César Malan era massone

César Malan era massone

Quale evangelico non si è imbattuto prima o poi nel nome di César Malan (1787-1864), un famoso predicatore evangelico ginevrino autore peraltro di diversi inni? Ebbene era un massone. «Fece parte della loggia massonica Unione dei cuori (1809-24)» (https://hls-dhs-dss.ch/it/articles/011251/2009-12-03/). Viene detto che poi lasciò la loggia, ma non risultano suoi scritti dove condanna con ogni franchezza la massoneria per cui rimase massone. Nella foto infatti Malan anziano fa due segnali segreti massonici con i suoi indici. Lo ripeto, i segnali segreti massonici sono delle firme autorevoli di chi li fa.

Giacinto Butindaro

Tratto da: La nuova Via

Svizzera, Dal 24 aprile al 1° novembre 2009: mostra «Une journée dans la vie de Calvin»

Museo internazionale della Riforma, Ginevra.

Scoprite la storia completa della Riforma.

museo-riforma-ginevra
Museo internazionale della Riforma, Ginevra.

In occasione del cinquecentenario della nascita di Calvino il Museo internazionale della Riforma ospita dal 24.4 fino all’1.11.2009 la mostra «Une journée dans la vie de Calvin» (Una giornata nella vita di Calvino, ndr) che racconta in formato 3D la vita di uno degli iniziatori del movimento protestante. Il museo, che sorge nella corte S. Pietro, comunica attraverso un sotterraneo con il sito archeologico situato sotto la cattedrale di S. Pietro e custodisce, accanto a reperti originali, le tecnologie audiovisive di ultima generazione.

Via | SBB

Post correlati:

Condividi

Svizzera: Preti pedofili in diocesi Friburgo, Losanna, Ginevra

FRIBURGO – Fra i sacerdoti della diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo indagati per abusi sessuali è stato smascherato un “predatore” di bimbi: il frate cappuccino di cui si era già parlato agli inizi dell’anno è sospettato di aver abusato di 24 fanciulli sull’arco di almeno 35 anni. Lo ha indicato oggi la giudice istruttrice friburghese Yvonne Gendre. Il caso di un altro prete è stato trasmesso alla magistratura neocastellana.

La giudice ha reso conto stamani delle investigazioni avviate inizio estate sulla base di una “lista di sospetti” ricevuta dalle mani di un parroco attivo nel canton Vaud. Cinque indagini preliminari sono state avviate contro altrettanti sacerdoti. Due essendo deceduti, l’operato della giustizia si è concentrato sugli altri tre. Uno dei religiosi è stato scagionato e l’inchiesta che lo riguardava è stata archiviata.

Il caso più grave è rappresentato dal frate cappuccino di 68 anni, sul quale agli inizi dell’anno la magistratura francese aveva aperto un’inchiesta. L’uomo “ha agito in tutta impunità per più di 35 anni”. Quando la giudice ha ricevuto il fascicolo riunito dalla diocesi, esso conteneva già i nomi di otto vittime, fra le quali il nipote dell’ecclesiastico. Dopo l’interrogatorio dell’interessato, il loro numero è salito a 22. L’apposita commissione della diocesi ha poi annunciato due vittime supplementari.

Il frate contesta due casi, che sarebbero ormai caduti in prescrizione. Gli abusi sono stati commessi in svariati cantoni e in Francia. È tuttavia in questo paese che sono stati commessi i fatti non ancora coperti dalla prescrizione: l’ultimo risale al 1995, mentre il nipote è stato molestato nel 1992. La giudice friburghese ha già contattato un collega di Grenoble, cui saranno trasmessi i risultati dell’inchiesta. Il religioso potrebbe essere giudicato in Francia o nel cantone – il cui nome è stato taciuto – dove risiede attualmente.

Le vittime dell’ecclesiastico erano tutti ragazzini dai 9 ai 14 anni “particolarmente vulnerabili”, ha dichiarato la giudice. Tre di loro erano handicappati. I primi abusi sono incominciati nel 1958 quando il religioso studiava in un convitto in Vallese. L’ecclesiastico era poi stato implicato in casi di pedofilia in Svizzera tra il 1968 e il 1972. Nel 1989 aveva lasciato il paese per la Francia. Nel 2002, la diocesi, venuta a conoscenza della situazione, aveva allertato la curia di Grenoble della pericolosità dell’uomo. Dopo essere stato trasferito a Lione, il frate era rientrato in Svizzera nel 2005.
SDA-ATS

Fonte: SwissInfo

Condividi

Ginevra: Un raro manoscritto di Calvino è esposto al Museo Internazionale della Riforma

(31.10.2007) Lo scorso mese di luglio il Museo Internazionale della Riforma (MIR) si è visto offrire un manoscritto eccezionale di Giovanni Calvino. L’oggetto, in eccellente stato di conservazione, è stato acquistato da un gruppo di generosi mecenati durante una vendita all’asta da Christie’s, a Londra. “Il contenuto raro e inatteso di questo manoscritto lo rende particolarmente prezioso ai nostri occhi. Siamo molto lieti di aver potuto riportare questa lettera a Ginevra dove fu a lungo conservata prima di prendere altre strade in Europa” confida Isabelle Graesslé, direttrice del MIR. Esposta al pubblico da ieri, la lettera di Calvino fa ormai parte degli oggetti preziosi della collezione. Si trova nella sala “La Ginevra di Calvino”. In questo manoscritto, indirizzato il 23 gennaio 1545 alle autorità ginevrine dell’epoca, Calvino parla di un certo Jean Vachat, che si era suicidato. Egli gli ricorda che la grazia ed il perdono gli sono accordati da Dio. In questa lettera Giovanni Calvino si distingue in riformatore “umano”.

Fonte: ProtestInfo/com

Per saperne di più visitate Il Sito del Museo Internazionale della Riforma; andate nella sezione la Presse, dalla sezione “les illustrations” è possibile scaricare la lettera di Calvino in formato jpg (2 mb), dalla sezione “les communiqués” è possibile scaricare la trascrizione letterale in formato pdf.

Condividi