: “E tutti quelli che credevano erano insieme, ed aveano ogni cosa in comune; e vendevano le possessioni ed i beni, e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno” (Atti 2:44-45).

Dio ti benedica
Giacinto Butindaro

http://vimeo.com/12804694

Il video integrale con la predicazione di Loria in cui fa questa affermazione è su questo sito ‘ADI’ e il video è quello che porta questa dicitura ‘Centenario del Movimento Pentecostale Italiano, Acireale CT – 13 ottobre 2007, Culto conclusivo, Predicatore: F. A. Loria ( presidente delle A.D.I. ), DVD 3 Cod. 2007/17’. L’affermazione è a 1 ora, 28 minuti e 31 secondi. Così la potete ascoltare in tutto il suo contesto.

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