Quando il seminatore uscì a seminare – secondo la parabola che raccontò Gesù – una parte del seme cadde tra le spine, le quali crebbero e soffocarono il seme impedendogli quindi di portare frutto. Il seme è la parola di Dio, vivente ed efficace, e colui che riceve la semenza fra le spine è chi ascolta la Parola di Dio, ma poi le cure mondane, l’inganno delle ricchezze, e i piaceri della vita affogano la Parola di Dio che finisce con il non portare frutto (cfr. Matt. 13:7,22; Mar. 4:18-19; Luca 8:14).
Se dunque le cure per le cose del mondo, l’inganno delle ricchezze e i piaceri della vita, hanno questo malefico effetto, noi dobbiamo vegliare e pregare affinché queste cose non penetrino in noi. Dobbiamo certo usare di questo mondo, ma non come fa la gente del mondo, che è schiava di questo sistema di cose e da esso dominata, ma come se non ne usassimo (cfr. 1 Cor. 7:31). Le vivande, le bevande, il vestimento, l’abitazione, la macchina, il lavoro, sono tutte cose lecite avere, ma non bisogna farsi dominare da queste cose. Dobbiamo poi guardarci dal voler arricchire perché chi vuole arricchire cade in tentazione, in laccio e in molte e funeste concupiscenze che affondano gli uomini nella distruzione e nella perdizione (cfr. 1 Tim. 6:9): dobbiamo invece essere contenti di quello che abbiamo, come dice Paolo a Timoteo: “Avendo di che nutrirci e di che coprirci, saremo di questo contenti” (1 Tim. 6:8). E poi dobbiamo stare attenti ai piaceri della vita che sono sempre in agguato per assalirci; a che giovano? a nulla. Infatti essi non conferiscono nessuna utilità spirituale; basta ricordare i piaceri della vita a cui noi tutti eravamo dati prima di conoscere Dio per renderci conto che alla fine non ci hanno dato nulla, proprio nulla di buono. Servono solo a tenerci lontani dalla via santa; che inganno sono i piaceri della vita!