Malaysia: Frustate, carcere e multe a chi cerca di convertire musulmani

Lo Stato di Kelantan, l’unico in Malaysia retto da un partito di matrice islamica, aumenta le pene per chi fa proselitismo tra musulmani. La nuova legge è la più severa in tutta la Federazione. Dopo Lina Joy gli ambienti radicali temono “conversioni in massa”.

Kuala Lumpur – Nuove e più severe pene per chi “cerca di convertire musulmani ad altre fedi” sono state introdotte nel Kelantan, Malaysia del nord. Questo è l’unico Stato della Federazione guidato dal Pan-Malaysia Islamic Party (PAS), partito politico di matrice estremista islamica, all’opposizione a livello nazionale. La nuova legge,

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Striscia di Gaza: “I cristiani dovranno accettare la legge islamica”

I cristiani potranno continuare a vivere sicuri nella striscia di Gaza solo se accetteranno la legge islamica, compreso il divieto sugli acolici e alle donne che vanno in giro con il capo non approriatamente coperto. Lo ha detto lunedì in un’intervista esclusiva a WorldNetDaily lo sceicco Abu Saqer, leader di Jihadia Salafiya, un movimento di beneficienza che recentemente ha annunciato la nascita di un sua “ala militare” con il compito di far osservare la legge islamica nella striscia di Gaza.

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Nigeria: Complotti contro i cristiani

Verona (PA) – Degli agenti di sicurezza a Lagos hanno scoperto un documento che rivela piani di estremisti musulmani preparati per attaccare i cristiani durante il culto. In seguito a questa informazione, i cristiani di questa città nel nord ovest della Nigeria, hanno chiesto alla polizia di attivare subito una sorveglianza speciale di tutti i capi religiosi musulmani.
Una lettera, circolata fra i membri del gruppo islamista: La Società del Forum dei Giovani della Nigeria (NASFAT), dimostra che l’organizzazione estremista aveva messo a punto piani minuziosi per attaccare, in collaborazione con altri gruppi musulmani, i cristiani nelle loro chiese. Il NASFAT ha chiesto aiuto ai notabili musulmani della Nigeria per portare a buon fine i loro attacchi.
“La guerra santa (jihad) è il dovere di ogni musulmano e ciascuno deve adempierlo”, ha commentato il presidente del NASFAT Alhaji Abdul Wahab Abdul–Rahman, quando gli è stato chiesto di contrastare questo documento. “Se i nostri giovani vogliono dare la loro vita per la causa di Allah, non possiamo impedirlo”. Afolabi Sam Adeboye, un avvocato di Lagos, specialista dei diritti religiosi, rivela che il gruppo musulmano aveva acquistato delle proprietà adiacenti ad alcune chiese, lungo la ferrovia Lagos–Ibadan, con l’evidente intenzione di mettere in atto i loro piani.
“Questo gruppo islamico non ha paura di rivelare i suoi obiettivi né coloro che li sostengono. Il documento e la lettera redatta dal NASFAT hanno esposto i motivi che li hanno spinti a costruire i loro edifici fra le chiese. Questo affronto fa parte di una agenda accuratamente stabilita dai fondamentalisti islamici, per procedere alla conquista violenta della Nigera”, riporta Sam Adeboye.

Fonte: Porte Aperte Italia – 11 luglio 2003

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Pulizia religiosa indonesiana

Continuano le persecuzioni nelle Molucche, ad Aceh, a Sulawesi

di Boffi Emanuele

Continuano le persecuzioni nelle Molucche, ad Aceh, a Sulawesi. Per il Rapporto «i dati presentati dal Forum per la comunicazione cristiana in Indonesia parlano chiaro: se tra il 1945 e il 1965 si sono registrati soltanto due attacchi a chiese cristiane, questi erano già diventati 46 nel decennio successivo, 89 tra il 1976 e il 1985 e 104 tra il 1986 e il 1995, per poi conoscere una vera e propria impennata tra il 1996 e il 2002 con oltre 500 chiese distrutte. Nel novembre 2000 la milizia Laskar Jihad annunciò: “Intendiamo durante questo Ramadan condurre una serie di iniziative che aprano la strada all’imposizione di una piena shari’a almeno nei luoghi che sono diventati esclusivamente islamici, come le isole di Ternate, Timore e Bacan”. È una sorta di chiamata in codice per la “pulizia religiosa” dei cristiani da queste zone. Ad esempio, la città di Poso, a Sulawesi centrale, aveva una popolazione di 40mila persone, in maggior parte cristiani; ma alla fine del 2002 ne sono rimaste 5mila, esclusivamente islamici, e tutte le chiese sono state distrutte».

Fonte: Tempi num.26 del 26 Giugno 2003

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