Benché negli ultimi anni nello stato del Chiapas i problemi di intolleranza religiosa siano diminuiti, nelle regioni rurali la persecuzione verso i cristiani evangelici non è mai cessata.
A San Isidro Chejilte, i capi del villaggio hanno giurato di espellere 34 evangelici non appena entrerà in vigore una legge che trasformerà i terreni privati in proprietà pubbliche. In un altro caso, le autorità della città di
Messico
Messico – Chiapas: Evangelici in fuga
Verona (P.A.) – Sette famiglie protestanti di un villaggio del Chiapas (Messico meridionale) sono state costrette ad abbandonare le loro abitazioni il 22 giugno, quando un gruppo di assalitori armato di bastoni, sassi e machete hanno minacciato di impiccarli alle travi delle loro case. Secondo il giornale locale “Cuarto Poder”, ci sarebbero i caciques (i capi tribali locali) all’origine di queste rappresaglie contro i cristiani, perché questi ultimi avevano chiesto alle autorità federali di assicurare il rispetto della libertà religiosa nel loro villaggio.
Queste famiglie si aggiungono ai 300–400 cristiani Tojolabals già espulsi dalle loro proprietà a Las Margaritas negli ultimi mesi. Esdras Alonso, un avvocato evangelico impegnato nella difesa dei diritti religiosi in Chiapas, ha dichiarato: “Mentre i fratelli sono costretti a fuggire, il governo se ne lava le mani; dicono che i cristiani si trasferiscono perchè lo vogliono loro”. In realtà fuggono perchè sono in serio pericolo e nessuno li protegge.
Fonte: Porte Aperte Italia – 9 luglio 2004
Chiapas: Revisione del processo ai prigionieri di Acteal
Verona (P.A.) – Il governo messicano ha deciso di riesaminare il caso dei 76 indios tzotzil che sono stati condannati fino a 35 anni di reclusione per il “Massacro di Acteal”, senza alcuna prova della loro colpevolezza. Fra loro ci sono 34 credenti evangelici. Il 23 dicembre, il ministero degli interni ha annunciato la creazione di una commissione incaricata di esaminare la legalità dell’arresto e della reclusione di questi detenuti. Secondo la versione ufficiale, gli accusati avrebbero partecipato ad un attacco “paramilitare” contro un gruppo cattolico nel paese di Acteal, uccidendo 6 uomini, 21 donne e 18 bambini.
Il ministero degli interni ha annunciato pubblicamente che la revisione del processo è una risposta alle petizioni della comunità evangelica, ma che non si tratta di una questione religiosa. “Credo che sia l’adempimento delle intercessioni di migliaia di credenti che hanno pregato per anni affinché sia fatta giustizia” ha dichiarato Richard Luna, direttore di Porte Aperte per l’America Latina. “Una revisione equa rivelerà l’innocenza di questi credenti e metterà fine alla sofferenza delle loro famiglie”.
Fonte: Porte Aperte Italia – 16 gennaio 2004
Messico: Un vescovo cattolico contro le persecuzioni
Verona (PA) – Il vescovo cattolico di San Cristóbal de las Casas, in Chiapas, ha chiesto la fine delle violenze e delle persecuzioni contro i cristiani evangelici da parte dei “cattolici tradizionali” o caciques. Felipe Arizmendi ha chiesto che “cessino le espulsioni e le divisioni in nome della religione” e che “cessino le distruzioni e gli incendi delle case, gli affronti, e che neppure una goccia di sangue sia più sparsa a causa delle differenze religiose, politiche, culturali ed economiche”.
In questi ultimi trent’anni, l’intolleranza religiosa ha portato all’esilio forzato di 35.000 cristiani evangelici dalla loro terra, Chamula e da altri distretti. 34 evangelici sono in prigione dal 1997, accusati di aver partecipato al “massacro di Acteal”, nel quale 45 persone (soprattutto donne e bambini) hanno perso la vita. Sono accusati senza prove e alcuni di loro sono già stati condannati a 36 anni di reclusione.
Malgrado le difficoltà e la persecuzione, il numero dei cristiani evangelici non cessa di crescere. Oggi il 35% della popolazione in Chiapas, secondo un recente censimento, si professa evangelica. Dagli inizi degli anni ’80, Porte Aperte sviluppa progetti per la distribuzione di Bibbie e progetti di formazione e di sviluppo, con lo scopo di fortificare la Chiesa in Chiapas. Richard Luna, direttore di Porte Aperte in America Latina, ha detto: “La dichiarazione del vescovo Arizmendi è benvenuta nel contesto degli attuali conflitti”. Speriamo che i tradizionali cattolici in Chiapas decidano davvero di porre fine alle ostilità verso gli evangelici.
Fonte: Porte Aperte Italia – 27 giugno 2003
Cristiani messicani falsamente accusati
Verona (PA) – I caciques* del villaggio di Los Pinos in Chiapas (Messico) hanno accusato la comunità evangelica di aver provocato una sparatoria il 14 novembre scorso, nella quale sono stati colpiti sette dei loro uomini. In realtà sono le ventisette famiglie evangeliche accusate che erano prese di mira.
I giornali e la televisione locale hanno riportato che i cristiani evangelici avevano aperto il fuoco sui caciques all’interno di una scuola pubblica, nel villaggio di Tzeltelton. I testimoni oculari danno una versione dei fatti totalmente differente. In piena notte gli uomini dei caciques, sotto l’effetto dell’alcool, hanno portato diversi cristiani nella scuola ed hanno cominciato a bastonarli. Improvvisamente è esplosa una bomba lacrimogena seguita da colpi d’arma da fuoco.
“Ci siamo immediatamente gettati a terra per non essere colpiti dalle pallottole” racconta Salvador Lopez, uno degli evangelici. “Ma gli uomini dei caciques sono rimasti in piedi ed hanno continuato a picchiarci. Ecco perché sono stati colpiti dalle pallottole”. Salvador Lopez ritiene che la situazione potrebbe sfociare nella violenza generalizzata. “Non abbiamo alcuna protezione. Solo Dio può aiutarci”.
Fonte: Porte Aperte Italia – 30 novembre 2002