È lecito piangere quando si prega

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Quando, alcune volte, noi piangiamo durante la preghiera, non facciamo qualcosa che Dio disgusta. Mi trovo costretto a scriver­vi pure su questo, perché alcuni fra noi dicono che Dio non vuole che noi piangiamo quando preghiamo. La Scrittura ci parla di diverse preghiere fatte piangendo.

– Anna, quando chiese a Dio un figliuolo maschio, “pregò l’Eterno piangendo dirottamente”,1 perché aveva l’anima sua piena d’amarez­za.

– Esdra, quando sentì dire che i figliuoli d’Israele tornati dalla cattività si erano sposati delle donne straniere, pregò piangendo, confessando al Signore le iniquità del popolo. La Scrittura dice a proposito di questa circostanza: “Mentre Esdra pregava e faceva questa confessione piangendo e prostrato davanti alla casa di Dio, si raunò intorno a lui una grandissima moltitu­dine di gente d’Israele, uomini, donne e fanciulli; e il popolo piangeva dirottamente”.2

– Il re Ezechia pregò e pianse nel cospetto di Dio. La Scrittura dice: “In quel tempo, Ezechia infermò a morte; e il profeta Isaia, figliuolo di Amots, venne a lui, e gli disse: ‘Così parla l’Eterno: Dà i tuoi ordini alla tua casa, perché sei un uomo morto, e non vivrai più’. Allora Ezechia voltò la faccia verso la parete, e fece all’Eterno questa preghiera: ‘O Eterno, ricordati, ti prego, che io ho camminato nel tuo cospetto con fedeltà e con cuore integro, e che ho fatto quel che è bene agli occhi tuoi!’ Ed Ezechia diede in un gran pianto. Isaia non era ancora giunto nel centro della città, quando la parola dell’Eterno gli fu rivolta in questi termini: ‘Torna indietro, e dì ad Ezechia, principe del mio popolo: – Così parla l’Eterno, l’Iddio di Davide tuo padre: Ho udita la tua preghiera, ho vedute le tue lacrime; ecco, io ti guarisco; fra tre giorni salirai alla casa dell’Eter­no….”.3 Come potete vedere, Dio disse ad Ezechia che non solo aveva udito la sua preghiera, ma aveva visto pure le sue lacrime.

– Gesù, sulla terra, pregò Dio piangendo, infatti è scritto nella epistola agli Ebrei che Egli, “nei giorni della sua carne, avendo con gran grida e con lagrime offerto preghiere e supplicazioni a Colui che lo poteva salvare dalla morte, ed essendo stato esaudi­to per la sua pietà, benché fosse figliuolo, imparò l’ubbidienza dalle cose che soffrì..”.4

Fratelli, è buona cosa spandere il proprio cuore dinnanzi a Dio, piangendo. Ci sono momenti, mentre si prega, in cui lo Spirito di Dio ci ricorda che siamo nulla, e che tutto quello che possiamo fare per il Signore lo possiamo fare per la grazia di Dio che è con noi e non in virtù di qualche nostra capacità; lo Spirito di Dio ci ricorda pure, mentre preghiamo, i peccati che noi commet­tiamo per farceli confessare al Signore; Egli, nella nostra distretta, ci ricorda che solo Dio può liberarci da essa; per queste ragioni, noi, alcune volte, come dei piccoli bambini appena nati, ci mettiamo a piangere dinnanzi a Dio. Dio fa caso pure alle lacrime, che nel dolore, noi versiamo nel suo cospetto, infatti è scritto nei salmi: “Tu conti i passi della mia vita errante; raccogli le mie lacrime negli otri tuoi; non sono esse nel tuo registro?”5

Voglio dirvi qualcosa a riguardo: oggi, in mezzo al popolo di Dio, si vedono scherzi, buffonerie, risate per cose da nulla (anche durante il culto); di credenti che piangono quando prega­no, perché riconoscono i loro falli e li confessano a Dio, non se ne vedono di frequente, e quei pochi che, mossi dallo Spirito, piangono, vengono derisi. Perché avviene questo? perché si vive in una nazione dove abbondano così tanti beni materiali, e dove c’è così tanta libertà di professare la propria fede, che molti, essendosi arricchiti ed essendosi gonfiati d’orgoglio, si sono dimenticati del Signore. Non sentono più la necessità di umiliar­si davanti a Dio, perché pensano di avere tutto e di non avere bisogno di nulla. Giacomo dice a coloro che sono diventati amici del mondo: “Nettate le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o doppi d’animo! Siate afflitti e fate cordoglio e piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegrezza in mestizia! Umiliatevi nel cospetto del Signore, ed Egli v’innalzerà”.6

Diletti, è tempo di cercare il Signore con tutto il cuore, è tempo che gettiate lungi da voi ogni falsa allegrezza ed ogni falso sorriso, per affliggere le anime vostre nel cospetto di Dio.

Addoloratevi pure voi a motivo della corru­zione, della mondanità e della falsità che ci sono nel mezzo della chiesa, piangete pure voi nel cospetto di Dio; confessiamo a Lui le nostre iniquità e abbandoniamole, invochiamolo in veri­tà, e Lui farà apparire sopra di noi la sua gloria, come la fece apparire anticamente sopra Israele quando questi si umiliò nel suo cospetto.


1 1 Sam. 1:10

2 Esd. 10:1

3 Is. 38:1-3; 2 Re 20:4,5

4 Ebr. 5:7,8

5 Sal. 56:8

6 Giac. 4:8-10