Kenya: Arresti per incendio Chiesa Eldoret, operazione militare su Monte Elgon

Cinque persone sospettate di avere avuto parte nell’incendio della chiesa pentecostale di Eldoret, in cui all’inizio dell’anno morirono 35 persone, sono state arrestate dalla polizia; le forze dell’ordine, in una conferenza stampa a Nairobi, hanno aggiunto di essere sulle tracce di altri 14 sospettati. L’incendio della chiesa di Eldoret è stato uno dei primi episodi delle violenze post-elettorali innescate dalla contestazione delle elezioni generali dello scorso dicembre; in tutto il paese sarebbero 1500 le vittime e 300.000 sfollati. Oggi è cominciata anche un’operazione dell’esercito nei distretti del Monte Elgon, al confine con l’Uganda, teatro da oltre un anno di scontri e violenze per il possesso della terra. È la prima volta dall’inizio della crisi – legata a un controverso progetto per la distribuzione della terra noto come ‘Chebyuk schemeì, poi sospeso – che il governo centrale ordina l’intervento delle forze armate mobilitando “centinaia” di soldati e di poliziotti, almeno tre elicotteri da combattimento e una squadra di paracadutisti provenienti da Gilgil, secondo resoconti della stampa locale. In base a bilanci giornalistici e di organizzazioni umanitarie sarebbero oltre 500 le vittime delle violenze nel Monte Elgon dalla fine del 2006, uccisioni in gran parte attribuite alle ‘Sabaot land defence force’, gruppo armato non privo di connotazioni da criminalità comune contro cui si sono concentrate le azioni dell’esercito.
[BF]

Fonte: Misna – 10/3/2008 18.49

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Sfollati in Kenya ancora in disperato bisogno di aiuto

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Randy Hurst, direttore delle Assemblies of God World Missions Communications, ha affermato che sono oltre 70.000 gli sfollati tra i membri delle Assemblee di Dio. I credenti in Kenya dividono le loro case, il cibo e i vestiti con molti di questi sfollati a causa delle violenze, ma essi hanno ancora bisogno del nostro aiuto. Hurst spiega che sono due i motivi principali per cui più di 600.000 sfollati non rientrano nelle loro case: le loro case sono state distrutte dalle violenze; o sono stati avvertiti da altre tribù di non tornare nelle loro case sotto minaccia di morte. Secondo statistiche delle AGWM, attualmente nelle Assemblee di Dio in Kenya vi sono più di 1 milione di membri e 4.000 chiese. Hurst dice che il 7 % dei membri delle Assemblee di Dio sono sfollati. Dal Kenya è recentemente tornato lo staff delle AGWM Communications, e ieri hanno postato nel sito AGRelief.org delle foto sulla distribuzione di aiuti tra i credenti. Ho inserito le foto qui sopra.

Sul sito delle Assemblies of God c’è la possibilità di fare una donazione on line a favore dei rifugiati. Chi desidera può andare sul sito AGRelief e cliccare su Donate, una volta nella pagina copiate il seguente codice in neretto: AGRelief — Kenya Refugees 891167-9 (60). Fate clic sul link Donate che c’è in fondo alla pagina. Specificate l’ammontare in dollari che volete dare e incollate il codice nel campo Comments. Fate clic su donate e seguite la procedura.

Il Signore vi benedica.

“Così dunque, secondo che ne abbiamo l’opportunità, facciam del bene a tutti; ma specialmente a quei della famiglia dei credenti.” (Galati 6:10)

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Crisi in Kenya – Diario video realizzato da David Darg

David Darg lavora per l’organizzazione umanitaria Operation Blessing International (OBI).

Giorno 1
http://it.youtube.com/watch?v=gpNujuDvAtA

Guarda gli altri video

Giorno 2
Giorno 3
Giorno 4

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Kenya: scarsa unità delle chiese cristiane

Alcuni leaders cristiani in Kenya hanno denunciato l’incapacità delle chiese cristiane del paese a denunciare, insieme, unite, le violenze scoppiate dopo le discusse elezioni presidenziali che hanno causato finora un migliaio almeno di vittime. “Voglio far sentire forte e chiara la mia preoccupazione”, ha detto il vescovo anglicano keniota Gideon Ireri di Mbeere, nell’est del paese, “per il fatto che noi non stiamo parlando con una sola voce in questo tempo di grave crisi”. Alcuni osservatori attribuiscono questa mancanza di unità tra le chiese alle profonde divisioni tribali che stanno risorgendo, in modo marcato, negli ultimi tempi. Proprio dalle chiese era venuto, prima dello scoppio dell’attuale crisi, l’appello a non sottovalutare la pericolosità delle divisioni etniche nel paese.

Fonte: VoceEvangelica/Eni – 05 febbraio 2008

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Kenya – Consiglio Ecumenico delle Chiese: “Fate la pace adesso”

“Fate la pace adesso”: lo ha chiesto la delegazione del Consiglio ecumenico delle Chiese (Cec/ Wcc) che nei giorni scorsi è stata in Kenya in segno di solidarietà con le Chiese locali coinvolte nella crisi post-elettorale. Dopo aver incontrato separatamente il vice-presidente Kalonzo Musyoka in rappresentanza del presidente Emilio Mwai Kibaki e Raila Odinga, capo dell’opposizione, il reverendo Clifton Kirkpatrick, segretario generale della Chiesa presiberiana statunitense e presidente dell’Alleanza mondiale delle Chiese riformate ha detto: “Non siamo qui per giudicare i risultati dei voti; per ora, dignità e della vita umana vanno tenute distinte dalla ricerca della giustizia politica”. Parlando della situazione umanitaria, Nyaradzai Gumbonzvanda, segretaria generale dell’Alleanza mondiale delle unioni cristiane femminili (Ywca), dallo Zimbabwe, ha sottolineato che “ donne e bambini sono tra i più colpiti dalla violenza e dallo sfollamento forzato. Non hanno soltanto bisogno di cibo o di un riparo, ma anche di cure mediche, inclusi trattamenti contro la sindrome da immunodeficienza acquisita (sida-aids), e di sostegno psicologico dopo il trauma subito”. Canon Peter Karanja, segretario generale del Consiglio nazionale delle Chiese del Kenya (Nckk), ospite della delegazione, ha sottolineato: “Il Kenya non avrà mai la pace finché i suoi problemi fondamentali non saranno risolti”.
[CC]

Fonte: Misna – 5/2/2008 22.14

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