Spieghiamo alcuni passi della Scrittura presi per sostenere il messaggio della prosperità economica

Insegnamenti ed Esortazioni – Indice > Guardatevi da quelli che predicano il messaggio della prosperità > Spieghiamo alcuni passi della Scrittura presi per sostenere il messaggio della prosperità economica

Era inevitabile che quelli che hanno cominciato a predicare questo tipo di messaggio prendessero dei passi della Scrittura per sostenere la loro dottrina. Vediamo ora di spiegare alcuni di questi passi.

– Gesù ha detto: “E chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figliuoli, o campi per amore del mio nome, ne riceverà cento volte tanti, ed erederà la vita eterna”;1 “Io vi dico in verità che non v’è alcuno che abbia lasciato casa, o moglie, o fratelli, o genitori, o figliuoli per amore del regno di Dio, il quale non ne riceva molte volte tanto in questo tempo, e nel secolo avvenire la vita eterna”.2

Siccome che in queste parole c’è la promessa di ricevere sulla terra case e campi in gran numero coloro che predicano il Vangelo della prosperità affermano che questo dimostra che chi lascia la casa e i campi per amore del Regno di Dio deve per forza di cose diventare un uomo ricco con molte case e molti campi. Certo, a prima vista parrebbe che il Signore ha promesso a coloro che lasciano case e campi per amore del suo nome di farli diventare dei grossi possidenti con molte case e molti campi, ma esaminando accuratamente questa promessa ci si rende conto che non è questo il suo vero significato. Perché? perché costoro dimenticano volontariamente che in queste parole del Signore sono promesse pure molte mogli a chi lascia la propria moglie, molti figli a chi lascia i suoi figli, molti padri a chi lascia suo padre, molte madri a chi lascia sua madre, molti fratelli a chi lascia i suoi fratelli, e molte sorelle a chi lascia le sue sorelle per amore del suo nome; quindi, come non si può intendere che chi lascia la propria moglie per andare in un paese lontano a predi­care il Vangelo diventerà marito di cento mogli con altrettanti cento figli nati dal suo matrimonio con loro, perché questo equivarrebbe a dire che il Signore è a favore dell’adulterio, così non si può dire che chi lascia casa sua per amore di Cristo diventerà sulla terra proprietario di cento case.

Le parole di Gesù significano che a chi lascia la sua casa o il suo campo per amore del Signore avverrà questo, e cioè che trove­rà tanti credenti che metteranno a sua disposizione le loro case ed i loro campi. Se queste parole di Gesù volessero dire ciò che dicono costoro queste parole incoraggerebbero a farsi tesori sulla terra e non in cielo, mentre il Signore ha ordinato di non farsi tesori sulla terra.

E come si potrebbe dire che quello è il senso di quelle parole del Signore quando Gesù poco prima aveva detto al giovane ricco: “Và, vendi tutto ciò che hai e dallo ai poveri, e tu avrai un tesoro nel cielo”?3 Il Signore non gli disse: ‘Và, vendi le tue case ed i tuoi campi e fanne elemosine e dopo su questa terra ne riceverai cento volte tanti’, perché se quel giovane avesse sentito delle parole simili non se ne sarebbe andato grandemente rattristato perché egli avrebbe avuto la certezza di recuperarli sulla terra e di diventare ancora più ricco. Ma il fatto è che Gesù gli disse di vendere i suoi beni per farsi un tesoro nel cielo, e queste parole non piacquero al giovane ricco perché egli sapeva che sarebbe diventato povero e che quei beni non li avreb­be recuperati più sulla terra.

A tale proposito mi preme dire che noi non dobbiamo fare elemosi­ne pensando che così facendo diventeremo più ricchi sulla terra o perché vogliamo che il Signore sulla terra ci dia la stessa quantità di denaro che diamo ai poveri assieme a dell’altro denaro. Non è questo un giusto sentimento, perché noi dobbiamo dare per amore in verso il nostro prossimo e perché mossi a pietà in verso lui. E poi chi ha detto che la ricompensa la si deve per forza di cose ottenere sulla terra, quando vi sono dei fratelli che hanno dato e poco dopo sono morti senza potere ottenere il contraccambio sulla terra? Gesù ha spiegato che vendendo i propri beni e facendone elemosine ci si fa dei tesori in cielo e non che ci si fa dei nuovi tesori in terra.

Gesù, in un occasione ebbe a dire queste parole: “Quando fai un desinare o una cena, non chiamare i tuoi amici, né i tuoi fratel­li, né i tuoi parenti, né i vicini ricchi; che talora anch’essi non t’invitino, e ti sia reso il contraccambio; ma quando fai un convito, chiama i poveri, gli storpi, gli zoppi, i ciechi; e sarai beato, perché non hanno modo di rendertene il contraccam­bio; ma il contraccambio ti sarà reso alla risurrezione dei giusti”.4 Come potete vedere Gesù ha detto di non invitare al convito i propri amici, né i vicini ricchi e neppure i propri fratelli e i propri parenti; perché? Per evitare che anch’essi ci invitino e ci sia dato il contraccambio sulla terra. Chi bisogna invitare allora al convito? I ciechi, gli storpi, gli zoppi, i poveri, cioè tutte quelle persone che non hanno la possibilità di contraccambiarci sulla terra, avendo la fiducia che il contrac­cambio ci sarà reso alla risurrezione dei giusti.

La sapienza di Dio dice: “Chi ha pietà del povero presta all’Eterno, che gli contraccambierà l’opera buona”,5 ma secondo l’insegnamento di Gesù nel caso del convito fatto per i poveri (un opera pietosa a pro dei poveri) il contraccambio non ci verrà dato durante la nostra vita terrena ma ci verrà dato alla risur­rezione dei giusti.

E poi fratelli non dimenticatevi che il Signore ha promesso sulla terra anche delle persecuzioni a coloro che lasciano case, campi, fratelli e sorelle, moglie, genitori e figliuoli per amore del suo nome, infatti in Marco è scritto: “Insieme a persecuzioni”.6 Naturalmente è superfluo dire che questi cianciatori si guardano bene dal pronunziare per intero le parole del Signore menzionando anche le persecuzioni perché le persecuzioni vanno contro i loro gusti (Paolo vi prendeva piacere ma costoro no) dato che loro vogliono vivere e fare vivere le persone ‘con successo’.

– Paolo ha detto ai santi di Filippi: “Io so essere abbassato e so anche abbondare; in tutto e per tutto sono stato ammaestrato ad essere saziato e ad avere fame; ad essere nell’abbondanza e ad essere nella penuria. Io posso ogni cosa in Colui che mi fortifi­ca”.7

Naturalmente, siccome che quelli che predicano questo particolare messaggio devono fare leva su qualche parola dell’apostolo Paolo per fare apparire la loro dottrina vera, essi hanno preso queste affermazioni di Paolo, per dire che anche Paolo visse nell’abbon­danza come un figlio di re. Sarà bene che state attenti alle peculiari interpretazioni che queste volpi danno alle parole dell’apostolo Paolo per non cadere nella rete. Certo, Paolo fu pure nell’abbondanza in alcune circostanze, questo lo ha detto lui stesso; ma questo non significa né che faceva il tipo di vita scandaloso di questi predicatori, e neppure che predicava le loro stesse ciance. Sappiate che Paolo quando disse che fu nell’abbon­danza, non intendeva dire che egli aveva l’animo alle cose alte e neppure che era ricco. E poi costoro dimenticano che Paolo aveva imparato ad essere contento nello stato in cui si trovava, sia esso di abbondanza che di penuria; ciò significa che lui in mezzo alla penuria era contento nella stessa maniera in cui lo era quando era nell’abbondanza. E questo è quello che costoro non sembra proprio abbiano imparato o vogliono imparare perché parla­no in una maniera che fanno capire che loro non sono mai contenti delle cose che hanno, che essere poveri sia un disonore per i cristiani, e che la loro felicità dipenda dall’abbondanza dei beni terreni.

Fratelli, lo ripeto: Queste parole di Paolo ai Filippesi non significano che lui viveva come un principe perché lui stesso disse ai Corinzi di sè e dei suoi collaboratori: “Poveri eppure arricchenti molti; non aventi nulla eppure possedenti ogni cosa”.8 Voglio che riflettiate su questo particolare per intendere in quali circostanze avverse Paolo fu nell’abbondanza quando scrisse queste parole. Paolo nella stessa epistola ai santi di Filippi quando fece sapere di avere ricevuto la loro offerta scrisse: “Or io ho ricevuto ogni cosa, e abbondo”,9 ma tenete presente che lui questa abbondanza, in questo caso, la sperimentò nella prigione dove era incatenato a motivo del Vangelo e da dove scrisse loro. Sì, fu nell’abbondanza ma certamente non visse come un principe della terra in quella prigione!

– “E Dio è potente da fare abbondare su voi ogni grazia, affinché, avendo sempre in ogni cosa tutto quel che v’è necessario, abbondiate in ogni opera buona”.10 Anche qui siccome appare il verbo abbondare, questi predicatori hanno ritenuto di fare leva su di esso. Ritengo superfluo dire che queste parole non signifi­cano che Dio ha promesso di farci diventare ricchi e di farci vivere come dei re sulla terra. Queste parole sono rivolte a coloro che seminano con un cuore allegro; perché ad essi Dio promette di fornire e di moltiplicare la loro semenza per metter­li in grado di esercitare una larga liberalità.

– “A quelli che sono ricchi in questo mondo ordina che non siano d’animo altero che non ripongano la loro speranza nell’incertezza delle ricchezze ma in Dio che ci somministra copiosamente ogni cosa perché ne godiamo”.11

Dio ci provvede abbondantemente ogni cosa perché noi ne godiamo significa che Dio ci fa del bene e ci da piogge e stagioni frut­tifere e del cibo in abbondanza, ma non significa che Dio vuole che noi diventiamo ricchi o che abbiamo il diritto di comprarci delle cose lussuose con il denaro che Dio ci provvede o che abbiamo il diritto di darci ai piaceri della vita.

– “Diletto, io faccio voti che tu prosperi in ogni cosa e stii sano, come prospera l’anima tua”.12

Questi predicatori si appoggiano su questo passo di questa epi­stola; è il passo che piace loro più di tutti e di cui parlano di più dell’intera terza epistola di Giovanni. Non parlano mai di Diotrefe e della sua empia condotta, o dell’amore che il diletto Gaio mostrava in verso i fratelli forestieri, ma queste parole le citano spesso e volentieri. Ora, secondo l’interpretazione di costoro ciò significa che Dio vuole che noi diventiamo ricchi e viviamo come dei ricchi in qualsiasi parte del mondo ci troviamo ed in qualsiasi tempo viviamo; ma le parole “io faccio voti che tu prosperi in ogni cosa”, significano che l’anziano desiderava che nulla mancasse a Gaio e che Dio gli somministrasse copiosa­mente ogni cosa di cui lui aveva bisogno secondo le sue ricchezze e con gloria, affinché fosse in grado di abbondare vie più in ogni opera buona.

Voglio che notiate che in questa stessa epistola l’anziano ha detto a Gaio anche queste parole: “Diletto, non imitare il male, ma il bene”;13 vi dico questo affinché intendiate come l’anziano voleva sì che Gaio prosperasse in ogni cosa (quindi anche econo­micamente) ma anche che egli non imitasse il male ma il bene. Ciò significa che Gaio, mentre prosperava in ogni cosa doveva conti­nuare ad attenersi al bene (a fare opere buone) e ad aborrire il male cioè la superbia della vita, la concupiscenza della carne e quella degli occhi. Quello che io ho visto invece è che questi vogliono che Dio li faccia prosperare economicamente ma non vogliono imitare affatto il bene ma il male, infatti ad essi piace vestire molto elegantemente, vivere nelle delizie ed andare a divertirsi, essendo intemperanti e dissoluti.

– Dio nella legge ha detto: “Ora, se tu ubbidisci diligentemente alla voce dell’Eterno, del tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti che oggi ti do, avverrà che l’Eterno, il tuo Dio, ti renderà eccelso sopra tutte le nazioni della terra; e tutte queste benedizioni verranno su te e si compiranno per te, se darai ascolto alla voce dell’Eterno, dell’Iddio tuo: Sarai benedetto nelle città e sarai benedetto nella campagna. Benedetto sarà il frutto delle tue viscere, il frutto del tuo suolo e il frutto del tuo bestiame; benedetti i parti delle tue vacche e delle tue pecore. Benedetti saranno il tuo paniere e la tua madia…L’Eterno ordinerà alla benedizione d’essere teco nei tuoi granai e in tutto ciò a cui metterai mano…L’Eterno, il tuo Dio, ti colmerà di beni, moltiplicando il frutto delle tue viscere, il frutto del tuo bestiame, e il frutto del tuo suolo, nel paese che l’Eterno giurò ai tuoi padri di darti…tu presterai a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito”.14

Ora, Dio aveva promesso di benedire materialmente il suo popolo a condizione che esso avrebbe ubbidito ai suoi comandamenti, quindi gli Israeliti avrebbero ricevuto benedizione da Dio se avessero temuto Dio ed osservato tutti i suoi comandamenti. Vorrei che notaste bene che nelle parole di Dio vi è quest’espressione: “Se ubbidisci diligentemente alla voce dell’Eterno, del tuo Dio, avendo cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti che oggi ti do”;15 dico questo perché questo “tutti” significa che gli Israeliti per essere benedetti da Dio non dovevano solo non farsi degli idoli per prostrarsi davanti a essi, non dovevano solo procacciare la giustizia e la misericordia e la fede in Dio ma dovevano anche osservare i sabati, i noviluni, le feste al tempo stabilito da Dio, le leggi sugli animali impuri, la legge sulla circoncisione, la legge sulla decima, la legge che proibiva loro di maritarsi o ammogliarsi con persone di altre nazioni, le leggi sugli olocausti, sui sacrifici di azioni di grazie, sui sacrifici del peccato. Come potete vedere nella condizione posta da Dio al suo popolo vi era quella di osservare tutti i precetti della legge.

Questi predicatori prendono queste parole dell’antico patto per sostenere che Dio ha promesso a noi credenti di farci prosperare economicamente. Noi, essendo che non possiamo nulla contro la verità non ci permettiamo di annullare in alcuna maniera queste parole della legge, però vogliamo ricordarvi le seguenti cose:

> Queste promesse fanno parte dell’antico patto e non del nuovo. Il nuovo patto è migliore ed è “fondato su migliori promesse”,16 quindi cominciamo col dire che le benedizioni promesse ai creden­ti sotto il nuovo patto sono più eccellenti di quelle dell’antico patto. Basta considerare questa promessa del Signore Gesù: “In verità, in verità vi dico che se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte”17 (la morte seconda); e queste parole di Dio: “Non mi ricorderò più dei loro peccati”,18 per comprendere la superiorità del secondo patto sul primo patto.

> Dio “ci ha benedetti d’ogni benedizione spirituale nei luoghi celesti in Cristo”,19 avendoci adottati come suoi figliuoli per comparire davanti a lui santi ed irreprensibili. Noi figliuoli di Dio abbiamo pace e gioia in abbondanza perché in Cristo abbiamo la remissione dei peccati e perché possediamo la vita eterna.

> Noi credenti crediamo che se osserviamo i comandamenti di Dio, Dio ci benedirà anche materialmente in questo mondo somministran­doci copiosamente tutto ciò che abbiamo bisogno, ma noi non diamo nei nostri discorsi la priorità alle benedizioni materiali (soldi, cibo, case, campi) che Dio ci largisce, perché sappiamo che esse rimangono pur sempre delle benedizioni temporanee e non eterne. “Le vivande sono per il ventre, e il ventre è per le vivande; ma Iddio distruggerà e queste e quello”,20 e: “Le cose che si vedono sono solo per un tempo”,21 dice Paolo, perciò che ragione c’è di esaltare l’abbondanza di beni che il Signore ci largisce nella sua fedeltà in questo mondo, quando sappiamo che essa si può godere solo in questo mondo e che essa un giorno si dileguerà perché sarà distrutta da Dio?

Badate che quando noi diciamo che Dio ci dà abbondanza di beni materiali non intendiamo dire che siamo delle persone che si possono definire ricche, ma solo che non ci manca nulla di ciò che abbiamo bisogno e che abbiamo pure di che provvedere alle necessità dei santi.

> Siccome che noi siamo sotto la grazia e non sotto la legge dobbiamo stare attenti nel citare queste parole della legge perché tra i comandamenti che gli Israeliti dovevano osservare per essere benedetti materialmente da Dio vi erano anche quelli che ora noi non dobbiamo osservare per non ricadere sotto la schiavitù della legge (il sabato, i noviluni, le feste, la deci­ma, la circoncisione, ed altre).

> Tra le benedizioni vi è pure questa: “Tu presterai a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito”;22 come mai allora questi predicatori della prosperità vivono nei debiti perché prendono a prestito dalle banche ingenti somme di denaro? Dicono spesso di avere preso in imprestito delle grosse somme di denaro per l’opera di Dio, e poi hanno la sfacciataggine di dire che è stato Dio a dirgli di prendere in imprestito il denaro! Si con­traddicono con le loro stesse parole, perché chi Dio benedice, secondo le parole della legge, non dovrebbe avere bisogno di prendere in imprestito denaro da chicchessia!

> Dio promise pure di maledire il suo popolo se questi lo avesse abbandonato non osservando i suoi comandamenti. Di queste maledi­zioni questi cianciatori non parlano mai come se il Signore avesse promesso solo di benedire il suo popolo.

Ecco cosa disse Dio: “Ma se non ubbidisci alla voce dell’Eterno, del tuo Dio, se non hai cura di mettere in pratica tutti i suoi comandamenti e tutte le sue leggi che oggi ti do, avverrà che tutte queste maledizioni verranno su te e si compiranno per te: Sarai maledetto nella città e sarai maledetto nella campagna. Maledetti saranno il tuo paniere e la tua madia. Maledetto sarà il frutto delle tue viscere, il frutto del tuo suolo; maledetti i parti delle tue vacche e delle tue pecore. Sarai maledetto al tuo entrare e maledetto al tuo uscire. L’Eterno manderà contro di te la maledizione, lo spavento e la minaccia in ogni cosa a cui metterai mano e che farai, finchè tu sia distrutto e tu perisca rapidamente, a motivo della malvagità delle tue azioni per la quale m’avrai abbandonato. L’Eterno farà sì che la peste s’attac­cherà a te, finch’essa t’abbia consumato nel paese nel quale stai per entrare per prenderne possesso. L’Eterno ti colpirà di con­sunzione, di febbre, d’infiammazione, d’arsura, d’aridità, di carbonchio e di ruggine, che ti perseguiteranno finchè tu sia perito. Il tuo cielo sarà di rame sopra il tuo capo, e la terra sotto di te sarà di ferro. L’Eterno manderà sul tuo paese, invece di pioggia, sabbia e polvere, che cadranno su te dal cielo, finchè tu sia distrutto…..L’Eterno ti colpirà con l’ulcera d’Egitto, con emorroidi, con la rogna e con la tigna, di cui non potrai guarire..Ti fidanzerai con una donna, e un altro si giace­rà con lei; edificherai una casa, ma non vi abiterai; pianterai una vigna, e non ne godrai il frutto. Il tuo bue sarà ammazzato sotto i tuoi occhi, e tu non ne mangerai; il tuo asino sarà portato via in tua presenza, e non ti sarà reso; le tue pecore saranno date ai tuoi nemici, e non vi sarà chi ti soccorra…Lo straniero che sarà in mezzo a te salirà sempre più in alto al disopra di te, e tu scenderai sempre più in basso. Egli presterà a te, e tu non presterai a lui..”.23

Come potete vedere sono molte e svariate le maledizioni che Dio promise avrebbe mandato sugli Israeliti se questi si fossero gettati alle spalle i suoi comandamenti, ma vi ricordo che anche in questo caso tra i comandamenti, la cui trasgressione avrebbe significato attirarsi la maledizione di Dio, vi erano anche quelli sul sabato, sui noviluni, sulle feste, sulla circoncisio­ne, sulla decima, sui sacrifici, sugli olocausti, sulle vivande, che sono tutte leggi che noi credenti ora non dobbiamo osservare per non ricadere sotto il giogo della legge.

Vi ricordo inoltre che noi tutti eravamo sotto la maledizione della legge prima di convertirci al Signore appunto perché non osservavamo tutti i comandamenti della legge secondo che è scrit­to: “Maledetto chiunque non persevera in tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica”,24 ma “Cristo ci ha riscattati dalla maledizione della legge, essendo divenuto male­dizione per noi”25 e per mezzo di lui la benedizione d’Abramo è venuta su di noi Gentili.

Noi crediamo che bisogna parlare anche sotto la grazia pure delle suddette maledizioni, al fine di fare comprendere ai credenti, che Dio oltre che a promettere di benedire quelli che lo temono ed osservano i suoi comandamenti, ha altresì promesso di castiga­re severamente coloro che dopo averlo conosciuto cessano di temerlo e di osservare i suoi comandamenti. Lo so che sentire parlare delle benedizioni divine è più piacevole che sentire parlare delle maledizioni divine e so pure che alcuni vogliono solo sentire parlare di cose piacevoli, ma io non vi lusingherò, ma vi dirò come stanno in realtà le cose. Innanzi tutto comincia­mo col dire che quando gli Israeliti abbandonarono Dio, Dio li colpì come aveva detto loro, infatti mandò contro di loro la fame, la peste, e la spada, per distruggerli e per estirparli dal buon paese che aveva loro dato. Li ridusse alla miseria più profonda; li costrinse a mangiarsi finanche i loro figli dalla fame: gli fece seccare la gola, la pelle e la carne dalla sete. Mandò contro di loro eserciti stranieri spietati che distrussero le loro città, le loro campagne, le loro case, e li portarono lungi dal loro paese. Sì fratelli, questo è quello che la Scrit­tura dice che avvenne ai Giudei che si ribellarono a Dio. Ed oggi, per ciò che ci riguarda, che cosa ci avverrà se noi come gli Israeliti d’allora cessiamo di osservare i comandamenti di Dio? Per certo, Dio non continuerà a benedirci perché Gesù ha detto: “Se uno non dimora in me, è gettato via come il tralcio, e si secca; cotesti tralci si raccolgono, si gettano nel fuoco e si bruciano”.26 Vi ricordo a tale proposito la Scrittura che dice: “La terra che beve la pioggia che viene spesse volte su lei, e produce erbe utili a quelli per i quali è coltivata, riceve benedizione da Dio; ma se porta spine e triboli, è riprovata e vicina ad essere maledetta, e la sua fine è d’essere arsa”;27 ciò conferma che se un credente abbandona il Signore cessando di osservare i suoi comandamenti non potrà portare più buoni frutti ma solo spine e triboli e sarà maledetto, ed alla fine gettato nel fuoco eterno per essere arso! Sì è vero che ora siamo figli della benedizione, ma è altresì vero che se rinneghiamo il Signo­re che ci ha riscattati diventeremo dei figliuoli della maledi­zione. Nella seconda epistola di Pietro a proposito dei falsi dottori che sono in mezzo al popolo di Dio prima è detto: “Rinnegando il Signore che li ha riscattati, si trarranno addosso subita rovina”28 (quindi costoro avevano conosciuto il Signore ma dopo lo hanno abbandonato), e poi che “sono figliuoli di maledi­zione”,29 e questo a conferma di come, sotto la grazia, se noi rinnegheremo ed abbandoneremo Dio le maledizioni divine si abbat­teranno una dopo l’altra sopra di noi. Se gli Israeliti non rimasero impuniti quando abbandonarono il primo patto, molto meno scamperemo noi alla punizione divina se abbandoniamo il secondo patto.

> Anche per ciò che riguarda la salute Dio aveva promesso di bene­dire Israele infatti gli aveva detto: “Se ascolti attentamente la voce dell’Eterno, ch’è il tuo Dio, e fai ciò ch’è giusto agli occhi suoi e porgi orecchio ai suoi comandamenti e osservi tutte le sue leggi, io non ti manderò addosso alcuna delle malattie che ho mandate addosso agli Egiziani, perché io sono l’Eterno che ti guarisco”;30 ma come potete vedere Dio aveva promesso di non man­dargli addosso nessuna malattia a condizione che Israele osser­vasse i suoi comandamenti. Che avvenne invece quando Israele abbandonò Dio? Avvenne che Dio gli mandò addosso ogni sorta di malattie, perché Dio gli aveva altresì detto: “Se non hai cura di mettere in pratica tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, se non temi questo nome glorioso e tremendo dell’Eterno, dell’Iddio tuo, l’Eterno renderà straordinarie le piaghe con le quali colpirà te e la tua progenie; piaghe grandi e persistenti e malattie maligne e persistenti, e farà tornare su te tutte le malattie d’Egitto, dinanzi alle quali tu tremavi, e s’attaccheranno a te. Ed anche le molte malattie e le molte piaghe non menzionate nel libro di questa legge, l’Eterno le farà venire su te, finchè tu sia distrutto”.31 Anche sotto la grazia Dio colpisce con malattie coloro che gli disubbidiscono e in alcuni casi li fa pure morire, quindi sarà bene badare a tutta la nostra condotta per non essere colpiti da Dio con la malattia o con la morte. Abbiamo dei chiari esempi di come Dio esercita i suoi giudizi infliggendo a credenti ribelli malattie e morte, nei casi di Anania e Saffira che Dio fece morire perché si accordarono per tentare lo Spirito del Signore, e in quei credenti della chiesa di Corinto che furono colpiti con malattie e alcuni con la morte per essersi accostati alla cena del Signore indegnamente. Fratel­li, noi vogliamo annunziarvi tutto il consiglio di Dio senza celarvi nulla delle cose che dovete sapere! Noi non lusinghiamo i ribelli promettendogli prosperità, benedizione e guarigione. Noi annunziamo pure i tremendi castighi divini che piomberanno su di noi se cominceremo a camminare secondo la carne.

> Questi cianciatori naturalmente si guardano bene dall’annunziare anche i giudizi di Dio su coloro che si ribellano a Dio; citano solo le promesse di benedizione per lusingare e dobbiamo dire che con il loro dolce e lusinghiero parlare sono riusciti a sugge­stionare tanti credenti semplici che vanno ad ascoltarli.

Quest’ultimi essendo privi di discernimento e conoscenza delle Scritture si sono volti dalla loro parte e bevono copiosamente alla loro sorgente, ma ahimè senza dissetarsi, perché quella di costoro è acqua salata; il loro non è un parlare condito con sale che conferisce grazia a chi li ascolta ma un parlare inquinato da inganni camuffati con parole dolci. State attenti!


1 Matt. 19:29

2 Luca 18:29,30

3 Mar. 10:21

4 Luca 14:12-14

5 Prov. 19:17

6 Mar. 10:30

7 Fil. 4:12,13

8 2 Cor. 6:10

9 Fil. 4:18

10 2 Cor. 9:8,9

11 1 Tim. 6:17

12 3 Giov. 2

13 3 Giov. 11

14 Deut. 28:1-5,8,11,12

15 Deut. 28:1

16 Ebr. 8:6

17 Giov. 8:51

18 Ebr. 8:12; Ger. 31:34

19 Ef. 1:3

20 1 Cor. 6:13

21 2 Cor. 4:18

22 Deut. 28:12

23 Deut. 28:15-24,27,30,31,43,44

24 Gal. 3:10; Deut. 27:26

25 Gal. 3:13

26 Giov. 15:6

27 Ebr. 6:7,8

28 2 Piet. 2:1

29 2 Piet. 2:14

30 Es. 15:26

31 Deut. 28:58-61