Molti sono ricchi, ma non in vista di Dio

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Vediamo ora chi è colui che pur essendo ricco in questo mondo non è ricco in vista di Dio.

Gesù disse: “Badate e guardatevi da ogni avarizia; perché non è dall’abbondanza dei beni che uno possiede, ch’egli ha la sua vita. E disse loro questa parabola: La campagna di un certo uomo ricco fruttò copiosamente; ed egli ragionava così fra sè medesi­mo: Che farò, poiché non ho dove riporre i miei raccolti? E disse: Questo farò; demolirò i miei granai e ne fabbricherò dei più vasti, e vi raccoglierò tutto il mio grano e i miei beni, e dirò all’anima mia: Anima, tu hai molti beni riposti per molti anni; riposati, mangia, bevi, godi. Ma Dio gli disse: Stolto, questa notte stessa l’anima tua ti sarà ridomandata; e quel che hai preparato, di chi sarà? Così è di chi tesoreggia per sè, e non è ricco in vista di Dio”.1

Come potete vedere, questo uomo ricco quando vide che la sua campagna aveva fruttato abbondantemente pensò subito a mettere da parte i suoi raccolti ed i suoi beni, per poterseli godere nel corso degli anni a venire (egli pensava di vivere ancora molti anni sulla terra); egli non si preoccupò dei poveri, non si ricordò affatto di loro perché voleva tenersi tutto per sè.

Era ricco ma privo di sapienza e di timore di Dio infatti Dio lo chiamò ‘stolto’ perché pensava a tesoreggiare per sè medesimo. Ora, Gesù ha detto che chi tesoreggia per sè non è ricco in vista di Dio; certo è ricco in vista del mondo, ma non in vista di Dio. Quindi, chi è ricco in questo mondo perché è stato chiamato da Dio in mezzo alle sue ricchezze, e pensa a tesoreggiare per sè, agli occhi di Dio è uno stolto perché rigetta la sapienza che dice: “Getta il tuo pane sulle acque, perché dopo molto tempo tu lo ritroverai. Fanne parte a sette, ed anche a otto, perché tu non sai che male può avvenire sulla terra”,2 e la parola che dice: “Non vi fate tesori in terra…ma fatevi tesori in cielo”,3 e di conseguenza è anche povero perché non possiede tesori in cielo.

Ecco la testimonianza che Gesù rese dell’angelo della chiesa di Laodicea: “Io conosco le tue opere; tu non sei né freddo né fervente. Oh fossi tu pure freddo o fervente! Così, perché sei tiepido, e non sei né freddo né fervente, io ti vomiterò dalla mia bocca. Poiché tu dici: Io sono ricco e mi sono arricchito, e non ho bisogno di nulla, e non sai che tu sei infelice fra tutti, e miserabile e povero e cieco e nudo”;4 ora, noi non sappiamo quale fosse la testimonianza che la gente del mondo rendeva di costui, ma certamente non era uguale a quella che rese Gesù di lui, e questo perché la gente giudica dall’apparenza perché guarda all’apparenza mentre il fedel Testimone che è nel cielo non giudica secondo l’apparenza perché egli conosce i segreti del cuore e le opere di tutti i mortali. Gesù conosceva le opere dell’angelo della chiesa di Laodicea, e gli disse che, benché lui dicesse di essere ricco e di non avere bisogno di nulla, pure era infelice, miserabile, povero, cieco e nudo. Certo che il Signore non lusingò affatto costui ma lo riprese severamente; costui dopo avere creduto aveva dimenticato il purgamento dei suoi vecchi peccati; si era voluto arricchire materialmente e ci era riuscito ma trascurando la grande salvezza che aveva ricevuto, infatti egli non si era preoccupato di aggiungere alla sua fede né la virtù né la conoscenza né la continenza né la pazienza né la pietà né l’amore fraterno e né la carità. Il Signore vide questo e gli fece pervenire una lettera di riprensione, nella quale lo ammonì e lo esortò a ravvedersi. Che dire? Non viviamo forse in un tempo in cui noi siamo testimoni di quello di cui fu testimone il Signore a Laodicea? Oggi, sotto la spinta di questi predicato­ri della prosperità molti in seno alla fratellanza, tra cui molti pastori e non solo molte pecore, sono diventati come l’angelo della chiesa di Laodicea. Sono soddisfatti di sè stessi, si gloriano delle loro ricchezze materiali accumulate con la frode e ne bramano sempre di più; hanno abbandonato la fonte della loro grazia e si sono messi ad onorare le vanità bugiarde; hanno le forme della pietà ma ne hanno rinnegata la potenza; agli occhi dei più sono rispettati per la loro grande massa di beni, ma sono poveri perché vivono nell’ozio e non vogliono sostenere la mano dell’afflitto e del povero. Loro desiderano accumulare tesori sulla terra e non in cielo, dimostrando così di non avere nessun desiderio di partire ed andare ad abitare col Signore, ed oltre a ciò sono angosciati al solo pensiero di dovere lasciare tutto quando moriranno. Coloro che si fanno dei tesori in cielo invece dimostrano di credere che c’è un cielo dove, dopo morti, si va ad abitare col Signore e dove si va a raccogliere quello che si è seminato sulla terra.


1 Luca 12:15-21

2 Ecc. 11:1,2

3 Matt. 6:19,20

4 Ap. 3:15-17