Kenya: Dopo oltre un anno, funerali vittime rogo della Chiesa di Kiambaa

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Foto da: Kenya Broadcasting Corporation

Si sono svolti alla presenza del presidente Emilio Mwai Kibaki, i funerali ufficiali delle 38 vittime del rogo della chiesa di Kiambaa, villaggio poco distante da Eldoret, nella Rift Valley. Alla cerimonia per i morti nel rogo, uno degli avvenimenti simbolo delle violenze post-elettorali verificatesi nel paese tra il dicembre 2007 e il febbraio 2008 “erano presenti diverse centinaia di persone” ha raccontato alla MISNA Nixon Oira, membro della Commissione Giustizia e pace della diocesi di Eldoret, precisando che “le indagini su quanto avvenuto nella chiesa sono ancora in corso, a distanza di oltre un anno dai fatti”, ma che “l’episodio costituisce una ferita ancora aperta per le comunità degli abitanti locali”. A testimoniarlo, le polemiche di questi giorni sui giornali kenyani che sottolineano l’assenza alla funzione di un importante partito di governo, mentre a livello locale, aggiunge la fonte della MISNA, l’episodio è ancora fonte di un’accesa controversia tra le due principali comunità della zona. Nei centri per sfollati creati intorno a Eldoret in seguito alle violenze – che in circa due mesi causarono oltre 1300 morti e centinaia di migliaia di sfollati – vivono ancora “oltre 3000 persone, totalmente dipendenti dagli aiuti”, aggiunge Oira, secondo cui “in queste condizioni, il ricordo di episodi come quelli di Kiambaa riapre ferite ancora dolorose per molti”. [AdL]

Fonte: Misna – 15/5/2009 15.47

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Somalia: pastore keniano picchiato al confine con il Somaliland

Un pastore che ha cercato di visitare lo stato autonomo del Somaliland all’inizio di quest’anno ha scoperto subito quanto può essere ostile la regione separatista per i cristiani. Convertito dall’Islam, Abdi Welli Ahmed, è pastore di una Chiesa pentecostale in Kenya che a febbraio ha cercato di visitare ed incoraggiare i cristiani nell’intollerante religiosa regione del Somaliland. Quando è arrivato in auto presso il valico di frontiera di Wajaale, il 19 febbraio, con tutti i documenti legali di viaggio, la sua Bibbia ed altra letteratura cristiana lo hanno fatto finire in guai inaspettati con gli agenti di immigrazione del Somaliland. “Sono stato picchiato perché avevo materiale cristiano”, ha detto Ahmed a Compass. “Hanno minacciato di uccidermi se non avessi rinunciato alla mia fede, ma io mi sono rifiutato”. Ahmed ha detto che il capo funzionario di frontiera a Wajaale, che egli può identificare solo con il cognome di Jama, è responsabile della maggior parte delle torture. Jama e altri hanno detto ad Ahmed che avevano ucciso due cristiani somali e avrebbero fatto lo stesso con lui.

Via | Compass Direct News

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Kenya, massacro nella Chiesa di Kiambaa: Assolti i 4 imputati

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Un sopravvissuto al massacro nella Chiesa di Kiambaa, vicino a Eldoret. Foto: AFP / Roberto Schmidt

Quattro uomini accusati di essere coinvolti nel delitto di almeno 33 persone bruciate vive nell’incendio doloso di una chiesa nel gennaio 2008, durante le violenze post-elettorali in Kenya, sono stati assolti giovedì dalla giustizia keniota, secondo una fonte giudiziaria.

Questa decisione conclude l’unico processo di keniani accusati di omicidio nel corso delle violenze dopo la contestata rielezione del presidente Mwai Kibaki, a seguito delle elezioni generali del 27 dicembre 2007. Più di 1.500 persone morirono in quelle violenze, secondo la polizia, e circa 300.000 furono sfollate.

Il 1° gennaio 2008, vicino alla città di Eldoret (300 km ad ovest di Nairobi), degli assalitori avevano incendiato con della benzina il luogo di culto in legno (della Chiesa Evangelica Pentecostale delle Assemblee di Dio di Kiambaa, ndr) nel quale si erano rifugiate da 300 a 400 persone, compreso donne e bambini, per fuggire dalle violenze, secondo dei funzionari kenioti che citano dei sopravvissuti e delle fonti di polizia.

Almeno 33 persone, essenzialmente dell’etnia kikuyu del presidente Kibaki, erano morte bruciate vive o erano state uccise con machete mentre tentavano di fuggire dall’edificio religioso.

Questo attacco, che aveva gettato il paese nel terrore era accaduto in un contesto di violenze omicide che avevano travolto il paese dopo la rielezione del presidente Kibaki contestata dal suo avversario Raila Odinga.

Il giudice David Maraga, dell’Alta Corte di Nakuru, vicino a Eldoret, ha detto giovedì che egli doveva assolvere gli imputati: “Credo che la pubblica accusa abbia fallito nel provare l’accusa a carico degli imputati e, di conseguenza, li assolvo ed ordino che siano rimessi in libertà”.

Questo attacco “era certamente ben pianificato ed orchestrato e a questo proposito, sono rimasto stupito di non trovare alcuna traccia dell’intenzione comune degli imputati o di premeditazione dietro questo attacco”, ha aggiunto.

“Gli eventi precedenti l’attuazione di questo attacco non possono essere sfuggiti alla polizia”, ha detto ancora Maraga.

Eldoret e Kisumu, situate a circa 80 km a est dal confine con l’Uganda, sono le due città keniane maggiormente colpite dalle violenze.

Via | La Croix/AFP

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[Video] Kenya: Sopravvissuti al massacro nella Chiesa di Kiambaa, Eldoret

Molti di voi ricorderanno la strage di Eldoret quando una folla inferocita appiccò il fuoco al luogo di culto della Chiesa Evangelica Pentecostale delle Assemblee di Dio dove molte persone avevano trovato rifugio dalle violenze scoppiate dopo le elezioni. Almeno 50 persone morirono bruciate vive nell’incendio e circa 80 furono ricoverate in ospedale con gravi ustioni. La maggior parte delle vittime erano membri della chiesa delle Assemblee di Dio.

Kenya: Nel campo profughi del compound della Word of Faith Church, Limuru

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