Francesco Toppi: I discepoli antichi a Gerusalemme avevano smesso di lavorare perché ritenevano che il ritorno di Cristo fosse imminente

Francesco Toppi: I discepoli antichi a Gerusalemme avevano smesso di lavorare perchè ritenevano che il ritorno di Cristo fosse imminente

Introduzione

Francesco Toppi, ex presidente delle ADI, ha scritto: ‘Un altro esempio molto citato è quello dell’entusiastico esperimento della chiesa di Gerusalemme, quando ‘…. tutto era comune fra loro’ (Atti 4:32). Quei cristiani attendevano con così tanto ardore l’imminente ritorno di Cristo che avevano smesso di lavorare. Esaminati, però, i mezzi di sussistenza, dovettero tutti tornare alle proprie attività secolari, eccezion fatta per gli apostoli ingaggiati a tempo pieno nella missione. Infatti, in seguito non si parlerà mai più di ‘comunanza dei beni’, ma di offerte per sostenere l’opera missionaria cristiana’ (Francesco Toppi, A Domanda Risponde, Vol. II, pag. 35-36). Fu dunque un errore quello di mettere in comune i beni, errore prodotto dalla errata convinzione che il ritorno di Cristo fosse imminente, e difatti sempre Toppi facendo un paragone tra i primi Pentecostali Italiani in America e gli antichi discepoli del Signore afferma che ‘era tale l’attesa dell’imminente Ritorno del Signore e l’urgenza di raggiungere con il messaggio dell’Evangelo il maggior numero degli italiani dovunque vivessero, che tutto il resto era considerato superfluo. Avevano commesso, nel loro fervore, lo stesso errore temporale dei discepoli di Gesù, i quali il giorno dell’ascensione del Signore avevano interpretato come l’attesa di giorni le parole degli angeli: ‘Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto ed elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo ….. Così avevano messo in comune i loro beni nell’attesa del Suo ritorno. Nei momenti di grande fervore spirituale si fanno degli errori simili, ma poi lo Spirito Santo illumina sulle Scritture ed allora si scopre che quando nel Nuovo Testamento si parla di ‘ultimi giorni’ bisogna ricordare che ‘per il Signore un giorno è come mille anni e mille anni sono come un giorno’ (Francesco Toppi, Luigi Francescon, ADI-Media, Roma 2007, pag. 59).

Confutazione

Questo insegnamento è falso. Non è affatto vero che i credenti della Chiesa primitiva avevano smesso di lavorare perchè aspettavano da un giorno all’altro o in brevissimo tempo il ritorno di Cristo perchè essi sapevano che il Suo ritorno non era imminente. Come facevano a saperlo? C’erano gli apostoli con loro che li ammaestravano e gli dicevano che quel giorno sarebbe venuto solo dopo che si sarebbero adempiuti determinati avvenimenti e segni. A tale riguardo si leggano il capitolo 24 di Matteo, il capitolo 13 di Marco e il capitolo 21 di Luca per capire quale era l’insegnamento che gli apostoli per lo Spirito rivolgevano ai santi di Gerusalemme.

E diciamo pure che gli apostoli non poterono interpretare le parole degli angeli: “Questo Gesù che è stato tolto da voi ed assunto in cielo, verrà nella medesima maniera che l’avete veduto andare in cielo” (Atti 1:11) nella maniera che dice Toppi, perché poco prima Gesù aveva detto loro: “Ma voi riceverete potenza quando lo Spirito Santo verrà su voi, e mi sarete testimoni e in Gerusalemme, e in tutta la Giudea e Samaria, e fino all’estremità della terra” (Atti 1:8). Come avrebbero infatti potuto pensare di rendere testimonianza alla resurrezione di Cristo in Gerusalemme, in tutta la Giudea e Samaria, e fino alle estremità della terra, nell’arco di non molti giorni? E’ assurdo solo pensarlo. E come avrebbero potuto interpretare le parole degli angeli in quella maniera, quando Gesù aveva detto loro che la fine verrà quando il Vangelo sarà stato predicato in tutto il mondo, secondo che disse: “E questo evangelo del Regno sarà predicato per tutto il mondo, onde ne sia resa testimonianza a tutte le genti; e allora verrà la fine” (Matteo 24:14)? Anche qui è assurdo solo pensarlo. Toppi invece non solo lo pensa ma lo dice pure, dimostrando così ancora una volta di non conoscere le Scritture.

E poi si tenga anche presente che la Scrittura dice che “ogni anima era presa da timore” (Atti 2:43) il che esclude che dei credenti timorati di Dio potessero lasciare il loro lavoro per mettersi ad aspettare il ritorno di Cristo. Ma poi che senso avrebbe avuto lasciare il lavoro per aspettare il ritorno di Cristo? Non potevano forse aspettarlo continuando a lavorare come sempre?

Ma oltre a ciò è impensabile una simile cosa sapendo che essi attendevano del continuo all’insegnamento degli apostoli che erano uomini pronti a riprendere e a stroncare sul nascere una simile tendenza. Ma allora a che cosa era dovuta questa comunanza dei beni praticata da quei credenti? Essa era dovuta all’amore di Dio che era stato sparso nei loro cuori per lo Spirito, amore che li spingeva a mettere in comune con gli altri i beni che essi possedevano. Proprio quello che manca oggi purtroppo nella maggior parte delle Chiese. Oh piacesse a Dio che in seno alle Chiese di Dio qui in Italia ci fosse quell’amore genuino che regnava in seno alla Chiesa di Gerusalemme dopo la Pentecoste! Che meraviglioso sarebbe vedere di nuovo dei fratelli mettere a disposizione dei loro fratelli quello che hanno e non chiamare più ‘mio’ quello che essi hanno!

Giacinto Butindaro

 

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Giorgio Spini (1916-2006). Alcune notizie su Giorgio Spini, e alcune domande per Francesco Toppi, ex-presidente delle ADI, che ne era fraterno amico

Breve biografia di Giorgio Spini

Nato a Firenze il 23 ottobre 1916 da madre cattolica e padre evangelico, Giorgio Spini abbraccia fin da giovane la confessione di fede paterna e si orienta su posizioni marcatamente antifasciste. Lo influenzano in ciò l’Associazione cristiana dei giovani (collegata all’YMCA), con la sua ricchezza di contatti internazionali e di collegamenti con l’intellighenzia antifascista, e “Gioventù cristiana”, la rivista della corrente barthiana dei giovani intellettuali valdesi in stretto rapporto con la Chiesa Confessante Tedesca, impegnata contro il nazismo.

Agli anni universitari e alle prime esperienze culturali e politiche, segue l’arruolamento nell’esercito, l’adesione al Partito d’Azione e, con l’8 settembre 1943, il passaggio delle linee del Fronte per partecipare alla guerra di liberazione, che Spini combatte, come ufficiale di collegamento, nelle forze alleate della VIII Armata Britannica. In quel periodo cura una serie di trasmissioni radiofoniche antifasciste con lo pseudonimo di Valdo Gigli e salva alcune preziose tele di Botticelli, Paolo Uccello e Giotto.

Dopo la guerra intraprende una prestigiosa carriera universitaria che lo porterà a insegnare nelle Università di Messina e Firenze e, negli Stati Uniti, ad Harvard, alla University of Wisconsin e alla University of California – Berkeley nonché a diventare presidente dell’Istituto Socialista di Studi Storici e condirettore della “Rivista Storica Italiana”.

Ponendo al centro il contributo della cultura protestante, Spini si occupa di storia europea e nordamericana del Seicento, in particolare delle correnti spirituali religiose e antireligiose, della storia cinquecentesca del principato mediceo e di Firenze dopo l’Unità d’Italia nonché dei rapporti tra il Risorgimento italiano e i movimenti protestanti europei e statunitensi senza tralasciare le origini del socialismo.

Tra le sue opere più importanti si annoverano: Storia dell’età moderna, che lo fece conoscere al grande pubblico, Autobiografia della giovane America, Risorgimento e protestanti, e il seguito, Italia liberale e protestanti.

Predicatore laico evangelico, membro della Tavola Valdese – l’esecutivo della Chiesa Valdese e Metodista – Spini si adopera in favore della libertà religiosa. Metodista, lavora al Patto di integrazione tra la Chiesa Metodista e Valdese (1979) nonché alle trattative per l’Intesa tra la Chiesa Valdese e la Repubblica italiana (1984), come anche alle trattative per l’Intesa tra le Assemblee di Dio in Italia e lo Stato (1988).

Tra i molti riconoscimenti, nel 2000 riceve dal Presidente Ciampi l’onorificenza di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana e nel 2004 il Sindaco di Firenze gli conferisce la massima onorificenza cittadina, il “Fiorino d’Oro”.

Attivo fino alla fine – lavorava al seguito di Italia liberale e protestanti con un nuovo volume dedicato al periodo fascista in Italia – Giorgio Spini è morto all’ospedale fiorentino di Careggi sabato 14 gennaio 2006.

I funerali si sono svolti lunedì 16 gennaio nel luogo di culto della Chiesa Valdese di Firenze.

Notizie tratte in massima parte da: http://www.evangelici.net/notizie/1137327682.html

La Massoneria italiana rende omaggio a Giorgio Spini

Ai funerali di Giorgio Spini tra i tanti presenti c’era il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi in rappresentanza del Gran Maestro Gustavo Raffi e dei Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia, un alto esponente della Massoneria Italiana quindi, verso la quale Giorgio Spini durante un convegno della Massoneria tenutosi a Firenze nel 2005 (in occasione del bicentenario della Loggia Massonica Grande Oriente d’Italia) ebbe delle belle parole.

Ecco un articolo apparso su Erasmo che attesta quanto appena da me detto: ‘FIRENZE – Il Grande Oriente rende omaggio a Giorgio Spini. I funerali di Giorgio Spini, grande storico sui cui testi si sono formate generazioni di studenti e, al contempo combattente per la libertà negli anni bui della dittatura, si sono svolti il 16 gennaio a Firenze, nella Chiesa Valdese. Professore emerito all’Università di Firenze, ha insegnato in numerose università americane, fra le quali Harvard.

Il Maestro ci ha onorato, partecipando attivamente al convegno fiorentino del 12 novembre, organizzato nell’ambito delle celebrazioni del bicentenario del Grande Oriente d’Italia. In quello che ha rappresentato uno dei suoi ultimi interventi, Giorgio Spini svolse una relazione sul ruolo storico della massoneria italiana. “Grande importanza deve essere attribuita alla massoneria dell’esilio – fu uno dei passaggi del suo discorso – con la linea di continuità massonica rappresentata dai nostri esuli che mantennero, contro la tirannide, un’opposizione di elevata spiritualità e coerenza, carattere peculiare, nei secoli, del massonismo universale”٭.

Numerosissime le autorità presenti ai suoi funerali, ai quali ha partecipato il Gran Maestro Aggiunto Massimo Bianchi in rappresentanza del Gran Maestro Gustavo Raffi e dei Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia’.

Erasmo, numero 1-2 / 2006, pag. 7

٭ Nota mia: Nel suo intervento in quel Convegno, Giorgio Spini debuttò così: ‘E’ con non finta commozione che ho accettato questo invito di recare un brevissimo messaggio di simpatia e di solidarietà ….’. Per chi vuole ascoltare tutto l’intervento di Giorgio Spini clicchi qua o vada qua http://www.bicentenario-goi.it/firenze_audio.htm

Tratto da: http://www.grandeoriente.it/img/riviste/erasmo/2006/26-0102.pdf

Le Assemblee di Dio rendono omaggio a Giorgio Spini

Naturalmente ai funerali di Giorgio Spini non poteva mancare anche un rappresentante delle ADI, e difatti c’è andato Francesco Toppi.

‘Si sono svolti, nella chiesa valdese di Firenze, i funerali dello storico Giorgio Spini. “Ha dato a noi, protestanti italiani, la nostra identità”, ha detto il Presidente della FCEI.

L’ultimo saluto a Giorgio Spini si è svolto in una chiesa gremita. Lunedì 16 gennaio alle ore 15, la chiesa valdese di via Micheli a Firenze conteneva a malapena le persone accorse da tutta la penisola per celebrare i funerali di uno dei massimi storici del Novecento. Giorgio Spini, metodista, studioso di fama internazionale, si è spento sabato 14 gennaio all’età di 89 anni, dopo una vita dedicata alla storia, all’impegno politico e alla fede evangelica. La predicazione era affidata al pastore Massimo Aquilante, presidente dell’Opera per le chiese evangeliche metodiste in Italia (OPCEMI); nel corso del culto sono intervenuti anche la pastora Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese; il presidente delle Assemblee di Dio (ADI), il pastore Francesco Toppi; il collega ed amico Sandro Rogari, preside della Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Firenze; e il sindaco di Firenze Leonardo Dominici. “Il cuore di Spini, profondo conoscitore della grande cultura anglosassone e quindi fatalmente protestante, pendeva verso la Rivoluzione del 1688. Grazie a lui è stato messo in rilevo il nesso tra la cultura liberale e il protestantesimo” ha ricordato il pastore Giorgio Bouchard, già moderatore della Tavola valdese, intervenuto anch’egli in occasione dei funerali. E ancora: “Non solo, ma è stato mediatore della cultura anglosassone verso l’Italia. Grazie a lui abbiamo scoperto che l’800 italiano è stato un ‘secolo protestante'”. Nel corso dei funerali, il figlio dello storico scomparso, l’onorevole Valdo Spini, ha letto un messaggio di cordoglio del presidente Ciampi.

Gianni Long, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), nel messaggio di cordoglio inviato alla famiglia Spini, ha voluto ricordare il ruolo svolto dallo storico nella nascita della FCEI: “Giorgio Spini è stato presidente del secondo Congresso evangelico italiano tenutosi nel 1965, da cui è poi nata la Federazione delle chiese evangeliche, due anni dopo”. Inoltre il presidente Long ha dichiarato: “Come storico Giorgio Spini è stato colui che – grazie ai numerosi libri scritti sul rapporto tra protestanti e l’Italia dal Risorgimento al ‘900 – ci ha dato la nostra identità, inserendo le piccole storie delle singole chiese nel quadro complessivo della storia nazionale. E non possiamo dimenticarci neanche come Spini, all’età di 70 anni, quando era un personaggio già famoso, aveva deciso di diventare predicatore locale, dimostrando uno spirito di servizio verso la propria comunità. Giorgio Spini è stato anche un ponte verso tutto l’evangelismo italiano, facendo fra l’altro parte delle commissioni che hanno trattato le Intese con lo Stato; non solo della propria chiesa, quella valdese e metodista, ma anche di altre chiese evangeliche. Egli ha inoltre sempre dimostrato particolare attenzione verso la realtà pentecostale”.

Tratto dal NEV del 18 gennaio 2006

Tratto da: http://www.chiesavaldese.org/pages/archivi/index_commenti.php?id=230

Poi Francesco Toppi lo ha omaggiato in un articolo dal titolo ‘Una duplice perdita’ apparso su Risveglio Pentecostale del Marzo 2006.

Giorgio Spini, invece, aveva un carattere affabile, era aperto, disponibile alla conversazione, non metteva mai alcuno in soggezione, eppure era uno dei più illustri storici italiani. Sui suoi libri di storia ha studiato un’intera generazione di studenti.

Famoso nel mondo intellettuale internazionale, professore di Storia dell’Europa Occidentale alla Facoltà di Scienze politiche dell’Università di Firenze, ha insegnato in diverse Università italiane e negli Stati Uniti (Harvard, Wisconsin, Berkely).

Mai disposto a nascondere la propria fede evangelica, aveva chiesto di essere accettato quale “predicatore locale” della Chiesa Metodista alla quale apparteneva fin dalla fanciullezza.

Chi scrive lo incontrò per la prima volta nel 1965, in occasione del Secondo Congresso Evangelico Italiano, del quale era stato nominato presidente. Memorabile, in quella occasione, la sua appassionata conferenza sulla libertà religiosa in Italia, in particolare riguardante i pentecostali, quando, con pochi autorevolissimi tratti propri di un’oratoria affascinante, descrisse le vicissitudini della “battaglia condotta fuori dal ghetto, nel paese, con la coscienza di lottare non già per un privilegio particolare, ma per la libertà di tutti gli italiani”, dando ampio riconoscimento a Giorgio Peyrot, “anima delle battaglie per la libertà religiosa in Italia”.

Sorse allora una fraterna amicizia, durata quarant’anni, tra lui, il più noto storico italiano, e chi scrive, giovane predicatore pentecostale. I suoi interventi autorevoli si erano manifestati fin dal 1950 con scritti che rivelavano le ingiustizie e le persecuzioni contro i pentecostali. Significativo fu l’intervento di Spini nel 1953 a favore della comunità ADI di Messina alla quale era stato impedito il culto.

Con un tempestivo intervento, fece fare un’interrogazione alla Camera dei Deputati riguardante il caso, che fu immediatamente risolto.

Nel 1959, le ADI ottennero, infine, il riconoscimento giuridico e la libertà di manifestare apertamente la propria fede.

Nel 1985 il Governo richiese di nominare una Commissione di studio per l’attuazione delle intese, in ottemperanza dell’Articolo 8, terzo comma della Costituzione.

Il Consiglio Generale delle Chiese, su mandato dell’Assemblea Generale, chiese fraternamente al professor Giorgio Spini di fungere da capo della delegazione, composta anche dal professor Sergio Bianconi, noto giurista valdese, dal dottor Giuseppe Di Masa, membro della chiesa ADI di Roma e da chi scrive.

I lavori iniziarono il 18 giugno 1985 e si conclusero con il testo definitivo dell’Intesa, il 27 ottobre 1986.

Ancora una volta Giorgio Spini svolse il suo incarico con grande competenza ricevendo il rispetto e l’ammirazione di tutti i membri della Commissione, quasi tutti autorevoli professori di diritto ecclesiastico in varie università italiane.

Tutto si svolse in un’atmosfera di grande cordialità.

È da ricordare come egli ripetutamente non abbia mancato di testimoniare della propria fede evangelica e ripetutamente suggeriva a chi scrive: “Testimonia dell’Evangelo perché questi non ne sanno nulla, sono completamente a digiuno del messaggio della salvezza”.

Famoso nell’ambito culturale di mezzo mondo, non nascose mai la semplice fede evangelica che professava e non si vergognò mai di unirsi ai più poveri e semplici credenti.

Ripetutamente ha visitato la nostra comunità di Roma, partecipando con la predicazione arricchita dalla sua oratoria affascinante e comprensibile.

In questi ultimi anni ha partecipato spesso ai culti nella comunità ADI di Firenze, dove talvolta ha predicato. Aveva scelto come suo accompagnatore un suo giovane studente, membro di quella chiesa.

In una delle sue ultime visite a Roma, nel 2004, è stato ospite per qualche ora dell’Istituto Biblico Italiano. In quell’occasione ha esortato gli studenti a rimanere saldi nell’Evangelo, unica fonte di vera libertà.

Fino all’ultimo vigile e lucido ha continuato a tenere contatti con i suoi amici fraterni.

Il Signore lo ha richiamato a Sé, a noi lascia il ricordo di un deciso combattente per la fede e per la giustizia che è stato un’ispirazione per quanti lo hanno conosciuto, stimato ed amato.

Con lui il mondo evangelico italiano ha perduto un testimone e un difensore.

In particolare siamo grati a Dio per la sua testimonianza di fede, lealtà e disponibilità totale per la causa dell’Evangelo in Italia.

Alla dolce consorte, ai figli ed in particolare a Valdo, il quale sta seguendo le orme paterne e continua ad essere un fraterno amico delle ADI, giungano, a nome del Consiglio Generale delle Chiese, i sentimenti più profondi di solidarietà ed affetto, con l’assicurazione delle nostre preghiere.

Questi due eccezionali credenti, risoluti testimoni dell’Evangelo in Italia, non sono più con noi, ma ci hanno lasciato un’eredità di libertà e di fede.

Dio ci aiuti, come parte di una minoranza significativa della società italiana, a valutare e a riconoscere il Mandato che Egli ci ha affidato di tenere alto il nome, la fede e l’etica e dell’Evangelo. Francesco Toppi

Tratto da: http://www.assembleedidio.org/risveglio/RPmar06.pdf

Mio commento con alcune domande a Francesco Toppi

La presenza dell’allora Presidente delle ADI Francesco Toppi ai funerali di Giorgio Spini si spiega con il fatto che Giorgio Spini – come detto nella breve biografia – ebbe un ruolo di primo piano nella stipulazione dell’Intesa tra lo Stato e le ADI. Vediamo di spiegarlo meglio.

Nel giugno 1984, in occasione del Convegno Pastorale delle ADI venne indetta una sessione straordinaria dell’Assemblea Generale per discutere e approvare la documentazione (Carmine Lamanna definisce improbo il lavoro che fu fatto per la preparazione della documentazione, e Toppi gli fa eco definendolo ‘gravoso ed arduo’) da presentare al Governo Italiano in vista dell’intesa con lo Stato. All’unanimità furono ratificati gli argomenti da inserire nell’intesa e la stesura globale dei ‘Lineamenti dottrinali’ delle ADI. Il 23 luglio di quello stesso anno venne inoltrata formale richiesta al Governo. La Presidenza del Consiglio dei ministri allora costituì una Commissione di studio per valutare le richieste delle ADI in vista della predisposizione del progetto di intesa e chiese che venissero indicati quattro esperti per rappresentare le ADI nella Commissione stessa. I quattro esperti, designati dal Consiglio Generale delle Chiese ADI, furono il professore Giorgio Spini, il professore Sergio Bianconi (evangelici che avevano fatto parte della precedente commissione per l’intesa con la Tavola Valdese), il dottore Giuseppe Di Masa quale consulente legale delle ADI, e poi il Presidente delle ADI. I lavori della commissione iniziarono nel giugno del 1985, e si conclusero nell’ottobre del 1986. Nell’ottobre del 1986 venne siglato il testo definitivo dell’intesa dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e dal presidente delle ADI. L’intesa fu poi firmata il 29 dicembre del 1986. Nel novembre del 1988 poi, lo Stato Italiano – sulla base dell’intesa tra Stato e ADI stipulata nel dicembre del 1986 e firmata dall’allora Presidente del Consiglio Bettino Craxi e dal Presidente ADI Francesco Toppi – promulgò la legge che regola i rapporti tra lo Stato e le ADI.

Ora, considerando dunque il ruolo che ha avuto Giorgio Spini nell’Intesa Stato-ADI, la sua decennale amicizia con Francesco Toppi, il fatto che sia stato fatto predicare in alcune comunità ADI, certamente fanno sorgere in me diverse domande le parole di elogio del Metodista Giorgio Spini alla Massoneria (che si fonda su principi antibiblici), infatti in quel convegno ricordato nell’articolo su ‘Erasmo’ viene detto: ‘Grande importanza deve essere attribuita alla massoneria dell’esilio – fu uno dei passaggi del suo discorso – con la linea di continuità massonica rappresentata dai nostri esuli che mantennero, contro la tirannide, un’opposizione di elevata spiritualità e coerenza, carattere peculiare, nei secoli, del massonismo universale’, ed egli ebbe anche a dire: ‘E’ con non finta commozione che ho accettato questo invito di recare un brevissimo messaggio di simpatia e di solidarietà ….’.

Ora, in base alle parole di Francesco Toppi su Giorgio Spini, egli si fregia di essere stato amico di Giorgio Spini, e si compiace del fatto che Giorgio Spini abbia predicato non solo in seno alla Chiesa ADI di Roma ma anche in quella di Firenze. Mi viene da domandare quindi a Francesco Toppi come mai una persona come Giorgio Spini, che ha portato un messaggio di simpatia e solidarietà ad un convegno della Massoneria, abbia avuto accesso in seno al popolo di Dio, e gli sia stato dato persino il pulpito in alcune occasioni. ‘Un ministro del Vangelo, un predicatore del Vangelo, può manifestare simpatia e solidarietà verso la Massoneria?’ Ed ancora: ‘Nelle ADI è lecito dunque essere amici di Protestanti che parlano in questa maniera della Massoneria?’

Ma vorrei chiedere a Toppi, dato che siamo in tema di Massoneria, anche questo: ‘Nelle ADI è lecito essere membri della Massoneria? Qual è la posizione delle ADI a tale riguardo?’ Giusto per sapere anche questo.

Per chi vuole sapere cosa è la Massoneria, e capire perché essa è incompatibile con il Vangelo perchè contraria al Vangelo, vi presento il seguente articolo.

Che cosa è la Massoneria?

La massoneria rimanda ai principi, alle istituzioni e alle regole dell’ordine fraterno dei “massoni liberi ed accettati”. Nella gran parte della società mondiale, la massoneria è un’organizzazione di uomini basata sulla “paternità di Dio e sulla fratellanza dell’uomo,” avente come simboli, utensili per costruire, per insegnare le verità morali basilari accettate dalle persone di buona volontà.

Il loro motto è “moralità in tutto ciò che tutti approvano, ossia, essere buoni e veri uomini.” La massoneria è religiosa poiché sono richieste la fede in un Essere Supremo e nell’immortalità dell’anima per divenirne membri, ma non è settaria poiché non richiede nessun testo religioso. ** La volontà della massoneria è di far sì che persone diverse si possano incontrare in armonia, e che si promuova l’amicizia e la carità. Il loro fondamento è che siamo tutti figli di un solo Dio, che tutte le persone sono in relazione tra di loro e che il modo migliore di adorare Dio è servire la gente.

Non esiste un loro quartier generale a livello nazionale, ma il più grande a livello regionale è lo Scottish Rite Southern Jurisdiction, situato ad Alexandria, Virginia. Il numero dei massoni statunitensi è stimato attorno ai tre milioni, mentre a livello mondiale sono all’incirca cinque milioni. L’unità principale della massoneria è la loggia che ha uno statuto stabilito da una grande loggia, la quale esercita i poteri amministrativi. Le logge sono legate insieme da un sistema di riconoscimento reciproco attraverso i requisiti massonici. Esse conferiscono tre gradi: apprendista, membro della corporazione e maestro massone. Gradi supplementari vengono conferiti da due gruppi di massoneria avanzata: gli “York Rite” che conferisce 12 gradi e la “Scottish Rite” che conferisce 30 gradi superiori. Negli Stati Uniti e nel Canada i membri hanno formato un gran numero di gruppi per essere in grado di espandere le proprie attività sociali e caritatevoli. Il gruppo meglio conosciuto è quello degli Shriners che organizzano parate festive e sostengono ospedali per handicappati e bambini ustionati. (Per essere uno Shriner ossia [“dell’ordine dei Templari Mistici”], occorre essere arrivati al 32.grado della Scottish Rite Mason o all equivalente della York Rite [Knights Templar]).

Sebbene solo gli uomini (di almeno 21 anni) possono essere massoni, relative organizzazioni sono disponibili per i loro parenti- infatti c’è l’Ordine della Stella dell’Est per i maestri massoni e le loro mogli, l’Ordine di De Molay per i ragazzi, l’Ordine delle figlie di Job e dell’Arcobaleno per le ragazze. La loggia massonica ha più di cento organizzazioni, incluse le figlie del Nilo, gli Alti Cedri del Libano, il Mistico Ordine dei Profeti Velati del Reame Incantato, i Cavalieri della Croce Rossa di Costantino e la Loggia Blu.

Sebbene alcuni massoni ritengano che l’origine della propria organizzazione risalga all’inizio dei tempi (molti dei loro insegnamenti sono legati al Tempio di Salomone, ma loro affermano che anche Giovanni Battista e Giovanni l’Apostolo erano massoni), la moderna massoneria ha avuto inizio solo nel 1717. In quell’anno le quattro logge britanniche formarono la prima grande loggia d’Inghilterra che divenne la prima grande loggia al mondo. Da allora, le logge si sono diffuse in tutto il mondo. Con le grandi logge locali formatesi ovunque c’erano anche logge più piccole a sufficienza. Le prime logge americane apparirono a Philadelphia (1730) e a Boston (1733).

La terminologia e il simbolismo massonico proviene maggiormente dalla corporazione dei lavoratori della pietra durante il Medio Evo. In inglese la massoneria viene chiamata Freemasonry e la particella “free” proviene dalla parola “freestones” (pietra che può essere tagliata senza essere scalfita) che veniva usata dai massoni. Anche i massoni che lavoravano la pietra erano divisi nei tre livelli coi quali oggi vengono divisi i moderni massoni. Nella massoneria vengono usati diverse allegorie e simboli. Spesso gli scrittori massoni usano questa antica definizione già usata dai loro antichi: “La massoneria è un sistema di moralità, nascosta nell’allegoria ed illustrato da simboli.” Ma questi simboli possono essere interpretati come ognuno vuole. I maestri massoni stabilirono sotto giuramento che “sempre si cela, mai si rivela.” Originariamente la massoneria era un modo col quale le persone potevano svolgere occultamente la loro “attività” rimanendo rispettabili cittadini. Il titolo della rivista ufficiale massonica negli Stati Uniti è New Age. Alcune chiese sono condotte da massoni (un’indagine del 1991 fatta dall’Assemblea Battista del Sud rivelò che il 14% dei pastori e il 18% dei diaconi dell’Assemblea Battista del Sud sono massoni. È stato inoltre calcolato che questa assemblea comprende il 37% dei membri delle logge statunitensi.)

Diverse altre società segrete sembrano emulare il modello massone. L. James Rongstad dice che la massoneria è “la nonna” di tutte le logge. I suoi insegnamenti, rituali, usi e costumi, e la sua segretezza hanno avuto un effetto ispirante per altri gruppi simili come le Alci, le Aquile, o la masseria nazionale . I riti del Tempio Mormone sono sorprendentemente simili alle pratiche delle logge massoniche (probabilmente perché Joseph Smith, il fondatore della chiesa mormone, era anche un massone). Anche i rituali usati oggigiorno nelle fraternità collegiali sono basati più o meno su quelli massoni così come i simboli sul retro dei dollari americani (piramide, occhio che vede dappertutto, il numero di piume sulle ali dell’aquila, le stelle sopra la testa dell’aquila sotto forma di Stella di Davide) e ciò non deve sorprendere considerando che diversi dei cosiddetti padri fondatori dell’America erano loro stessi dei massoni come George Washington, Thomas Jefferson, Benjamin Franklin, Ethan Allen, John Hancock, John Paul Jones, Paul Revere, Robert Livingston, e 35 altri meno conosciuti che erano firmatari della Dichiarazione di Indipendenza e/o della Costituzione. Altri personaggi famosi della storia erano massoni come ad esempio Mozart, Henry Ford, Rudyard Kipling, Gerald Ford, Douglas MacArthur e Will Rogers. (Vi erano però tra i padri fondatori anche qualcuno che condannava la massoneria: John Adams, John Quincy Adams, James Madison, Millard Fillmore, Daniel Webster e Charles Summer.)

Dal momento che i massoni sono coinvolti in così tante degne cause, diversi di loro non sanno che i loro leaders dicono che la massoneria in realtà è una religione e non semplicemente “un’organizzazione fraterna, sociale e di servizio civico.” Joseph Fort Newton (1880-1950), un ministro episcopale, riconosciuto un’autorità dal mondo massone, disse che “la massoneria non è una religione ma “La” Religione – non una chiesa ma un culto nel quale gli uomini di tutte le religioni possono unirsi.” Infatti, la massoneria si ritiene come la sostituta e l’unificatrice di tutte le religioni. (In diversi momenti e luoghi, la massoneria ha incontrato oppositori religiosi o politici. Gli oppositori religiosi, specialmente i Cattolici Romani e le chiese Ortodosse dell’Est, rivendicavano che la massoneria è una religione ed è un’organizzazione segreta. Però il divieto papale ai Cattolici Romani di divenire membri delle logge massoniche fu annullato nel 1983.)

Henry Wilson Coil è l’autore dell’enciclopedia (Coil’s Masonic Encyclopedia) che molte logge accettano come la loro fonte autorevole. Egli dice che se la massoneria non è una religione, niente dovrebbe essere aggiunto per renderla tale, ed il servizio religioso nei funerali massoni è una prova sufficiente a considerare la massoneria una religione. Ma il fatto che la massoneria sia una religione non necessariamente la condannerebbe, se non fosse che i punti di vista della religione massonica sono in aperto conflitto con la Cristianità Biblica, cosicché, secondo noi, un massone consapevole non può essere un vero cristiano.

Qui sotto analizzeremo cosa credono i massoni a proposito delle loro fonti di insegnamento su Dio, Gesù Cristo, il peccato, la salvezza e la vita futura:

1. Fonti di insegnamento.

I massoni considerano la Bibbia come il “Volume della Sacra Legge” (V.S.L.), ed è considerata una parte indispensabile di ciò che viene chiamata “l’attrezzatura,” nelle logge massoniche. Ma la Bibbia viene usata solo nelle logge cristiane – il Corano viene usato solo nelle logge musulmane, le Vedas solo in quelle braminiche, il pentateuco ebraico in quelle ebraiche, ecc. Jim Shaw, un noto massone, dice che la massoneria non è basata sulla Bibbia (riferita come “La Grande Luce”), ma bensì sulla Cabala, un libro medioevale di misticismo e magia. Un’altra autorità massonica, Henry Wilson Coil, ammette che gli insegnamenti della Cabala possono essere visti in qualcuno dei gradi mistici e filosofici della massoneria. Albert Pike (vedi in seguito), l’uomo responsabile della riscrittura dei gradi della Scottish Rite nella forma attuale, disse che la “ricerca della luce massonica” guida direttamente alla Cabala, la fonte basilare dei credo massonici (morali e dogmi ). [HJB]

Una delle più grandi autorità massoniche è stato Albert Pike (1809-1901), Sovrano Gran Comandante del Concilio Supremo del Sud della massoneria Scottish Right negli Stati Uniti e “un membro onorario di quasi tutti i concilii supremi del mondo” (tratto dall’Enciclopedia della massoneria di Albert Mackey e Charles McClenachan, The Masonic History Company, 1921, rev ed, 2:564). Egli scrisse Morali e Dogmi dell’Antica e Accettata Scottish Rite della massoneria per il Concilio supremo del 33esimo Grado, che fu pubblicato dalla sua autorità. Questo compendio del credo massonico collega la massoneria all’Induismo, al Buddismo, al Zoroastrianismo e ad altre religioni. Albert G. Mackey, coautore dell’Enciclopedia della massoneria , è anche uno dei massimi autori massonici. Nel suo Manuale della loggia, egli spiegò gli insegnamenti massonici risalendo “agli antichi riti e alle pratiche misteriose in seno all’oscurità pagana. …” (Albert G. Mackey, Manual of the Lodge, Macoy and Sickles, 1802, p. 96).

Per concludere, i massoni non adattano le loro convinzioni alla Bibbia, ma bensì adattano la Bibbia alle loro convinzioni. La fedeltà massonica non è mai rivolta a Dio ma alla loggia. Coil concluse dicendo che: “la maggior parte dei massoni credono che la Bibbia sia solo un simbolo della volontà, della Legge, della Rivelazione di Dio e non che il suo contenuto sia la Legge di Dio, ispirata o rivelata. Finora nessun’autorità massonica ha mai sostenuto che un massone debba credere nella Bibbia o a qualche parte di essa.” L’unico riferimento della massoneria a tal proposito è che ogni persona debba giurare sul libro più santo che conosca, cosicché possa così anche attenersi ai giuramenti della massoneria.

2. Dio.

Per divenire membro della massoneria è richiesto che si creda a Dio, ma al candidato non viene mai richiesto a quale dio egli creda — “La Massoneria … richiede semplicemente che tu creda in qualche deità, dagli il nome che vuoi … qualsiasi dio tu voglia, egli è il tuo dio” (Little Masonic Library, Macoy Publishing, 1977, 4:32). I massoni chiamano comunemente la loro deità come il “Grande Architetto dell’Universo” (G.A.O.T.U.) o l’Essere Supremo. Dio è inoltre descritto come il Grande Artefice, il Grande Maestro della Grande Loggia dell’aldilà, Geova, Allah, Buddha, Brahma, Vishnu, Shiva, o il Grande Geometra. (La “G” nell’anello massonico può essere riferita a Dio (God) ma anche alla geometria (Geometry)). I massoni sostengono che il nome reale di Dio è stato perso (cf. Gv. 14:8-9; Filip. 2:9-11; 1Gv. 5:20) [HJB] .

3. Gesù Cristo.

Il nome di Cristo viene citato raramente nella letteratura massonica e ciò è dovuto verosimilmente al fatto che non si voglia offendere gli appartenenti a fedi diverse dal Cristianesimo. Addirittura qualche leader massone sostiene che il Messia non sarà un individuo, ma “la perfezione della razza umana.” Uno di questi leader ritiene che le storie riguardanti i vari Messia abbiano la loro origine nelle credenze antiche religiose. Inoltre i Massoni considerano le discussioni riguardanti la deità di Cristo interminabili e futili. Quando citano la Bibbia, i passaggi su Cristo vengono omessi, e non è mai permesso, (nelle logge”di buon ordine”) offrire una preghiera nel nome di Gesù Cristo. Ai massoni non interessa se una persona rivolga le proprie preghiere a Dio o Geova, Allah o Buddha, Maometto o Gesù, il Dio d’Israele o alla “Grande Prima Causa,” ma nella loggia, l’unica preghiera consentita è al “Grande Architetto dell’Universo.” [HJB] Chiarito ciò ne consegue che la massoneria non crede che Gesù Cristo è Dio e che la salvezza è ottenibile solo attraverso Lui (1Gv 4:3). La massoneria è una religione senza Salvatore.

Nel cuore della massoneria vi è una segreta dottrina luciferica che un massone impara a conoscere solo dopo aver raggiunto i livelli più alti. Manly Palmer, una delle più grandi autorità massoniche, scrive, “Quando il massone … ha imparato il mistero della sua Potenza, le ribollenti energie di Lucifero sono nelle sue mani. …” (Manly Palmer Hall, The Lost Keys of Freemasonry, p. 48). L’Apostolo Giovanni avvertì che coloro che negano che Gesù è l’unico Cristo e che venne nella carne hanno abbracciato lo Spirito dell’Anticristo (1Gv 4:1-3). Inoltre la massoneria sostiene che Gesù non era il Cristo, ma che Egli aveva conseguito uno stato di “coscienza cristiana” ottenibile da tutta l’umanità: “Gesù di Nazaret ha raggiunto un tale livello di coscienza e di perfezione da essere definito in svariati modi come coscienza cosmica, rigenerazione dell’anima, iniziazione filosofica, illuminazione spirituale, splendore braminico, coscienza di Cristo (Lynn F. Perkins, The Meaning of Masonry, CSA Press, 1971, 53).

4. Il peccato.

Il peccato viene raramente citato nella letteratura massonica. Viene negato il senso biblico della realtà del peccato (più o meno come Scientology); i massoni pensano che qualsiasi “difetto” possa essere cancellato dalla grande illuminazione. Per ottenere il grado di Maestro Massone, il simbolismo implica che la persona sia redenta dalla morte del peccato e dall’inquinamento del peccato. [HJB]

5. Salvezza e vita futura.

I massoni pensano che la salvezza riguardi l’essere portato da uno stato materiale ad uno spirituale (l’uomo ritorna alla “propria spiritualità dimenticata). I massoni credono che il grado di Maestro Massone simboleggia la vecchia età, la quale consente di riflettere felicemente sulla vita ben spesa e di “morire nella speranza di una gloriosa immortalità. Siccome essi negano la realtà del peccato, i massoni non vedono il bisogno di salvezza nel senso biblico. Essi la vedono come un apprendimento passo dopo passo, e che viene attraverso l’iniziazione nei gradi massonici e nei loro misteri.. [HJB]

Nel 19esimo grado della Scottish Rite Freemasonry viene detto agli iniziati che la fedeltà agli “statuti e alle regole dell’ordine massonico” farà meritare loro di “entrare nella Gerusalemme celeste (Regno dei Cieli).” Al 28esimo grado viene detto che “il vero massone è colui che si innalza fino ad ottenere il Regno dei Cieli” e il cui dovere è “di spogliarsi del peccato originale …” Quindi essi insegnano una salvezza attraverso opere o attraverso uno sviluppo caratteriale e non attraverso la fede in Cristo. Anche al 32esimo grado, un massone non potrà mai trovare la “luce” che sta cercando.

* Per realizzare questo articolo sono state usate queste quattro fonti principali: (1) Grolier’s 1995 Multimedia Encyclopedia, (2) What They Believe, Harold J. Berry [HJB], BTTB:1990, pp. 71-96); (3) Freemasonry and Christianity, Alva J. McClain, BMH Books:1986; (4) 7/97, The Berean Call.

** Il settarismo è semplicemente il credere che una fede ha un esclusivo angolo di verità e che tutte le altre sono false. Infatti il Cristianesimo viene considerato dai massoni come una setta, e i cristiani che credono solo a Gesù vengono chiamati settari. poiché è stato rivelato che il “Dio” massonico odia il settarismo, l’elite della massoneria ammette di odiare Gesù Cristo. Questa è la ragione per cui i massoni accettano liberamente i buddisti, musulmani, zoroastriani, vuduisti e anche satanisti nelle loro fratellanze. Tutti coloro che non considerano la propria religione come quella esclusiva sono benvenuti. Questo sarebbe settarismo. In ogni caso Gesù Cristo disse che lui solo è il vero Dio e che solo Lui è “la Via, la Verità e la Vita.” Di conseguenza coloro che credono in Lui come Dio rifiutano di dare gloria ad altri dei. Ogni vero cristiano, dal punto di vista massone, è necessariamente odiato e additato come un sovversivo e un credente settario. (Source: 1/95, Flashpoint. )

# La maggior parte non realizza quanto siano terribili i giuramenti che i massoni richiedono per prender parte ai gradi avanzati in questo culto. A ogni apprendista principiante, per esempio, viene richiesto di dire:

“Mi incateno sotto una pena per cui, possa la mia gola essere tagliata, la mia lingua sradicata dalla sua radice, possa io essere seppellito nella ruvida sabbia del mare dove l’acqua è bassa e bersagliato dal riflusso della marea e da doppie correnti per le ventiquattro ore del giorno, se io dovessi mai consapevolmente o volontariamente violare il giuramento solenne come apprendista principiante. Perciò aiutami Dio.”

Ogni grado successivo ha un simile orribile giuramento e pene legate ad esso. Ma Gesù comandò ai suoi discepoli di “non giurare del tutto” (Matteo 5:34; Giacomo 5:12). Inoltre, Gesù non legittimerebbe mai questi giuramenti richiesti, poiché disse: “Io non ho mai detto nulla in segreto” (Giovanni 18:20). La massoneria proclama di aver trovato la verità, eppure esige che i suoi membri non rivelino mai la verità e che conservino i loro insegnamenti! Come è differente dal vero Cristianesimo nel quale viene comandato di “andare nel mondo a predicare la buona novella ad ogni creatura” (Marco 16:15). I metodi massonici sono quindi condannati dalla Parola di Dio.

Biblical Discernment Ministries – Revised 8/97

Tratto da: http://www.apocalypsesoon.org/I/i-7-mass.html

Giacinto Butindaro

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L’Intesa con lo Stato e l’Otto per mille

Salute a te,

Alla seguente pagina ho pubblicato il mio scritto: ‘L’Intesa con lo Stato e l’8 per mille, ovvero quando la Chiesa fa il male per ricavarne del bene’ Una confutazione delle Intese Chiesa-Stato, con particolare riferimento all’Intesa stipulata dalle Assemblee di Dio in Italia con lo Stato Italiano
Ho pubblicato anche un video, come pure un interessante registrazione audio di un dibattito pubblico tenutosi a Roma il 18 Maggio 1990, dal titolo ‘Tasse: la destinazione dell’otto per mille dell’IRPEF’, a cui partecipava anche Francesco Toppi, che ha detto svariate cose in merito alla decisione delle ADI di aderire all’8 per mille (ascoltandolo vi renderete conto di come parlano e ragionano nelle ADI in merito all’8 per mille, cioè senza sapienza e timore di Dio e con abili sofismi).
Dio ti benedica

Giacinto Butindaro

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