Messico: Un pastore sfugge ai caciques

Il pastore Felipe Vazquez ha cura di diverse piccole assemblee in Chiapas. Una delle sue passioni è quella di predicare l’Evangelo agli indios mayas Tojolabales nella regione di Saltillo. Questo luogo è considerato come il più pericoloso per i cristiani nel sud-est del Messico. I caciques, capi locali, vietano agli abitanti dei villaggi di convertirsi e non esitano ad usare la violenza per fare ciò. Niente di strano quindi che il pastore Felipe Vasquez incontri una forte opposizione. Egli è di quelli che osano andare a Saltillo per annunciare l’Evangelo a chiunque manifesti un interesse. Recentemente, nello spazio di un mese, sei famiglie hanno deciso di accettare e di seguire Gesù Cristo dopo aver ascoltato la sua testimonianza.

Lo scorso novembre, una famiglia cristiana di Saltillo ha chiesto al pastore di venire a fargli visita. I membri di questa famiglia avevano paura di quello che gli sarebbe potuto accadere se i caciques avrebbero scoperto la loro conversione. Essi avevano bisogno di consigli ed incoraggiamenti.

Ma nello stesso tempo, Felipe fu informato che dei caciques avevano deciso di ucciderlo. Il pastore decise di andarci lo stesso. Egli era solito fare le sue visite pastorali durante la notte per evitare ogni confronto. Nonostante queste precauzioni, quella notte, mentre il pastore tornava a casa, i caciques l’aspettavano sulla strada. Egli fece dietrofront verso Saltillo per chiedere aiuto e diversi cristiani decisero di accompagnarlo. Mentre si aspettavano di essere aggrediti dai caciques, con loro grande meraviglia, poterono passare senza che questi li notassero. Felipe poté quindi tornare a casa, sano e salvo. Alcune settimane dopo, egli era di ritorno a Saltillo, ma si ritrovò in mezzo ad un altro gruppo di uomini armati, determinati ad ucciderlo. E il miracolo accadde di nuovo. Egli continuò per la sua strada senza che nessuno lo vedesse.
Dio aveva accecato questi caciques per proteggerlo.

Fonte: Portes Ouvertes France – 6 febbraio 2008

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Messico: Pastore evangelico assassinato in Chiapas

Verona (PA) – Il pastore Mariano Díaz Méndez è stato assassinato venerdì scorso nei pressi di San Juan Chamula, nello stato del Chiapas in Messico, mentre si recava in chiesa per un culto. Il pastore Mendez (38 anni) era responsabile della chiesa evangelica Tzotzil, una popolazione indios discendente dagli antichi Maya. Venerdì 24 ottobre, verso le tre del pomeriggio, mentre passava nei pressi del villaggio Botatulán, è stato fermato da un gruppo di uomini armati. Secondo alcuni testimoni, Mariano Díaz è stato ucciso mentre tentava di fuggire. Si tratta del secondo omicidio in pochi giorni. Infatti il 17 ottobre, nel territorio di Mapastepec era stato ucciso anche il pastore Jairo Solís López.
Da quando, intorno agli anni ’60, è nata la comunità cristiana evangelica fra gli indios del Chiapas, i caciques (i capi tribali locali) hanno sempre perseguitato violentemente i cristiani per scoraggiare la loro crescita. Da allora molti evangelici sono stati uccisi, centinaia feriti e oltre 30.000 persone vivono come profughi nei dintorni di San Cristobal de las Casas perché costretti a lasciare le loro case. Mariano Díaz lascia la moglie e la figlia Rosa.
L’avvocato Esdras Alonso ha espresso il timore che crescano le violenze contro i cristiani evangelici.

Fonte: Porte Aperte Italia – 31 ottobre 2003

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Cristiani messicani falsamente accusati

Verona (PA) – I caciques* del villaggio di Los Pinos in Chiapas (Messico) hanno accusato la comunità evangelica di aver provocato una sparatoria il 14 novembre scorso, nella quale sono stati colpiti sette dei loro uomini. In realtà sono le ventisette famiglie evangeliche accusate che erano prese di mira.
I giornali e la televisione locale hanno riportato che i cristiani evangelici avevano aperto il fuoco sui caciques all’interno di una scuola pubblica, nel villaggio di Tzeltelton. I testimoni oculari danno una versione dei fatti totalmente differente. In piena notte gli uomini dei caciques, sotto l’effetto dell’alcool, hanno portato diversi cristiani nella scuola ed hanno cominciato a bastonarli. Improvvisamente è esplosa una bomba lacrimogena seguita da colpi d’arma da fuoco.
“Ci siamo immediatamente gettati a terra per non essere colpiti dalle pallottole” racconta Salvador Lopez, uno degli evangelici. “Ma gli uomini dei caciques sono rimasti in piedi ed hanno continuato a picchiarci. Ecco perché sono stati colpiti dalle pallottole”. Salvador Lopez ritiene che la situazione potrebbe sfociare nella violenza generalizzata. “Non abbiamo alcuna protezione. Solo Dio può aiutarci”.

Fonte: Porte Aperte Italia – 30 novembre 2002

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