Proponimento e Grazia

L’apostolo Paolo, subito dopo avere detto a Timoteo:

“Iddio ci ha dato uno spirito non di timidità, ma di forza e d’amore e di correzione. Non aver dunque vergogna della testimonianza del Signor nostro, né di me che sono in catene per lui; ma soffri anche tu per l’Evangelo, sorretto dalla potenza di Dio” (2 Timoteo 1:7-8),

dice:

“Il quale ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non secondo le nostre opere, ma secondo il proprio proponimento e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù avanti i secoli, ma che è stata ora manifestata coll’apparizione del Salvator nostro Cristo Gesù, il quale ha distrutto la morte e ha prodotto in luce la vita e l’immortalità mediante l’Evangelo, in vista del quale io sono stato costituito banditore e apostolo e dottore” (2 Timoteo 1:9-11).

Vorrei porre l’attenzione su quel ‘ci ha salvati e ci ha rivolto una santa chiamata, non secondo le nostre opere, ma secondo il proprio proponimento e la grazia che ci è stata fatta in Cristo Gesù avanti i secoli’, perché queste parole sono veramente sublimi.

Come potete vedere, l’apostolo Paolo attribuiva la salvezza sua e di Timoteo, come anche la loro chiamata ad essere apostoli (anche Timoteo era un apostolo – 1 Tessalonicesi 1:1; 2:6), perché qua per santa chiamata va intesa la chiamata ad essere apostolo, secondo che dice Paolo ai Corinti:

“Paolo, chiamato ad essere apostolo di Cristo Gesù per la volontà di Dio” (1 Corinzi 1:1);

al proponimento di Dio e alla Sua grazia.

Il proponimento di Dio, parola questa poco usata e ancor meno amata da molte Chiese, ci parla di proposito, di disegno, di piano, di decisione, in cui noi siamo diventati l’oggetto o i destinatari delle attenzioni di Dio, del suo amore, della sua benignità, della sua grazia, e tutto ciò non in base alla nostra propria volontà o alle nostre opere, ma in base alla volontà di Dio, il Sovrano Onnipotente, che opera tutte le cose secondo il consiglio della propria volontà (Efesini 1:11).

La grazia di Dio, perché il proponimento di Dio nei nostri riguardi era quello di farci grazia in Cristo Gesù, e quindi di giustificarci. Ma Paolo dice qualcosa di altro, che è a dir poco meraviglioso, e cioè che ci è stata fatta grazia in Cristo Gesù avanti i secoli, o come hanno messo alcune traduzioni, prima che il tempo iniziasse. Che diremo dinnanzi a ciò? Ci lamenteremo con Dio per non avere deciso questo nei confronti di tutti gli uomini ma solo verso una parte di essi? Così non sia. Piuttosto glorifichiamolo sia con le nostre parole che con le nostre opere.

Ma vi rendete conto, fratelli, di quello che dice Paolo? Che Dio ci ha fatto grazia in Cristo, avanti i secoli! Ma dove eravamo noi a quel tempo? Cosa facevamo? Cosa potevamo pensare? Non esistevamo e quindi non potevamo né fare alcunché e neppure pensare alcunché. Eppure Dio in base al suo proponimento ci fece grazia! Poi, è chiaro, la grazia è stata manifestata quando è venuto Gesù, perché è scritto che

“la grazia e la verità son venute per mezzo di Gesù Cristo” (Giovanni 1:17).

E’ evidente dunque, che la salvezza, come anche il ministerio per chi ha ricevuto anche un ministerio, sono concessi da Dio per grazia in base ad una sua decisione, che probabilmente a molti appare come ingiusta, ma che noi sappiamo è giusta, perché non c’è ingiustizia alcuna in Dio, altrimenti come potrà giudicare il mondo? E poi Dio è libero di fare quello che vuole. Non ha forse detto Dio a Mosè:

“Farò grazia a chi vorrò far grazia” (Esodo 33:19)?

Chi dunque ardirà contestare la volontà di Dio di far grazia solo ad alcuni? Solo un insensato potrebbe farlo.

Quanto a noi dunque, siamo in obbligo di rendere grazie a Dio in Cristo per averci voluto far grazia avanti i secoli.

Un’ultima cosa: queste parole di Paolo a Timoteo demoliscono fin dalle fondamenta quei ragionamenti fatti da taluni che dicono che la predestinazione riguarda solo il ministerio a cui uno è stato chiamato. Infatti notate che Paolo mette assieme la sua salvezza e il suo ministerio.

La grazia del nostro Signore sia con coloro che lo amano con purità incorrotta.

Giacinto Butindaro

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Dio ci ha scelti perché preconobbe che noi avremmo creduto?

Coloro che rigettano la dottrina biblica dell’elezione, dicendo che non è vero che Dio ci ha scelti prima della fondazione del mondo in virtù di un suo decreto o di una sua decisione, perché Egli non ha riguardi personali, stanno continuamente a dire fino alla noia che Dio ci ha scelti in quanto previde o preconobbe in noi la fede, ossia perché Egli sapeva innanzi che noi un giorno avremmo creduto.

Ora, che Dio previde o preconobbe che un giorno noi avremmo creduto è fuori discussione, perché è un concetto basato sulla Bibbia, ma è altrettanto fuori discussione che se è vero che Dio previde o preconobbe la nostra fede, egli previde e preconobbe anche tutte le nostre opere malvagie. La preconoscenza di Dio dunque, se la dobbiamo considerare nella maniera in cui la considerano costoro, va presa non solo in una direzione ma anche nell’altra. Non si può dire una cosa ed escludere l’altra, perché Dio conosce sin dall’inizio tutto quello che avverrà sia bene che male.

Stando così le cose dunque, è evidente che se c’era un merito o una virtù nella nostra fede, da costringere Dio a sceglierci, c’era anche tanto demerito nelle nostre opere malvagie da costringerlo a rigettarci. Mettendo le cose sulla bilancia di Dio, se Egli avesse dovuto sceglierci in base a qualcosa di buono che previde o preconobbe in noi, certamente la sua scelta sarebbe stata inesorabilmente una sola, quella di rigettarci.

Allora, la scelta di Dio non è avvenuta in base a qualcosa di buono che Dio previde ci sarebbe stato in noi, o che noi avremmo fatto, ma in base al suo proponimento eterno, che la Bibbia chiama

“il proponimento dell’elezione di Dio, che dipende non dalle opere ma dalla volontà di Colui che chiama” (Romani 9:11-12).

Sì, dalla volontà di Colui che chiama (e non dalla volontà del chiamato), secondo che Dio ha detto a Mosè:

“E farò grazia a chi vorrò far grazia, e avrò pietà di chi vorrò aver pietà” (Esodo 33:19).

In altre parole, Dio ci ha scelti, perché ha voluto sceglierci, o meglio perché così gli è piaciuto. Chi ardirà contestare le sue scelte? Chi è l’insensato che si metterà a questionare la sua volontà? Non è Egli libero di scegliere chi Vuole Lui?

Piuttosto studiamoci di glorificarlo per averci scelto a salvezza sin dal principio, secondo il beneplacito della sua volontà. E proprio in virtù di questa Sua scelta noi un giorno abbiamo creduto nel Vangelo. La nostra fede quindi è una conseguenza della scelta di Dio, e non la causa di essa.

O sublime verità; beati tutti coloro che hanno inteso questa parte del consiglio di Dio, perché nella loro bocca ci sarà piena riconoscenza verso l’Altissimo per averli scelti fin dalla fondazione del mondo.

O Eterno Dio nostro, noi vogliamo darti la lode, la gloria, e l’onore perché Tu, fin da principio, ci hai

“eletti a salvezza mediante la santificazione nello Spirito e la fede nella verità” (2 Tessalonicesi 2:13).

E ti chiediamo di confermarci fino alla fine nella fede, e in ogni opera buona e buona parola, al fine di poter conservare fino alla fine questa fede preziosa che Tu ti sei compiaciuto di donarci, e accompagnare ad essa ogni buona opera e parola, tramite cui Tu sarai certamente glorificato in noi, e poter così in quel giorno da te stabilito, grande nostro Dio, entrare nel Tuo eterno regno di gloria.

La grazia del nostro Signore sia con tutti i santi

Giacinto Butindaro

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