L’inferno: un luogo reale, un luogo di tormento, un luogo orribile! [Audio Streaming]

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È on line il file audio della predicazione di Giacinto Butindaro dal titolo “L’inferno: un luogo reale, un luogo di tormento, un luogo orribile!” trasmessa in diretta ieri sera. Il file è un MP3 e pesa circa 17 MB (128 Kbps), 3 MB (24 Kbps). L’audio dura circa 18 minuti. L’archivio delle registrazioni è alla seguente pagina. Qui sotto lo puoi ascoltare in audio streaming.

Trascrizione audio:

Uomini e donne, piccoli e grandi, ricchi e poveri, savi e ignoranti, Ebrei e Gentili, ascoltate. La Sacra Scrittura, che è la parola di Dio, attesta l’esistenza di un luogo che si chiama Ades. Ades è un termine greco che designa il soggiorno dei morti. Questo luogo è comunemente chiamato inferno, ossia luogo di sotto, luogo inferiore, ed è un luogo reale, non è un luogo simbolico o metaforico, assolutamente no. È un luogo reale ed è un luogo di tormento, un luogo di tormento perché in questo luogo c’è il fuoco. È un fuoco non attizzato da mano d’uomo, ma pur sempre fuoco, e quindi è un luogo orribile.

In questo luogo scendono le anime di coloro che muoiono nei loro peccati. Infatti, Gesù, il Cristo di Dio, ha raccontato una storia: che è la storia del ricco e Lazzaro. Una storia, badate, non una parabola come dicono i bugiardi, una storia che in maniera molto eloquente ci dice che questo luogo è veramente un luogo di tormento.

Leggiamo infatti capitolo 16 di Luca a partire dal versetto 19:
“Or v’era un uomo ricco, il quale vestiva porpora e bisso, ed ogni giorno godeva splendidamente; e v’era un pover’uomo chiamato Lazzaro, che giaceva alla porta di lui, pieno d’ulceri, e bramoso di sfamarsi con le briciole che cadevano dalla tavola del ricco; anzi perfino venivano i cani a leccargli le ulceri. Or avvenne che il povero morì e fu portato dagli angeli nel seno d’Abramo; morì anche il ricco, e fu seppellito. E nell’Ades, essendo ne’ tormenti, alzò gli occhi e vide da lontano Abramo e Lazzaro nel suo seno; ed esclamò: Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma. Ma Abramo disse: Figliuolo, ricordati che tu ricevesti i tuoi beni in vita tua, e che Lazzaro similmente ricevette i mali; ma ora qui egli è consolato, e tu sei tormentato. E oltre a tutto questo, fra noi e voi è posta una gran voragine, perché quelli che vorrebbero passar di qui a voi non possano, né di là si passi da noi. Ed egli disse: Ti prego, dunque, o padre, che tu lo mandi a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli, affinché attesti loro queste cose, onde non abbiano anch’essi a venire in questo luogo di tormento. Abramo disse: Hanno Mosè e i profeti; ascoltin quelli. Ed egli: No, padre Abramo; ma se uno va a loro dai morti, si ravvedranno. Ma Abramo rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non si lasceranno persuadere neppure se uno dei morti risuscitasse”.

Dunque, questo uomo ricco che vestiva porpora e bisso, ogni giorno godeva splendidamente, quindi era dato ai piaceri della vita, quando morì, dico quando morì, fu seppellito. Quindi il suo corpo, diciamo, fu seppellito, fu messo in un sepolcro, ma la sua anima discese nell’Ades, all’inferno, e si ritrovò quindi nei tormenti. Là desiderava tanto che qualcuno intingesse la punta del dito nell’acqua per rinfrescargli la lingua, perché? Per quale ragione? Perché era tormentato in una fiamma. Le parole sue non lasciano alcun dubbio: “Padre Abramo, abbi pietà di me, e manda Lazzaro a intingere la punta del dito nell’acqua per rinfrescarmi la lingua, perché son tormentato in questa fiamma”.

Ora, queste parole sono parole dure, ma sono parole vere, e ci dicono che coloro che sono nell’Ades sono tormentati in mezzo alle fiamme del fuoco. Dunque, le fiamme dell’inferno esistono, non sono allegoriche, non sono metaforiche come dicono i bugiardi. Sono reali e producono un tormento continuo in coloro che appunto sono scesi in questo luogo di tormento. Dunque voi che siete sotto il peccato, che siete dunque schiavi del peccato, perché chi commette il peccato è schiavo del peccato, dovete sapere che siete sulla via della perdizione, ossia sulla via che mena o che porta in questo luogo di tormento. Segnatevele bene queste parole, segnatevele bene “questo luogo di tormento”, perché voi siete diretti in questo luogo di tormento. Voi non siete diretti in paradiso nel regno dei cieli come vi hanno detto i bugiardi. Voi essendo sotto il peccato, siete diretti all’inferno. Vi hanno illuso, io non vi illudo, io vi dico la verità che è in Cristo Gesù. Vi hanno lusingato, io non vi lusingo. Vi dico come stanno le cose, vi dico dove state andando, io vi devo avvertire. L’amore di Cristo mi costringe ad avvertirvi. Chi vi lusinga non vi vuole bene.

Dunque, siete diretti in questo luogo. Pensate solamente a questo: se voi doveste morire in questo momento, sprofondereste in questo luogo di tormento senza alcuna più speranza di salvezza. Sprofondereste nel fuoco dell’inferno. “Ci vuoi terrorizzare?” qualcuno dirà? No, io voglio la vostra salvezza, desidero che voi siate salvati e per questo vi devo dire quello che vi aspetta una volta che morirete. Perché siccome vi hanno detto che il Signore vi salverà sicuramente perché il Signore è buono, non guarda quello in cui uno crede o quello che uno non crede. Siccome che vi hanno detto che potete meritarvi il paradiso con le vostre buone opere. È chiaro che io vi devo avvertire, vi devo avvertire perché so dove state andando: state andando all’inferno, l’inferno vi sta aspettando. Ma siccome che il mio desiderio è che voi siate salvati, strappati alle fiamme dell’inferno, io vi annunzio la via della salvezza. Vi annunzio la via della salvezza e quindi vi dico: ravvedetevi e credete nell’Evangelo, perché è solamente credendo nell’Evangelo che appunto l’uomo viene salvato dai suoi peccati e ottiene la remissione dei peccati, la giustificazione, la vita eterna.

Perché l’Evangelo “è potenza di Dio per la salvezza d’ogni credente, del Giudeo prima e poi del Greco, poiché in esso la giustizia di Dio è rivelata da fede a fede, secondo che è scritto: ‘Ma il giusto vivrà per fede’”. Dunque, l’Evangelo, la buona novella. Qual è questa buona novella? La buona novella è che Gesù di Nazareth è il Cristo, che è morto per i nostri peccati, secondo le Scritture, che fu seppellito, che risuscitò dai morti, secondo le Scritture, che apparve ai testimoni che erano stati innanzi scelti da Dio. Questo è l’Evangelo che è potente a salvare chiunque crede in esso. Ecco perché vi esorto a ravvedervi, quindi ad abbandonare i vostri pensieri iniqui e vani che vi rendono nemici di Dio nella vostra nella vostra mente e a credere nell’Evangelo. Perché credendo nell’Evangelo appunto il Signore avrà misericordia di voi, perdonerà i vostri peccati, otterrete la remissione dei vostri peccati. Perché “Di lui attestano tutti i profeti che chiunque crede in lui riceve la remissione dei peccati mediante il suo nome”. Sarete salvati, liberati quindi dai vostri peccati, sarete giustificati. Perché? Perché il giusto vivrà per la sua fede, otterrete la vita eterna, perché è scritto: “Chi crede nel Figliuolo” badate bene cosa c’è scritto: “Chi crede nel Figliuolo ha vita eterna”, ha ha vita eterna, e dunque dal momento che chi crede ha vita eterna è sicuro di scampare alle fiamme dell’inferno. È sicuro che quando morirà, egli si dipartirà dal corpo ossia la sua anima si dipartirà dal corpo ed andrà ad abitare con il Signore, nel regno dei cieli, nei luoghi altissimi.

Questo è quello che appunto l’uomo ottiene per grazia credendo nell’Evangelo. Quindi vi rinnovo appunto l’esortazione: ravvedetevi e credete nell’Evangelo, altrimenti, ve lo ripeto, altrimenti ciò che vi aspetta è la perdizione. Non illudetevi, non è che rifiutandovi di credere nell’Evangelo voi sarete salvati lo stesso. Il Signore Gesù disse prima di ascendere in cielo alla destra del del Padre: “Chi non avrà creduto sarà condannato”. Non illudetevi, solamente credendo nell’Evangelo potete essere salvati, perdonati, giustificati, potete ottenere la vita eterna, non c’è un’altra via.

Chi non avrà creduto nell’Evangelo sarà condannato, ciò che vi aspetta è la condanna in altre parole, la condanna. Ecco perché appunto voi quando morirete, morirete nei vostri peccati se appunto vi rifiuterete di credere nell’Evangelo, scenderete là dove il dove l’anima di questo uomo ricco ancora si trova. Pensate: dopo tutto questo tempo, quell’uomo, l’anima di quell’uomo è ancora in quel luogo nei tormenti, e voi lo raggiungerete. Allora vi ricorderete di chi vi ha annunziato l’Evangelo, di chi vi ha esortato a ravvedervi, a credere nell’Evangelo, ma sarà troppo tardi. Non avrete più la possibilità di ravvedervi, di credere nell’Evangelo e quindi? E quindi rimarrete nell’Ades, in attesa del giorno del giudizio, quando risorgerete in risurrezione di giudicio per comparire davanti al trono di Dio ed essere giudicati secondo le vostre opere e gettati anima e corpo, badate bene, in un luogo di tormento che si chiama stagno ardente di fuoco e di zolfo, che è la morte seconda, dove sarete tormentati nei secoli dei secoli.

Quindi considerate l’eternità che vi aspetta, un’eternità piena di infamia, di dolori, un’eternità di tormenti. È terribile ciò che vi aspetta, è qualcosa di orribile, perché prima una volta che morite, ve ne andrete nell’Ades, e poi dopo, il giorno del giudizio, quando appunto risorgerete, sarete gettati poi da Dio nello stagno ardente di fuoco e di zolfo. Talvolta mi mancano le parole, vorrei dirvi molto di più, ma veramente io voglio che voi riflettiate sulla fine orribile che vi che vi aspetta, voi che siete sotto il peccato. Per quello il mio desiderio è quello che voi siate salvati ed è per questo che vi scongiuro a ravvedervi e a credere nell’Evangelo. A voi, Mariani, che andate dietro gl’idoli, gl’idoli muti, che fate tutte queste processioni portando sul baldacchino questi questi idoli muti che hanno hanno gambe hanno gambe e non camminano, li devono portare, hanno occhi e non vedono, hanno orecchie e non sentono, hanno bocca e non parlano: voi voi che seguite questi idoli muti, ravvedetevi, convertitevi dagl’idoli a Dio. Siete degli idolatri, ciò che vi aspetta quindi è l’inferno. Ma dove pensate di andare? Voi che vi prostrate davanti alle statue, alle immagini, che le adorate, le pregate, ma dove pensate di andare dopo dopo dopo morti? In paradiso? Voi non vedrete giammai il paradiso. Ah pensate di andare in purgatorio? Vi hanno detto che andrete in un purgatorio a purgarvi? No, non esiste il purgatorio, voi andrete all’inferno, nell’Ades, nei tormenti. Eppoi là vi ricorderete, vi ricorderete di chi vi metteva in guardia dagl’idoli, dall’idolatria e allora smetterete di farvi battute contro quelli che vi avvertivano dall’idolatria. Quindi, ravvedetevi e convertitevi, voi Mariani, da tutti da questa idolatria a cui siete dati, e credete nell’Evangelo della gloria del beato Iddio per essere salvati. Altrimenti, altrimenti perirete, vi ritroverete vi ritroverete lì assieme al al ricco, in questo luogo di tormento, in questo luogo quindi orribile, è orribile.

Ci sono molti che si fanno beffe dell’ dell’ dell’inferno. Ricordo ancora una volta, una volta stavo parlando, stavo parlando a una coppia di persone e gli parlai dell’inferno. In maniera sarcastica, in maniera ironica uno di loro mi disse: “Beh, così almeno starò al caldo”. Bada bene, non è che starai al caldo, tu starai in mezzo alle fiamme, nei tormenti, nei tormenti, ricordatelo questo. Ricordatelo tu che fai la stessa battuta. Io posso non sentirti fare questa battuta, ma Iddio ti sente. Sì certo, c’è il caldo soffocante della fiamma, però ricordati ricordati questo: piangerai e striderai i denti e battute non ne farai più sull’inferno. Lì smetterai di fare le battute sull’inferno e su quelli che avvertono dall’inferno, non importa chi tu sia.

Quindi vi scongiuro, ravvedetevi e credete nell’Evangelo della grazia di Dio affinché il Signore abbia misericordia di voi, perché ciò che vi aspetta veramente è questo luogo di tormento, questo luogo orribile che appunto è l’inferno. Ravvedetevi, credete nell’Evangelo della grazia di Dio. E il Signore avrà misericordia di voi, vi strapperà dalle fiamme di questo di questo di questo luogo veramente orribile. Chi ha orecchi da udire, oda.