La perseveranza nella preghiera

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Paolo disse ai santi di Roma di essere “perseveranti nella pre­ghiera”;1 ai santi di Colosse, lo stesso apostolo, scrisse: “Perseverate nella preghiera”,2 e a quelli di Tessalonica: “Non cessate mai di pregare”.3

Lui stesso ci ha lasciato l’esempio pure in questo perché egli pregava giorno e notte e perché egli si ricordava di tutti i santi in tutte le sue preghiere. Le Scritture che confermano ciò sono le seguenti:

– Ai santi di Roma egli disse: “Io non resto dal fare menzione di voi in tutte le mie preghiere”4

– Ai santi di Efeso egli scrisse: “Non resto mai dal rendere grazie per voi, facendo di voi menzione nelle mie orazioni…”5

– Ai santi di Filippi egli scrisse: “E sempre, in ogni mia pre­ghiera, prego per voi tutti con allegrezza…”6

– Ai santi di Colosse che non avevano veduto la sua faccia egli scrisse: “Noi rendiamo grazie a Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, nelle continue preghiere che facciamo per voi…”7

– Ai santi di Tessalonica egli scrisse: “Ed è a quel fine che preghiamo anche del continuo per voi…”8

– A Timoteo egli scrisse: “Io rendo grazie a Dio, il quale servo con pura coscienza, come l’hanno servito i miei antenati, ricor­dandomi sempre di te nelle mie preghiere giorno e notte..”9

Dalle esortazioni di Paolo sul pregare del continuo e dal suo esempio si intende chiaramente come sia necessario pregare del continuo per tutti i santi senza stancarsi, perciò facciamolo, per l’edificazione della chiesa di Dio.

Gesù Cristo, ancora prima di Paolo, esortò i suoi discepoli a pregare del continuo senza stancarsi, e a tal proposito propose loro una parabola, che è la seguente: “In una certa città v’era un giudice, che non temeva Iddio né aveva rispetto per alcun uomo; e in quella città vi era una vedova, la quale andava da lui dicendo: Fammi giustizia del mio avversario. Ed egli per un tempo non volle farlo; ma poi disse fra sè: benché io non tema Iddio e non abbia rispetto per alcun uomo, pure, poiché questa vedova mi dà molestia, le farò giustizia, che talora, a forza di venire, non finisca col rompermi la testa. E il Signore disse: Ascoltate quel che dice il giudice iniquo. E Dio non farà egli giustizia ai suoi eletti che giorno e notte gridano a lui, e sarà egli tardo per loro? Io vi dico che farà loro prontamente giustizia. Ma quando il Figliuol dell’uomo verrà, troverà egli la fede sulla terra?”.10

Questa vedova, pur avendo il diritto di ricevere giustizia da questo giudice, per un certo tempo, non vide questa sua richiesta di giustizia soddisfatta, infatti è scritto che questo giudice per un tempo non volle farle giustizia. Ora, se questo giudice le avesse fatto giustizia il primo giorno che ella era andata da lui, certamente questa vedova non avrebbe continuato ad andare da lui e a dirgli: ‘Fammi giustizia’, ma proprio perché questa risposta del giudice non giungeva, questa vedova continuò ad andare da lui fino a che la sua richiesta non fu esaudita.

Vedete fratelli, benché noi che siamo gli eletti di Dio ci rivol­giamo nelle nostre supplicazioni a Dio che “ama la giustizia”11 e odia l’iniquità, e che è irreprensibile quando giudica, pure, dobbiamo riconoscere che la risposta a certe nostre preghiere non giunge che dopo molti giorni, ad altre dopo molti mesi e ad altre dopo molti anni.

Il fatto che Dio non esaudisca certe nostre preghiere subito, o nello spazio di un breve tempo non è qualcosa di strano che ci accade, quindi, non meravigliatevi se alcune vostre preghiere non sono state ancora esaudite da Dio. Sappiate che Dio si riserba di rispondervi al tempo stabilito da Lui, che, dobbiamo riconoscere per esperienza, è sempre il migliore.

La Scrittura dice: “Accostiamoci dunque con piena fiducia al trono della grazia, affinché otteniamo misericordia e troviamo grazia per essere soccorsi al momento opportuno”;12 ciò significa che Dio ci soccorre in mezzo a qualsiasi nostro bisogno, al tempo opportuno, mai in ritardo e mai in anticipo. Il nostro Dio non è un Dio sbadato, e nessun evento terreno o celeste è in grado di distrarlo; Lui governa l’universo, perciò tutte le cose che ci accadono, comprese tutte le svariate distrette nelle quali ci veniamo a trovare, sono sotto il suo controllo.

Noi, alcune volte, vedendo prolungarsi i giorni, siamo tentati a pensare che Dio ha perso il controllo della situazione in cui ci troviamo, ma sta di fatto che questo pensiero è vano e nocivo, e non corrisponde affatto al vero. Noi, per esperienza, possiamo dire che dopo che Dio ci ha esauditi abbiamo visto che proprio in quei momenti in cui il nemico voleva farci dubitare della fedeltà di Dio, dico, proprio in quei momenti, Dio si prendeva cura di noi (come sempre) non rispondendoci ancora. Qualcuno dirà: Ma che stai dicendo? Che Dio, quando non ci risponde quando vogliamo noi ci mostra che Egli si prende cura di noi? Sì, proprio questo, infatti vi dico per esperienza che Dio nel corso degli anni ha manifestato il suo amore in verso me, non rispondendomi al tempo che io avrei voluto o che pensavo che avrebbe fatto.

Io non biasimo il mio Dio perché Egli mi costringe ad aspettarlo con pazienza (versando molte lacrime pure), anzi lo glorifico a motivo di tutto ciò. Se Dio ci dovesse rispondere quando vogliamo noi, non solo risulterebbe essere un Dio ai nostri ordini, ma anche un Dio disavveduto. Io posso dire che se Dio rispondesse quando vogliamo noi, rovinerebbe con le sue mani la sua opera, ma grazie siano rese al suo glorioso nome perché Egli, nel corso dei secoli non è mutato; Egli continua a dirci: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, né le vostre vie sono le mie vie…Come i cieli sono alti al di sopra della terra, così sono le mie vie più alte delle vostre vie, e i miei pensieri più alti dei vostri pensieri”.13

Dio, in questo momento sta pensando a quando ci risponderà; nella sua mente Egli sa quale sia il minuto, l’ora, il giorno, il mese e l’anno in cui noi otterremo da Lui quello che gli stiamo doman­dando. Il fatto è che mentre lui sa queste cose, noi non le sappiamo, e che ogni qual volta abbiamo pensato che Dio avrebbe risposto nel tempo fissato da noi ci siamo sbagliati. Ricordatevi che Gesù ha detto sì di chiedere, ma non ha detto dopo quanto tempo ci verrà dato quello che chiediamo; Egli disse: “Chiedete, e vi sarà dato”.14 Noi, quello che dobbiamo fare è chiedere; poi, a risponderci ci pensa Dio, Lui sa come fare e quando farlo, meglio di quanto noi possiamo immaginare. Una cosa è certa; quello che gli chiediamo ci verrà dato, se non dubitiamo in cuore nostro. Quando? Quando vuole Dio; io non mi preoccupo nel vedere passare alcune volte lunghi periodi di tempo senza risposta da Dio!

Per mostrarvi come Dio risponde alle nostre supplicazioni quando lo ritiene opportuno Lui vi menzionerò alcuni esempi tratti dalle Scritture.

– La Scrittura dice: “Isacco era in età di quarant’anni quando prese per moglie Rebecca, figliuola di Bethuel, l’Arameo di Paddam – Aram, e sorella di Labano, l’Arameo. Isacco pregò istan­temente l’Eterno per sua moglie, perch’ella era sterile. L’Eterno l’esaudì, e Rebecca, sua moglie, concepì…E quando venne per lei il tempo di partorire, ecco ch’ella aveva due gemelli nel seno…Or Isacco era in età di sessant’anni quando Rebecca li partorì”.15 Quando Isacco si accorse che Rebecca era sterile, pregò subito Dio, e lo pregò con insistenza (‘istantemente’ significa con insistenza), e Dio lo esaudì; ma quanto tempo dopo che Rebec­ca era diventata sua moglie, ella partorì i due gemelli? La Scrittura dice che fu vent’anni dopo. Qualcuno dirà: ‘Ma perché Dio non ha risposto prima? perché ciò non rientrava nella sua volontà; Egli volle che Rebecca partorisse quei due gemelli vent’anni dopo che si era sposata con Isacco e non prima. E chi osa dirgli: ‘Tu hai fatto male?’.

– Dopo che Gerusalemme fu data da Dio nelle mani dell’esercito dei Caldei, e che molti Giudei furono portati in cattività a Babilonia, avvenne questo episodio che è scritto nel libro del profeta Geremia. “Tutti i capi delle forze, Johanan, figliuolo di Kareah, Jezania, figliuolo di Hosaia, e tutto il popolo, dal più piccolo al più grande, s’accostarono, e dissero al profeta Gere­mia: ‘Deh, siati accetta la nostra supplicazione, e prega l’Eter­no, il tuo Dio, per noi, per tutto questo residuo (poiché, da molti che eravamo, siamo rimasti pochi, come lo vedono gli occhi tuoi); affinché l’Eterno, il tuo Dio, ci mostri la via per la quale dobbiamo camminare, e che cosa dobbiamo fare’. E il profeta Geremia disse loro: ‘Ho inteso; ecco, io pregherò l’Eterno, il vostro Dio, come avete detto; e tutto quello che l’Eterno vi risponderà ve lo farò conoscere; e nulla ve ne celerò”.16 Geremia pregò Dio per il popolo come aveva detto, e “dopo dieci giorni, la parola dell’Eterno fu rivolta a Geremia”,17 il quale chiamò il popolo e gliela riferì.

In questo caso, il profeta Geremia ricevette la risposta da Dio dieci giorni dopo aver cominciato a pregare. Dio aveva detto a Geremia: “Invocami, e io ti risponderò, e t’annunzierò cose grandi e impenetrabili, che tu non conosci”,18 e Geremia invocò Dio, e Dio gli rispose, ma al tempo fissato da Lui.

– Nel libro del profeta Daniele è narrato questo episodio che ci mostra per quale motivo, in un occasione, la risposta di Dio arrivò a Daniele solo dopo un certo numero di giorni da che egli lo aveva invocato.

È scritto: “In quel tempo (nel terzo anno di Ciro, re di Persia), io, Daniele, feci cordoglio per tre settimane intere. Non mangiai alcun cibo prelibato, né carne né vino entrarono nella mia bocca, e non mi unsi affatto, sino alla fine delle tre settimane. E il ventiquattresimo giorno del primo mese, come io mi trovavo in riva al gran fiume, che è lo Hiddekel, alzai gli occhi, guardai, ed ecco un uomo, vestito di lino, con attorno ai fianchi una cintura d’oro d’ Ufaz. Il suo corpo era come un crisolito, la sua faccia aveva l’aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme di fuoco, le sue braccia e i suoi piedi parevano terso rame, e il suono della sua voce era come il rumore d’una moltitudine..E mi disse: ‘Daniele, uomo grandemente amato, cerca d’intendere le parole che ti dirò, e rizzati in piedi nel luogo dove sei; perché ora io sono mandato da te’. E quand’egli m’ebbe detta questa parola, io mi rizzai in piedi, tutto treman­te. Ed egli mi disse: ‘Non temere, Daniele; poiché dal primo giorno che ti mettesti in cuore d’intendere e d’umiliarti nel cospetto del tuo Dio, le tue parole furono udite, e io sono venuto a motivo delle tue parole. Ma il capo del regno di Persia m’ha resistito ventun giorni; però ecco, Micael, uno dei primi capi, è venuto in mio soccorso, e io sono rimasto là presso i re di Persia. E ora sono venuto a farti comprendere ciò che avverrà al tuo popolo negli ultimi giorni; perché è ancora una visione che concerne l’avvenire”.19

Come potete vedere da voi stessi, l’uomo vestito di lino che apparve a Daniele, gli si presentò ventun giorni dopo che lui aveva cominciato a pregare e a fare cordoglio davanti a Dio. Le parole di Daniele furono udite da Dio, sin dal primo giorno in cui lui si era messo in cuore d’intendere e d’umiliarsi nel cospetto di Dio, ma la risposta arrivò ventun giorni dopo. Il motivo? Lo disse lo stesso uomo di Dio a Daniele in questi termi­ni: “Ma il capo del regno di Persia mi ha resistito ventun gior­ni”.20 Ora, ma chi era questo capo del regno di Persia? Esso non era il re Ciro che regnava sulla Persia in quel tempo, ma un essere spirituale malvagio che viveva nei luoghi celesti e che esercitava un dominio sul regno di Persia. Ricordatevi fratelli che quando noi preghiamo, nei luoghi celesti, si svolgono delle battaglie tra i santi e potenti angeli di Dio e tutte quelle creature celesti che sono sotto la potestà di Satana, che sono i nostri nemici.

Paolo, parlando agli Efesini, disse: “Il combattimento nostro non è contro sangue e carne, ma contro i principati, contro le pote­stà, contro i dominatori di questo mondo di tenebre, contro le forze spirituali della malvagità, che sono nei luoghi celesti”;21 questi esseri nominati da Paolo sono le diverse categorie di esseri malvagi che esercitano un’influenza malefica sugli abitan­ti della terra. Satana ha stabilito su ogni nazione della terra dei suoi ministri per impedire ai santi di adempiere la volontà di Dio sulla terra. Egli è il principe di questo mondo e lo domina dovunque, e questo dominio lo esercita servendosi di queste categorie di spiriti malvagi che Paolo ha elencati nell’epistola agli Efesini; questa è la ragione per cui gli uomini sono dati al male e per cui l’Evangelo e coloro che lo annunziano incontrano grande opposizione in questo mondo.

Nel caso di Daniele qui sopra detto, il capo del regno di Persia si era opposto ad un messaggero di Dio che Dio aveva mandato a Daniele per portargli un particolare messaggio, ma esso non riuscì a non far giungere il messaggero di Dio a Daniele perché Micael (l’arcangelo Michele, il gran capo, il difensore dei figliuoli d’Israele) venne in aiuto al messaggero di Dio.

Quando noi preghiamo Dio, Egli ascolta le nostre supplicazioni, ma non dovete trascurare il fatto che pure i nostri nemici ci ascoltano quando parliamo a Dio, ed essi non vogliono né che Dio ci esaudisca e né che noi perseveriamo nella preghiera, perciò tentano in tutte le maniere di ostacolare noi e Dio. Ma Dio ha detto: “Io opererò; chi potrà impedire l’opera mia?”;22 diletti, il diavolo e tutti gli angeli suoi non possono impedire a Dio di adempiere un suo disegno e di esaudire le fervide preghiere che noi gli rivolgiamo, perciò vi incoraggio a continuare a pregare. -Nelle Scritture del nuovo patto vorrei prendere una specifica preghiera di Paolo, per farvi capire come Dio risponde a certe preghiere anche alcuni anni dopo.

Paolo mandò la sua epistola ai Romani mentre si trovava in viag­gio alla volta di Gerusalemme per portarvi una sovvenzione desti­nata ai poveri fra i santi. In questa sua epistola, Paolo disse ai santi di Roma: “Iddio, al quale servo nello spirito mio annun­ziando l’Evangelo del suo Figliuolo, mi è testimone ch’io non resto dal fare menzione di voi in tutte le mie preghiere, chie­dendo che in qualche modo mi sia porta finalmente, per la volontà di Dio, l’occasione propizia di venire da voi. Poiché desidero vivamente di vedervi per comunicarvi qualche dono spirituale affinché siate fortificati; o meglio, perché quando sarò tra voi ci confortiamo a vicenda mediante la fede che abbiamo in comune, voi ed io”.23 Ora, Paolo non ha detto esattamente da quanto tempo pregava Dio in questo senso, però sappiamo che pregava Dio di dargli l’occasione propizia per potere vedere i fedeli di Roma da molti anni, perché sempre ai Romani (verso la fine della lettera) disse loro che già da molti anni aveva gran desiderio di recarsi da loro. Paolo, dopo che rivolse ai santi di Roma quelle parole, dovette attendere più di due anni, prima di vedere la sua pre­ghiera e il suo desiderio esauditi. Questo lo diciamo perché quando Paolo arrivò a Gerusalemme (dal viaggio che lo aveva portato in Asia, in Macedonia e in Acaia) fu arrestato e tenuto rinchiuso in prigione dalle autorità romane per due anni circa, prima di essere mandato a Roma dinnanzi a Cesare. Secondo quello che dice Luca attorno a queste cose, Paolo fu arrestato a Geru­salemme mentre era governatore Felice (circa due anni prima che Felice lasciasse il posto a Porcio Festo) e tenuto in prigione per un certo tempo anche dal governatore Festo, prima di essere mandato a Roma. Il passo della Scrittura che conferma ciò è il seguente: “Or in capo a due anni, Felice ebbe per successore Porcio Festo; e Felice, volendo far cosa grata ai Giudei, lasciò Paolo in prigione”.24 Paolo, dopo che comparse davanti al re Agrip­pa in Cesarea, fu imbarcato su una nave assieme ad altri prigio­nieri alla volta dell’Italia. E dopo diversi mesi da questo imbarco giunse a Roma, dove i fratelli, avute notizie di lui e dei suoi collaboratori, vennero loro incontro sino al Foro Appio e alle Tre Taverne; “e Paolo, quando li ebbe veduti, rese grazie a Dio e prese animo”.25 Finalmente, dopo avere per anni pregato Dio di vedere i fedeli di Roma, egli vide questa sua preghiera esau­dita, e perciò rese grazie a Dio.

Fratelli, perseverate nella preghiera; anche se state pregando per ottenere da Dio qualcosa da giorni, mesi od anni, non vi stancate, non pensate che Dio non abbia udito il vostro grido, perché Egli lo ha udito sin dal primo giorno che lo avete invoca­to a riguardo di una determinata cosa; Lui si riserba di rispon­dervi al momento da Lui fissato, ma vi risponderà. “O voi che destate il ricordo dell’Eterno, non abbiate requie, e non date requie a lui…”,26 fino a che Egli non vi abbia risposto; sì, diletti, continuate a insistere presso il trono di Dio, senza stancarvi, perché di certo lui, pure per la vostra importunità, si leverà e vi darà quello che gli avete domandato. A Dio sia la gloria in eterno. Amen.


1 Rom. 12:13

2 Col. 4:2

3 1 Tess. 5:17

4 Rom. 1:9

5 Ef. 1:15,16

6 Fil. 1:4

7 Col. 1:3

8 2 Tess. 1:11

9 2 Tim. 1:3

10 Luca 18:2-8

11 Sal. 33:5

12 Ebr. 4:16

13 Is. 55:8,9

14 Matt. 7:7

15 Gen. 25:20,21,24,26

16 Ger. 42:1-4

17 Ger. 42:7

18 Ger. 33:3

19 Dan. 10:2-6; 11-14

20 Dan. 10:13

21 Ef. 6:12

22 Is. 43:13

23 Rom. 1:9-12

24 Atti 24:27

25 Atti 28:15

26 Is. 62:6,7