Insegnamenti ed Esortazioni – Indice > Vi sono molti ribelli, cianciatori e seduttori di menti che non sopportano e non vogliono insegnare le cose che insegnava Paolo e che lui ha ordinato di insegnare > Una banda di affaristi si è insinuata fra noi > Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date
Colui che viene ammaestrato nella Parola ha il dovere di fare parte di tutti i suoi beni a chi l’ammaestra, perché questo è quello che dice la Scrittura; e chi insegna la Parola non deve farlo per denaro. Gesù, quando mandò gli apostoli a predicare il Vangelo, dopo avere detto loro: “Predicate e dite: Il regno dei cieli è vicino. Sanate gl’infermi, risuscitate i morti, mondate i lebbrosi, cacciate i demoni”,1 disse loro pure: “Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date”.2 Ma che cosa avevano ricevuto gratuitamente gli apostoli dal Signore? Essi avevano ricevuto la Parola di Dio (secondo che disse Gesù: “Le parole che tu mi hai date, le ho date a loro; ed essi le hanno ricevute”,3 ed anche: “Io ho dato loro la tua parola”),4 ed anche la potestà di cacciare gli spiriti immondi e di sanare qualunque malattia e qualunque infermità (secondo che è scritto: “Poi, chiamati a sè i suoi dodici discepoli, diede loro potestà di cacciare gli spiriti immondi, e di sanare qualunque malattia e qualunque infermità”);5 e come essi dovevano dare gratuitamente la Parola di Dio udita e ricevuta gratuitamente da Cristo così dovevano mettere gratuitamente al servizio degli uomini la potestà di cacciare i demoni e quella di guarire le malattie ricevuta ugualmente gratuitamente, in altre parole essi non dovevano chiedere compensi. Vedete, se noi accettiamo che uno che insegna la Parola metta in vendita i suoi insegnamenti scritti, allora dobbiamo accettare pure che egli metta in vendita i suoi insegnamenti dati a voce; ma non solo questo, dobbiamo pure accettare il fatto che chi ha ricevuto dei doni di guarigioni metta in vendita le guarigioni che compie, o l’imposizione delle sue mani o le sue preghiere per gli infermi. Perché dico questo? perché i doni di guarigioni sono dei doni che si ricevono dallo stesso Dio dal quale si riceve anche il dono d’insegnamento. Quindi se è giusto che si chiedano compensi per insegnare, di conseguenza si possono chiedere dei compensi pure per imporre le mani sugli infermi e per le preghiere sugli infermi! Diletti, nessuno vi seduca; perché qualunque sia il dono che si riceve da Dio esso deve essere messo al servizio degli altri e non dei propri interessi. Pietro l’apostolo disse: “Come buoni amministratori della svariata grazia di Dio, ciascuno, secondo il dono che ha ricevuto, lo faccia valere al servizio degli altri”;6 certo, se noi avessimo ricevuto qualche dono dal Signore in cambio di danaro allora avremmo sì avuto il diritto di farci pagare le nostre prestazioni, ma allora non si potrebbe neppure chiamare dono quello ricevuto dal Signore, ma bensì un nostro buon acquisto fatto presso Dio. Sì è vero che i doni ricevuti dal Signore sono dei beni acquistati da Dio…ma senza denaro; perché non sono in vendita, ma pronti ad essere distribuiti gratuitamente a coloro che li desiderano per l’edificazione della chiesa. Quando Gesù disse all’angelo della chiesa di Laodicea: “Io ti consiglio di comprare da me dell’oro affinato col fuoco, affinché tu arricchisca; e delle vesti bianche, affinché tu ti vesta e non apparisca la vergogna della tua nudità; e del collirio per ungertene gli occhi, affinché tu vegga”7 è vero che gli disse di comprare da lui quelle cose, ma ricordatevi che l’acquisto lo doveva fare senza denaro.
Quando Simone, a Samaria, vide che per l’imposizione delle mani degli apostoli era dato lo Spirito Santo, “offerse loro del danaro, dicendo: Date anche a me questa potestà, che colui al quale io imponga le mani riceva lo Spirito Santo. Ma Pietro gli disse: Vada il tuo danaro teco in perdizione, poiché hai stimato che il dono di Dio si acquisti con danaro. Tu, in questo, non hai parte né sorte alcuna; perché il tuo cuore non è retto dinnanzi a Dio. Ravvediti dunque di questa tua malvagità; e prega il Signore affinché, se è possibile, ti sia perdonato il pensiero del tuo cuore. Poiché io ti veggo in fiele amaro e in legami d’iniquità”.8 Da questo episodio trascritto traiamo i seguenti ammaestramenti:
– Qualsiasi dono di Dio non si può acquistare con denaro
– Chi stima poterlo fare non ha un cuore retto davanti a Dio e si deve ravvedere di questo pensiero malvagio
– I servi di Dio devono riprendere coloro che offrono loro del denaro per comprarsi le loro prestazioni.
Come potete vedere ci sono diverse Scritture che attestano che i doni si ricevono gratuitamente, e quindi siccome che devono essere messi al servizio degli altri gratuitamente, coloro che fanno pagare le loro prestazioni (non importa se un insegnamento scritto, a voce, o una preghiera per un malato) stimano la pietà essere fonte di guadagno. Se io ti vedessi in un bisogno spirituale e ti dicessi che ti potrei aiutare (perché ho ricevuto dal Signore la grazia di poterti aiutare) in cambio di danaro, io stimerei la pietà essere fonte di guadagno. Ma di persone del mondo che sono disposte ad avere pietà del prossimo in cambio di danaro ce ne sono in abbondanza nel mondo! Ma noi come figliuoli di Dio dobbiamo esercitarci alla pietà in verso gli altri, con animo contento delle cose che abbiamo, ciò significa che non dobbiamo approfittare del bisogno spirituale o materiale nel quale si viene a trovare una persona, aiutandola in cambio di denaro o di favori; e tutto ciò per avere dinanzi a Dio e dinanzi agli uomini una buona coscienza e per non fare biasimare la dottrina di Dio per colpa nostra.
Dobbiamo riconoscere però che nella chiesa vi sono coloro che si ribellano alla parola di Dio e decidono di agire seguendo le voglie della carne (cioè decidono di esercitare la pietà per amore di disonesto guadagno); costoro sono “corrotti di mente e privati della verità”;9 sono ben conosciuti nelle chiese perché sono diventati famosi e potenti, ma purtroppo sono conosciuti bene pure dalle persone del mondo che a cagione della loro cupidigia biasimano la via della verità.
Certo costoro che stimano la pietà essere fonte di guadagno ti aiutano, ma in cambio di denaro; fino a quando gli farà comodo, cioè fino a quando gli darai i tuoi denari si mostreranno disposti ad aiutarti. Ma se mai avvenga che tu non gli convieni più, allora ti scaricano alla prima occasione. Quelli che stimano la pietà essere fonte di guadagno si manifestano prima o poi, perché sono persone che non sono disposte a fare delle rinunzie. Chi fa le cose per denaro, quando vede che, nel fare un servizio (lui dice che lo fa per il Signore ma non è vero) non vi è nessun guadagno di denaro, anzi vi è da ‘rimetterci’ denaro, siate certi che non sarà affatto disposto a proseguire a fare quella cosa. Chi invece non fa le cose per danaro, serve il Signore con zelo e con gioia sia nell’abbondanza e sia nella penuria, perché lui fa le cose per amore del Signore e per amore dei santi, e non per amore del danaro. Non stabilisce tariffe e non chiede compensi perché ha piena fiducia nel Signore che lui serve, ritenendolo potente da supplire ad ogni suo bisogno; lui crede che non c’è bisogno affatto di proclamare ai quattro venti tutti i propri bisogni perché ha sperimentato la fedeltà di Dio innumerevoli volte. Lui si mette in ginocchio nella sua cameretta o in luogo appartato e chiede a Dio le cose di cui lui ha bisogno ed aspetta con pazienza e con fede l’esaudimento della sua preghiera. Lui continua a mostrarsi pietoso verso il suo prossimo e ad essere contento del proprio stato in qualsiasi circostanza; soffre, è vero, ma preferisce soffrire ed avere nello stesso tempo una buona coscienza ed una buona reputazione in seno alla chiesa di Dio e in mezzo a questo mondo, che invece rinunciare a soffrire (facendo ricorso all’astuzia) ed avere una coscienza sporca ed una cattiva reputazione sia nella Chiesa che nel mondo.
Davanti ad ogni operaio del Signore ci sono quindi due vie: quella della rinunzia e della sofferenza, e quella della disonestà; la migliore è la prima, perché è su questa via che si gode abbondanza di pace e di gioia e che si vedono le potenti liberazioni di Dio; è camminando su questa via che si può dire: “Io mi compiaccio in debolezze, in ingiurie, in necessità, in persecuzioni, in angustie per amore di Cristo; perché quando sono debole, allora sono forte”.10 Ma sulla seconda, non ci sono altro che infelicità, spine e lacci, guai e dolori, e vituperio. Dopo avere letto tutto ciò, sceglierai di fare l’onesto o di continuare a fare l’affarista? Di dare gratuitamente quello che hai ricevuto gratuitamente da Dio, o di continuare a metterlo in vendita e di guadagnarci sopra? Io non so quale decisione prenderai, ma ti voglio ricordare che la sapienza dice: “Se sei savio, sei savio per te stesso; se sei beffardo tu solo ne porterai la pena”.11
1 Matt. 10:7,8
2 Matt. 10:8
3 Giov. 17:8
4 Giov. 17:14
5 Matt. 10:1
6 1 Piet. 4:10
7 Ap. 3:18
8 Atti 8:18-23
9 1 Tim. 6:5
10 2 Cor. 12:10
11 Prov. 9:12