L'avocado israeliano prende piede in Europa

L’avocado israeliano domina in Europa: secondo un recente articolo del Wall Street Journal, l’azienda di export ortofrutticolo Agrexco è il maggiore esportatore israeliano di frutta e verdura di alta qualità sul mercato europeo.

Sempre secondo il giornale americano, il 2009 ha visto un aumento del 12% del fatturato di Agrexco e l’azienda guida l’export ortofrutticolo israeliano anche quest’anno. Lo scorso anno, Agrexco ha esportato ortofrutticoli a marchio Carmel per circa 492 milioni di euro.

Shlomo Tirosh, CEO di Agrexco ha riferito al giornale americano che Israele commercializza 390.000 tonnellate di prodotti ortofrutticoli diretti in tutto il mondo; su questi, i volumi di avocado sono al primo posto.

Il peperone viene al secondo posto, con circa 36.000 ton; seguono pomodori biologici e provenienti da coltivazione convenzionale, principalmente pomodori ciliegino.

Agrexco ha iniziato a specializzarsi nella coltivazione bio 25 anni fa, offrendo ai suoi prodotti bio una buona reputazione e un vantaggio rispetto agli altri paesi. Tirosh ha stimato un aumento del 3% del fatturato dell’azienda nel 2010.

Anche le piante aromatiche costituiscono una forte voce per l’export israeliano, in particolare basilico, erba cipollina e menta. Nonostante la competizione con Egitto, Marocco e Spagna, la popolarità delle piantine israeliane è stabile grazie alla loro alta qualità. Inoltre, la vendita di meloni israeliani è aumentata del 50%, dopo anni di magra.

Fonte: www.ynetnews.com via freshplaza.it

Data di pubblicazione: 04/03/2010

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Table to Table: sfamare i poveri in terra di Israele

tabletotableSfamare quanti in Israele non hanno da mangiare, guidati dai precetti della Bibbia, andando a recuperare cibo che altrimenti verrebbe buttato via. È questa la sfida lanciata da Table to Table un’associazione no profit israeliana, che in pochi anni è cresciuta divenendo un importante «banco alimentare» della Terra Santa, al punto da garantire cibo a 180 enti benefici in tutta Israele e coinvolgere migliaia di volontari.

Nel 2008 Table to Table ha garantito 600 mila pasti e 1.200 tonnellate di cibo dato a cucine di centri per anziani e giovani, rifugi per senza dimora in varie parti del Paese. «La cosa incredibile – spiega Natalie Marxs, dello staff dell’associazione – è che facciamo tutto con cibo che altrimenti verrebbe buttato via».

Table to Table nasce nel 2003 da un’idea di Joseph Gilter, un professore universitario tornato definitivamente in Israele qualche anno prima e colpito dalla crescente povertà di alcuni strati della società israeliana. Così Gilter, decide di organizzare un gruppo di volontari e rimboccarsi le maniche, rifacendosi direttamente al grande patrimonio della cultura ebraica: nel 2006 nasce ad esempio, il progetto Leket, un termine preso dalla Torah che indica il comando dato agli ebrei di lasciare un decimo dei frutti dei propri campi in modo che i poveri se ne possano cibare. Così, oggi, circa 50 mila volontari di Table to Table raccolgono ogni anno i frutti lasciati apposta nei campi da una sessantina di grandi coltivatori israeliani. In alta Galilea l’associazione raccoglie 60 tonnellate di frutta e verdura a settimana, cibo rifiutato dalla grande distribuzione solo perché esteticamente imperfetto. Altra iniziativa è la Campagna Chamez, ovvero la raccolta del pane lievitato dopo la Pasqua. I volontari inoltre si occupano di raccolta diurna di cibo presso panetterie e ristoranti, così come di una raccolta «serale», ritirando il cibo avanzato da festeggiamenti e matrimoni organizzati da circa 200 società di catering e ristoranti convenzionati. Nel 2009 la crisi si fa sentire anche per Table to Table: la scarsità di denaro e lavoro comporta anche festeggiamenti meno sontuosi e minor cibo raccolto dai volontari. A questo si aggiunga una stagione più avara di piogge e una produzione di frutti inferiore al solito.

Fonte: Terrasanta.net

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Israele esporta 100.000 tonnellate di frutti esotici all’anno

israele-fruttiIsraele esporta 100.000 tonnellate di frutti esotici all’anno, principalmente avocado, cachi, mango, kiwi e banane. Nel 2007 le esportazioni israeliane di frutta tropicale sono state pari a 200 milioni di $. La notizia è stata diffusa in occasione di Tu Bishvat, il capodanno degli alberi che gli israeliani festeggiano tradizionalmente con un pasto di frutta.

Fonte: Israele.net . 9 febbraio 2009


In avvenire, Giacobbe metterà radice, Israele fiorirà e germoglierà, e copriranno di frutta la faccia del mondo. (Isaia 27:6)

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Israele: record di piantagione di agrumi!

Record di piantagione di agrumi in Israele nel 2007. Tra gennaio 2007 e la fine dell’estate, 800.000 agrumi sono stati piantati su 1.250 ettari di frutteti in tutto il paese. L’aumento consegue all’apertura nuovi mercati in Europa dell’Est e in Estremo Oriente. In Israele, 20.000 ettari di terre coltivabili sono dedicati agli agrumi e producono da 600.000 a 650.000 tonnellate di frutta all’anno, per il 30% destinate all’esportazione.

Fonte: Israele.net – 14.11.2007

“In avvenire, Giacobbe metterà radice, Israele fiorirà e germoglierà, e copriranno di frutta la faccia del mondo.” Isaia 27:6

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