La fedeltà di Dio

Una delle mie prime esperienze in cui ho sperimentato la fedeltà di Dio in risposta alla preghiera la ebbi in Inghilterra molti anni fa, la ricordo molto chiaramente. Te la racconto per incoraggiarti a pregare Dio in mezzo alle tue distrette, non importa di che genere esse siano. Sappi che Egli ancora oggi ti dice: “Offri a Dio il sacrifizio della lode, e paga all’Altissimo i tuoi voti; e invocami nel giorno della distretta: io te ne trarrò fuori, e tu mi glorificherai” (Salmo 50:14-15)

Nella prima metà del 1984 mi trovavo in Inghilterra, a lavorare presso la C.L.C. di Londra. Lavoravo massimamente nel magazzino della grande libreria evangelica che si trovava dietro la S. Paul Cathedral, nella City di Londra. Non percepivo nessuno stipendio dalla C.L.C; mi veniva fornito solo vitto e alloggio presso il quartiere generale che si trovava nella zona di Crystal Palace. Prima che arrivasse Pasqua mi trovai nel bisogno, perché i soldi che mi ero portato con me, erano quasi finiti. Mi rimanevano veramente pochi soldi; e dato che mi servivano in quei giorni dei soldi perché dovevo comprare alcune cose, non sapevo come fare. Siccome nel tempo libero e anche mentre lavoravo al magazzino spesso avevo letto di missionari che nel bisogno avevano pregato Dio affinché gli provvedesse questa o quell’altra cosa, volli anch’io pregare Dio affinché mi provvedesse dei soldi. E così una sera, nella mia cameretta mi inginocchiai e feci nel nome di Gesù Cristo questa preghiera a Dio: ‘Signore Iddio, tu vedi il bisogno in cui mi trovo, ti prego provvedimi 20 sterline’. Poco dopo, però, mentre ero in preghiera, dato che 20 sterline mi sembravano poche, cambiai la cifra infatti dissi a Dio: ‘Signore, ma dammene 30!’ Lo ringraziai nel nome di Gesù e poi andai a letto. Ero solo nella mia piccola cameretta, non avevo fatto sapere a nessuno del mio bisogno, e la preghiera l’avevo fatta a bassa voce. Passarono i giorni, e mi ero dimenticato della preghiera. Una mattina, come al solito, mi recai a lavoro al negozio assieme ad altri fratelli e sorelle. Mentre ero in magazzino, mi fu comunicato che mi voleva nel suo ufficio il fratello che era il responsabile del negozio. Pensando che mi avrebbe affidato qualche lavoro particolare da fare, come poteva essere quello di andare a consegnare qualche libro a qualcuno nella città, mi recai nel suo ufficio. Arrivato nel suo ufficio, questo fratello mi disse: ‘Gino (mi chiamo Giacinto, ma il mio soprannome è Gino) ho visto che tu ti adatti a fare lavori di ogni genere qui nel negozio, e dato che ho un lavoro da fare a casa mia ho pensato a te. Non so però se tu accetterai questo lavoro, perché è un lavoro in cui ci si sporca facilmente. Comunque ti pagherò per esso’. Allora io risposi: ‘Fratello, non ti preoccupare, dimmi in che cosa consiste il lavoro, non ci sono problemi’. Allora egli mi disse: ‘Si tratta di staccare dalla soffitta della lana di vetro e di arrotolarla al fine di permettere agli operai che stanno lavorando a casa mia di lavorare in soffitta. Per questo lavoro ti darò 25 sterline’. Accettai subito dicendogli che andava tutto bene, per cui aspettavo che mi dicesse il giorno in cui dovevo fare questo lavoro. Appena uscii dal suo piccolo ufficio, mi ricordai all’improvviso della preghiera che avevo fatto al Signore giorni prima, mi ricordai che prima avevo chiesto 20 e poi 30 sterline (il Signore quindi aveva fatto la media tra le due cifre avendo visto la mia indecisione), e non potei non rimanere stupito oltre che pieno di gioia. Mi commossi subito dentro di me, e senza dire niente a nessuno andai nel piccolo bagno del magazzino a ringraziare Dio; lo ringraziai piangendo. Qualche giorno dopo andai a casa di questo fratello a fare il lavoro che riuscii a compiere in circa due ore. E come convenuto ricevetti 25 sterline. Oh Dio mio, tu sei grande, a te sia la gloria ora e in eterno. Amen.

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Pensieri (Vol. 1)

Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro

La speciale richiesta dell’uomo anziano

Accadde i primi tempi del Pentecostalismo nell’area rurale e montagnosa del Sud Italia. Un giovane pastore era stato mandato a predicare ad una Chiesa di un paese. Pieno di fede in grandi cose, egli aveva preparato un messaggio su tutte le cose possibili a coloro che credono.

Entrando nel locale di culto egli vide un uomo anziano su una sedia a rotelle, quasi totalmente paralizzato. Il predicatore accettò la sfida. Quel giorno sarebbe stato un giorno di vittoria e Satana sarebbe stato sconfitto.

Egli predicò sulla potenza della fede e sulla bontà di Dio. Alla fine ci fu l’appello. ‘Che cosa volete che io faccia?’, gridò il predicatore, ‘lo Spirito è qua, domandate quello che volete! Vi sarà fatta qualsiasi cosa secondo la vostra fede’.

Bene, le sorelle lodarono e gridarono le loro richieste a Dio per la conversione delle loro famiglie, ma l’occhio del predicatore era sull’uomo sulla sedia a rotelle. Andò da lui, gli impose le mani. E disse: ‘Il Signore è qui per darti quello che vuoi. Chiedi e ti sarà dato! Di al Signore il tuo bisogno. Domanda. Egli è qui!’ mentre la sua voce tuonava al di sopra delle donne che gridavano.

L’uomo sulla sedia a rotelle finalmente trovò abbastanza voce e fede per esprimere il suo bisogno. ‘Fratello’, gli bisbigliò, ‘Io voglio sposarmi. Io voglio una moglie!’

Bene … di certo, non era la risposta che quel predicatore aspettava. Il fuoco sparì dalla voce del predicatore che terminò la riunione e andò a casa domandandosi che cosa ci fosse di sbagliato nel popolo di Dio.

Questa storia mi ha fatto riflettere e capire che noi, anche se avessimo tutta la fede da trasportare i monti, non possiamo pretendere che un malato debba per forza di cose volere essere guarito per mezzo di noi, perché può succedere che un credente malato non voglia essere guarito ma desideri ricevere dal Signore qualche cosa d’altro che per svariate ragioni può essere per lui più importante della guarigione in certe circostanze. Gesù un giorno domandò ad un uomo infermo da ben trent’otto anni: ‘Vuoi essere risanato?’ (Giov. 5:6), e al cieco Bartimeo che lo implorava di avere pietà di lui gli chiese: “Che vuoi tu che io ti faccia?” (Mar. 10:51) Strane domande forse per qualcuno, ma non per il Signore. La risposta come si sa fu in ambedue i casi la richiesta della guarigione e ambedue furono guariti. Come avremmo reagito noi se fossimo stati al posto di quel giovane predicatore? Saremmo rimasti delusi o avremmo invece detto a quel fratello: ‘Ti sia concesso dal Signore quello che vuoi, cioè una moglie’?

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Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro

Fino a quando, Signore?

Signore, Dio mio, fino a quando mi terrai con l’animo sospeso? Fino a quando non risponderai alle mie insistenti preghiere? Non vedi Signore quanti pensano che tu ti sia dimenticato di me? Oh, Signore, ti prego per l’ennesima volta: ‘Esaudisci la mia preghiera, affinché l’anima mia si rallegri nel tuo santo nome, e affinché coloro che ti temono e mi amano possano rallegrarsi assieme a me e glorificare il Tuo nome per quello che avrai operato in mio favore!’ Tu infatti lo sai che ogni qual volta mi hai risposto coloro che ti temono si sono rallegrati con me ed hanno glorificato il tuo nome. Continuo ad aspettarti, Signore, il mio cuore è fiducioso e tranquillo, come sempre. Anima mia non ti perdere d’animo, il Signore si leverà ancora in tuo favore come ha sempre fatto. Egli è fedele!

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Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro

Se avete fede

Non è sufficiente pregare Dio per essere esauditi infatti affinché Dio ci esaudisca occorre pregarlo con fede. Gesù Cristo un giorno ebbe a dire ai suoi discepoli: “E tutte le cose che domanderete nella preghiera, se avete fede, le otterrete” (Matt. 21:22). Quel ‘se avete fede’ è molto chiaro dunque; se noi preghiamo Dio senza credere con il cuore che Lui ci può esaudire e ci esaudirà, noi non saremo esauditi. Cosa questa che è confermata da Giacomo nella sua epistola che dice a colui che domanda a Dio sapienza: “Ma chiegga con fede, senza star punto in dubbio; perché chi dubita è simile a un’onda di mare, agitata dal vento e spinta qua e là. Non pensi già quel tale di ricever nulla dal Signore, essendo uomo d’animo doppio, instabile in tutte le sue vie” (Giac. 1:6-8).

Non dubitiamo della Parola di Dio, non dubitiamo della potenza di Dio, non dubitiamo della fedeltà di Dio: ma invochiamolo con piena certezza di fede e per certo Lui a suo tempo ci risponderà e sapete come? In modi tremendi, dice la Parola di Dio (cfr. Sal. 65:5). A Lui che esaudisce la preghiera sia la gloria ora e in eterno. Amen.

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Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro

Non siate ansiosi

“Non siate con ansietà solleciti di cosa alcuna; ma in ogni cosa siano le vostre richieste rese note a Dio in preghiera e supplicazione con azioni di grazie. E la pace di Dio che sopravanza ogni intelligenza, guarderà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù” (Fil. 4:6-7).

L’Iddio che ha fatto i cieli, la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, ci è Padre avendoci adottati come suoi figliuoli in Cristo Gesù. Egli ci ama di un grande amore, Egli si cura di noi, Egli vuole farci del bene, Egli è vicino a noi. Ecco perché noi non dobbiamo diventare ansiosi circa le cose di cui necessitiamo, perché Egli è con noi per supplire ad ogni nostra necessità. Invochiamolo piuttosto, come dice Paolo, in ogni nostro bisogno, facciamolo con fede senza stare punto in dubbio, e vedremo che nel nostro cuore Dio farà regnare la sua grande pace. “A colui che è fermo nei suoi sentimenti, tu conservi la pace, la pace perché in te confida” (Is. 26:3), dice il profeta Isaia. E’ proprio così, ho sperimentato sia le parole di Paolo che quelle di Isaia tantissime volte, nei momenti più brutti, quando non sapevo proprio cosa fare. Confidando in Dio e invocandolo, Egli mi ha protetto e guidato con la sua pace. Era questa che mi attestava che Dio si stava prendendo cura di me, che Lui non si disinteressava di me, e che presto Lui mi avrebbe risposto. A Lui sia la gloria ora e in eterno. Amen.

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Butindaro Giacinto, Roma 2015 – Versione aggiornata. Pagine 728.
Giacinto Butindaro