La desalinizzazione, una soluzione per l’acqua in Israele

kineretSecondo fonti ufficiali se il prossimo inverno sarà avaro di precipitazioni come il precedente, per la prossima estate Israele dovrà prendere drastiche misure e importare acqua e, nello stesso tempo, predisporre impianti di desalinizzazione.

Secondo le previsioni delle autorità competenti per il prossimo anno, anche se l’inverno dovesse essere piovoso, la crisi idrica sarà inevitabile.

Il direttore generale della Water Authority, il Prof. Uri Shani, dichiarerà il suo piano per il 2010 e risponderà alle domande del National Investigation Committee Regarding the Water Crisis di Israele a Haifa martedì pomeriggio.

Il Prof. Dan Bein, che presiede la commissione, il Prof. Yoram Avnimelech e il Prof. Yoav Kislev, hanno dichiarato di aver invitato Shani a rendere noti di nuovo i progetti, in modo da evitare cambiamenti delle normative nel prossimo anno, come è avvenuto lo scorso anno. La Water Authority si sta preparando per questo inverno partendo dal presupposto che l’inverno sarà difficile come quello passato. Tutte le misure prese fino ad ora saranno ancora operative, compresa l’imposta sulla siccità.

Shani lunedì ha ribadito al Knesset Finance Committee che, se in questo inverno ci saranno sufficienti precipitazioni, la tassa sarà annullata.

La differenza quest’anno consiste nel fatto che il paese sta partendo da un livello di acqua di un metro più basso rispetto all’anno scorso.

Questo significa che, mentre Israele potrebbe resistere questo inverno con le misure attuali, tutte le sue piccole riserve verranno consumate e il prossimo anno i bacini idrici risulteranno pericolosamente bassi – a livelli così bassi che si dovranno trovare altre sorgenti.

Tenendo presente questa possibilità, il Ministero degli Esteri, a richiesta della Water Authority, si è messo in contatto con la Turchia per il trasporto di acqua via mare attraverso il Mediterraneo. Nel decennio scorso si è pensato più volte all’importazione di acqua dalla Turchia, ma questa possibilità è stata esclusa perché i costi sarebbero più alti della desalinizzazione.

Il progetto di desalinizzazione, tuttavia, benché stia procedendo, non sarà sufficiente a far fronte alla crisi di acqua fino al 2013. Nel frattempo possono essere necessarie misure temporanee estreme perciò i contatti con la Turchia sono ripresi.

Shani ha scritto che, per fornire 30 milioni di metri cubi di acqua dolce con le navi, occorrono dai 12 ai 18 mesi.

Una volta raggiunti gli accordi e superati i problemi tecnici, i punti di entrata agli impianti di desalinizzazione a Palmahim e a Hadera – dove l’infrastruttura è già in loco – potrebbero accogliere 30 milioni di metri cubi d’acqua all’anno, e quando l’impianto di Ashdod sarà pronto nel 2012-13, potrebbe conservare altri 30 milioni di metri cubi l’anno.

Un’altra scelta radicale che la Water Authority sta considerando è quella di costruire desalinizzatori provvisori in vari punti lungo la costa. E’ una scelta da ponderare perchè l’acqua prodotta da tali impianti costerebbe il doppio.

Secondo fonti ufficiali gli anni passati hanno visto in Israele appena il 70% della quantità media di precipitazioni. Il lago Kinneret è di cinque metri sotto l’ultima linea rossa. Anche se il prossimo inverno sarà piovoso, apportando nel Kinneret 1,6 m o più di pioggia, il lago sarebbe ancora a diversi metri sotto la linea rossa.

La crisi d’acqua probabilmente continuerà fino a che gli impianti di desalinizzazione non saranno del tutto avviati nel 2013. Da tale data cinque impianti di desalinizzazione saranno in grado di produrre 600 milioni di metri cubi d’acqua all’anno.

Questo apporto permetterà ai bacini naturali di recuperare le loro perdite, piuttosto di distribuire l’acqua fino al punto di procurare danni irreparabili anno dopo anno.

Entro fine del 2010 sarà prodotta quasi il doppio d’acqua desalinizzata rispetto ad oggi. In questo momento l’impianto di Ashkelon produce 112 milioni di metri cubi all’anno e l’impianto di Palmahim ne produce altri 37 milioni. E’ stato raggiunto un accordo che prevede per i due impianti una produzione complessiva di 57 milioni di metri cubi in più dalla metà del 2010.

Ancora più importante è l’impianto di Hadera, che ci si aspetta entri in funzione il prossimo mese e la cui produzione annuale prevista è di 115 milioni metri cubi.

La Water Authority è in fase di trattative per incrementare la capacità degli stabilimenti di Ashkelon e Palmahim di 30 milioni di metri cubi da tenere sempre disponibili. Entro la fine del 2010, quindi, Israele potrebbe desalinizzare 300 milioni di metri cubi l’anno.

Secondo le previsioni della Water Authority anche con questa capacità aggiunta, il debito d’acqua sarà ancora eccessivo e la domanda sarà ancora superiore alle scorte.

Secondo le prime valutazioni del 2008/9, l’anno idrologico termina questo mese, le misure adottate dalla Water Authority hanno ottenuto risparmi consistenti. L’obiettivo era di ridurre il consumo d’acqua procapite a 91 metri cubi all’anno.

Shani ha precisato che, mentre la Water Authority inizialmente considerava l’obiettivo molto ambizioso, sembra che il consumo d’acqua si sia ridotto a 89 metri cubi procapite all’anno. Se l’imposta per la siccità verrà revocata, ci si aspetta un incremento del consumo a 97 metri cubi.

L’assegnazione d’acqua all’agricoltura è scesa di 9 milioni di metri cubi e quella dell’industria di 2 milioni. Se le piogge di questo inverno saranno generose, la distribuzione d’acqua per l’agricoltura probabilmente verrà aumentata.

Adattamento : R.P.
Fonte: SBF Taccuino / Ehud Zion Waldoks, The Jerusalem Post ( 20 ottobre 2009 )

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Israele: Diminuzione del flusso di acqua nel lago di Tiberiade

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Lago di Tiberiade, Foto: Kinneret Authority

Secondo dati comunicati dal Water Authority’s Hydrological Service la scorsa settimana, il flusso d’acqua che sgorga dalle maggiori sorgenti che alimentano il fiume Giordano e il lago di Tiberiade è diminuito ai più bassi livelli mai registrati nella storia.

Il rapporto si riferisce ai dati del mese scorso. L’afflusso d’acqua è il più basso dal 2001 e tra i più bassi dall’inizio delle misurazioni effettuate a partire dal 1948.

La mancanza di precipitazioni e la conseguente riduzione di apporto d’acqua degli affluenti del fiume Giordano – le sorgenti di Banias e di Dan e lo Snir – sono probabilmente la causa di un’ulteriore riduzione del livello dell’acqua.

Le cifre mostrano che l’acqua delle sorgenti scarseggia (col tempo la forza del flusso si è dimezzata); al momento si registrano 3,12 metri cubi d’acqua al secondo, il più basso indice mai registrato prima, e stiamo parlando delle sorgenti più copiose di Israele in termini di flusso d’acqua complessivo.

Alla sorgente di Banias il flusso è pari a 0,32 metri cubi d’acqua al secondo, un dato che ci si aspetta diminuirà ancora nei giorni a venire per la mancanza di piogge. Alla centrale di misurazioni presso lo Snir, è stato misurato un livello ancora più basso rispetto al punto precedente, già basso, riferito al 2001.

Il flusso d’acqua proveniente dall’area a nord del lago si è ridotto a meno della metà rispetto all’anno scorso.

Nelle ultime settimane la società Mekorot ha limitato l’erogazione d’acqua attinta dal lago, per rallentarne l’abbassamento del livello. All’inizio di dicembre dello scorso anno il livello cominciò a risalire, mentre a dicembre di quest’anno si assiste a un calo continuo.

Il livello dell’acqua del Mar Morto è sceso di 1,40 metri dal dicembre 2007.

Per far fronte alla crisi idrica la Società per la protezione della natura israeliana ha chiesto al governo interventi immediati che garantiscano la conservazione dell’acqua in tutte le aree, anche nel settore privato.

L’organizzazione ambientale ha l’obiettivo di risparmiare annualmente il 20% d’acqua, ossia tra i 100 e 150 milioni di metri cubi, cifre analoghe alla quantità d’acqua desalinizzata oggi in Israele.

Adattamento R.P.

Fonte: SBF Taccuino / Zafrir Rinat, Haaretz.com ( 8 dicembre 2008 )

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Israele. Acqua. Rischia di rimanere a secco la riserva idrica del lago

Foto: Haaretz/Yaron Kaminiski

Il Lago di Tiberiade, è ai minimi storici. La riserva idrica strategica e pomo della discordia tra Israele, Giordania e Siria, nonché luogo sacro per cristiani ed ebrei, rischia di rimanere a secco. Alla fine di settembre, secondo il rapporto annuale dell’authority israeliana per le acque, dopo mesi di calura estiva che non accenna a finire, il livello del lago è sceso di altri due metri. Si avvicina così alla «linea nera» sotto la quale non saranno più consentiti prelievi idrici. Inoltre, secondo gli avvertimenti delle autorità israeliane, a luglio di quest’anno è stata raggiunta e superata un’altra soglia cruciale, la «linea rossa» che segna la concentrazione di sostanze inquinanti, presenti in quantitativi allarmanti nelle acque sempre meno dolci, anche perché alimentate da un fiume pure biblico, il Giordano, oggi a sua volta inquinato.

Tiberiade ha sede in una depressione del suolo di oltre 200 metri rispetto al livello degli oceani. Tuttavia a differenza del Mar Morto, alimentato a sua volta dal Giordano, il lago avrebbe acque per natura potabili e, un tempo, ricche di pesci. Ora il livello del lago dove, secondo i Vangeli, Gesù operò e compì molti miracoli, si è abbassato da 212 a 214 metri sotto il livello marino. Ancora 80 centimetri e sarà la «linea nera». In poco più di quattro anni, informa il rapporto, il livello di quello che è anche chiamato Mare di Galilea è calato di oltre cinque metri, circa 850 milioni di metri cubi, pari al consumo domestico di un anno in Israele. Tiberiade fu uno dei centri di studio rabbinico più importanti e una delle quattro città più sante dell’ebraismo. Oggi le condizioni ambientali di Tiberiade si vanno degradando, penalizzando uomini e animali. Primi fra tutti i pesci, che sempre meno hanno a disposizione loro simili con cui nutrirsi.
(04/10/2008)

Fonte: A.M.I. – Agenzia Multimediale Italiana

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Gruppo Israeliano “B’Tselem” per la sete dei Palestinesi

In alcune aree nel nord della Cisgiordania il consumo di acqua pro-capite è sceso a un terzo della quantità minima necessaria e questa estate la carenza d’acqua -“dovuta a un’iniqua distribuzione delle risorse idriche condivise dai palestinesi e Israele” – sarà ancora più grave: lo denuncia il gruppo israeliano per i diritti umani “B’Tselem”, sottolineando anche le relative politiche discriminatorie israeliane e le ripetute siccità degli ultimi anni. Centinaia di migliaia di palestinesi, prosegue la nota diffusa da “B’Tselem”, non sono collegati a una rete idrica e sono costretti ad acquistare l’acqua dalle autocisterne, a un costo da tre a sei volte superiore in base al luogo e alle restrizioni poste da Israele ai movimenti; anche chi è collegato a un sistema idrico non riceve però una fornitura costante di acqua, perché l’azienda idrica israeliana ‘Mekorot’ ridurrebbe l’approvvigionamento alle città e ai villaggi palestinesi per soddisfare le accresciute richieste da parte degli insediamenti dei coloni israeliani in Cisgiordania. Israele mantiene il controllo completo delle sorgenti d’acqua condivise con i palestinesi e impedisce qualsiasi perforazione di pozzi senza un permesso; “B’Tselem” ricorda che l’accesso all’acqua senza discriminazioni è un diritto umano fondamentale riconosciuto dalla normativa internazionale.
[CO]

Fonte: Misna – 2/7/2008 9.12

Foto: Atef Abu A-Rob, B’Tselem
Crisi idrica ad Anin, distretto di Jenin, estate 2006.

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