Reportage: Arabia Saudita, combattimento spirituale nonostante un accecamento onnipresente

L’Arabia Saudita ha espulso quattro cristiani dell’Africa dell’Est che erano stati arrestati mentre presiedevano un incontro di preghiera a Jeddah. Uno dei responsabili di chiesa, di origine etiopica, ha anche dovuto rimandare il suo matrimonio! Quest’esempio mette in evidenza il margine di manovra stretto di cui dispongono i cristiani in Arabia Saudita per esercitare le loro attività.

Arrestati il 9 giugno 2006, i responsabili della chiesa sono stati percossi, poi rinchiusi per più d’un mese; sono stati torturati durante questo periodo. Masai Wendewesen, rimandato nel suo paese d’origine, l’Etiopia, il 16 luglio 2006, ha dichiarato che lui e i suoi compagni non erano mai stati riconosciuti formalmente colpevoli. Secondo il datore di lavoro saudita di Masai, i quattro cristiani sono stati arrestati ed imprigionati per aver “predicato a dei musulmani, impiantato delle chiese e radunato uomini e donne per la preghiera”. I quattro cristiani lavoravano in Arabia Saudita come autisti e conducenti di camion.

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India: Ancora percosse e minacce contro pastori nel Madhya Pradesh

Il 24 settembre 2006, due pastori sono stati selvaggiamente picchiati, poi trascinati di forza al posto di polizia, accusati di conversioni forzate. Due giorni prima, degli estremisti avevano aggredito e ferito due evangelisti accusandoli di “ferire i sentimenti indù”. Più di venti membri di due gruppi d’estremisti sono entrati in una chiesa a Nana Badvani ed hanno percosso due

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“Abbiamo veramente bisogno delle vostre preghiere in questo momento” – una triste notizia proveniente dall’Iraq

IRAQ – Il coordinatore dei programmi in Iraq, Nabil Omeish, ha appreso una triste notizia riguardo ad un funzionario ch’egli aveva incontrato, l’anno scorso, ad un posto di sicurezza a Baghdad. Quest’uomo è stato assassinato, probabilmente a causa della sua fede: era diventato discepolo di Cristo.

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