Il più grande accumulo di monete rare del periodo della rivolta ebraica di Bar-Kokhba contro i romani (II secolo e.v.) è stato rinvenuto in una grotta dai ricercatori dell’Università di Gerusalemme e dell’Università Bar Ilan.
Le monete sono state trovate in tre mucchi, in una profonda caverna situata in una riserva naturale nelle colline di Giudea. Il tesoro comprende monete d’oro, argento e bronzo, oltre a vasellame ed armi.
La scoperta è stata fatta nel quadro di un vasto progetto di ricerca e mappatura delle grotte condotto da Boaz Langford e da Amos Frumkin della Cave Research Unit del dipartimento di geografia dell’Università di Gerusalemme, insieme a Boaz Zissu e a Hanan Eshel del Martin (Szusz) Department of Land of Israel Studies and Archaeology dell’Università Bar-Ilan, garzie anche al supporto della Israel Nature and Parks Authority.
Le circa 120 monete sono state trovate in una grotta munita di una sorta di “ala nascosta”, con un ingresso scivoloso e pericoloso accessibile solo da una stretta apertura scoperta molti anni fa da Gideon Mann, un medico che è stato anche uno dei primi esploratori di grotte del moderno Israele. L’apertura conduce a una piccola camera che a sua volta si apre su un ambiente più grande usato come nascondiglio dai combattenti ebrei di Bar-Kokhba.
La maggior parte delle monete trovate sono in condizioni eccellenti e sono sovraimpresse come monete dei ribelli sopra le originarie monete romane. Le nuove impressioni mostrano immagini e parole ebraiche: ad esempio, la facciata del Tempio di Gerusalemme e il detto “Per la libertà di Gerusalemme”. Altre monete trovate, d’oro, d’argento e di bronzo, sono monete romane originali del periodo, coniate in Terra d’Israele o in altre parti dell’Impero romano.
Monete di Bar-Kokhba di questa qualità e in questa quantità non erano mai state trovate in un solo sito in Terra d’Israele, benché nel corso degli anni i “tombaroli” abbiano trovato e venduto un gran numero di monete di quel periodo. Negli ultimi decenni infatti il grande valore di queste monete ha fortemente motivato l’attività dei ladri, specialmente nelle colline di Giudea dove esistono molte grotte del genere.
Il professor Frumkin sottolinea il significato di questa particolare grotta per le sue dimensioni, la sua vicinanza a Betar e alla grande collezione di monete là rinvenuta. L’antica Betar fu il sito della “resistenza estrema” dei ribelli guidati da Bar-Kokhba nella lotta contro la dominazione romana in Giudea dal 132 al 135 e.v.
“Questa scoperta avvalora l’ipotesi che i profughi della rivolta si rifugiarono nelle grotte al centro di un’area popolata, oltre alle grotte trovate in zone più isolate del deserto della Giudea”, spiega Frumkin, osservando anche che la scoperta aumenta significativamente le nostre conoscenze della rivolta di Bar-Kokhba, sulla quale non ci sono molte informazione storiche.
Il dottor Zissu osserva che uno degli aspetti affascinanti della rivolta di Bar-Kokhba è l’inteso uso da parte dei ribelli e dei profughi ebrei delle grotte naturali e artificiali come nascondigli e rifugi dalle incursioni romane volte a “scovare e distruggere”. Quelli che scappavano nelle grotte portavano con sé cibo, armi, bevande, monete e documenti vari. A volte portavano con loro anche le chiavi delle case che avevano abbandonato, nella speranza di potervi un giorno ritornare.
Apparentemente, coloro che abbandonarono il tesoro di monete ora ritrovato, lo fecero durante il periodo della rivolta, in seguito alla fuga dalle loro case o dalla battaglia con i romani: ma evidentemente non poterono tornare al loro nascondiglio per recuperare i loro beni.
(Da: Università di Gerusalemme, Media Relations, 09.09.09)
Nella foto in alto: monete della rivolta di Bar-Kokhba. In alto, quella con rappresentata la facciata del Tempio.
Fonte: Israele.net
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