“Poiché da voi la parola del Signore ha echeggiato non soltanto nella Macedonia e nell’Acaia, ma la fama della fede che avete in Dio si è sparsa in ogni luogo; talché non abbiam bisogno di parlarne; perché eglino stessi raccontano di noi quale sia stata la nostra venuta tra voi, e come vi siete convertiti dagl’idoli a Dio per servire all’Iddio vivente e vero, e per aspettare dai cieli il suo Figliuolo, il quale Egli ha risuscitato dai morti; cioè, Gesù che ci libera dall’ira a venire” (1 Tess. 1:8-10).
La fama della fede dei santi di Tessalonica si era dunque sparsa in ogni luogo tanto che gli apostoli non avevano bisogno di parlare della fede dei santi di Tessalonica; erano infatti gli altri che raccontavano agli apostoli come essi si erano convertiti dagli idoli a Dio per servirlo e per aspettare dai cieli il suo Figliuolo.
Vorrei che notaste come di questi fratelli di Tessalonica veniva detto non solo che si erano convertiti a Dio per servirlo, ma anche che si erano convertiti a Dio per aspettare dai cieli il suo Figliuolo. Questa attesa caratterizzava dunque la vita di quei nostri fratelli, e caratterizza pure la nostra vita in Cristo. Noi infatti stiamo “aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Iddio e Salvatore, Cristo Gesù” (Tito 2:13).
Alcuni si fanno beffe di noi dicendo che noi stiamo aspettando invano, come se il Signore avesse mentito o si fosse dimenticato di tornare. Noi però abbiamo la piena fiducia che la nostra speranza nella sua venuta dal cielo non sarà frustrata perché sappiamo che Colui che ha fatto questa promessa è il Verace e il Fedele. Continuiamo dunque, fratelli, ad aspettare la sua venuta con fede e pazienza. Egli verrà, a suo tempo verrà, ed ogni occhio lo vedrà. Amen.